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Autore: Melinda Pressywig    25/04/2013    3 recensioni
Alfonso diventerà un uomo diverso, grazie ad un evento assai insolito. Almeno credo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Cambiamento di Alfonso







“Ah come vorrei essere una mosca, per vedere dove va e cosa fa Belinda ogni martedì pomeriggio...” pensò Alfonso sconsolato, mentre partecipava ad una delle sue riunioni settimanali. Alfonso Gargiullo era un uomo di trentotto anni e lavorava presso una grande azienda come impiegato. Tre volte a settimana, lui e i colleghi dovevano prender parte alle riunioni, per discutere sul da farsi, insieme al capo. I compiti da svolgere erano tanti, e ci voleva concentrazione, correttezza e dinamicità. Erano qualità che Alfonso già possedeva; solo che, quel giorno, la sua mente preferiva lasciarsi andare a pensieri contrastanti. Belinda Gerardi era una ragazza che aveva conosciuto, tre settimane prima, ad una festicciola organizzata da un suo conoscente, e lei era un'amica di un suo coetaneo. Si era innamorato subito, a prima vista. Era bellissima quella sera: portava un vestito lungo fino al ginocchio, color nero, e i capelli erano lunghi e ordinati. Il suo viso sembrava un dipinto. Solo dopo, quando riuscì a parlarle in privato, si rese conto di quanto fosse una donna straordinaria: aveva tre anni meno di lui e diceva di essere una segretaria d'ufficio. Era figlia unica e i suoi genitori vivevano in una città del sud. La sua passione era il giardinaggio; si occupava delle piante e dei fiori del suo giardino. In più, diceva di dedicarsi alla beneficenza, e una volta a settimana organizzava buffet per raccogliere fondi. Non specificò per cosa. Espose tante attività interessanti che Alfonso apprezzò enormemente. In cuor suo sperava tanto di poter iniziare, al più presto, una relazione amorosa... magari di quelle serie, che durano tutta una vita. Purtroppo il corteggiamento procedeva a rilento, per via dei così detti impegni che riempivano le loro giornate; ed era proprio per quel motivo che Alfonso si ritrovava a pensare a lei, continuamente. A quel punto, i suoi pensieri vennero interrotti da una voce:
«Signor Gargiullo, è tra noi? Mi dica, cosa pensa di questo progetto?». Era stato il capo a parlare. Alfonso si girò confuso. Poi, senza scomporsi minimamente, riprese in mano la situazione e rispose: «Beh, penso sia un ottimo progetto, signore. Mi sembra un'ottima scelta la sua», concluse. In realtà non aveva seguito affatto il discorso, ma il capo sembrò esser soddisfatto. Infatti proseguì, ribadendo le sue ragioni al resto della compagnia.
Alfonso, imperterrito, ritornò ai suoi pensieri. Di solito era un uomo distinto, educato, attento, preciso e anche un po' egoista. Ad ogni appuntamento era puntuale come un orologio svizzero; odiava i ritardatari e chi faceva battute fuori luogo, senza senso. Non era mai successo che si distraesse così palesemente in pubblico, soprattutto alle riunioni importanti. Forse era davvero innamorato di Belinda, e non voleva perderla in alcun modo. Alla sua età, ormai, era giunta l'ora di sistemarsi, pensare al futuro... e magari costruire una famiglia come la maggior parte delle persone comuni. Era già una settimana che quel pensiero lo perseguitava e pensava che, forse, era proprio lei la donna della sua vita.
Dieci minuti dopo, la riunione finalmente terminò. Alfonso, dopo aver stretto la mano a qualche collega, uscì rapidamente dalla sala, senza mai voltarsi indietro. Non voleva soffermarsi a parlottare inutilmente di argomenti noiosi.
Era già l'ora di pranzo e quel giorno, casualmente, Alfonso era uscito dagli uffici con ben mezz'ora d'anticipo; solitamente, andava a mangiare dopo le due. Così, si diresse verso il bar, dove ogni giorno comprava il suo tradizionale e gustoso panino con tonno e maionese. Il bar in questione si trovava proprio alla fine dell'isolato, e ci voleva veramente poco per raggiungerlo.
L'attimo prima di attraversare la strada, gli occhi di Alfonso si posarono su di una figura che camminava lesta sul marciapiede opposto. La guardò meglio e subito la riconobbe: quella era proprio Belinda. Portava un vestito color crema, lungo fino al ginocchio; i capelli, di un color rosso vivo, erano raccolti in un perfetto chignon; portava gli occhiali da sole e una borsetta nera in pandànt con le scarpe. Alfonso non poteva crederci... Che ci faceva da quelle parti? E dove stava andando? Poi si ricordò di quel pensiero tormentato e in quel preciso momento decise di seguirla, sperando di non destare alcun sospetto. Per una fortuita coincidenza, quello stesso giorno era un martedì. Belinda rifiutava spesso i suoi inviti a pranzo o appuntamenti pomeridiani il martedì; e non poteva certo perdere quell'occasione di soddisfare l'immensa curiosità. Così si convinse e partì l'inseguimento.
Il passo di Belinda era deciso, rapido. Dove andrà così di fretta? Si chiese Alfonso. Egli continuò a pedinarla finché non arrivarono in un posto a lui sconosciuto. Erano giunti in periferia, dove le vie si diramavano in più direzioni e le case erano tutte simili. Ad un certo punto la ragazza rallentò il passo e Alfonso cercò un nascondiglio. Non voleva essere scoperto.
Belinda entrò in un edificio piuttosto anonimo e scomparve alla vista. Per un istante, Alfonso decise di lasciar perdere e tornare indietro, ma poi la curiosità di sapere lo travolse e si avviò anche lui verso l'ingresso dell'edificio. Lesse l'insegna: quello era un piccolo Hotel, che assomigliava più ad un Bed&Breakfast, chiamato NewHoliday. Un nome un po' improbabile, pensò Alfonso. Appena entrato, subito si chiese dove fosse finita Belinda, e soprattutto, quale fosse il motivo per cui lei si recasse in un piccolo Hotel di periferia, ogni martedì. Che avesse un altro uomo segreto? Alfonso pregò di no. Al che si guardò attorno e notò come il personale qualificato non fosse nei paraggi. Così, fu costretto ad approfittarne e decise di fare un giro per cercare Belinda. All'improvviso, però, sentì l'estremo bisogno di recarsi al bagno. Si rese conto di averla trattenuta tutta la mattina e dopo quel camminare sotto tensione era comprensibile che dovesse andarci. Quando trovò i bagni, vide una persona che non si aspettava minimamente di vedere in quella circostanza: Belinda. Rimase scioccato da quella visione. La ragazza aveva cambiato abbigliamento: indossava una divisa azzurra, a righe verticali, e stava armeggiando accanto a un carrello. Alfonso era confuso. Che fosse vero? Fece finta di niente e si diresse verso il bagno degli uomini senza neanche guardarla. Belinda era intenta a riordinare i vari prodotti e quando alzò lo sguardo rimase pietrificata nel riconoscere Alfonso. Imbarazzata spostò subito l'attenzione sugli stracci per lavar per terra, e anche lei fece finta di non conoscerlo.
E così era quella la verità: Belinda ogni martedì pomeriggio puliva i bagni. Un lavoro umile che Alfonso non avrebbe mai immaginato. Quando egli uscì dal bagno, ancora una volta, non la degnò di uno sguardo; e neanche lei si voltò. Sia Alfonso, sia Belinda erano troppo sconvolti e imbarazzati per parlare. Alfonso scappò via, uscì da quell'hotel e si allontanò dalla periferia, tornando in centro. Durante il tragitto ripensò alla scoperta clamorosa sul conto della ragazza. Come aveva potuto non rivelare tale occupazione? Non era degno di fiducia? Un po' ne rimase contrariato. Riflettendoci un po' su, decise che forse era meglio parlarne a quattrocchi direttamente con lei.
Il resto del pomeriggio Alfonso rimase a casa, doveva sbrigare diverse pratiche di lavoro; non sopportava rimanere indietro... così come non sopportava i lavori stupidi. Essere una donna delle pulizie era una miseria: gli addetti guadagnavano quattro soldi ed era un miracolo se potevano mantenersi. Belinda aveva mentito riguardo al suo lavoro. E forse tutte quelle storie sul giardinaggio e la beneficenza erano tutte bugie. Perché mentire? Si chiese Alfonso. Non trovava spiegazione.
Verso le sei e mezzo del tardo pomeriggio, dopo aver terminato di sistemare scartoffie, Alfonso decise all'istante di voler rivedere la ragazza. Chiamò il suo numero di telefono e le lasciò un messaggio alla segreteria telefonica, dicendole di volerla invitare a cena a casa sua. Alfonso pensò che forse era una mossa azzardata, ma poi si convinse che era l'unico modo.
Belinda per fortuna accettò e alle otto precise arrivò a casa dell'uomo. Suonò alla porta ed egli la fece entrare. I due si salutarono cordialmente, ma c'era attrito nei loro gesti.
Cinque minuti dopo erano già seduti al tavolo per iniziare il pasto. Erano entrambi a disagio per quella situazione. L'atmosfera era pesante perché sapevano perfettamente di doversi dire qualcosa, ma nessuno dei due trovava il coraggio.
Consumarono la cena in assoluto silenzio. L'unico rumore udibile era il tintinnio delle posate. Poi fu Alfonso a parlare deciso, dicendo:
«Ti ho seguita oggi» fece una pausa. «Finalmente ho capito cosa fai ogni martedì pomeriggio».
Belinda lo guardò dritto negli occhi senza dire niente. Così Alfonso continuò:

«Comprendo che non avrei dovuto pedinarti, ma essendo uscito presto da lavoro, ti ho visto, per caso. La tentazione è stata così forte che non ho resistito, perdonami».
Belinda stava per replicare, ma Alfonso andò ancora avanti dicendo:
«Perché non me lo hai mai detto? Avrei capito... e magari avrei potuto aiutarti in qualche modo».
Il tono di voce era serio, ma dentro di sé, Alfonso soffriva nel parlarle così.

Belinda esitò qualche istante, poi disse:
«Lo so, ma non ho avuto il coraggio di confessartelo», sembrava pentita. Poi, presa dallo sconforto, cambiò tono e si lasciò andare allo sfogo:
«Ti ho mentito, lo so ma... quando mi hai detto che odi i lavori stupidi, perché credi che ci sia
di meglio, ho pensato che sarebbe stato più prudente non farlo».
Alfonso la guardava senza dire una parola e Belinda continuò:
«Pensavo che mi avresti allontanato ed io non volevo... Perdonami Alfonso».
La voce di Belinda tremava, poi ci fu una pausa in cui né lei, né lui, riuscirono a dire niente. Si guardavano negli occhi, impotenti. Poi Belinda parlò:
«Io sono questo Alf, nulla più». Belinda sembrava implorare la pietà di Alfonso.
«Ti prego... d'ora in avanti ti prometto di essere sincera nei tuoi confronti... Sei d'accordo?» concluse. Il cuore le batteva all'impazzata, e rimase lì a fissare quell'uomo dagli occhi marroni e i capelli brizzolati, aspettando una risposta.
Alfonso, mentre Belinda stava parlando a cuore aperto, aveva ripensato a tutte quelle volte che aveva trattato male una persona che, secondo lui, si era comportata stupidamente ai suoi occhi. Tutte quelle volte che aveva schernito chi stava più in basso di lui. Fu amareggiato da se stesso...
Così, meditato su cosa dire, finalmente rispose:
«Hai ragione. Sono io lo stupido adesso» ammise, «dovrei essere meno presuntuoso, e cercare di capire gli altri...».
Fece una pausa e l'attimo dopo, in lui, nacque una nuova consapevolezza.
«Devo cambiare Belinda. E grazie a te forse posso riuscirci». Gli occhi di Alfonso brillavano speranzosi. «Diventerò un uomo più altruista e tenterò di capire chi mi sta accanto», concluse. Alfonso fu sorpreso da se stesso e Belinda non poteva credere alle sue orecchie... Era così felice che le vennero le lacrime agli occhi dalla gioia del momento. Entrambi si alzarono, goffamente, e si abbracciarono felici. Lui azzardò e le diede un bacio sulle labbra. Da quel giorno per Alfonso e Belinda furono giorni migliori. Alfonso trovò un lavoro più consono alle capacità di Belinda, dicendole che meritava qualcosa in più dalla vita; mentre lui divenne un impiegato modello. Qualche anno dopo si sposarono ed ebbero un figlio, lo chiamarono Giorgio. Alfonso mantenne la promessa: fu un ottimo padre e un grand'uomo... aveva capito che non esisteva solo lui al mondo.

















 

***




Spazio Autrice.

Hello!
Vi è piaciuta questa mia creazione? Spero tanto di sì!
Allora, questo racconto risale ai tempi della prima superiore, quando l'insegnante d'italiano ci faceva fare degli esercizi di Scrittura Creativa. Che sia benedetta!
Beh, l'ho ritrovato tempo fa, e rileggendomi, l'idea mi è piaciuta così tanto che ho deciso di riscrivere l'intera storia.
E devo dire che sono abbastanza soddisfatta del risultato.
Non so se il genere è quello giusto. In caso fatemi sapere.
Perciò spero in un commento... positivo o negativo che sia! Eheh...
Grazie a chi ha letto! 

Tanti saluti, Melinda Pressywig.

 

  
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