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Autore: AnnaPi    25/04/2013    1 recensioni
Ad ogni respiro umano corrisponde un battito d’ali di un angelo.
Quando i polmoni si gonfiano, catturando l’aria, e la gabbia toracica si amplia, le ali bianche si aprono con eleganza.
E non appena soffiamo via l’anidride carbonica, con lo sgonfiarsi dei polmoni e l’abbassamento del torace, le ali si chiudono. Per riaprirsi di nuovo, insieme ad un nuovo respiro.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad ogni respiro umano corrisponde un battito d’ali di un angelo.
Quando i polmoni si gonfiano, catturando l’aria, e la gabbia toracica si amplia, le ali bianche si aprono con eleganza.
E non appena soffiamo via l’anidride carbonica, con lo sgonfiarsi dei polmoni e l’abbassamento del torace, le ali si chiudono. Per riaprirsi di nuovo, insieme ad un nuovo respiro.
Un filo sottile lega gli uomini agli angeli, fin dalla Creazione.
Ma nessuno è mai riuscito a capire quale sia il rapporto che li tiene uniti.
Nessuno è riuscito a spiegare come mai ad ogni essere umano corrispondesse un angelo.
E nessuno ha mai capito perché se muore il primo, muore anche il secondo.
 
Una leggenda narra che tanti, tantissimi anni fa, una bambina uscì di casa per correre a giocare al fiume. Appena arrivò a destinazione, il sole iniziò a scomparire, lasciando il posto a nuvole scure. Ma la bambina non voleva andar via. Si sentiva chiamare dai fiori colorati, e dai loro profumi dolci e ammalianti. Carezzava con le dita l’erba fresca, mentre saltellava come un grillo tra un ciuffo d’erba e l’altro. Guardava con stupore il mondo a lei circostante, e ne amava ogni sua componente: dal girino che nuotava nel fiume, alla rana che gracidava sulla sponda. Alzò gli occhi al cielo per cercare il suo caro sole. Dolce, caldo, come l’abbraccio della sua mamma. Ma si rattristò vedendo che questo stava scomparendo tra le nuvole. Si sentiva odore di pioggia nell’aria. La bambina inspirava, ed espirava, per poi di nuovo inspirare ed espirare. L’aria umida le percorreva la trachea.
Il cielo divenne più scuro, ma lei non sembrò importarsene. Si accostò alla riva del fiume, prese un bastoncino di legno e cominciò a disegnare nell’acqua, che si faceva sempre più agitata, come il cielo. Una pioggia fitta calò sulla bambina e sull’ambiente attorno a lei, smuovendo il fiume, che cominciò a gonfiarsi. Le nuvole iniziarono a soffiare e il forte vento spinse la bambina tra le braccia del fiume, la cui acqua scorreva troppo forte. La piccola venne trasportata via dalla corrente, mentre gridava aiuto. Non sapeva nuotare e non poteva niente conto il fiume. L’acqua le invase i polmoni e la bambina smise di respirare. Nello stesso istante, un angelo fece sbattere per l’ultima volta le sue ali. Planò sul fiume e afferrò la bambina, posandola delicatamente sulla sponda. La pioggia e il vento cessarono, e le nuvole nere lasciarono il posto al sole. La bambina tornò a respirare, ma dell’angelo non c’era traccia. La piccola si rialzò e tornò a casa, dove i genitori, preoccupatissimi, la accolsero con gioia. La madre le chiese dove fosse stata e cosa le fosse successo.
La bambina rispose: “ho sentito sbattere le ali di un angelo”.
  
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