La piccola Elise aveva compiuto 10 mesi. Un pomeriggio lei e la mamma erano rimaste a casa da sole, Elena era con Jeremy, Stefan era uscito e Damon era andato a prendere i pannolini.
Rebekah era comodamente seduta sul divano che giocava con la figlia e si fece l’ora della merenda.
Rebekah: Vieni piccola andiamo a fare la pappa così quando torna papà giochi con lui. – la prese e la portò in cucina, l’adagiò nel seggiolone, le mise il bavaglino ed aprì il frigo per scegliere l’omogeneizzato.
Damon: Ciao porto le borse su e arrivo.
Rebekah: Ciao siamo in cucina. – prese il barattolo, lo aprì e prese il cucchiaino.
Elise: Papa! – si voltò subito.
Rebekah: Cosa?
Elise: Papa! – e sorrise.
Rebekah: Bambina mia. – la baciò sul capo.
Elise: Papa!
Rebekah: Si tesoro la pappa.
Elise: Papa! – le avvicinò il cucchiaino alla bocca ma girò la testolina.
Rebekah: Damon vieni per favore?
Damon: Eccomi, che c’è? Ciao principessa. – le accarezzò una guancia. – Ma chi ti ha fatto i codini? – e lei sorrise.
Rebekah: Elise vuoi papà o la pappa?
Damon: Ma che fai?
Elise: Papa! – e iniziò a sbracciarsi dal seggiolone, Rebekah la sganciò e la prese in braccio per avvicinarla a Damon che era rimasto immobile.
Rebekah: Vuoi papà, eccoci vicino a papà. Damon? – gli accarezzò le guance per asciugargli le lacrime che scendevano dai suoi occhi di ghiaccio.
Damon: Scusa. Solo che... – e l’abbracciò.
Rebekah: Sei la sua prima parola.
Damon: Già.
Elise: Papa!
Damon: Si principessa, vieni da papà. – la prese in braccio e lei poggiò la testolina al suo collo. – O amore mio. Ha mangiato?
Rebekah: No, non ancora. Si è svegliata, abbiamo giocato con i pupazzi e poi sei arrivato. – le massaggiò la schiena e si alzò.
Damon: Allora mangiamo e poi andiamo a giocare. – la sistemò nel seggiolone e iniziò ad imboccarla. – Ma che brava che sei.
Rebekah: Mi dici mamma?
Elise: Papa!
Rebekah: Va bene, imparerai. – suonò il cellulare. – Ciao.
Stefan: Ciao volevo chiederti una cosa? Sta sera visto che Elise dorme con Damon, hai voglia di uscire?
Rebekah: Si certo.
Elise: Papa!
Stefan: Cos’era?
Rebekah: Elise ha imparato a dire papà.
Stefan: E’ meraviglioso.
Rebekah: Si infatti. Perché non sei ancora a casa?
Stefan: Perché ti sto preparando una sorpresa.
Rebekah: Stefan… Devo vestirmi elegante?
Stefan: Non troppo, vengo a prenderti per le 20. Ti amo. Ciao.
Rebekah: A dopo, ti amo ciao. – agganciò. – Io vado.
Damon: Certo, non stare a perdere troppo tempo nel prepararti.
Rebekah: Tu sai?
Damon: Si so tutto.
Rebekah: Dammi un indizio.
Damon: No!
Rebekah: Ti prego!
Damon: Non stare a sistemarti troppo.
Rebekah: Ok. – andò su a farsi un bel bagno caldo e rilassante.
Damon: Vieni piccola andiamo a giocare un po’. – la prese in braccio, presero alcuni pupazzi e andarono nel letto. Sistemò i cuscini e la fece sedere, tolse le scarpe e si posizionò di fronte alla figlia.
Dopo mezz’ora la bimba poggiò la schiena ai cuscini e iniziò a strofinarsi gli occhietti, Elena entrò nella stanza cercando di non fare rumore, per fare una sorpresa al marito.
Damon: Guarda che ti sento.
Elena: Uffa! Ciao amore. – lo baciò per poi baciare la piccola che sbadigliò. – Sei stanca tesoro. – si sdraiò al suo fianco.
Damon: Mi ha chiamato papà.
Elena: Brava. – iniziò ad accarezzargli i capelli.
Elise: Papa.
Elena: Si Elise papà è qui con noi. – strinse la manina sulla sua maglia e si addormentò.
Dopo un’ora tornò Rebekah.
Rebekah: Allora?
Elena: Fin troppo per un uscita tranquilla.
Damon: Direi che non arriverete neanche al dolce.
Rebekah: Dici?
Damon: Si.
Rebekah: Cosa sai?
Damon: Niente di preciso, so solo che non dormirete a casa.
Rebekah: Va bene, ti credo. Perché ti voglio bene, sei il padre della mia bambina, sei mio cognato e il mio migliore amico.
Damon: Che grande onore, ti voglio bene perché sei la madre della mia bambina, sei mia cognata e la mia migliore amica.
Rebekah: Non vale copiare quello che dico io. Tra poco dovrebbe arrivare Stefan. Oggi è una giornata fatta di ritardi, mangerà tardi e dormirà tardi.
Elena: Non importa.
Damon: Vado a prendere due pizze. Ti va?
Elena: Qualsiasi cosa.
Damon: Bene, vado e torno. Buona serata.
Rebekah: Anche a voi, ciao. – Damon uscì e Rebekah decise di scendere.
Elena: Vengo con te. – prese la piccola in braccio per scendere. – La cambio e arrivo.
Rebekah: Dai faccio io.
Elena: Ci mancherebbe.
Rebekah: Allora ti aspetto. – adagiò la bimba sul fasciatoio, la cambiò e le infilò i pantaloni del pigiamino e si svegliò.
Elena: Ecco qui, siamo a posto, andiamo ad accompagnare la mamma e aspettiamo papà. – scesero.
Stefan: Ciao. Pronta?
Rebekah: Ciao assolutamente. Ciao Ele, ciao tesoro mio.
Elena: Ciao buona serata.
Stefan: Grazie ciao.
Dopo una decina di minuti arrivò Damon, entrò in cucina con le pizze e il dolce. Trovò Elena vicino ai fornelli con la bambina in braccio che scaldava la minestra.
Elise: Papa! – e sorrise al padre.
Damon: Ciao amori miei.
Elena: Ciao papà.
Damon: Siediti, finisco io.
Elena: Va bene. – mise Elise nel seggiolone con il bavaglino.
Damon: Ecco qui principessa.
Dopo aver mangiato, Damon riordinò la cucina per poi recarsi sul divano trovando Elena che giocava con la bambina.
Elena: Ecco qui il nostro uomo preferito che si siede vicino a noi.
Damon: Cosa facciamo di bello?
Elena: Inizia a prenderla e poi mi abbracci.
Damon: Assolutamente, saliamo dopo?
Elena: Ottima idea, saliamo così siamo più comodi.
Damon: Ai suoi ordini. – salirono e prepararono la piccola per la notte. Damon le pettinò i morbidi capelli biondi e si sistemarono sul letto. Elise si addormentò facilmente sul petto del suo papà cullata dal ritmo dei sui respiri. Elena invece era appoggiata alla spalla del marito avvolta nel suo abbraccio e accarezzava la schiena e i capelli della bambina.