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Autore: HuldraxVilia    24/04/2013    1 recensioni
Mi chiamo Ginevra, ma tutti mi chiamano Ginny, o Gin. Ho diciassette anni. Sono alta, ho gli occhi verdi e i capelli ricci di un biondo-ramato assai strano. Non sono né magra né grassa, ho un’ossessione per l’inglese e la passione per i tatuaggi: ne ho quattro (per ora). Ho tre fratelli. In teoria sono quattro, ma uno non l’ho mai conosciuto, è nato quarant’anni prima di me. E ora vive a Londra. Mio padre ha perso i contatti con sua madre e neanche lui l’ha mai conosciuto.
Per il resto, la mia vita è monotona e noiosa. Ho pochi amici che non vedo spesso. Mi tagliavo. Ero anoressica. Ma ora sto bene. Beh questa è la mia vita, ma le cose possono sempre cambiare.
***dal capitolo 1***
Appena la porta si chiude, una figura incappucciata esce da dietro la porta. I capelli non si vedono, ma la cosa che mi colpisce sono gli occhi: due smeraldi che mi scrutano curiosi. Solo una persona di mia “conoscenza” ha degli occhi del genere. Harry Styles.
spero di avervi incuriosito. buona lettura!
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È maggio inoltrato. La sveglia prende a suonare all’impazzata. Come sempre mi alzo dal letto riluttante dall’abbandonare il caldo tepore delle coperte.
Ecco iniziare un altro insignificante giorno della mia insignificante vita.
Mi preparo, porto fuori il cane, vado a scuola. La solita routine.
Come al solito arrivo a scuola cinque minuti prima della campanella.
Grazie al cielo è venerdì. Due ore di tedesco, due ore di inglese e una di conversazione di inglese.
Sì, il venerdì è il mio giorno preferito in assoluto.
Mi avvio verso la mia classe che si trova al pianterreno e posso constatare con grande piacere che il mio posto preferito, in fondo alla classe, non è ancora stato occupato. Suona la seconda campanella e inizia la lezione.
 
Quando arrivo a casa trovo mio padre più sorridente del solito.
< Ciao, è successo qualcosa? >. Gli chiedo appena entro in cucina.
< Ciao a te. Sì, devo darti una notizia grandiosa >. Risponde sorridendo, se possibile, ancora di più.
< Beh, che aspetti? Dimmi >. Sono irrimediabilmente curiosa.
< Ho trovato tuo fratello e vuole che tu vada a vivere con lui a Londra >.
< Porca puttana >. È l’unica cosa che riesco a dire.
< Sei contenta? >. Mi chiede speranzoso.
< E me lo chiedi anche? Certo che sono contenta! >.
< Bene perché parti domani mattina alle 8 >.
< Cosa? Corro a fare le valige! >. E detto questo sparisco in camera mia e butto tutto ciò che possiedo in una capiente valigia verde prato.
 
La mattina mi sveglio con una strana morsa allo stomaco. Nervosismo.
Mi alzo, mi vesto e ma non riesco a buttar giù neanche un boccone. Alle sette e mezza sono strapronta e mi avvio con mio padre all’aeroporto di Caselle. Quando chiamano il mio volo saluto mio padre, promettendo di chiamarlo appena arrivo, e m’imbarco.
 
Due ore dopo sono all’aeroporto di Londra. Più felice che mai.
Appena uscita dal gate, cerco mio fratello (anche se non l’ho mai visto, mi ha mandato delle foto). Dopo quelle che mi paiono ore, individuo una massa di ricci biondo-ramato. Mi precipito da lui.
< Ryan! Sono qui! >. Dico in inglese. Lui corre ad abbracciarmi.
< Ginny! Sono così contento di conoscerti finalmente! >. Mi dice contento.
< Anch’io sono contenta >. Dico.
Insieme ci avviamo alla macchina, quando lui mi da una notizia assurda.
< Ora andiamo a casa di mio figlio, ti sistemerai lì. Abita con dei suoi amici, si chiamano... oh, no, non voglio rovinarti la sorpresa. Dimmi, cosa ne pensi degli One Direction? >. Mi chiede curioso.
< Penso che siano dei ragazzi pieni di talento, che scrivono dei testi molto belli e toccanti. Ma non sono una directioner. Preferisco il rock, ma non mi dispiacciono >.
< Umh... ok... ecco, siamo arrivati >. Annuncia fermandosi davanti a una casa, pardon, villa stratosferica.
< Wow, è la casa più bella che abbia mai visto >. Dico senza fiato.
< Sì... beh... sai, ci vivono in cinque... comunque promettimi una cosa >.
< Si certo dimmi pure >.
< Non dare in escandescenza, ti prego >. Mi chiede supplichevole.
< Perché dovrei... >. Inizio a dire confusa.
< Promettilo e basta, per favore >. Sempre lo stesso tono.
< Si ok >. Rispondo veemente.
David si avvicina alla porta e bussa in un modo strano.
< È il segnale >. Dice vedendo la mia espressione confusa.
La porta si apre, ma non vedo nessuno dietro. Strano. David mi fa cenno di entrare, ubbidisco portandomi dietro la valigia.
Appena la porta si chiude, una figura incappucciata esce da dietro la porta. I capelli non si vedono, ma la cosa che mi colpisce sono gli occhi: due smeraldi che mi scrutano curiosi. Solo una persona di mia “conoscenza” ha degli occhi del genere. Harry Styles.
< Cristo santo! >. Sbotto in italiano.
< Cos’ha detto? >. Chiede Harry a mio fratello.
< Credo che abbia imprecato >. Gli risponde, sorridendo beffardo.
< Non sa l’inglese? >. Chiede Harry.
< Oh, l’inglese lo parla benissimo, ha una pronuncia fantastica pur non essendo mai stata in Inghilterra. Credo sia solo un po’ sorpresa >.
< Un po’ sorpresa?! >. Esplodo.
< Hai promesso >. Mi ricorda David sorridendo.
< Ok, quindi lui è... >. Inizio a dire. Ma il solo pensiero che Harry Styles possa essere mio nipote è semplicemente assurdo.
< Cosa? Oh, no. Adesso ti presento mio figlio. Harry dove sono gli altri? >. Chiede poi rivolto ad Harry. Tiro un sospiro di sollievo.
< Dormono tutti. Credo. Ragazzi alzate il culo! >. Urlò rivolto al piano di sopra.
Quattro ragazzi scendono pochi minuti dopo. Non appena Louis Tomlinson mi vede mi corre in contro urlando:< Ziaaaaaaaa! >.
Devo avere un’espressione proprio sconvolta perché mio fratello scoppia a ridere di gusto. Ma io non ci trovo proprio nulla di divertente. Lo guardo torva.
< Che c’è? Che ho fatto? >. Chiede Louis vedendomi sconvolta.
< Ecco...forse, avresti dovuto avere un po’ più di tatto, amico >. Gli ammicca Liam.
< Ma porca puttana, dirmelo prima no, vero? Mi sono presa un infarto >. Dico parlando in italiano. Devo perdere questa abitudine.
< Non sa l’inglese? >. Chiede a Niall a mio fratello.
< Si che lo so >. Rispondo scocciata. Perché tutti fanno la stessa domanda? < E solo che devo perdere l’abitudine di imprecare in italiano >. Continuo. Stavolta accenno ad un sorriso ribelle. I ragazzi ridono. Poi rido anche io, rendendomi conto di quanto è comica la situazione.
< Rifacciamo tutto da capo, ok? >. Chiedo speranzosa.
< Ok >. Rispondono in coro.
< Allora Ginny, questo è mio figlio Louis. E questi sono Harry, Niall, Zayn e Liam >. Dice mio fratello passando in rassegna i ragazzi.
< Piacere, io sono Ginny, o Gin, come preferite. Solo, per favore, non chiamatemi con il mio nome intero, grazie >. Dico presentandomi con un sorriso.
< Perché non vuoi che ti chiamiamo con il tuo nome intero? >. Mi chiede Liam.
< Perché il mio nome intero lo usa sempre mio padre quando mi sgrida >. Dico mettendo mia ridere.
< Bene. Ginny? >. Mi chiama Louis.
< Si? >. Rispondo.
< Posso chiamarti zia? >. Mi chiede speranzoso.
< Assolutamente no! >. Rispondo ridendo.
< E perché no? >. Fa il finto broncio.
< Perché mi fa sembrare vecchia e perché sei più grande di me e sarebbe strano. E poi... tutto questo è assurdo >. Concludo.
< Cos’è assurdo? >. Niall. Quel ragazzo è proprio ingenuo.
< È assurdo il fatto che da un giorno all’altro ritrovo un fratello che non ho mai conosciuto, che mi porta a casa di suo figlio e dei suoi amici, scopro che sono i famosissimi One Direction e scopro che Louis Tomlinson è mio... mio nipote. Ripeto: tutto questo è assurdo >. Dico cominciando a camminare avanti e indietro per il salotto.
< Beh, ma ormai è fatta, no? Ora vivi qui e sei ufficialmente in famiglia >. Dice Zayn, cogliendomi di sorpresa.
< Grazie >. Dico sorridendogli appena.
< Beh, ti faccio vedere il resto della casa >. Dice Harry.
< Ok >. Mi porta in cucina e mi mostra le loro camere, poi apre una porta davanti alla sua.
< Questa è la tua stanza >. Mi dice aprendo la porta. La camera è enorme: c’è un letto a due piazze con un delizioso piumone verde, una cabina-armadio, un bagno e un balconcino. Stupenda.
< Wow... emh... non so che dire... Beh, grazie >. Dico timidamente. Non capisco perché questo ragazzo mi fa questo effetto.
< Figurati. Come ha detto Zayn, ora sei parte della famiglia >. Mi sorride e vedo due meravigliose fossette fare capolino dai lati della sua bocca. Non posso fare a meno di sorridere anche io.
< Ti lascio sistemare le sue cose, quando hai finito scendi, se ti va >. Annuncia uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.
Inizio a mettere a posto le mie cose cercando di metabolizzare tutto quello che è accaduto oggi.

spazio autrice.
ciaooooo popolo di EFP!! ecomi come promesso con il primo capitolo di un'altra ff. vorrei precisare che le situazioni, i personaggi (a parte i ragazzi) ecc... sono tutti reali. è vero che ho un fratello che non ho mai conosciuto e che vive a londra, ma non so se si chiama Ryan.
anyway, vi ho gia stufato troppo,quindi direi di andare. mi raccomando fatemi sapere che ne pensate, o la mia autostima finirà sotto i piedi di un brontosauro(?). ok la smetto. ciao!! :)
  
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