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Autore: Bale    23/04/2013    2 recensioni
Mi siedo di fronte a lui e tiro fuori i fogli dalla borsa.
E’ la mia tesi ed io sono qui per questo.
Devo scacciare via ogni altro pensiero.
Non posso lasciarmi trascinare via da una stupida fantasia.
Lui è il mio professore e non può farmi questo effetto, punto.
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entro nel suo ufficio e mi chiudo la porta alle spalle.



Non mi sono mai sentita così agitata. Il cuore mi batte forte e il respiro è rapido, ansimante.


Lui alza leggermente gli occhi dal suo libro e mi fa segno di avvicinarmi.


-Buongiorno-   riesco a balbettare mentre mi avvicino.


Mi siedo di fronte a lui e tiro fuori i fogli dalla borsa. E’ la mia tesi ed io sono qui per questo. Devo scacciare via ogni altro pensiero. Non posso lasciarmi trascinare via da una stupida fantasia. Lui è il mio professore e non può farmi questo effetto, punto.


Appoggio i fogli sulla scrivania. Sono accuratamente rilegati. Poi finalmente alzo lo sguardo e lo vedo. I suoi occhi mi penetrano ed io sento un brivido attraversarmi la schiena.


-Le ho stampato l’ultima parte della mia tesi-   comunico sforzandomi di guardare altrove.


Lui sorride e gli si formano delle leggere fossette sulle guance coperte dalla barba. E’ la prima volta che lo vedo con la barba un po’ lunga. Di solito è sempre perfettamente curato.


Qualcosa si smuove nel mio stomaco, mentre analizzo con attenzione il suo viso e i capelli leggermente spettinati.


Allunga inaspettatamente una mano in cerca dei fogli che ho portato. Glieli porgo meccanicamente. Quando li afferra un altro brivido mi attraversa la schiena.


Inizia a sfogliare il mio lavoro. Lo fa distrattamente, senza guardarmi bene in viso e senza fissare attentamente nemmeno i fogli che ha davanti.


All’improvviso li getta sulla scrivania con un tonfo.


Alza lo sguardo e mi fissa intensamente. Stringe gli occhi e piega la testa di lato come per analizzarmi meglio.


-E’ buono-   sentenzia poi   -Il lavoro è buono-


Io annuisco e chino il capo per evitare che si accorga che sto arrossendo.


So che mente. Deve aver letto sì e no un paio di parole.


-Cosa ha in mente per il futuro?-   chiede all’improvviso.


Io alzo la testa di scatto, quasi spaventata.


-Beh-  comincio imbarazzata   -vorrei…-


-Le piacerebbe diventare la mia assistente?-   mi interrompe bruscamente.


Si alza in piedi e mi viene incontro. Io non mi muovo. Sono completamente pietrificata dal suo sguardo che percepisco alle mie spalle.


-Sarebbe un onore-   rispondo, ma la mia è più una risposta di cortesia. Non sono certa di aver realizzato davvero ciò che mi ha chiesto.


-Si alzi-


Il suo tono diventa improvvisamente severo, autoritario. Questa sua richiesta suona più come un ordine.


Eseguo meccanicamente. Lui si avvicina sempre di più.


Sento il suo fiato sul mio collo, sento il profumo della sua acqua di colonia.


Mi appoggia una mano sulla schiena e inizia a fare su e giù molto lentamente. Mi accarezza con dolcezza ed io divento sempre più piccola ad ogni suo tocco.


Indosso una camicetta sottile. E’ estate, fa caldo.


Sento i suoi polpastrelli sulla mia pelle e chiudo gli occhi come per gustare meglio questo momento.


Si avvicina ancora e mi posa le labbra sul collo. E’ dietro di me ed io sono incapace di muovermi.


-Spogliati-   mi sussurra all’orecchio.


Io mi volto a guardarlo confusa. Sono convinta di non aver capito.


-Togliti i vestiti-   ribadisce prima di allontanarsi da me.


Va a sedersi in fondo allo studio, sul divano di pelle.


Lo vedo estrarre un pacchetto di sigarette dalla tasca interna della giacca.


Io esito soltanto un attimo, poi comincio a sentirmi completamente disinibita.


Prendo a sbottonarmi la camicetta. Lo faccio lentamente, avida delle sue attenzioni.


Lui ha un’espressione beata sul volto, mentre fuma tranquillamente la sua sigaretta.


Getto la camicetta sul pavimento e, dopo qualche inutile moina, mi sbottono i pantaloni.


Li tiro giù dopo aver gettato via le scarpe con due calci e resto lì davanti a lui soltanto con la biancheria intima addosso.


La sua espressione non cambia. Lo vedo attraversare il mio corpo con gli occhi. Si sofferma sul ventre, sul petto, poi sui piedi.


Dopo un’attenta analisi, finalmente, lo vedo alzarsi.


Si sfila la giacca, poi la cravatta. Sbottona leggermente la camicia e viene verso di me.


E’ bellissimo. Il sogno di ogni studentessa.


Ho sempre provato degli strani impulsi in sua presenza, ma ovviamente ho cercato in tutti i modi di nasconderli, di sopprimerli. Lui è il mio professore ed io non posso sentirmi attratta da lui.


E’ sempre stato una calamita per me. Non appena l’ho visto ho capito che lui era esattamente il tipo di uomo per il quale una donna farebbe di tutto.


Mi sono nascosta, ho cercato di negare a me stessa queste sensazioni, del tutto ignara che anche lui provava lo stesso per me.


Si avvicina lentamente e finalmente mi raggiunge. Ho il cuore in gola, ma tengo la testa alta. Mi sento libera, senza freni, spavalda.


Lui mi accarezza il viso, poi un braccio.


Si posiziona nuovamente alle mie spalle e lo sento sganciarmi il reggiseno.


Uno strano calore mi invade e chiudo nuovamente gli occhi.

 

 
All’improvviso diventa tutto nero ed io mi sveglio.


Sono sudata. Sono in camera mia, nel mio letto.


E’ stato solo un sogno, purtroppo, e ciò che è peggio è che stamattina ho appuntamento proprio con lui.

   
 
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