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Autore: GattoCercatore    23/04/2013    1 recensioni
“sei sempre in cerca di guai?” Sirius sorrise e disse “ormai sono loro che hanno il mio indirizzo”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Black, James Potter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Era il giorno del suo compleanno, e pur odiando tutta la sua famiglia per i loro pensieri e per la loro fissa sul sangue puro, quel giorno, il suo sedicesimo compleanno voleva dargli una possibilità, era un ragazzo forte, tenace, scherzoso ma in fondo era anche dolce, una parte di se sperava che la sua famiglia gli volesse ancora bene.
“Giorno” disse Sirius  tutto baldanzoso sedendosi per la sua prima volta insieme a tutta la sua famiglia, tutti lo guardarono perplessi, suo fratello minore quasi schifato.
“Cos’è che ti spinge a stare in mezzo a noi mica ti facevamo schifo?” disse Regulus.
“EMH no per tua informazione, io non ho detto che mi fate….schifo, io dico soltanto che…dai in fondo sapete già che cosa ne penso” gli rispose Sirius, cercava di metterla sul ridere, ma la tensione si faceva più densa ogni minuto di più
“allora cosa ti spinge a unirti a noi” gli rispose sua madre, Sirius era sconcertato
“come, ma tu sei mia madre! Non sai che giorno è oggi”  Sirius, non ci poteva credere che avessero dimenticato il giorno del suo compleanno
“evidentemente no, illuminaci con un'altra delle tue stupende idee” aggiunse suo padre
“oggi è il mio compleanno” disse Sirius, sul suo volto era stampata a chiare lettere la frase non posso credere che vi siate dimenticati di me . Dopo quella frase nessuno disse niente rimasero in silenzio e basta.
“ah già, volevo dirmi che mi sono fidanzato” Sirius stava mentendo, a lui non piaceva nessuno, ma voleva vedere cosa gli rispondessero i suoi genitori, sperava che almeno una parte di loro fosse ancora ragionevole.
Ma tutt’altro a suo padre gli cadde la forchetta dalla mano e sua madre che aveva una brocca d’acqua  gli si ruppe per terra, la raccolse e poi disse con freddezza
“ah davvero figliolo, e in quale casa è stata smistata” Sirius voleva mettere alla prova la sua famiglia una volta per tutte
“nessuna, è babbana” a sentir quelle parole suo padre divenne rosso ma sua madre no, era sbiancata, e suo fratello si mise a ridere “davvero pensate che uno così si metta con lui, cos’è cieca anche?” disse suo fratello
“no Regulus,  è vero non mi sono fidanzato, ma devo dire che ve la siete bevuta, poi come potevo incontrare una ragazza babbana a Hogwarts” rispose, rideva mentre diceva questa frase, non rideva a pieni polmoni come faceva quando era con gli amici, era una risata falsa.
“Sirius come ti permetti di usare quel termine nella nostra casa!” gli urlò sua madre, Sirius non capiva, perché non voleva che dicesse babbana
“quale termine mamma?, per caso intendi dire…babbana” gli ripeté Sirius
“NON USARE QUELLA PAROLA IN CASA MIA….nostra” si ricorresse sua madre
“a quindi tu insinueresti che noi e i b-a-b-b-a-n-i abbiamo del sangue, come posse definire, diverso?” Sirius sapeva che non aveva insinuato questo sua madre, ma voleva vedere se veramente la loro mente fosse così chiusa
“si Sirius noi e i….noi e i…..babbani” disse con riluttanza “abbiamo sangue diverso, loro ce l’hanno non puro, come del resto anche i mezzosangue” continuò sua madre
“A DAVVERO!” era furioso, furibondo, non credeva alle sue orecchie “ORA TI MOSTRO CHE HAI TORTO!” si alzò da tavola, suo fratello si mise a guardare, un sorriso beffardo gli si aggirava vicino alla sua bocca, Sirius si allontanò prese un coltello e..
“SIRIUS NO NON SPRECARE DEL SANGUE NOBILE! “ aveva passato il limite, afferrò il coltello con vemenza e con tutta la forza e la rabbia che aveva si tagliò l’avambraccio, non così forte da staccarglielo ovviamente ma si fece una brutta ferita lunga e profonda da cui ora sgorgava parecchio sangue, suo fratello sorrideva e poi Sirius aggiunse
“GUARDATE SE NE AVETE IL CORAGGIO! QUESTO è LO STESSO SANGUE CHE SCORRE NELLE VENE DI QUALSIASI ALTRA PERSONA, BABBANA O MEZZOSANGUE, DOVRESTE VERGOGNARVI!” urlò a pieni polmoni, poi si calmò e disse “io me ne vado”.
Si girò e si incamminò, verso la sua camera, un fuoco, cominciò a divampargli dentro, era la rabbia, odiava tutti, fece il bagaglio per hogwarts, tanto in quella casa non sarebbe più tornato. Prese la bacchetta e la strinse in mano e poi prese il baule e scese, non una parola d’addio, non un gesto con la mano, non fece niente, prima di aprire la porta per andarsene vide la sa famiglia che cenava tranquillamente, il fuoco si trasformò in un incendio incontrollabile.
Batté la porta e come una furia percorse la via, la pioggia era fitta , ma a Sirius non gliene importava, aveva soltanto una camicia bianca, jeans, e  scarpe. Si sedette su una panchina e allungò la bacchetta in avanti per chiamare il Nottetempo che l’avrebbe portato via da quel posto.
Non gli importava se sarebbe arrivato dopo un giorno, dopo settimane, perché ora stava riflettendo su ciò che aveva fatto ,hai sbagliato! Una vocina continuava a ripeterglielo, ma riuscì a tenergli testa l’altra vocina, quella che diceva: bravo ragazzo, così che si fa!
 La pioggia scendeva e Sirius era fradicio, passarono tre ore e poi arrivò il Nottetempo, un grosso bus viola gli si presentò davanti poi una voce giovanile disse
“Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà. Mi chiamo Ernie Botto e sarò il vostro bigliettaio per questa notte!”
Sirius salì e poi il bigliettaio urlò “parti Felps” , Sirius si sedette su un lettino e poi Ernie disse “scusa se siamo arrivati in ritardo c’era una vecchietta che non si ricordava dove doveva andare, allora tu come ti chiami?” Sirius lo guardò e poi si mise a ridere “perché ridi è forse divertente il tuo nome?” gli rispose perplesso il bigliettaio, poi Sirius disse
“no, no, lunga storia, allora mia chiamo Sirius Black” il bigliettaio quasi si spaventò sentendo il suo cognome.
La famiglia  Black era famosa in tutto il mondo dei maghi e sapevano che c’era un ragazzo, solo uno che non aveva le loro stesse idee pur essendo vissuto con loro, non sembrava neanche loro figlio, se non che avesse il loro cognome e si atteggiava come un Black che si rispetti e poi era bello come non mai.
“Bene allora dove vai?” disse Ernie dopo una lunga pausa
“dai Potter” gli rispose Sirius, “hai sentito Felps dai Potter! “ disse una testina penzolante
Sirius era perplesso “ma come sapete dov’è la casa del mio amico?”
“noi sappiamo tutto bello, non ti devi sorprendere! Poi perché sei fradicio?” gli rispose il bigliettaio
“magari fuori piove a dirotto” li disse Sirius con tono del tipo ma dove vivi?
“Eccoci arrivati signor Black, fanno undici falci” Sirius pagò e scese proprio davanti alla casa dell’amico. Ma cosa gli avrebbe detto, beh forse quella volta la verità gli sarebbe servita.
Erano le una di notte e la casa era buia, dormivano tutti, suonò il campanello e poi si mise sotto lo scolo della grondaia che era proprio in mezzo al porticato della casa , nella sua famiglia era abitudine aspettare fuori dal porticato della casa, perché la famiglia che avevi di fronte non ti aveva ancora dato la piena ospitalità. Il fuoco che aveva dentro si stava spegnendo ad ogni scroscio d’acqua che gli cadeva sulla testa oltre a bagnarlo gli calmava la rabbia che aveva dentro, e così tutto quel tumulto che fino a circa un ora prima gli bruciava i pensieri ora era spento.
James scese, non capiva, chi alle una di notte potesse suonare il campanello della sua casa, quando aprì la porta ci mancò poco che non gli venisse un infarto, una sagoma alta nera e si trovava davanti al porticato di casa sua, prese la bacchetta e disse
“lumus” ma niente da fare, la faccia non gli si vedeva.
“chi sei?” disse James preoccupato poi quella sagoma rispose
“non sono il piccolo problema peloso” disse Sirius ridendo
“oh Sirius, ma che ci fai qui, avanti entra! “ Sirius entrò in casa, era completamente bagnato, ogni millimetro dei suoi vestiti e della sua pelle era bagnata.
“Mamma vieni a vedere chi c’è” disse James. Sirius osservava la casa di James, per lui era davvero bella, e poi profumava di sincerità, è vero che non si può odorare, ma nella sua mente, quel profumo gli ricordava qualcosa che…..i suoi pensieri si fermarono perché James gli era saltato addosso
“ hey James mi fai male” l’amico per sbaglio gli aveva toccato il braccio che si era tagliato, James capì che c’era qualcosa che non andava nell’amico, era strano
“cosa ti è successo Sirius?” ma lui non rispose, poi scese la madre di James e vedendo l’amico di suo figlio in quello stato gli disse
“sei tutto bagnato, ora ti vado a prendere qualcosa” e corse via a prendere alcuni vestiti del figlio intanto James notò che la  manica sinistra dell’amico era color rosso sangue
“hey Sir ma cosa ti sei fatto al braccio” appena sentì quelle parole Sirius, capì che doveva dargli delle spiegazioni all’amico
“James, la storia è davvero molto lunga, ma credo che tu abbia già capito” James, non aveva capito.
“eccoti i vestiti, il bagno è a destra prima porta a sinistra” disse la madre di James sorridente, Sirius prese i vestiti con il braccio destro invece che con tutte e due le braccia come si fa di solito. Mentre stava per aprire la porta sentì qualcuno dire “il tuo amico è strano” Sirius sorrise “beh oggi è più strano del solito, gli deve essere successo qualcosa”. Sirius entrò in bagno e si vestì, ci mise mezz’ora, il braccio sinistro ogni volta che lo muoveva gli dava dei dolori fittissimi, e così dovette saltellare come un canguro.
Uscì dal bagno e James gli prese con forza il braccio sinistro e disse “sei sempre in cerca di guai?” Sirius sorrise e disse “ormai sono loro che hanno il mio indirizzo”.
Tutti risero, poi  Hallison la madre di James gli disse “avanti vieni sul tavolo, ma ci devi spiegare tutto” Sirius rimase li e raccontò tutto, James rimase ad ascoltare in silenzio.
“oh Sirius James non mi aveva mai detto tutto questo, sei davvero un bravo ragazzo!, e comunque hai fatto bene” disse Hallison
“beh io non ero sicuro di fare la cosa giusta, me ero così arrabbiato, ma non ero nemmeno arrabbiato , avevo n uragano dentro e ora non so come dire, ma vi è mai capitato quando avete un peso dentro e non siete ne felici, ne tristi e vi da fastidio tutto e quando uno ti chiede “stai bene?” tu gli rispondi “sì” anche se in verità vorresti dirgli che questa realtà ti sta stretta, che vorresti urlare, vorresti dire quello che pensi, ma dici sì e ti tieni tutto dentro…” Sirius si fermò un attimo poi continuò “…poi adesso non so dove andare credo che domani andrò al paiolo magico” finì Sirius mettendosi le mani nei capelli
“no Sirius, te rimani qua, sei pazzo ad andare al paiolo magico, li se prendi la zuppa di piselli devi mangiarla in fretta prima che lei mangi te!” disse James
“no dai, vi ho già dato troppi problemi, non voglio essere d’intralcio, tanto come dice mio fratello, c’è sempre una pecora nera in famiglia” Sirius finì di parlare, si alzò e fece per andarsene, ma James gli mise la mano sul petto e disse
“non ascoltare tuo fratello, tu per me sei un amico, il mio migliore amico, il ragazzo che il primo anno mi ha cambiato la vita, sei come un fratello per me e te lo sai, e non ti permetto di uscire da questa casa senza che tu non sia passato sul mio cadavere”
“d’accordo James rimango, ma soltanto perché mi fa schifo il sangue” disse Sirius ridendo
“scemo” rispose James ridendo
“vieni, che ti faccio vedere le modifiche che ho apportato alla mappa, ah già buonanotte mamma”
“buonanotte signora Hallison” disse Sirius che stava salendo insieme a James in camera dell’amico.
La signora Potter rimase un attimo scossa e poi disse a bassa voce “uomini”
Quella notte i due malandrini si divertirono e risero tutta la notte, non dormirono ovviamente e quel giorno fu il più bello e il più brutto per Sirius, un giorno davvero indimenticabile
  
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