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Autore: MeiyoMakoto    23/04/2013    1 recensioni
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Quando le fate ridono, le storie vibrano e si divincolano, strappano le corde degli archi, spostano le frecce a destra e a sinistra, s'impigliano nella faretra.
Allora il cacciatore sa che non porterà a casa neanche una preda.
Ma porta a casa le storie, ed è ancora meglio.
1. Occhi di Cerbiatta
2. La principessa delle notti di tempesta
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nelle sere d'inverno, i cacciatori tornano a casa, si scuotono di dosso il mantello umido, gettano la selvaggina sul tavolo, crollano su uno sgabello accanto al fuoco, si massaggiano le gambe irrigidite e cominciano a raccontare. C'è sempre qualcuno ad ascoltarli, perché i cacciatori vivono nei boschi, e lì gli alberi sussurrano le storie delle fate.
Le storie s'intrecciano alla corda dell'arco, scivolano sulle frecce, si arrotolano nella faretra.                          
Quando le fate ridono, le storie vibrano e si divincolano, strappano la corda dell'arco, spostano la freccia a destra e a sinistra, s'impigliano nella faretra.
Allora il cacciatore sa che non porterà a casa neanche una preda.
                                                                            Ma porta a casa le storie, ed è ancora meglio.





Occhi di Cerbiatta.


Si racconta della ragazza del bosco.
E' un bosco maledetto, ma i cacciatori non hanno paura di entrarci: è lei che lo maledice, e di lei non c'è da aver paura.
Non è una ragazza come le altre, lei; non è né bella né brutta. Anzi, è bella e brutta insieme.
Svelta come una gatta selvatica, della gatta ha lo sguardo glaciale, ironico.
                                                                                                   Se la vedi di sfuggita, è così che apparirà.
Ma se sei fortunato, se mentre stai inseguendo una preda che non vuoi perdere, che non puoi perdere.... 
E all'improvviso la lasci andare, non t'interessa più....
Se ti volti, lei è dietro di te.
                Ecco, allora la vedrai bene.
Vedrai che non è una gatta, ma una cerbiatta, flessuosa, agile, sottile, il viso  smorto come un fiore di campo dopo un temporale. 
Ti guarderà con gli occhi di una cerbiatta.
Ti guarderà per un tempo che ti sembrerà infinito; e ti accorgerai che è triste, ma ha gli occhi asciutti.
Porta dentro di sé un dolore troppo enorme per le lacrime.
E' triste per te.
Sai che non devi avere paura di lei; è troppo bella, troppo buona, ti vuole troppo bene per farti del male.
Non hai paura di lei.
E poi vedi il coltello.
Il sangue sul coltello.
Così fuori posto sulla manina aggraziata.
                         E del coltello hai paura.
La Morte vive in un bosco.
E' un bosco maledetto, ma i cacciatori non hanno paura di entrarci: conoscono la ragazza del bosco, e sanno che lei non pugnala mai alle spalle.

 

  
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