I personaggi di questo racconto non mi
appartengono in nessun modo (posso dire purtroppo??), ma sono di proprietà di
mamma Rowling.
Ovviamente questo vale anche per
quanto riguarda i personaggi "a Sorpresa" anche se non saprei dire
chi li ha creati...ad ogni modo io lo ringrazio per averlo fatto!!
Dedico questa fic a chi, come me, ama
la coppia Draco/Hermione e nota in loro una netta somiglianza con i personaggi
"a Sorpresa".
Lo so che così si capisce poco, ma se
leggerete capirete di chi sto parlando e poi mi direte se ho ragione!
Buon divertimento...spero.
Chiara
Everything happens for a reason
Lento sciabordio di onde che si infrangono
pigramente sulla riva.
Lontane grida di gabbiani che fluttuano
nell'aria.
Una brezza leggera che accarezza lievemente la
fronte accaldata.
Draco Lucius Malfoy si sveglia così, per un
attimo accecato dalla luce abbagliante di un sole allo zenit che si riflette su
una superficie di fine e candida sabbia.
Quando finalmente gli occhi si abituano al
riverbero, lo spettacolo che gli si presenta davanti lo affascina, ma allo
stesso tempo lo turba, mentre un pensiero gli passa per la mente...dove
diavolo sono finito?
Schermandosi con una mano gli occhi chiari, si
volge d'intorno ad osservare tutto ciò che lo circonda e la meraviglia è tale,
che arriva a credere di essere finito in Paradiso.
Strano...a quel che mi risulta i dannati possono
solo finire all'Inferno.
E' il suo pensiero, ma quello non è certo
l'Inferno, quindi rimane una sola possibilità...sta sognando.
Il mare limpido è di un bel color turchese, il
suono della risacca un piacevole calmante per un animo continuamente tormentato
come il suo.
Le cime delle palme ondeggiano pacifiche al ritmo
della brezza che le sfiora.
Sotto ai suoi piedi, la sabbia si stende come un
morbido tappeto che ne vezzeggia le piante nude e sensibili.
Per un qualche strano motivo però, non è la
serenità il sentimento che lo pervade in quel momento, casomai uno strano senso
di...rabbia e...rassegnazione.
Come se essere lì non dipendesse da lui.
O ancora peggio...come se desiderasse non essere
lì.
Mentre quel pensiero si materializza nella sua
mente, il suo cuore percepisce qualcos'altro, qualcosa di misterioso...di oscuro.
Una presenza inquietante è con lui su quella
spiaggia, qualcosa di antico, che il suo spirito di mago può percepire, ma non
comprendere fino in fondo.
Lentamente, come per seguire un istinto di
protezione, le sue mani scivolano alla tasca interna del mantello, dove
dovrebbe essere la bacchetta...senza trovarla.
A ben guardare, anche tutto il mantello manca.
Perplesso, solleva le mani al corpo, tastandosi
forsennatamente e non riuscendo a concepire come i suoi eleganti abiti di
sartoria possano essere stati sostituiti da un paio di jeans sdruciti e una
maglietta strappata in più punti.
Abiti babbani...stracci puzzolenti!
Arrabbiato e confuso, continua il suo accurato
esame, scoprendo che all'anulare della sua mano destra (stranamente meno
pallida del solito), l'anello di famiglia con l'emblema degli Slytherin è
scomparso...
Imprecando sottovoce inizia a frugarsi nelle
tasche.
Che diamine, questo non è un sogno...è un incubo!
Dell'anello non c'è traccia...dei suoi vestiti
non c'è traccia...e a pensarci bene...nemmeno quelle mani sono le sue!
Un momento...com'è possibile?
Osservando attentamente le mani forti ed
abbronzate non può trattenere un moto di stizza.
Che fine ha fatto la sua pelle candida? Che fine
hanno fatto le sue mani morbide, dalle lunghe dita affusolate?
Sono state seppellite sotto un mucchio di calli,
ecco che fine hanno fatto!
Inorridisce, quelle non sono le mani di un
Purosangue, sembrano piuttosto quelle...di un Troll!
Scuote la testa, come se quel gesto avesse il
potere di far scomparire tutto.
Ottiene solamente una visuale più precisa dei
suoi capelli che gli ondeggiano liberi e selvaggi davanti agli occhi.
Quando mai ha avuto i capelli così lunghi?
Afferrandone una ciocca fra le dita, ne osserva
rapito il colore.
Per quanto in un sogno le cose possano apparire
distorte, lui è assolutamente certo che i suoi capelli non potrebbero mai
essere diventati di un biondo così scuro!
Non possono...non devono!
I morbidi crini dorati, segno distintivo di
generazioni di Malfoy, non possono essere diventati di un banale biondo...biondo!
Altamente sconfortato da quel sogno che si sta
lentamente trasformando in una visione infernale che mette a dura prova il suo
controllo, affonda il volto tra le mani e la consistenza ruvida di una barba
non curata gli graffia le dita.
Adesso ne ho veramente troppo...anche la barba!
Nessuno...e dico nessun Malfoy ha mai avuto la
barba!
Con un gesto stizzito colpisce l'aria a vuoto.
Poi si ferma e a capo chino fissa la sabbia
rosata.
Ragioniamo...se nessun Malfoy ha mai avuto la
barba, allora...questo non sono io!
Tira un sospiro di sollievo mentre una risata, un
tantino isterica, gli esce dalle labbra.
L'idea è sensata...lui sta sognando e nel
sogno...è qualcun'altro!
Complimentandosi con sè stesso per la sua
sagacia, si tranquillizza definitivamente.
Se non chè, proprio in quel momento, una voce
alle sue spalle lo fa sussultare.
"Ehi Coso! Che ti succede?...sei strano
forte, sai!"
La voce è ironica, quasi beffarda.
Voltandosi lentamente, fissa lo sguardo incupito
su un giovane dagli evidenti problemi di alimentazione che lo fissa stranito.
Se cercava un'altra prova del fatto che non è lui
a trovarsi su quella spiaggia, bè eccola qui...chi mai si azzarderebbe a
chiamarlo Coso?
Il lottatore di sumo che gli sta di fronte, con
una massa scarmigliata di riccioli castani che incorniciano un viso pallido e
paffuto, pare attendere una risposta.
A lui però vengono in mente solo degli improperi
e una parola...Jumbo...
Azzeccata direi!
Sogghigna.
"Che diavolo vuoi da me, Jumbo?!" diretto
e glaciale.
"Ehi, non ti alterare Coso! Non fa bene alla
pelle..." continua con la solita vocetta irritante il
pachiderma "...C'è qualcuno che ti cerca...e mi pare che sia parecchio
arrabbiata! Non so se mi spiego..."
E ridendo si allontana, trascinandosi dietro tutto
il suo grasso e lasciandolo lì con un mucchio di domande.
Chi cazzo era quella botte ambulante? Chi lo sta
cercando? Ma soprattutto...dentro quale razza di inetto smidollato è finito, se
quel pachiderma si permette di chiamarlo per due volte di seguito con
quell'epiteto fastidioso ed essere ancora vivo??
Dannazione...se avessi la mia bacchetta!
Lasciando vagare lo sguardo attorno a sè, alla
ricerca di questa fantomatica minaccia, si accorge di qualcosa che prima non
aveva notato.
Quella che aveva scambiato per una semplice tenda
da campeggio, si rivela essere qualcosa di più.
Per un motivo a lui non ben chiaro, la struttura
metallica che la compone è...un pezzo della carlinga di un aereo.
Fissando ad occhi sgranati la fusoliera
arrugginita che pare fungere da riparo, si sente un po' come il naufrago di
quel libro babbano...come si chiama?...Robinson-qualche cosa!
Ma tutto questo non ha senso??
In quel momento, un flash lo colpisce, diretto e
spiacevole come un calcio nello stomaco.
Immagini fin troppo vivide di un disastro
aereo...gente che urla, feriti...morti.
L'aria invasa dal fumo, dall'odore acre dei corpi
avvolti nelle fiamme.
Un conato di vomito lo investe, mentre fatica a
respirare e lotta per restare a galla.
Poi il senso di solidità sotto i piedi, la
spiaggia...e il respiro che lentamente ritorna a riempirgli i polmoni,
provocandogli un eccesso di tosse.
Un gemito di dolore e nuovamente è lì, in piedi
davanti alla tenda improvvisata, con l'aria di chi ha appena avuto l'esperienza
più brutta della sua vita...senza averla mai vissuta in prima persona.
Che razza di posto è questo? Chi diavolo sono
diventato? E soprattutto...chi è tutta questa gente?
Intorno a lui, la spiaggia pare essersi
improvvisamente animata.
Ce ne sono altri come lui, intendo straccioni
come lui, con abiti a brandelli o ridotti ai fantasmi dei capi di un tempo.
Ognuno porta sul viso lo stesso senso di rabbia,
sofferenza e rassegnazione che ha sentito dentro di lui dal momento che quella
cosa...quel sogno, è iniziato.
Poco lontano da lui, un'uomo e una donna dai
tratti spiccatamente orientali, tendono delle reti, probabilmente con l'intento
di procacciare un po' di cibo con la pesca...pare anche che siano piuttosto
bravi, perchè poco dopo, quelle sono già piene di pesci.
Un brontolio sospetto, proveniente dal suo
stomaco, viene messo subito a tacere dalla curiosità di guardare ancora.
I due, con ogni probabilità marito e moglie,
siedono vicini, intenti a districare dalle maglie della rete la loro
cena...quando involontariamente le loro mani si toccano, la giovane donna
regala al marito il sorriso più radioso che Draco abbia mai visto.
Sono una famiglia.
Pensa, senza capire da dove gli arrivi tanta sicurezza.
Subito dopo, distoglie lo sguardo, disgustato da
tutte quelle smancerie o semplicemente...invidioso di esse.
Dall'altra parte della spiaggia, una bella
ragazza dai ricci capelli biondi culla dolcemente fra le braccia un tenero
frugoletto che strilla indignato con quanto fiato ha in corpo.
Accanto a loro un ragazzo, che imbracciata la
chitarra, inizia a suonare una dolce melodia capace di tranquillizzare
all'istante il bambino e fargli guadagnare un sorriso riconoscente da parte
della giovane mamma.
Sicuramente stasera non staranno da soli...è
l'assurdo pensiero che gli passa per la mente.
Ma che cavolo significa tutta quella malinconia
che si sente addosso improvvisamente?
Non è sua...ma certamente la può
comprendere.
Quante volte gli è capitato di provare lo stesso
senso di solitudine ad Hogwarts?
Desiderare di fare parte di qualcosa, un gruppo
di amici, una coppia...veramente.
Tante...troppe.
Anche il suo sguardo vaga per la spiaggia alla
ricerca di qualcosa...o di qualcuno?
E un groppo alla bocca dello stomaco lo coglie,
non trovando il suo sguardo fra la gente.
Un senso di vuoto, profondo e colmabile solo con
un sorriso...il suo sorriso.
Chi sto cercando?
Si chiede, sentendosi stranamente vicino alla
persona che lo ospita ignara dentro il cui corpo.
Poi qualcuno alle sue spalle grida.
"SAWYER! SAWYER...FERMATI!"
Lui ignora quella voce di donna che con rabbia si
rivolge ad un tizio sconosciuto.
Rimane sorpreso però, quando una mano ferma lo
afferra per il braccio, costringendolo a voltarsi.
E finalmente fa due più due...quando il
pachiderma ha detto arrabbiata, intendeva proprio arrabbiata perchè la
ragazza che gli sta davanti, con le braccia sottili appoggiate ai fianchi in
atteggiamento di sfida e gli occhi che lanciano fiamme contro di lui...è
proprio una Furia.
Ma quello che è peggio...quella davanti a lui è
quell'insopportabile so-tutto-io della Granger!
Con la sorpresa dipinta sul volto, si perde a
fissare i morbidi boccoli castani della ragazza che le sfiorano delicatamente
le scapole.
Anche la sua pelle sembra essere più abbronzata
del solito, per quanto lui non abbia mai visto prima una così ampia porzione
della sua pelle...
Indossa solamente una canotta bianca, che le
lascia scoperte le spalle delicate e mette in evidenza il suo collo esile.
Il suo cuore manca un colpo alla visione dei seni
della giovane, mal celati sotto la stoffa sottile che si alzano e si abbassano
al ritmo del suo respiro leggermente affannato.
"Cos'è, sei diventato sordo? Sono dieci
minuti che ti corro dietro, Sawyer!"
Ancora quel nome.
Sawyer.
Allora è il mio nome? Cioè...è il suo nome.
Ma perchè mai la Granger dovrebbe chiamarlo con
un nome non suo?
Bè...magari non l'ha riconosciuto.
Oppure...quella non è la Granger.
La somiglianza certo è eccezionale...
Lo stesso sguardo fiero, il cipiglio di
superiorità, tuttavia...il colore dei suoi occhi, non è quello giusto.
Sono di un bel color verde acquamarina le iridi
della giovane che gli sta davanti, la pazienza ormai sotto la soglia minima,
non dorate.
Neanche si chiede come fa a sapere di che colore
sono gli occhi di quella dannata Mezzosangue...lo sa e basta.
E non sono verdi.
Lentiggini.
Non è una considerazione, ma un altro di quegli
stupidi soprannomi che questo Sawyer pare affibbiare a destra e a manca
come fossero noccioline e che ora gli danza nella mente.
Un'altra volta azzeccato comunque.
Sul naso della principessa delle Furie infatti,
troneggiano maliziose una moltitudine di piccole efelidi.
Sorride.
"Che hai da ridere, si può sapere? Dico
io...e poi la pianti di guardarmi in quel modo?!"
Sbraita la moretta, arrossendo vistosamente e
perdendo, per un attimo, un poco della sua spavalderia.
"Non ti scaldare Lentiggini...sono pur
sempre un uomo. Ho gli occhi...e gli occhi sono fatti per guardare. Ti scoccia?"
Assapora lentamente il gusto della battaglia,
proprio come quando davanti a lui si erge la fiera Gryffindor.
Dentro di lui però sente qualcosa di più...il
battito del cuore è accelerato, i suoi sensi sono all'erta.
Che fosse lei la persona che cercavo?
Si chiede, conoscendo però già la risposta.
Ma certo.
"Fottiti, Sawyer! Non sono venuta qui per
fare quattro chiacchiere con te... Devi dirmi subito dove tieni le armi!"
"Armi? Dolcezza...io non ho bisogno di
armi."
Risponde senza pensare, ma guardando bene nella
mente dell'altro, si accorge che la risposta era un'altra.
"Brutto stupido! Lo so benissimo che le hai
nascoste tu! Locke dice che gli hai dato una mano a spostarle dal
bunker...dimmi dove le hai nascoste!"
Locke? Bunker? Ma di che cosa sta blaterando?
Lui quelle armi non le ha, perchè dovrebbe
passare un brutto quarto d'ora per una cosa che nemmeno ha fatto!
"Senti bambolina, non mi interessa cosa ti
ha detto il tuo amico Locke...io quelle armi non le ho, ok! Perchè dovrei avere
bisogno di armi, quando ho una bacchetta?!"
Ok, forse non era la cosa migliore da dire.
Il braccio della giovane si tende in direzione
del suo viso, il palmo della mano aperta colpisce violentemente la guancia
abbronzata e ricoperta da una leggera peluria, in uno schiaffo che non ha nulla
da invidiare a quello che la Mezzosangue gli rifilò al terzo anno.
Rimane per un attimo immobile, portandosi una
mano alla parte offesa, massaggiandola lentamente.
Poi un lampo passa negli occhi grigi (ma saranno
poi ancora grigi?) che si riducono ad una fessura, mentre il Principe Slytherin
si prepara ad ottenere la sua vendetta.
Con un movimento fulmineo, afferra la ragazza per
il polso ancora alzato della mano che l'ha colpito, attirandola a sè senza
gentilezza alcuna.
Il corpo premuto contro il suo, una mano scende
ad accarezzare la schiena della fanciulla, insinuandosi sotto la maglietta.
La pelle è morbida, delicata e il suo profumo gli
fa girare la testa.
Lentamente, la mano che le cingeva la vita, risale
a sfiorarle la guancia accaldata, scivolando poi dietro la nuca fra i riccioli
setosi.
Con un'urgenza improvvisa, le attira il viso
verso il suo, catturando le sue labbra in un bacio che ha il sapore della
vittoria.
A poco a poco sente che la resistenza della
giovane viene meno mentre si ritrova coinvolta, suo malgrado, in quel bacio.
Le sue labbra sono dolci, il suo corpo un
attentato alla salute mentale di un uomo e i suoi occhi...cosa legge nei suoi
occhi?
Rabbia? Dolore? Desiderio? Che altro? Una muta
domanda...perchè solo adesso?!
Possibile? Che quel salame di cui veste i panni
non si sia mai fatto avanti con un tale bocconcino? Eppure dalle sensazioni che
prova, sembrerebbe che lei non gli sia affatto indifferente...
E poi non l'ha forse sentito esultare
silenziosamente, nel momento in cui le loro labbra si sono unite?
Va bene amico...ti ho fatto un favore.
Ora però me ne vorrei andare.
Osservando la ragazza ancora una volta, non può
fare a meno di notare quanto in questo momento lei assomigli ad Hermione...
L'ha veramente chiamata Hermione? Impossibile.
Certo però, che hanno proprio un bel caratterino!
Testarde all'inverosimile, forti e coraggiose, pronte a difendere le loro idee
e...incredibilmente sexy.
Chissà che dopo tutto non valga la pena dare una
possibilità alla piccola Mezzosangue...se ha almeno la metà del fuoco che
scorre nelle vene di questa bella selvaggia, il futuro ad Hogwarts può
rivelarsi più divertente del previsto!
A quel pensiero, tutto attorno a lui inizia a
girare vorticosamente.
Forse è così, dopotutto, che tornerà indietro.
Mentre una parte della sua mente, quella più
sciocca oserei dire, è capace solo di pensare che raccontando un'esperienza del
genere farà invidia persino a quella contapalle della Cooman, il suo io
più profondo formula un pensiero molto meno coerente, ma decisamente più
affascinante.
Mentre crolla a terra e si risveglia nel suo
morbido letto da Caposcuola, Draco Malfoy pronuncia queste poche parole...
"Ti amo...Kate."
Un attimo dopo, proprio come capita al risveglio
da un sogno, ha dimenticato tutto.
FINE
Siete giunti alla fine...allora non fa
poi così schifo?!
Che mi dite...ha senso?
Io trovo che la somiglianza fra Draco
e Sawyer sia incredibile, così pure quella fra Hermione e Kate.
Naturalmente sto parlando dei
personaggi del telefilm LOST che adoro e che ho preso in prestito per questo
mio piccolo esperimento.
Li avete riconosciuti??
Ringrazio e saluto già da ora chi
vorrà lasciare un commento e anche quelli che non lo faranno.
Chiara