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Autore: historiae    24/04/2013    1 recensioni
''Una città nel giardino? Che assurdità...''
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Eccovi una fantastica avventura che non dimenticherete facilmente.
Entrerete in un universo in cui gli animali si comportano come gli umani, il tempo non è calcolato come il nostro, i fiumi scorrono senza fine e la luce del sole non esiste....
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dawn, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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La città del mistero

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La mattina seguente Dawn si svegliò un po' frastornata.

Quella notte non aveva dormito molto. Doveva avere fatto uno strano sogno, o almeno era ciò che ricordava.

-Hai dormito bene?- le chiese Zoey, notando l'espressione stanca dell'amica.

-Più o meno...- le rispose Dawn. -Ho avuto una nottataccia...credo di avere avuto un incubo.-

-Forse dovresti smetterla di leggere quelle sciocchezze prima di andare a dormire...- disse Scott, sarcastico.

-Ti sbagli, ieri sera non ho letto nessuna favola, prima di andare a dormire.- si difese Dawn. -O almeno non lo era...-

-Mi hanno detto che sei molto brava a interpretare I sogni. Perchè non ce lo racconti? Se può farti sentire meglio...- disse Zoey.

E così Dawn cominciò a raccontare.

-Beh...a dire il vero era inquietante...- disse, intimorita. -C'erano scale...che scendevano, scendevano, e scendevano...e finivano in un luogo freddo, e buio. Era così reale...-

-Uao...- fece Cameron, che era sbucato dal suo sacco a pelo per ascoltare il racconto di Dawn. -Inquietante...-

-Non c'era nessuno con te?- chiese Sam, che incuriosito dalle parole della ragazza aveva rimandato a più tardi la sua attività di videogiocatore.

-Oh...sì.- riprese Dawn, quando si fu tranquillizzata. -C'era un serpentello che dormiva. E uno gnomo con un cappello.-

-Che buffo...- fece di nuovo Cameron, divertito.

Dawn riprese a raccontare. -Lui parlava con me...ma non sentivo mai ciò che diceva. Non so proprio cosa possa significare...-

-Tutto ciò è...emozionante!- fece Lightning, con gli occhi spalancati.

-Non sai di cosa stiamo parlando...- gli disse Zoey, sottovoce.

-Uhm...è davvero complicato...- disse Scott, fingendo di riflettere. -Credo proprio...che me ne tornerò a dormire.-

Dawn lo ignorò.

-Beh...la faccenda è interessante, ma ora scusatemi, devo scappare, il lavoro mi attende!- disse Jo, prima di uscire di casa.

-Aspettami!...- esclamò Brick, correndole dietro.

-Sono sempre I soliti!- strillò Anne Maria dalla cucina. -Ogni mattina fanno a gara a chi finisce la colazione per primo e dopo scappano di corsa!-

La mora si tolse il grembiule e si aggiustò I capelli. -Che ne dite di pranzare in giardino? È una così bella giornata...-

La proposta fu immediatamente approvata.

 

***

 

Era ormai mezzogiorno, e il sole era alto nel cielo. Mai nessuna giornata di primavera aveva avuto un cielo così azzurro come quella.

-Ah, la domenica...il giorno in cui la sveglia non suona alle sette del mattino, il giorno del giardinaggio e del sonnellino all'aria aperta...- fece Mike, sognante, stiracchiandosi.

-...E il giorno in cui tu chiuderai quella boccaccia.- esclamò Scott, prendendolo in giro.

-Fà silenzio, Scott.- disse Mike.

 

Dakota scese in giardino indossando un buffo cappellino da spiaggia. -Che magnifica giornata, è l'ideale per...-

-...Giocare ai videogame al buio per otto ore di fila!- la interruppe Sam, comparendo accanto a lei con in mano una delle sue centinaia di console.

-Veramente volevo dire per prendere il sole, ma fa lo stesso...- disse Dakota.

-Qualcuno di voi sa dove sono finiti Dawn e Scott?- chiese Anne Maria.

 

Dawn si era allontanata per un momento, rapita dal profumo di alcuni coloratissimi tulipani che crescevano tra l'erba. In quel mentre era comparso alle sue spalle nientemeno che Scott, che tornava da un giretto alla ricerca di qualche rametto da intagliare per ammazzare il tempo.

-Lo so che sei tu, Scott...- disse Dawn, senza voltarsi.

-Come cavolo hai fatto a indovinare? Avrei potuto essere chiunque...- esclamò Scott, sorpreso.

-Hai un'aura dispettosa, posso capire le tue intenzioni.- disse Dawn.

Scott la ignorò e si mise a tagliare un rametto. Abbassò lo sguardo e scorse qualcosa tra l'erba...

-Argh! Che cos'è??- esclamò, spaventato.

-Di che stai parlando?- chiese Dawn, perplessa.

-Non lo so, ma c'è qualcosa nel prato, laggiù.- disse Scott.

Dawn si inginocchiò sul prato e scostò l'erba scoprendo una minuscola creaturina che si era mimetizzata tra le foglie.

-Calmati, Scott, è solo un serpentello.- disse Dawn.

-Sei sicura che non morde?- chiese Scott.

-Non ti farà niente. Lascialo in pace. Sta dormendo.-

 

***

 

Dopo pranzo Dawn ne approfittò per tornare all'ombra del suo albero e dedicare tutta la sua attenzione a quello strano libro che aveva trovato in soffitta la sera prima.

Alla luce del giorno era completamente diverso.

Lo aprì alla prima pagina che capitò e vide la figura di una grande aquila bianca in volo.

''Che strano...'' pensò Dawn. ''Anche lei era nel mio sogno...''

Dimenticò quelll'aquila e voltò pagina, tornando così alla mappa.

-Se solo riuscissi a capire cosa è disegnato qui...- diceva.

 

Osservò meglio il disegno.

Erano figure confuse, linee intrecciate, rette e curve che parevano essere strade;

macchie di colore che parevano essere alberi.

-Potrebbe essere un giardino...- disse Dawn.

Improvvisamente la ragazza sentì un fruscio, e vide muoversi qualcosa in mezzo a un cespuglio di ortensie poco distante da lei.

-Oh?!- esclamò. -L'avete visto?- chiese poi agli altri.

-Visto cosa?- chiese Jo, che non aveva visto nulla di strano.

-Si è mosso qualcosa...- disse Dawn.

-Probabilmente è solo il vento.- disse Brick, rassicurandola.

-O magari uno scoiattolo.- disse Mike.

Quella zona si trovava a pochi chilometri dal parco, ed era solito che qualche animaletto selvatico si intrufolasse nei cortili delle case vicine.

Dawn riprese a guardare la mappa.

La osservò meglio e notò una piccola figura formata da tante macchie di colore violacee.

-È un cespuglio di ortensia...perchè mi suona tutto così familiare?-

Con quest'ultima frase Dawn alzò gli occhi e guardò davanti a sè.

 

Là stava il cespuglio di ortensie.

 

Dawn tornò a guardare il libro. Guardò il cespuglio. Poi di nuovo il libro.

Dopodichè non ci mise molto a capire che su quella mappa era disegnato il giardino nel quale lei si trovava proprio in quel momento.

Il giardino di casa sua.

 

Non lo capì soltanto vedendo la figura del cespuglio.

Il pino, le betulle, tre platani, una quercia, erano tutti lì, disegnati sulla mappa, esattamente nello stesso punto in cui erano collocati nella realtà.

In mezzo a tutti quegli alberi si apriva uno spiazzo, che proseguiva fino a raggiungere il centro del giardino. Anch'esso, non mancava sulla mappa.

-Come ho fatto a non capirlo prima?- si chiese Dawn, che non stava più nella pelle dall'emozione.

La ragazza si alzò immediatamente da terra, abbandonò il libro sul prato e corse nel mezzo del giardino.

-Dawn, dove stai...?- fece Zoey, che aveva visto l'amica allontanarsi improvvisamente.

-Torno subito, Zoey.- disse Dawn, troppo impegnata a correre per prestare attenzione all'amica.

 

''Perchè lo stai facendo, Dawn?...in fondo è solo uno stupido libro...'' pensava, durante il tragitto.

Per un attimo pensò che sarebbe stato meglio lasciar perdere, ma qualcosa la spingeva ad andare avanti e a inoltrarsi sempre di più nel folto del giardino.

Non si accorse di essere arrivata nel punto in cui il giardino terminava.

Era una zona ombrosa, dove al centro del prato cresceva un altissimo albero, dalle fronde maestose.

'-Che cosa spero di trovare?- diceva Dawn, tra sè e sè. Smise di correre e si guardò attorno. Si avvicinò al grande albero e gli girò intorno. -Qui ci sono soltanto alberi, alberi e alberi...oh?!-

 

***

 

-Non aveva detto che sarebbe tornata subito?- chiese Zoey, preoccupata per Dawn.

Erano trascorsi ormai più di quindici minuti, e non era ancora tornata.

-Non andrà lontano, il giardino non continua per molto...- disse Scott, indifferente.

-Ma da qualche parte dovrà pur essere...- disse Zoey, che non si dava pace. -Io vado a cercarla.- E detto questo la rossa di inoltrò tra gli alberi.

Scott la seguì, per dirle ciò che pensava...

-Lo sappiamo tutti e due com'è fatta Dawn. Non è il caso che tu ti preoccupi, fra pochi minuti tornerà indietro da sè...-

 

Vedendo i due scomparire tra gli alberi, anche tutti gli altri decisero di seguirli, per vedere cosa mai quella ragazza ci trovasse di tanto interessante in quel posto che loro trovavano così comune.

In poco tempo tutti si ritrovarono nello stesso posto, davanti al grande albero alla fine del giardino.

Dawn si era letteralmente volatilizzata. Era come scomparsa nel nulla.

-Però...non ricordavo che questo posto mettesse così i brividi...- disse Jo, inquieta.

-Dawn, dove ti sei nascosta?- disse Scott. -Se è uno scherzo non è divertente.-

Zoey girò intornò all'albero alla ricerca di qualche segno di vita, ma trovò solo un buco nel terreno.

-Guardate...qualche animaletto è venuto qui e si è costruito la tana...-

Tutti raggiunsero Zoey.

-Che razza di animale può essere in grado di scavare una tana così profonda? E addirittura di costruirsi da solo le scale?...un momento...sbaglio o quelli sono scalini??-

 

Scott non si sbagliava.

Guardando attentamente nel profondo della tana, si poteva notare una lunga scala che scendeva, scendeva e scendeva, fino a scomparire nel buio.

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-Dawn, sei lì dentro?- disse Scott, affacciandosi sul buco.

-Scott, cerca di essere serio.- disse Zoey, guardandolo storto.

-Perchè? Lo sai che quella può cacciarsi ovunque...pensa se fosse scesa laggiù.- disse Scott.

-Speriamo che non si sia fatta male...- disse Mike, rabbrividendo alla vista dell'oscurità della tana.

L'idea di sapere che cosa ci fosse in fondo a quelle scale incuriosiva tutti enormemente.

-Propongo di scendere per vedere che cosa c'è laggiù.- disse Mike.

-Sì, si può fare, ma solo una visitina veloce.- disse Dakota, che non vedeva l'ora di tornare sotto il sole ad abbronzarsi.

-Prima le signore.- fece Scott, invitando Zoey a scendere per prima.

-Sei sempre il solito sbruffone...- disse la rossa.

La tana era abbastanza grande, e tutti vi passarono attraverso senza problemi.

Quel luogo era terribilmente inquietante.

Buio, freddo, con attorno una luce sinistra.

Guardando in basso sarebbero venute le vertigini a chiunque, anche a chi non ne avesse sofferto affatto.

 

-Siete sicuri che questi gradini reggeranno?- chiese Zoey, mentre scendeva gli scalini con passo tremolante.

-Non ne sono sicuro...- disse Mike, che procedeva dietro di lei. -È meglio tornare indietro...potremmo non rivedere mai più la nostra casa!...-

-Accidenti, quante scale...- disse Anne Maria, che era già stanca di camminare. -E se dovessimo scendere fino al centro della terra?-

-Beh, allora saremmo nei guai...- disse Scott, ma non fece in tempo a finire la frase che si udì uno scricchiolio.

-Che cos'era?- chiese Cameron, impaurito, nascondendosi dietro a Jo.

-State fermi dove siete.- disse Brick.

Il rumore dello scricchiolio non si fermava, l'eco rimbombava tutto intorno.

-Mi sa che non faremo una bella fine...non è vero?- disse Anne Maria.

 

Non appena pronunciò questa frase gli scalini cedettero e si ruppero in mille pezzi.

 

 

Era orribile sentire il vuoto sotto i piedi.

Lassù la luce del sole svaniva lentamente.

Precipitarono per attimi che parvero interminabili.

Secondi, minuti, nel buio più totale.

''È la fine'' pensavano tutti.

 

Ma non fu così.

Fecero un atterraggio tutt'altro che morbido sul fondo, ma miracolosamente intatti e senza un graffio, soltanto un pò intontiti per la caduta...

 

-I miei capelli!...- esclamò Anne Maria.

-Uao...- fece Cameron, un pò confuso. -Dopo questo non farò più caso se nel sonno dovessi cadere dal letto...-

-Ragazzi, dove siamo?- chiese Scott, rimettendosi in piedi. Alzò lo sguardo, e vide un minuscolo forellino da cui entrava pochissima luce... -È da lì che siamo caduti!...-

-Qualcuno ha idea di che posto è mai questo?- chiese Sam, cercando di orientarsi.

-Fatemi uscire immediatamente da qui! Questa doveva essere una visitina veloce!- esclamò Dakota, che aveva paura del buio.

-Stà zitta, biondina, meno parli meglio sarà.- ordinò Anne Maria.

-È evidente che non ci sono uscite...- disse Zoey. -Quindi vuol dire che Dawn dev'essere per forza qui!-

 

-Perchè siete tutti così ammaccati?- chiese improvvisamente una voce. -Potevate usare le scale...-

-Dawn?!- esclamò Zoey, riconoscendo l'amica. -Meno male, ti abbiamo trovata...stai bene?- chiese poi.

-Starei meglio se riuscissi a capire dove siamo finiti.- disse la bionda.

Quando i suoi occhi si abituarono all'oscurità si accorse di trovarsi al centro di una gigantesca sala, dal pavimento di marmo.

Anche gli altri riuscirono ad orientarsi meglio in quello strano luogo.

-Guardate, quella è una porta!- esclamò Dawn, notando davanti a se una piccola fessura da cui entrava un raggio di luce.

Tutti si diressero verso quella porticina.

-Sha-fico! Torniamo a casa!- esclamò Lightning, e fece per aprire la porta, ma Scott lo fermò.

-Aspetta, forse non è il caso. Non sappiamo cosa incontreremo dall'altra parte...- disse.

-Potrebbe essere la via d'uscita. Tentar non nuoce...- disse Zoey.

-Non ho intenzione di rimanere qui ancora per molto, per cui spicciamoci e torniamo a casa prima di questa sera!- disse Anne Maria, seccata.

 

Dawn si fece avanti per prima, curiosa di vedere cosa ci fosse oltre la porta.

Non appena l'aprì rimase a bocca aperta.

-Non credo che saremo a casa tanto presto...-

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Nient'altro che alberi. Alberi e un sentiero.

Il tutto circondato dal nero della notte.

Tutti rimasero sorpresi.

Quella non era affatto la strada di casa...

Ma non c'era altra via, e tutti seguirono quella. Da qualche parte li avrebbe portati.

Camminando giunsero davanti ad un arco di pietra, sul quale era incisa una gigantesca ''A''.

 

Improvvisamente arrivò qualcuno.

Era uno gnomo piccolissimo, con un buffo cappello in testa, e camminava goffamente.

Si fermò davanti ai ragazzi e li fissò, dubbioso...

 

-Perchè questo buffo gnomo ci sta fissando dal basso in alto?- chiese Scott, sottovoce, osservando impietrito la figura che aveva ai piedi.

Lo gnometto sentì la frase di Scott, e immediatamente si mise a brontolare.

-Buffo gnomo, eh? E voi sembrate dei giganti!-

Poi si calmò e disse: -Attraversate questo arco, e sarà tutto più chiaro.-

I ragazzi fecero come gli era stato detto, e attraversarono l'alto arco fino a raggiungere lo gnomo. Improvvisamente Scott inciampò per sbaglio nella radice di un albero.

-Ma...questo ramo sporgente non c'era, un secondo fa...- mugugnò.

Sam si guardò intorno: c'era qualcosa che non gli tornava.

-Com'è che l'erba qui è cresciuta così in fretta?- si chiese.

-Non vi sentite un pò strani anche voi?- chiese Dakota. -Come se improvvisamente i vestiti non fossero più della nostra misura?-

Lo gnomo si mise a ridere, allora tutti capirono.

-O-ok...niente panico. Ci stiamo rimpicciolendo!- esclamò Scott. -Nanetto dei miei stivali, che cosa ci hai fatto?-

-Assolutamente niente!- disse lo gnomo, continuando a ridere.

-Tutto sommato sembra divertente...- disse Zoey.

-Era ora, adesso va molto meglio.- disse lo gnomo. -Il mio nome è Korok. Venite, da questa parte.-

I ragazzi, accompagnati dallo gnometto, lasciarono che l'arco di pietra scomparisse dalla loro vista, per prendere un sentiero costeggiato di alberi, che terminava improvvisamente, per poi riprendere in discesa, verso una vallata.

Lo gnomo fece qualche passo avanti, poi si rivolse a loro.

 

-Benvenuti ad Alyss...-

 

Tutti rimasero allibiti dallo spettacolo che si trovarono davanti.

Una città in lontananza.

Alberi illuminati dalla luce della luna.

Montagne e colline.

Nel cielo, stelle a non finire.

Il panorama era mozzafiato.

 

-Caspita...è tutta una città?- chiese Scott.

-Non hai ancora visto niente, mio caro...non hai ancora visto niente...- disse Korok, lo gnometto.

-Stavi dicendo?- gli chiese Dakota, che non aveva capito le sue parole.

-Niente!...seguitemi, prego.- disse lo gnomo, e riprese a camminare, ancora per un tratto del sentiero, fino a raggiungere un grande prato, dove crescevano degli alberi altissimi, come non ne crescono sulla terra.

-Peccato che non siate arrivati di giorno...vi mostrerò dove dormirete.- disse Korok.

Sui rami di ciasun albero si potevano scorgere delle minuscole casette, sparse qua e là tra le foglie. Korok continuò a camminare, seguito dei ragazzi, fino a raggiungere il tronco cavo di un albero.

Entrarono nella fessura e salirono tanti scalini fino ad arrivare all'altezza di uno dei rami.

Sopra di esso stava una piccola casetta, dove tutti entrarono e iniziarono a guardarsi intorno, meravigliati.

-Quant'è carina...- disse Dawn. -E' qui che vivete?-

-Certo.- le rispose lo gnomo.

La ragazza vide una piccola terrazza, e uscì.

Da quel piccolo spazio riuscì a vedere meglio l'ambiente intorno.

Le casette tra i rami erano collegate tra loro da alcuni piccoli ponticelli.

Dawn guardò in basso e vide, sul prato ai piedi dell'albero, un gruppo di gnometti intenti a cimentarsi in una strana danza.

-Che cosa stanno facendo?- chiese Dawn a Korok.

-Stanno lasciando un messaggio ai terrestri. Lo fanno attraverso le stelle.- rispose lo gnomo. -E' una specie di rituale che noi facciamo per chiedergli aiuto...-

-Per chiederci aiuto?- chiese Dawn, che non riusciva a capire.

-Credo che sia arrivato il momento di andare a dormire...buonanotte a tutti.- disse Scott, sbadigliando e nascondendosi nel suo letto di foglie.

-Il vostro amico ha ragione. Fate un buon sonno, e non preoccupatevi di niente. Domattina vi spiegherò ogni cosa.- disse Korok, e se ne andò.

 

Dawn andò a dormire, pensando che la mattina dopo, quando si sarebbe svegliata, tutto sarebbe svanito, come un sogno.

Prima di addormentarsi ripensò alle parole dello gnometto e a quanto aveva visto quella sera.

 

-Una città nel giardino? Che assurdità...

  
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