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Autore: shinichi e ran amore    24/04/2013    4 recensioni
Un detective molto famoso affronta un ladro che da sempre è stato un suo grande nemico: riuscirà il mago del cielo d'argento a sconfiggerlo o sarà il detective a trionfare buttandolo in prigione? Leggete e scopritelo
(Nota: Lacrima della Dea preso dal film di Lupin III)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Cross-over, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Shinichi Kudo VS Kaito Kid: La deduzione affronta l’illusione 

 

“La verità è sempre una sola”, erano sempre queste le parole che mi ripetevo sempre quando risolvevo casi e devo ammettere che erano sempre state un mio marchio di fabbrica, fin da quando ho letto il primo libro di Conan Doyle sul famosissimo detective Sherlock Holmes.
 
Da li in poi ho preso sul serio la voglia di essere come il mio idolo il mestiere di detective, sperando un giorno di essere apprezzato per le mie doti deduttive.
 
Ma la mia immagine cambiò in un’altra, ben presto ebbi un mutamento che mi buttò il morale a terra.
 
Dovetti cambiare identità a causa di alcune persone vestite di un colore pare a quello del corvo, il nero.
 
Ho dovuto mentire persino alla riccia che mi è stata amica di infanzia, Ran Mouri, nonché la persona che amo segretamente da quando ci conosciamo e da li le dissi che mi chiamavo Conan Edogawa.
 
Lei è davvero una bella ragazza, con i suoi capelli rosa fluenti e i suoi occhi verdi che mi illuminano la giornata anche nei momenti di tristezza che sente ogni giorno in cui le manco.

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Quando mi ha visto non mi ha riconosciuto, perché la mia intenzione grazie a un mio caro amico dottore mi costrinse a proteggerla da quella verità, per cui convivo con lei e suo padre, il quale divenne famoso grazie anche a me, che lo addormento grazie all’orologio spara-anestetici che mi diede questo mio amico scienziato a due code, il  Dr. Agasa.

 
Più avanti ritrovammo una scienziata che come me è stata maltrattata da quelli la e la aiutammo a riprendersi, si chiamava Shiho Myiano, ma per copertura la rinominammo Ai Haibara, è grazie a lei se siamo messi avanti, del resto è per colpa sua che divenni piccolo, è per colpa sua se quelle persone in nero un giorno, mentre andavo con Ran al parco di Tropical Land mi fecero ingerire un veleno che mi rimpicciolì, ma fui calmo e da quel giorno sperimentavamo sempre i suoi prototipi.
 
Ma questa storia è solo una parte di me, l’altra sono le sfide entusiasmanti, una delle quali era quella che accingo a raccontare.
 
Quella gente vestita di nero era stata sconfitta ed io avevo detto la verità a Ran, dopo aver preso l’antidoto e ritornato normale.
 
Era arrivata l’estate e all’interno della posta ricevemmo una lettera dall’ispettore Megure.
 
“Sembrerebbe un messaggio importante se me lo manda l’ispettore” Disse il detective, che si chiamava Goro.
 
“Hai ragione papà, aprilo” Intervenne Ran.
 
La busta venne aperta e la lettera che era contrassegnata fece sobbalzare tutti e 3, perché diceva testuali parole, insieme a una postilla da parte di Megure:

 

Intendo sfidare il detective Shinichi Kudo e Goro Mouri a prendermi durante il prossimo colpo che farò,
il luogo sarà la patria dove uno che si appassiona di misteri di certo non esiterebbe a visitare e la data sarà alla prossima fase di luna piena.
Il tesoro che ruberò sarà un gioiello pari a chi possiede l’immortalità

Firmato: Ladro Kid

 

 
La postilla invece diceva semplicemente: Scopri cosa significa e parti subito.
 
Io che ero li a fare compagnia  naturalmente cominciai a studiare quella lettera sfregandomi il naso e mettendomi il pollice nel mento in fase di riflessione.
 
Quando c’era in mezzo qualcosa di prezioso quel ladro che si credeva un prestigiatore era sempre li a voler arraffarlo.
 
Tipico di uno che vuole farsi notare, soprattutto dalle ragazze, che quando lo vedevano all’opera non faceva altro che mettersi in posa con i suoi numeri di magia e fregare la polizia sotto il naso di tutti, anche con me, che tante volte ho cercato di prenderlo, ma senza risultato.
 
Mi ricordo una volta che prese un diamante e ci ritrovammo a “giocare” a guardia e ladri mentre gli elicotteri ci passavano nel cielo passandoci la luce dei loro riflettori qualche volte.

 
-Flashback-
 
“Che ne dici di vuotare il sacco ladro kid?” Dissi io con un sorriso beffardo.
 
Lui si voltò e mi guardò con un’inguaribile pokerface sul viso.
 
“Hai ragione” Decretò, mentre io mi ero messo in posizione di attacco. “Ormai si è fatto buio, ed è tardi per giocare” Sorridendo in un modo assai irritante puntandomi una pistola.
 
In quel momento sentii una voce che non mi aspettavo di sentire.
 
“Conan, scendi, andiamo a casa” Fece scattando indietro il viso perché non credevo alle mie orecchie, per poi guardare il ladro con rabbia.
 
“Se non vieni subito mangio tutto io” E allora vidi che ha fare il verso era stato lui con qualche aggeggio cambia voce, come quello che usavo io per cambiarmi la voce durante i casi fatti da Goro.



 
Mi incominciò a sparare carte a destra e a manca con quella pistola e io prontamente le schivavo.
 
La lotta sembrava dura, così decisi di ricorrere alla mia scarpa super-potenziata e alla mia cintura spara-palloni.
 
Provai a buttargli un pallone, ma lui lo schivò, anche se con fatica vista la velocità con cui l’avevo mandato, che mi creò un problema di equilibrio e cominciai a cadere dall’edificio.
 
Lui premuroso com’era si buttò azionando il suo deltaplano, ma io mi ero preparato e cominciai a sparare anestetici con l’orologio, ma lui ancora una volta con scaltrezza li schivava.
 
La velocità con cui stavo cadendo si faceva sempre maggiore e azionai tirando una cordicella la borsa dietro di me che si aprì mostrando un paracadute che volteggiava tirato dal vento e facendomi finire su un treno, dove c’era pure lui.
 
“È stata un bel volo, lo devo riconoscere” Ghignò lui.
 
“Ridi pure, tanto non puoi sfuggirmi, ho visto che ti sei sganciato dal deltaplano, come ho fatto io con il paracadute e qui non hai vie di fuga” Spiegai io guardandolo storto, ma con un sorriso che segnava giustizia.
 
“Si, hai ragione, ecco perché non ne faccio mai a meno” Facendo apparire un pulsante nella mano.
 
Capii tutto in un nanosecondo vedendo il deltaplano sopra di lui.
 
“Fermati” Lo rincorsi per acchiapparlo.
 
“Ci vediamo” Premette il bottone e si alzò per aria, facendomi prendere una botta in testa con il ferro del treno, guardando che lui fuggiva verso la luna, che era di un bianco intenso quella sera.
 
“Dannazione, un giorno ti prenderò e quel giorno riderò quando sarai dietro le sbarre” Gli enunciai tirando un pugno sul ferro.

 
-Fine Flashback-
 

“Ma è chiaro, intende dire Londra, non per niente è famosa per Conan Doyle, Shinichi me ne parlava così tanto che non me lo posso dimenticare” Fece Ran guardandomi sorridente.
 
Io rimasi un po’ imbarazzato a quegli sguardi e mi faceva impazzire di vergogna sapere che stavo scottando in faccia.
 
Lei rise e questo mi sollevò il morale.
 
Non è mai cambiata in 2 anni che gli dicevo bugie e questo mi fa capire che un po’ ci tiene a me.
 
Così da Tokyo partimmo subito per Londra, precisamente arrivammo il giorno prima della luna piena.
 
I paesaggi erano magnifici e il Big Ben dava un’atmosfera unica nel suo genere e la famosa nebbia londinese ci suscitava un lato misterioso e attraente di quella città.
 
“Secondo le informazioni che ho raccolto, domani verrà esposta la lacrima della dea, credo che questo intendeva Kid come gioello pari a chi ha l’immortalità, facendo il gioco di parole .” Enunciò Goro tutto contento di avere la sua parte di gloria, visto che per tutto il viaggio in aereo si è stato praticamente silenzioso, il che lo rende sospetto.
 
Alloggiamo all’hotel  Shibuya, ma non prima di aver gustato un meritato tour della splendida cittadina, ammirando con una supplica mostruosa da parte mia Baker Street con la casa di Sherlock Holmes, divenuta un museo da tanto tempo e prendendo souvenir di vario genere.
 
Dormimmo nelle nostre camere, non sapendo che qualcuno ci spiava da lontano attraverso un binocolo.
 
Il sole ci picchiava negli occhi e ci faceva capire che la giornata era cominciata.
 
Facemmo colazione su un bar vicino, mentre nel pomeriggio abbiamo contattato la polizia del frto che intendeva fare il nostro caro ladro bianco.
 
La lacrima della dea a quanto ci hanno detto è il più grosso diamante del mondo ed è noto che neanche il presidente USA è riuscito ad avere.
 
Ovviamente ci vollero dire dove andare scortandoci per non perdere di vista l’avvenimento.
 
Kaito Kid era noto in tutto il mondo per i gioielli rubati in Giappone e la sua fama lo precedeva.
 
Il museo dove andammo era un luogo molto interessanti, c’erano quadri di Picasso, scheletri di dinosauri estinti e reperti di antiche culture azteche e sumere, ma la cosa a cui ci interessava era quel diamante.
 
Era fatto davvero di un’ottima intagliatura a giudicare dalla forma e luccicava moltissimo in quella teca di vetro.

 
La zona era molto sorvegliata, c’erano telecamere e guardie dappertutto e a quanto ci dissero dei raggi laser ci stupimmo, quell’oggetto era molto al sicuro, anche se conoscendo quel vecchio volpone c’era da non esserlo.
                                                                                                                                                                                           
Si fecero le 7:30 di sera e la luna illuminò dalla vetrata del tetto, cosa strana fu ma incantevole, e in quel momento si spensero le luci e dalle fumo comparì sopra la teca, quando svanì il diamante era sparito.
 
Tutti noi rimanemmo sorpresi e vedemmo kid trasportarsi sopra il tetto, ma stavolta mi ero preparato a quella mossa.
 
Avevo preso un rampino e con un rapido slancio lo agganciai al suo deltaplano.
 
“Ma cos…ah, vedo che hai trovato il modo di prendermi, vediamo quanto resisti” Mi sbeffeggiò aggiustandosi il cappello a cilindro che stva cadendo.
 
Ran sotto di me era preoccupata, mentre le guardie sparavano a Kid, prendendolo ogni tanto di striscio, ma non mollava.
 
Io incominciai a salire anche se il vento mi tirata e mi faceva oscillare avanti e indietro facendomi venire un leggero mal di testa, ma avevo la testa dura io.
 
Questa volta lo avrei preso.
 
Ero quasi in cima quando un palazzo ci spiaccicò facendoci precipitare.
 
Il Bib Ben fece sfondo mentre mi rialzavo vicino una ringhiera, mentre lui fece altrettanto, ma nell’edificio accanto.
 
Le 8 scoccavano facendo rintoccare quell’orologio antichissimo e gli sguardi si incontrarono, sfidandosi tra di loro.
 
Poi lui si girò e cominciò a buttare delle carte.
 
“Sai che a volte gli assi fanno la differenza?”  Tenendo in mano una regina. “Ma avere fascino tra le donne è più vantaggioso”.

 
“Smettila, non sei spiritoso, consegnami il diamante, se no lo sai che succede” Gli risposi io tenendomi una mano sugli aculei per non arrivarmi la polvere trasportata dal vento.
 
“Tieni, a me non serve” Fece lui serio. “Non è ciò che cerco” Buttandomi il diamante che lo presi al volo.
 
“Perché me lo hai riconsegnato?” Domandai lecitamente io.
 
“Perché ciò che cerco è molto più importante per me, ha ucciso mio padre e per colpa di questa cosa quell’organizzazione continua ad uccidere, Pandora deve essere distrutta” Buttò lui quelle parole con rabbia.
 
Saltai verso il palazzo con grande abilità e gli tesi la mano. Lui rimase sbalordito.
 
“So che dovremmo essere rivali, ma vedo che anche tu hai un problema e capisco che tu rubi solo per cercare una cosa, hai tutta la mia comprensione, ti va se ti aiuti?” Esclamai io.
 
Lui per un certo momento mi adocchiò da dietro il monocolo sospettoso, poi mi strinse la mano.
 
“Sai, quando eri un bambino e ti scontravi con me mi ricordavi me steso da piccolo, anche io facevo sfide con mio padre e quasi sempre vincevo” Rise lui sprezzante.
 
“Se ti devo dire una cosa anche io quando mio padre mi metteva alla prova con gli enigmi” Sorrisi con determinazione io.
 
“Non per niente sei Shinichi kudo” Salto in aria. “Un giorno ci rivedremo, per ora attendi, intanto salutami la tua amichetta, è davvero una ragazza graziosa e affascinante” Se la svignò schioccando le dita e trasformandosi in tante colombe bianche che volarono nel cielo notturno.
 
“Se continui così ricomincio a darti la caccia, non mi puoi prendere in giro così” Gridai io, ma ormai se ne era andato.
 
Ritornai alla base, trionfante, anche se il padre di Ran digrignò i denti per non averlo preso lui al posto mio, mentre lei sorrideva guardando il diamante tra le mie mani.
 
“Magnifico è questo diamante, puro come l’acqua” Decretò la ragazza.
 
“Mai quanto te” Dissi esitante io.
 
La mia dichiarazione si fece lampante, in tutta la mia vita pensavo che l’amore non serviva come diceva il mio idolo, ma mi dovevo ricredere, ne avevo bisogno e dovevo dichiararmi prima o poi.
 
“Che intendi Shinichi?” Mi disse titubante e divenendo leggermente porpora per l’affermazione che feci.
 
“Che tu sei pura ed è anche per questo che ti amo” Feci io.
 
I nostri visi arrossirono, mentre si attuavano le varie operazioni di ripristino della gente che aveva assistito al furto, compreso Goro, il quale donava aiuto.
 
Un bacio arrivò a sfiorarci e poi divenne impresso nelle labbra, una forte sensazione arrivò a noi due, quel caldo così dolce che da sempre cercavo finalmente potevo riceverlo.
 
Nessuna lite, nessuna bugia, era quella la verità, ed anche se la sfida con Kid continuava, lo feci con più serenità, perché l’amore mi arrivò, con lei, che per me rappresentava una bellezza infinita.
 
Era pari a un mistero e quel mistero chiamato amore lo risolsi ritrovandomi colpevole di quel delitto sentimentale che feci alla vittima più bella che avessi nella mia vita, uccidendola con le mie parole.
 
E chissà, magari un giorno quel bianco che la luna ci donava sarebbe stato nel suo vestito.
 
Perché se c’è una cosa che ho imparato è che l’amore…è una magia che ti prende e non ti lascia mai l’illusione di perderla.

 

≈ Fine 

  
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