Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: carotina99    24/04/2013    1 recensioni
Kalifa è una ragazza africana che lavora in una fabbrica di tessuti in Africa. E' una ragazza sfruttata che dovrà sopportare la perdita di una bambina a cui lei era legata per colpa di una guardia dagli occhi color ghiaccio. Ma il suo dolore non se ne andava e.....
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3 giugno 2012

 

Caro diario,
oggi è stata una normalissima giornata come tante altre, e tu sai che con normalissima intendo orribile.
Beh...! La mattina è sempre la solita: sveglia alle 5:00, poi chiamo anche le altre ragazze per mangiare in fretta quelle poche briciole che ci danno e che troviamo sul pavimento della fabbrica, cioè il posto in cui viviamo e lavoriamo.  Oggi non c’era la guardia bianca, l’uomo dagli occhi color ghiaccio ; è il più crudele tra tutti, anche solo se lo vedo da lontano la paura si impossessa di me e poi con quegli occhi riesce a terrorizzarmi solo con uno sguardo. Al posto suo c’era quel suo amico che sembra un ippopotamo, scommetto che se prova a guardarsi i piedi, riuscirebbe solo a vedere la sua enorme pancia! Devo ammettere che fa proprio ridere guardandolo, ma non lo pensano allo stesso modo le guardie (che sono esclusivamente bianche), infatti oggi ho pensato ad alta voce proprio quello che ti ho appena detto e…….. beh, posso solo dire che le mie compagne mi hanno vista tornare dopo un po’ piena si sangue e di lividi violacei, quindi prova a fare i conti. Come sai non ti lasciano andare a cambiarti, che poi a dire il vero,altri vestiti non ho, quindi ho dovuto lavorare con il sangue su tutto il corpo cercando di non sporcare il maglione che stavo fabbricando.
Noi ragazze, come ben sai, produciamo maglioni e tra tutte io sono una delle più grandi, quindi le bambine si fidano di me, purtroppo oggi non sono riuscita a proteggerle tutte: una delle più piccole, Sima, oggi ha fatto cadere per sbaglio una macchina da cucire, rompendola in mille pezzi, Sima sapeva che i bianchi non ci avrebbero chiuso un occhio, così è corsa fra le mie breccia in lacrime, supplicandomi di aiutarla; poi è entrato “l’uomo ghiaccio” e spostò rapidamente lo sguardo dalla macchina in mille pezzi sul pavimento, alla bambina tra le mie braccia; avevo capito, sai, le sue intenzioni così ho stretto ancora di più Sima tra le mie braccia sussurrandole che sarebbe andata tutto bene; ma “l’uomo ghiaccio” si è avvicinato furioso e con uno scatto fulmineo ha preso la piccola in braccio che si dimenava cercando di scappare e mi guardava, con quegli occhioni, tanto simili ai miei, vedevo che aveva paura quindi non potevo starmene lì a guardare mentre la portavano via! Sai perfettamente che non sono mai ubbidiente perciò mi sono alzata e ho cercato di riprendermi quella bambina a cui ero tanto legata, non volevo che le torcessero neanche un capello, non lo avrei sopportato. Ma la mia azione è stata inutile perché grazie all’aiuto di altre guardie quell’uomo orribile se ne andò portando con sè Sima che mi guardava con un’espressione che mi chiedeva aiuto ma che allo stesso tempo era rassegnata, mi sentivo così inutile: ero ferma lì, come se fossi ghiacciata le lacrime mi sgorgavano dagli occhi, le parole erano bloccate in gola, non riuscivo più a urlare, non ne avevo la forza. Subito dopo, con la scusa di aver risposto, mi hanno picchiata, ma io pensavo solo alla MIA piccola Sima.
Sai caro diario, l’ho rivista, ho rivisto il suo corpicino venire gettato nel fiume qui vicino, le guardie ridevano divertite mentre il corpicino veniva trascinato dalla corrente lontano dove i miei occhi non potevano vederlo. Sima, quella piccola bambina tanto solare con cui avevo un legame che va oltre all’amicizia, che nessuno può distruggere.
Con tutto quello che è accaduto da quando sono qui, la morte si Sima è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, non so più che fare, mi sento così impotente. Il pomeriggio di questo bruttissimo giorno è stato abbastanza tranquillo, nessuna di noi ragazze riusciva  a fiatare per la scomparsa di Sima; l’unico problema era lo sguardo di Quell’Uomo puntato esclusivamente su di me, aveva quel sorrisino sulla faccia, quel sorrisino che ho sempre desiderato spegnere.
Ora è notte fonda e tutte stanno dormando, ma di sera erano venute le guardie a portarci dei vestiti e una tinozza per lavarci, visto che dobbiamo ricavare un po’ di soldi e questo lavoro ci permette di lavarci ogni tanto, così infilo la minigonna, il corpetto, i tacchi, mi sistemo i capelli e prendo un oggetto che aveva attirato la mia attenzione e lo nascondo. Quando tutte noi ragazze più grandi eravamo pronte siamo uscite silenziosamente per non svegliare le più piccole, ignare di tutti. Poi siamo salite sul furgone che ci ha portato alle solite baracche dove dei clienti erano già arrivati. Non credo si farebbe piacere sapere tutti i particolari quindi…. . Ad una certa ora le guardie ci hanno portate a “casa” e siamo state costrette, come al solito, a dare i soldi alle guardie.
Stavo per entrare dentro la fabbrica ma la guardia dagli occhi color ghiaccio ma ha bloccata e portata all’interno della casetta in cui vive, mi ha bloccata al muro, mi ha insultata e mi ha picchiata; si aspettava che mi mettessi in ginocchio supplicandolo di lasciarmi, ma beh…. non l’ho fatto, mi sembra ovvio, sono troppo orgogliosa per farlo, ma sono anche vendicativa! Ti ricordi di quell’oggetto, che avevo raccolto prima di uscire per andare dai miei clienti? Era un bellissimo e affilatissimo pezzo di vetro e beh… volevo vedere se riusciva a penetrare nella carne e devo dire che funziona molto bene! Almeno sul corpo dell’uomo ghiaccio si; dovevi vedere la sua faccia: aveva gli occhi spalancati, e finalmente avevo tolto quel sorrisino dal suo volto; sai, non ho provato niente, quasi felicità, nel ucciderlo, nel vederlo soffrire allo stesso modo in cui hanno sofferto tutte le persone che aveva maltrattato, nel vederlo supplicarmi in ginocchio.
Purtroppo il peso nel mio cuore non si è dissolto, non riesco più a vivere così, so per certo che mi picchieranno fino ad uccidermi per quello che ho fatto quindi gli do una mano, togliendo loro questo impegno.
Caro diario, scriverti è stato bellissimo, mi sono sfogata e tu eri sempre pronto ad ascoltarmi, ma è tempo di raggiungere Sima, la mia piccola sorellina.

Addio

La tua Kalifa.

 

CAROTINA99 ciao :D sono nuova e che ne dite di recensire? per favore ... grazie :D
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: carotina99