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Autore: i need a hug    25/04/2013    1 recensioni
Avete presente quelle ragazze belle, magre, con una vita stupenda e tanti amici? Ora, immaginatevi tutto il contrario. Brutto, no? Però Giuliette si sentiva proprio così. Un errore, uno sbaglio, inutile. Era brutta, almeno così si vedeva, e la sua vita era un'altro disastro. (...) Giuliette, però, non sapeva che la vita le avrebbe dato molte sorprese.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quelle ragazze belle, magre, con una vita stupenda e tanti amici? Ora, immaginatevi tutto il contrario. Brutto, no? Però Giuliette si sentiva proprio così. Un errore, uno sbaglio, inutile. Era brutta, almeno così si vedeva, e la sua vita era un'altro disastro. Veniva picchiata, sfruttata. L'unica amica che aveva, Sofie, la sua migliore amica, l'aveva persa. 
Era sola. Eh, purtroppo si. Era autolesionista. Non le piaceva esserlo, ma da quel giorno, non si controllò più. Non le piaceva vedersi quei tagli sul suo braccio, ma la prendeva come una forma di sfogo. Nessuno lo sapeva, e nessuno doveva saperlo. Nemmeno la sua migliore amica lo sapeva. D'estate come faceva? semplice, si metteva le maniche corte e una giacchetta leggera sopra, a maniche lunghe. Non le piaceva questa vita, ma era quello che era diventata. Perché avevano litigato, lei e Sofie? semplice. Sofie era cambiata. Si era fidanzata. E Giuliette, era il suo ultimo pensiero. Durò un mese questa falsa amicizia, quando Giuliette si stancò. Sofie ci sta ancora male, ma è troppo orgogliosa per andare da lei e chiedere scusa. 
Giuliette, però, non sapeva che la vita le avrebbe dato molte sorprese.

 

(Giuliette): -Driiin- un'altro giorno, bello. Mi alzo, mi lavo. Metto un jeans, una gamba, poi l'altra, ruoto con il bacino per farli entrare meglio, ed ecco. Metto un maglione e spruzzo un po' di profumo. Mi guardo allo specchio. Questo era il meglio che potevo dare, e mi faceva schifo. A volte volevo solo dormire, per sempre. Senza sognare. Perché nei sogni, c'era quello che desideravo, ma non potevo avere.
-Giuliette, sbrigati! devo andare a lavoro.- e figurati, è più importante il lavoro di me, ormai ne ero abituata. -Eccomi, mamma, arrivo!- nascosi i tagli, e scesi di sotto. Non ci furono parole, ma non mi aspettavo che ci fossero. Arrivammo alla mia scuola, e scesi. Non volevo rientrare, e vedere loro. La mia vita da un po', era sempre quella. Scuola, vedere loro, tornare a casa, altro schifo. Ogni giorno più schifo. Guardavo la scuola dal cancello, quando una mano mi picchiettò la spalla. -dopo la scuola, al solito posto.- non risposi, entrai semplicemente a scuola. 
Avevo una cotta segretissima per Niall Horan, lo sapeva solo Sofie... già, Sofie. Chissà come stava ora. Ma poco importava. Aveva deciso lei di dividerci, ci sono restata malissimo per tanto tempo, e anche ora. Ma la mia vita non gira intorno a lei. -Downson, interrogata.- la voce del prof, mi fece tornare alla realtà. Mi alzai, sentendo dei "buuh" alle mie spalle, apparte il gruppetto di Niall, il che mi fece sorridere. Dopo cinque ore di lezione, uscii per andare nel retro della scuola. 


(Harry): -finalmente, anche oggi è finito.- disse Niall, sedendosi sul tavolo. -non ce la facevo letteralemte più, poi Giuliette è cosi rompipalle quando parla..- continuò Liam. Okay, questa frase non mi era per niente piaciuta, visto che avevo una cotta per lei da due anni, ma non potevo dirlo a nessuno. Mi avrebbero insultato. E poi, a me sembra che a lei piaccia Niall. 
-dai Liam, non essere così cattivo con lei.- lo rimproverò Niall. Sincermante, lo stimavo. Aveva il coraggio di difenderla, fregandosi del giudizio della gente. Ma... Niall non era uno serio. Usava le ragazze. E Giuliette non lo sapeva. Certo, dall'aspetto sembrava un'angelo. -è sempre da sola, non ha amici.- disse Louis. In quell'istante la vidi uscire dalla scuola, si stava dirigendo sul retro. -Harry? che hai? perché non parli?- mi chiese Zayn. -io... devo andare a fare pipì. Ci vediamo oggi pomeriggio, a casa di Niall.- spiegai, continuando a guardare la porta della scuola. -Ok, poi ci spieghi che hai, sei strano.- esordì Louis. Non risposi, mi diressi sul retro. Vidi due ragazzi, alti, robusti. E Giuliette si stava dirigendo verso loro, paurosa. Forse non era vero che aveva amici. Si dissero qualcosa, quando poi lui le prese il polso, stringendolo. La mise dalla parte del muro, e incominciò a darle uno schiaffo. Aspetta, aspetta, cosa? la stavano picchiando. Non poteva essere. Mi avvicinai a loro, e appena fui abbastanza vicino a loro... -che cazzo le state facendo?- uno dei due si girò verso di me, e potei vedere il viso di Giuliette colmo di lacrime. Mi distruggeva vederla così. -uh Giuliette, è un tuo amico?- lei non rispose. -lasciala stare.- il secondo si arrabbiò di più. -e chi ce lo dice, tu?- mi misi di fronte al suo viso, e gli diedi un bel pugno dritto sul naso, che cadde a terra. L'altro, quello più fifone, scappò. L'altro si alzò da terra, andò verso Giuliette e li sussurrò qualcosa all'orecchio, poi si girò verso di me. -non finisce qui.- detto questo, se ne andò. Lasciandoci soli. Lei si accasciò a terra, piangendo. Mi avvicinai con cautela a lei, e con il mio dito, le asciugai le lacrime. 


(Giuliette): Harry Styles? lui che mi difendeva? non mi aveva mai cagato in tutti gli anni di quando ero in quella scuola, e ora... non capivo niente. Non lo conoscevo bene, ma quando mi tolse le lacrime... non so perché, ma non mi sentì sola. Mi fece alzare. -da quanto continua questa storia?- mi chiese. Non risposi. -Giuliette, ti prego.. rispondi.- -circa un anno.- dissi, con lo sguardo basso. -e non hai mai detto niente?- stavolta alzai lo sguardo, ancora con le lacrime. - e a chi? alla mia migliore amica che ora non c'è più? non ho amici, Harry. non potevo dirlo a nessuno.- riabbassai lo sguardo. Mi strinse in un abbraccio, e lo lasciai fare. Mi sfogai come non avevo mai fatto prima, tutte le lacrime scendevano. -dai, ti accompagno a casa?- chiese. -no, tranquillo. Va tutto bene... a domani.- iniziai a correre, verso casa mia. Ancora non credevo che mi ero risparmiata un'altra delle loro "picchiate."

 

  
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