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Autore: chiquititas99    23/04/2013    0 recensioni
Daniela è una quindicenne molto simpatica e solare, che vive con la mamma e i quattro fratelli. I suoi si sono separati e lei non sopporta questo fatto, anche se è l'unica ad accettarlo. A scuola va abbastanza male e riesce sempre ad isolarsi dall'unica amica che si è fatta lì, Calì. Non sono vere amiche, perchè non si confidano niente, ma meglio che stare soli. Nella sua vita entra Emiliano, ventenne, tatuatore e ragazzo ribelle, pronto a conquistarle il cuore. Ma proprio quando lui si dichiara, e dopo tanti problemi, si ripresenta Yago, l'ex di Daniela e lei sarà pronta a lottare per il vero amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Ciao a tutti, sono Dani e ho quasi 16 anni. Vi voglio raccontare la mia storia. I miei si sono separati e noi facciamo tre settimane da una parte e una dall’altra. Io e quelle bestie. Beh, direte. Il papà di Daniela ha due o tre figli. No. Ne ha cinque. E un gatto.
« Cretino, se non metti giù le mie scarpe ti faccio volare!!!!» questa è mia sorella Giulia, chiamata da tutti Giulietta. Di solito si danno nomignoli affettuosi a persone dolci. Lei non è dolce. A sedici anni lasciò la scuola e cominciò ad aiutare mamma e papà facendo la baby-sitter del bimbo dei vicini.
« Papà, Marco non mi da le scarpe! Ho un colloquio oggi!» si lagnò mia sorella che, a diciannove anni si lamenta ancora con papà.
« Ne hai mille di scarpe, fattene una ragione!» le urlò dalla cucina Mara. Mara è la terzogenita. Ha tredici anni e trova sempre qualcosa per cui litigare con Giulietta. Odia la scuola e le piace suonare il pianoforte.
« Tu sta zitta! Papà! Esci dal bagno?»
Si sa che, quando un padre si chiude a chiave in un bagno, è per via dell’esasperazione. Io ero l’unica che cercava la pace nella casa.
Marco le fece l‘eco:« PAPAAAAAA Marco mi ha rubato le scarpe!!!!»
Giulietta gli corse dietro per tutta la casa e Mara scoppiò a ridere. Papà era ancora chiuso dentro e io sospirai:« Papà, puoi uscire …»
Lui uscì con i capelli rizzati e in quel momento tornarono Giulietta e Marco.
Marco era il quartogenito e aveva dodici anni. Litigava sempre con Giulietta e non era mai colpa sua.
« Non mi ridà le scarpe! Quelle col tacchetto!» esclamò Giulietta con i capelli tutti arruffati.
« E lei mi chiama cretino!»
Papà si richiuse in bagno come se niente fosse e io raggiunsi Mara in cucina. Stava preparando le uova. Da quando mangiavamo le uova?
« Che dici, a papà piacciono al dente?»
« Perché?» mi avvicinai e lei fece una smorfia:« Sono tutte bruciate!»
La puzza bruciata si espanse in tutta casa. Alle sei e mezza. Oddio.
Laura spuntò dal salotto e si chiuse il naso:« Puzza Dani!»
La cucina era in fumo e papà, Giulietta e Marco spuntarono dal corridoio.
« Mara che hai fatto?» papà corse e spense il fuoco e aprì la finestra. Marco scoppiò a ridere e papà lo fulminò:« Che ti ridi cretino!»
La padella era tutta rovinata e Mara non fece in tempo a scappare. La piccola Laura sghignazzò e poi si avvicinò stanca a papà:« Papi…»
Papà, come se nulla fosse, prese in braccio Laura e la coccolò. Papà era davvero strano a volte. Da quando era andato a vivere da solo, era sempre dolce e non riusciva a prendersela con noi. Giulietta era quella che aveva preso a male la situazione. Era l‘unica che aveva assistito personalmente alla prima separazione di mamma e papà. Aveva quattro anni. Poi i miei ritornarono insieme e nacqui io. Dopo la nascita di Mara si separarono di nuovo e, quando tornarono insieme, nacquero Marco e Laura.
« E ora tutti a vestirsi che alle sette e mezza usciamo!» esclamò papà. Giulietta si impegnò nel vestire Laura e, alle sette e mezza eravamo tutti sul pianerottolo. Laura cominciò a fare casino. Come sempre.
Lei era l’unica ad aver preso i capelli biondi di mamma. Mara aveva i capelli della nonna, nerissimi, mentre io, Giulietta e Marco tutti e tre castano chiaro.
Giulietta aveva rovinato tutto facendosi le mesh bionde.
Quando papà mi lasciò davanti a scuola trovai subito Calì, la mia migliore amica. Quando la raggiunsi, notai subito che stava guardando il fratello di Martina, Emiliano. Lo avevamo conosciuto l’anno prima alla festa della sorella e Calì ( in realtà Claudia ) ci aveva messo subito gli occhi sopra. Era un bel ragazzo, ventenne, con un tatuaggio sulla spalla destra che rappresentava un serpente e uno sulla schiena che rappresentava uno scorpione. Se mi facevo un tatuaggio così mio padre mi fulminava e mia madre prima mi strozzava e poi mi lasciava nell’amazzonia abbandonata agli ultimi inca rimasti ( saranno rimasti ??).
Martina ci fece un enorme saluto e Calì mi tirò. Ma quanto le faceva bene questo Emiliano.
« Ciao ragazze! Che bello vedervi, conoscete già Emi?»
Lui con il vocione rozzo degli uomini rispose:« Non mi chiamare così…»
« Non fare il duro! In realtà è un vero coccolone, vero Emi?»
Mi sentii un po’ osservata da questo ragazzo.
« Ah Marti, ci sei così mancata!» esclamò Calì cercando di attirare l’attenzione di Emiliano, che continuava a guardarsi intorno.
Forse a me è tanto mancata. A Calì importa solo che Marti le suggerisca alle verifiche.
« Sai, volevo organizzare una festa a casa mia per il mio compleanno. Sai, è venerdì. Volevo fare un pigiama party, magari rimanete a dormire, come volete!»
Io sorrisi:« Come vuoi tu! Io ci sto. Devo solo avvisare La Mà.»
Io e i miei “dolcissimi” fratelli chiamiamo mamma “La Mà”. Ah ora ricordo. Era estate e stavamo andando al mare. Lei è inciampata addosso ad un signore e intanto urlava “MAAAAA”.
 
 
 
 
Siamo una famiglia di strambi
 
 
 
Quando entrammo in classe Martina ci raccontò che suo fratello non viveva più con lei. Faceva i tatuaggi in un negozio dell’amico e il padre non accettava questa cosa. Aveva passato un fine settimana terribile per via delle litigate, tanto che la mamma l’aveva portata dalla nonna. Emiliano non era mai stato così.
« Vuoi dire che quel bonbon di tuo fratello è solo soletto per la città?»
« Se intendi per le ragazze no.»
Il sorriso di Calì si spense e tornammo a parlare:« E ora dove vive?»
« Non me lo vuole dire perché pensa che lo vada a dire a papà, ma io non glielo direi mai!»
Poverina, doveva essere davvero una cosa triste.
« Daniela Costeau, dato che ha tanta voglia di parlare perché non ci viene alla lavagna?»
Sentivo tutta la classe girarsi verso di me, compreso quel cretino di Francesco, che mi stava super appiccicato giorno e notte.
Mi alzai lentamente e, quando mi trovai davanti alla cattedra domandai alla prof:« Prof, lei sa la lezione?»
Lei fece il muso:« Costeau, come fa a dire una cosa del genere? Certo!»
Io mi sedetti sulla sedia accanto alla sua e, convincente, le chiesi:« Prof, se lei la sa e io la so, che ce la dimo a fa?»
La classe scoppiò a ridere e anche la professoressa e cominciò a ridere e a piangere allo stesso tempo. Non so se rideva per la battuta o se piangeva per lo schifo di battuta.
Per le risate si dimenticò completamente di me e tornai al posto. Quando suonò la campanella mi si avvicinò quel cretino di Giacomo.
« Te la sei cavata con la scema, no?»
Stavo sistemando un libro nello zaino e lui si avvicinò:« Dani, mi manchi...»
« Giacomo è finita.»
Mi afferrò per un braccio e mi baciò. Mi mancava anche lui ma non potevamo tornare insieme. Mi avrebbe rovinato la vita di nuovo.
« Dani mi manchi …» mi sussurrò guardandomi negli occhi.
« Vallo a dire a qualcun‘altra …» mi scostai ed uscii dalla classe. Fuori c’era Emiliano ad aspettare impazientemente Martina.
Mi accostai, cercando di non pensare a Giacomo e lo salutai. Quando vidi che non mi rispose borbottai:« Potresti anche salutare!»
Lui, abbastanza annoiato, guardò l’orologio:« Non ti conosco, non è nei miei problemi principali salutarti …»
Mi veniva da dargli uno schiaffo:« Sei proprio un maleducato, lo sai?»
« Non mi interessa quello che dice una ragazzina di quindici anni che non sa neanche cos‘è comportarsi male e in modo maleducato!»
Me ne andai super offesa e, ogni passo, pensavo “VAFFANCULO EMILIANO”
  
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