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Autore: _Ellie_    12/11/2007    2 recensioni
Odio ammetterlo, ma sei diventato la mia subdola essenza.
Perchè il sole è più pallido se non mi sorridi?

L'eterno dubbio: cosa s'intende con "amare"?
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che strano, non trovi?
Il calore che mi hai lasciato per brevi istanti, trama contro di te, diventa gelo.
 
Che strano questo calore.
Così irrazionale,
così imperante,
così avvolgente.
 
L’ammetto, mi fa paura il potere che la tua presenza ha su di me.
 
Eppure...
Eppure...
Grazie al gran marionettista, che tutto controlla,
il mio sangue freddo non si è fatto riscaldare.
La tua presenza non è riuscita ad eliminare del tutto quell’ostico cinismo che tanto mi caratterizza.
 
Le tue parole mi colpiscono, ma sempre suonano vane.
La tua voce tremante... d’emozione?
 
Quell’emozione che tanto dicevi di provare, credo che sia stata creata da letture troppo appassionate, di libri troppo descrittivi.
 
Credo che ti sia illuso.
 
Ma nel mio tremendo egoismo, quella che si sente illusa sono io.
 
Ho confidato molto in te, sai?
Sei stato il protagonista di due gloriosissimi giorni.
 
Ma, come si suol dire, l’ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza.
 
E non sto accusando il tuo deodorante, solo la tua imprudenza nel sussurrare parole ardenti ad un cuore affamato di queste, senza curati dell’effetto che queste potevano avere.
 
Il più grande peccato non è dare.
 
È dare e poi togliere.
 
Lascia che t’illustri la situazione, così che tu possa renderti conto del dispiacere che hai arrecato.
Io, semplice marionetta, sempre sono stata scostante, fredda, saccente.
Il mio cuore era bisbetico, nessuno meritava le mie grazie. Avevo troppo da fare, per potermi dedicare ad un campo che richiedeva attenzione e cura costante.
 
A che pro cercare piaceri leggeri, che sottili dolori lasciano?
No, meglio evitare a quel sentimento chiamato attrazione, evitando una visione generale, soffermandosi nei punti.
 
Ma tu... subdolamente e goffamente, mi hai preso in contro piede.
 
Oh, adesso capisco quella dolce sensazione di semplicità provata un poco prima d’incontrarti! Non era allegria, erano le me difese che si abbassavano, stanche.
 
E mi ha fregato.
 
Sei sgusciato detro il mio cuore, e sembri proprio non voler essere dimenticato.
 
Ma!
 
Ma...
 
Io non dimentico.
Ed ad un appunto quale “ma non ci starai pensando troppo?” io rispondo:
 
Forse che quella voce tremante non era per convincermi?
Forse che quei silenzi non erano per compiacermi?
Forse che quelle parole non erano per aiutarmi?
 
Vorrei che tu rispondessi.
 
Oh!
Oh!
 
Forse ho capito, a che tipo d’amore tu ti riferivi: quello tra amici.
Ma mi hai confuso, parlandomi d’amor profano...
 
Intendo dunque, che l’amor cortese era da te il decantato.
 
Ay de mí! M’illusi con il mio stesso desierio.
La mia pena è dunque quella di non capire?
 
Ma di chi è la colpa?
 
Il giullare cantò d’amore, non riferendosi al suo scopo.
Cantò d’amore e d’amicizia, ma si dimenticò di specificare a quale dei due si riferisse con le sue ardenti parole.
 
Chiariscimi, ordunque, la portata di cotal sentimento, giacchè il mio cuore, freddo oramai, è comunque incuriosito dalla portata della pazzia dell’illusionista.
 
In poche parole: che è quello che provi per me?
 
.....
 
Giusto perchè J. non è stato protagonista di “due soli gloriosissimi giorni” ma anche dei poco gloriosi mesi successivi. Un incontro casuale, un invito al cinema a bruciapelo, il resto è storia.
 
“Vuoi il mio cuore? Tutto nuovo, poco usato. E per quello che l’ho usato, mi ha fatto paura.” Secondo voi perchè avrei scritto una frase simile su msn a LadyV., se non per colpa sua?
   
 
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