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Autore: Nami_88    23/04/2013    11 recensioni
“Le mie mani…”.
È solo questo che riesco a dire.
Come un mantra.
Le fisso.
Le scruto.
Dorso.
Palmo.
Non riesco ancora a crederci.
Com’è possibile.
Sono preoccupata.
Mi guardo intorno solo un attimo.
La Sunny è ridotta male.
Ce la siamo vista brutta.
Davvero.
Quel maledetto uomo.
Lo abbiamo anche salvato.
E come ricompensa ci ha quasi uccisi.
Guardo il mio capitano.
È sulla polena distrutta.
Fissa un punto indefinito nell’oceano.
È furioso.
Una Zonami incentrata sul nuovo film Z!
Spero vi piaccia!
Commentate! :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Le mie mani…”.
È solo questo che riesco a dire.
Come un mantra.
Le fisso.
Le scruto.
Dorso.
Palmo.
Non riesco ancora a crederci.
Com’è possibile.
Sono preoccupata.
Mi guardo intorno solo un attimo.
La Sunny è ridotta male.
Ce la siamo vista brutta.
Davvero.
Quel maledetto uomo.
Lo abbiamo anche salvato.
E come ricompensa ci ha quasi uccisi.
Guardo il mio capitano.
È sulla polena distrutta.
Fissa un punto indefinito nell’oceano.
È furioso.
Ha lasciato che quei mostri ci battessero.
Siamo scappati.
So bene che per lui è stata la cosa più difficile.
Scappare.
Non riuscire a proteggere i propri compagni.
Nessuno riesce a dire niente.
Sanji è ancora legato.
Le radici di quel tipo sono come acciaio.
Mi mordo il labbro.
Ritorno sulle mie piccole mani.
Che rabbia.
Mi sono lasciata battere da quella tipa.
E ora mi ritrovo così.
In ginocchio, avvolta tra i miei abiti ora troppo grandi.
Avrò più o meno 8 anni.
Di nuovo.
Sospiro forte.
Afferro i lembi del mio accappatoio arancione.
Mi copro bene.
Per prima cosa devo andare in cabina.
Cambiarmi e pensare a come ritrovare quei maledetti.
Non può finire così.
Non può, in maniera più assoluta.
Sono immersa in questi pensieri.
Concentrata.
Così tanto da non rendermi nemmeno conto che qualcuno è dietro di me.
Vedo solo delle grandi mani afferrarmi i fianchi.
È forte la presa.
Ma delicata.
Inizio a volare.
“Ehiii ma che…”.
Riesco solo a dire.
Ma capisco subito cosa sta succedendo.
Il tuo profumo mi arriva diretto alle narici.
Volto poco la testa.
“Mettimi giù razza d’idiota!”.
Ti urlo isterica.
Cerco di divincolarmi.
Invece mi giri e mi fai sedere sul tuo braccio piegato.
Come una bimba.
Rimango per un secondo a fissarti.
Non è da te ricercare queste situazioni.
T’imbarazza questa vicinanza.
È chiaro.
E allora perché lo fai?
Cerco delle risposte dal tuo viso.
Ma è impassibile.
Indecifrabile.
Come sempre.
Sospiro.
“Allora mi vuoi far scendere?”.
Ti chiedo esasperata.
Tu di tutta risposta inizi a camminare.
“Ehi ma non ci senti??”.
Esclamo contrariata iniziando a tirarti pugni sul torace.
“Sei fastidiosa anche in questo stato…non ci credo”.
Le tue prime parole.
Mi stai prendendo in giro come sempre.
Vuoi litigare?
Bene, sono pronta.
Aumento la forza dei miei colpi.
Voglio scendere.
Tu di tutta risposta afferri con la mano libera le mie due piccole.
Le tieni prigioniere solo pochi istanti.
“LASCIAMI!”.
Ordino perentoria.
Voglio scendere.
Ti afferro una ciocca di capelli.
Le provo tutte.
Tu ti volti.
Stai perdendo la pazienza?
Purtroppo no.
Blocchi la marcia.
Mi fai quel tuo solito ghigno che tanto odio.
La tua espressione mi spaventa.
Te lo confesso.
Tu sorridi.
“Come lei ordina madame…”.
Dici semplicemente, con la tua solita strafottenza.
Poi per un istante allenti la presa.
Mi lasci cadere.
Solo pochi secondi.
Pochissimi.
So bene che non lo avresti mai fatto.
Ma hai ottenuto comunque quello che volevi.
Mi sono avvinghiata a te.
Ho afferrato la tua giacca.
Ti ho chiesto di non lasciarmi.
E ti è bastato sentirmi dire queste parole per riportare tutto come prima.
Sospiro.
Ancora un tuo ghigno.
“Deve decidersi signorina…”.
Continui con la recita.
Sei sempre il solito idiota.
Te lo sussurro.
Metto il muso.
Tu sembri piuttosto soddisfatto.
Poggio la testa sulla tua spalla.
Il braccio destro afferra il tuo collo.
L’altra mano poggiata alla tuo torace.
Mi lascio cullare dal tuo respiro.
Non ho speranza contro di te.
Soprattutto in questo stato.
Mi arrendo.
E alla fine non mi dispiace averlo fatto.
Per niente.
Ritorno alla realtà quando arriviamo davanti alla vostra cabina.
Apri la porta con un calcio.
Era socchiusa.
Ancora non mi è chiaro il tuo intento.
“Ehi, adesso mi dici che intenzioni hai?”.
Ti chiedo scoraggiata mentre mi fai sedere su un’amaca.
Certo che non deve essere comoda per dormirci.
E questa in particolare è posta quasi sopra al soffitto.
È la tua, lo so bene.
Fisso i miei piedi dondolare.
Sono coperti da questo enorme accappatoio.
Che situazione ridicola.
Mi guardo intorno.
Tu stia maneggiando nell’armadio.
Ho smesso di farmi domande.
Afferro un lembo del lenzuolo che trovo vicino.
Lo faccio senza pensare.
Cerco una distrazione.
Socchiudo di poco gli occhi.
Avvicino la stoffa al viso.
Scrollo la testa.
Non ci credo.
Non è possibile.
Lo riconosco.
Conosco bene questo lenzuolo.
Te lo regalai un po’ di tempo fa.
Più di due anni fa per essere precisi.
Quando siamo diventati compagni di ciurma.
Eri l’unico di noi a non avere niente.
Nemmeno una coperta.
Il solito squattrinato.
Mi ricordo che dicesti che non ti piaceva.
Che era da donne.
Che ti ricordava me per il colore.
E che non avresti mai dormito sereno pensandomi.
Che bugiardo che sei.
Sorrido.
Credevo l’avessi buttata.
Possibile che ancora la conservi?
Mi vedi.
E arrossisci.
Hai capito bene il mio sguardo.
Non deve essere facile per te.
Sempre così riservato.
“Non pensavo tu l’avessi ancora…”.
Ti dico dolcemente tornando a guardarti.
Tu t’imbarazzi.
Cerchi di divagare.
Non rispondi.
Se non con mugugni incomprensibili.
Io rido.
Sei sempre il solito.
Ho in mano ancora la coperta quando mi lanci qualcosa addosso.
“Ma..ma cosa..?”.
Cerco di dire mentre mi divincolo.
Non capisco.
Una maglia?
Che dovrei farci?
Ti mostro il mio dubbio.
“Dovrai pur cambiarti, non trovi?”.
Mi dici semplicemente.
Ti avvicini a me.
Prendi la canotta bianca che mi hai lanciato.
La apri studiandola.
“Credo che ti possa andare come vestito…sei… molto piccola…”.
È chiaro il tuo imbarazzo.
Non credo alle mie orecchie.
Ti guardo sorpresa.
Incredula.
Non è da te tutta quest’accortezza.
Diventi rosso.
Mi tiri di nuovo la maglia sul viso.
Poi ti volti.
“Fa come vuoi strega... se hai un’idea migliore…”.
Dici superficiale.
Sei tenero quando cerchi di fare il duro.
Ma non ti lascio nemmeno finire.
“Grazie Zoro…”.
Sussurro sorridendo.
Sono così felice.
Tu ti ammutolisci.
Nella camera è sceso uno strano silenzio.
Si sente ogni mio gesto.
Mi sfilo l’accappatoio.
Sei di schiena.
Le braccia incrociate.
Stai aspettando.
M’infilo la canotta bianca.
La riconosco.
È quella che usavi sempre prima.
Ha ancora il tuo buon profumo.
“è la tua?”.
Chiedo dolcemente.
Una domanda retorica lo so.
Un modo come un altro per rompere questo silenzio imbarazzante.
“Stai tranquilla, è pulita se è questo che vuoi sapere…”.
Fai quasi l’offeso.
Come al solito non capisci.
Non era questo che intendevo dire.
Che idiota.
Sempre sulla difensiva.
Ti lancio l’accappatoio sulla testa.
Tu ti volti.
Vuoi dirmene quattro.
Si vede.
Ma il mio era solo un modo per farti capire che avevo finito.
Che potevi girarti.
“Allora?”.
Ti domando mentre alzo le mani mostrandoti il mio nuovo vestitino.
“Mi sta bene non trovi?”.
Sorrido.
Sono felice.
Tu mi fissi solo pochi istanti.
Sei rosso.
Abbassi lo sguardo.
Annuisci.
“Dai smettila di fare l’idiota e vienimi a prendere”.
Cerco di toglierti dall’imbarazzo.
Allungo le braccia.
Come fa una bimba quando vuole essere presa in braccio.
Tu ti avvicini.
Piano.
Tentenni.
Sei di fronte a me.
Tendi le mani.
Ma non mi afferri.
Come se ora avessi paura.
Sono io ad allungarmi.
Mi aggancio alla tua giacca.
Avvinghio le gambe intorno al tuo torace.
“Sei così piccola…”.
Mi dici.
Il tuo tono è d’improvviso triste.
Non mi stai guardando.
“Non dirmi che te ne sei reso conto solo ora spadaccino?”.
Ti prendo in giro.
Ma tu non rispondi.
Il tuo occhio fissa il pavimento.
“Ehi…”.
Ti chiamo.
Chino il viso da un lato.
Cerco di trovare il tuo occhio.
Ma ti volti.
Ti afferro il mento con la mano.
Sei obbligato a girarti ora.
“Allora?”.
Voglio sapere.
Cosa ti prende?
Ma tu non hai intenzione di parlare.
Sei piuttosto bravo in questo.
“Non costringermi a fare i capricci…”.
Cerco di farti sorridere.
Finalmente le tue labbra si schiudono.
“non ti ho…difeso…”.
Dici con un filo di voce.
Quasi impercettibile.
Io lascio la presa sul tuo viso.
È questo che ti tormenta?
Ti senti in colpa?
Per me?
Sorrido.
Ti conosco.
Sei il solito scemo.
Ti afferro la guancia con due dita.
La stringo forte.
Tu ti volti finalmente.
“Ahi strega manesca”.
Dici massaggiandoti la parte.
“Idiota!!”.
Inizio severa.
“Smettila di preoccuparti per me, so cavarmela da sola!”.
Concludo altezzosa mettendomi le mani sui fianchi.
Tu mi guardi solo un attimo.
Poi scoppi a ridere.
“Disse la ventenne alta meno di un metro…”.
Mi sfotti come al solito.
Sospiro e sorrido.
Sono felice.
Felice.
So bene che mi difenderai sempre.
So bene che non mi lascerai mai sola.
Ma devi capire che ora sono più forte.
Posso affrontare i nemici con voi.
Al tuo fianco.
So che puoi capirmi.
“Dai mocciosa allora puoi anche scender…”
Dici mentre ti chini in avanti.
Io mi avvinghio ancora più a te.
Come un gattino che non vuole entrare in acqua.
Stringo forte la mia presa al tuo torace, poggiando la guancia accanto la tua.
“no no no no no!”.
È chiaro il mio disappunto.
Non voglio scendere.
Non ora.
Tu sospiri.
Una mocciosa.
Si lo sono.
“Non posso viziarti così però…”.
Sospiri aprendo la porta della cabina.
So bene che non ti dispiace.
Sorrido birichina.
Anche questa volta l’ho avuta vinta io.
“Dovevi pensarci prima spadaccino…”.
Ti dico accoccolandomi al tuo petto.
“Si sta così bene qui…dovremmo riprovarci quando ritorno normale…”.
Ti soffio accanto all’orecchio.
“a stare così vicini…”.
Tu sorridi.
“Vedi di ricordartelo allora quando sconfiggerò quella pazza…”.
Mi sfiori con un dito il naso.
So bene che lo farai.
Ti bacio la guancia ancora arrossata.
Lo farai.
Mi difenderai sempre.
 

Angolo dell’autrice
 
Allora allora…è vero devo aggiornare l’altra fic!!!
Il capitolo in realtà è pronto, devo solo attendere il mio adorabile boy, perché forse voleva farci una fan art!! XD
Per farmi perdonare ecco a voi questa piccola fic zonami, scritta in un pomeriggio!!
Mi piaceva l’idea di cimentarmi sul nuovo film!!
L’idea di un Zoro arrabbiato con se stesso per non essere stato in grado di proteggere la sua piccola è sicuramente qualcosa di già trito e ritrito XD ma a me piace sempre!
Quindi perdonatemi!
Fatemi sapere che ne pensate!!
Commentate!! :D
Bacioni
Nami_88
 
 
 
 
 
 
 

  
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