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Autore: perfuentes    24/04/2013    8 recensioni
Quei due lì ti amo non se lo sono detti mai, ma ogni sera si davano appuntamento al giorno dopo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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|||EMILY|||
 
 
Rimanevo seduta su quella sedia di cuoio nero, a fissarmi attraverso il grande specchio che avevo davanti.
Mi guardavo e quasi non mi riconoscevo più.
 
Quante cose erano cambiate in due anni, troppe.
A volte mi piaceva pensare alla piega che avrebbe preso la mia vita se non me ne fossi andata da Londra, cosa sarebbe successo? Chi sarei diventata se tutto non fosse cambiato? 
Entró nel camerino Chloe accompagnata dalla truccatrice pronta a 'restaurarmi'.
- Allora? Siamo pronte? - Mi chiese Chloe chiudendo la porta.
- Credo di sì.. - Risposi.
- Sarai fantastica come lo sei sempre stata, stà tranquilla!
Eppure no, non riuscivo a stare tranquilla.
L'unica cosa che riuscivo a fare in quel momento era pensare a cosa mi stava attendendo fuori dalla porta del mio camerino.
Tutti quegli sguardi e quei 'oh, è tornata!'’.. forse erano proprio quelli che mi spaventavano di più. Eppure credevo di essere diventata più 'forte', credevo di aver imparato a non dar peso a quello che diceva la gente, credevo di essere cambiata almeno un pó.. ma in quel momento tutto era più che incerto.
Eccola lí la vecchia Emily, quella che scappa ai problemi, quella che sarebbe capace di mentire a se stessa, quella che si crede un peso, quella che era sicura di essere cambiata ma, in fondo, ci sperava e basta.
Uscì dal camerino con addosso un trucco ben fatto e con il mio lungo abito beige, di pizzo.
Era un vestito incantevole, per il quale Chloe aveva lavorato quasi un anno e mezzo; e nonostante ció aveva deciso che sarei stata io ad indossarlo, sarei stata io quella ad attraversare la passerella della sfilata, per ultima, dopo che le luci si fossero spente e poi riaccese improvvisamente per il gran finale.
Eh si, sarei stata io il ‘gran finale’ di quel sipario così timido e misterioso che non vedeva l’ora di sentire il calore delle macchine fotografiche dei paparazzi.
D'altronde si faceva così con gli abiti e le modelle più ricercate.. si lasciavano per ultime, come ‘gran finale.
Ma troppe paure continuavano ad agitarsi nel mio animo.
Mi sentivo come un fuoco interno.
Tutto scoppiava dentro.
Tutto, la migliore emozione in quel periodo era solo quando mi mettevo a letto, il resto era tutta una patetica prova di coraggio per me stessa.
 
- Due minuti!  -  Esclamó il direttore del dietro le quinte, Kevin, nonchè attuale ragazzo di Chloe.
Stavano insieme da oltre due anni; Chloe l’aveva conosciuto in Francia durante uno stage sulla moda degli anni 90'. Erano davvero una bella coppia, solo che lui non mi aveva mai fatto simpatia, ma dovevo accettarlo.. d'altronde era il ragazzo della mia migliore amica, quindi..
- È il tuo turno, fai onore alla sfilata! - Esclamó Kevin.
In quel momento mi avrebbe tanto fatto piacere rispondergli con un – Grazie per l’ansia, Kevin. Non ne avevo già abbastanza, grazie ancora! -, ma me lo tenni per me.
 
Le luci si spensero e, poi, si riaccesero come previsto.
Il sipario si aprì nuovamente, e mostrò a tutti i suoi spettatori il gran spettacolo che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Il mio sguardo era rivolto verso il nulla della fine della passerella riuscivo solo a vedere, con la coda degli occhi, la luce che le super macchine fotografiche dei paparazzi emettevano ad ogni scatto.
Camminavo disinvolta, sicura di me, senza paura.
 
Quando ad un tratto, dopo essere arrivata alla fine della passerella, mi girai ed incrociai i suoi occhi.
Sì, avete capito bene. Benissimo, forse. Eravamo a qualche metro di distanza.
Eravamo lì che ci guardavamo di sfuggita. E ci parlavamo attraverso tutti quegli sguardi.
Ne avrei avute troppe di cose da dire, ma  mi sembra di essere un’idiota, di essere solo io che provavo ancora certe cose.
Eravamo a due passi dal rincontrarci e ad altri due passi dalla fuga.
Ma lui rimase lì seduto, e già questo mi andava bene.
Rimase in silenzio, come sempre, a guardarmi.. e sapevo bene che sapore amaro avevano quei silenzi tra noi due.
'Non rovinare la sfilata, Emily. Sei la modella principale'continuavo a ripetermi tra me e me, non pensare a LUI.
Nonostante quegli attimi quasi ‘atroci’, continuai a percorrere la passerella e, come dovuto, mi fermai davanti l’entrata della passerella, dove già si trovavano tutte le altre modelle, Chloe e Kevin.
Il Dj della sfilata mandó 'All About Tonight' di Pixie Lott e fecimo tutti un grande inchino ed un clamoroso applauso risuonó in quella gigantesca sala. 
Mi sentivo di nuovo nel mio mondo, era una sensazione incredibilmente meravigliosa.
Ma quello scambio di sguardi con lui, non mi aveva fatto bene.. ma neanche male, probabilmente.
Dopo la sfilata ci scambiammo tutti i complimnti per il grande lavoro che eravamo riusciti a portare a termine.
Chloe e Kevin stavano festeggiando, con il resto della troupe, e con dello champagne costoso accompagnato da sorrisi esageratamente stanchi.
Io, invece, dopo il secondo bicchiere mi sentivo di troppo, lì.
Erano tutti così felici ed io.. io ero così me stessa con un sorriso super forzato.
Decisi perciò di andare a casa, così uscì dalla porta del retro del teatro per evitare i giornalisti ed i paparazzi, e mi misi a cercare una fermata dell’autobus che mi avrebbe portata a casa.
Avevo bisogno di non pensare più a quello che era successo, ai nostri sguardi.
Ma sapevo benissimo che non ci sarei riuscita.
Sapevo benissimo che, quegli sguardi, non mi avrebbero lasciata chiudere occhio.
Dopo sta sera ne avevo sicuramente avuto la conferma: mi mancava, mi mancava, mi mancava.. diamine se mi mancava!
 
Mi lasciai scivolare sul sedile dell’autobus e, dopo una decina di metri dalla fermata, l’autista si fermò. 
- Il solito ritardatario. - pensai. 
Si aprirono le porte e salì un ragazzo che, dopo aver ringraziato l’autista con un filo di voce, si sedette di fronte a me e che non fece altro che sorridermi per tutto il tragitto.
 
Saró stata stupida a non ricambiare, sarò sembrata una ragazza poco educata, ma la vista di quel ragazzo era come sentire nel cuore una mancanza senza pari.
I suoi stessi stessi occhi, la sua stessa voce, i movimenti, gli abiti, il sorriso, gli occhiali troppo spessi e i capelli scombinati. Proprio come li portava lui.. 
Ripensavo a tutte quelle domeniche in cui andavo da lui, con la scusa di voler portargli qualche muffin. Ci vedevamo poche volte a settimana, ma le domeniche.. quelle le trascorrevo sempre al suo finaco.
Pioggia, tempesta, neve.. non mi importava nulla, io dovevo essere con LUI!
E così, con la scusa di qualche buon muffin, ero sempre piantata da lui. E questa cosa non ci dispiaceva affatto.
Erano tante le scale che ci separavano dal piano terra e io avevo voglia di percorrerle tutte ad una ad una e arrivare da lui stanca ed esausta per essere coccolata un pò.. tanto qui muffins non la mangiavamo mai.
- Preferisco te ed i tuoi baci. - diceva ogni volta.
Mi ricordo che, ogni tanto, mi portava nel soggiorno, mi sedeva sul divano e apriva tutti gli scaffali dove conservavi i suoi testi delle nuove canzoni.
Mi divertiva tanto aiutarlo a comporre nuove strofe ed, ogni tanto, finivamo a rincorrerci per casa perché non m’andava mai di star ferma.

L'autobus si fermò, un'altra fermata.
L'ennesima persona che cede il suo posto e si tuffa nel caos di Londra.
Era la fermata di quel ragazzo che mi sedeva di fronte.
Non me n’ero accorta, ma c’era una lacrima che mi solcava il viso e quel ragazzo l'aveva ben capito.
Mi si avvicinó e mi sussurró: - Buona serata, darling - e, per un misero secondo, rividi Olly che davanti quella porta mi baciava per salutarmi e mi ricordava che dovevo star attenta a non correre per le scale.
Sbuffavo e cambiavo argomento - A domenica, Oliver! Non combinare guai! - una domenica che non peró non sarebbe mai arrivata.
Se l'avessi saputo prima gli avrei detto - Ci vediamo tra due anni Olly, e non scordare di indossare il tuo vestito migliore quando ci rivedremo su quella passerella. -
  
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