-Ok,
per la prima frase della canzone ci siamo. Se il sole si rifiutasse
di brillare, io ti amerei comunque. Cosa ne pensi?
Jimmy
smise di tracciare insensati scarabocchi sul suo foglio e
alzò lo
sguardo su Robert con un lieve sorriso di approvazione.
-Va
benissimo, abbiamo sfornato un primo rigo. Ora cerchiamo di
continuare.
-Abbiamo?
Vorrai dire che ho sfornato... questa frase
è frutto della
mia mente di geniale poeta.- replicò Robert, in tono ironico.
-Geniale
e modesto.- lo interruppe Jimmy, inarcando le sopracciglia.
Mentre
parlava, i suoi occhi verdi scorsero lentamente lungo il viso di
Robert fino a soffermarsi sulle labbra: sembravano scrutarlo
attentamente, con quell'espressione intensa che lui conosceva bene e
che gli faceva sempre avvertire una piacevole stretta allo stomaco.
-Beh,
adesso fatti venire in mente qualcosa tu. Come la continueresti?-
disse Robert, tornando a rivolgere lo sguardo al foglio dove aveva
appuntato la sua frase. Non poteva permettersi distrazioni, non
mentre stavano scrivendo una canzone.
Jimmy
rimase in silenzio per alcuni secondi, con lo sguardo ora perso nel
vuoto. All'improvviso si alzò, abbandonando la sua penna sul
tavolino, e Robert rimase fermo ad osservarlo mentre gli si
avvicinava e gli poggiava una mano sulla spalla.
-Ho
avuto un'idea.- disse Jimmy, e si chinò per posargli un
bacio sulle
labbra. Robert trattenne un sorriso, mentre gli cingeva la vita con
un braccio e lo sospingeva per farlo sedere sulle sue gambe.
-Cioè?-
mormorò.
-Quando
le montagne crolleranno nel mare, tu e io ci saremo ancora.
Nel
dirlo, aveva preso a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli e
lo fissava dritto negli occhi.
-È
per caso una dichiarazione d'amore, Jimmy? Dal tono in cui lo dici...
-Sì,
potrebbe essere. Allora, cosa ne pensi?
-Mi
piace.
Robert
sorrise e tornò a guardare il foglio, con la penna pronta a
tracciare le parole.
Se
il sole si rifiutasse di brillare, io ti amerei comunque. Quando le
montagne crolleranno nel mare, tu e io ci saremo ancora.
Rilesse
quelle frasi, trovandole perfette, e si voltò per lanciare
un'occhiata a Jimmy, ancora seduto sulle sue gambe: si perse per un
attimo nel contemplare il suo viso, così fine,
così dannatamente
attraente, le ciglia lunghe che contornavano gli occhi di un verde
delicato.
Per
un attimo ci pensò davvero. Immaginò un mondo di
nulla totale, un
mondo privo di ogni colore, ogni luce, ogni respiro, ogni scintilla
di vita. Un mondo dove le montagne erano scomparse, affondate in
acque tempestose, e dove il sole si era stancato di illuminare il
cielo.
Un
mondo dove l'unica cosa che esisteva era un sentimento che continuava
a pulsare, come una sorta di gemma preziosa capace di resistere a
tutto: non il tipico amore superficiale fatto di sguardi e passioni
effimere, passeggere, ma una vera e propria linfa vitale.
Occhi
negli occhi, labbra che si assaggiano con dolcezza, mani che
stringono le altre in una salda presa di disperato bisogno. Due
persone sperdute e lontane da ogni realtà terrena, che
continuano a
vivere e respirare solo del loro amore, un amore così forte
da
vincere anche le ombre della morte.
Lui
e Jimmy, solo lui e Jimmy, i sensi persi in un'eternità
idilliaca ed
eterea.
-Ehi,
a cosa stai pensando? Mi stai fissando insistentemente in un modo
inquietante, devo preoccuparmi?
La
voce divertita di Jimmy lo strappò dai suoi bizzarri
pensieri.
Robert sbatté le palpebre e si sentì arrossire
lievemente: in quei
secondi in cui era rimasto immobile a fissarlo, doveva essere
sembrato un idiota.
-Oh,
nulla di che. Riflettevo solo su come continuare la canzone. E sappi
che sei parecchio scomodo, perciò...
Jimmy
sbuffò. Gli posò un ultimo, rapido bacio sulle
labbra, prima di
alzarsi e spostare la sua sedia vicino a quella di Robert.
-Ok,
dopo questa breve parentesi rimettiamoci seriamente al lavoro.
“Rimetterci
seriamente al lavoro. Io in questo momento farei ben
altro.
Anche se sempre di un lavoro si tratterebbe.”
pensò Robert,
poggiando un gomito sul tavolo.
-Certo,
continuiamo.
Passarono
i restanti venti minuti nella stanza d'albergo di Jimmy a proporre,
modificare e scrivere frasi per la canzone che avrebbero intitolato
“Thank you”, mentre fuori il cielo si scuriva e
iniziava a
puntellarsi di stelle, mentre Bonzo si trovava probabilmente nel pub
più vicino a scolarsi qualcosa insieme a Richard Cole,
Jonesy era
sparito chissà dove e qualche groupie passeggiava forse
nella hall
dell'albergo nella speranza di imbattersi in uno dei Led Zeppelin.
Lì
fuori il mondo non era sparito nel nulla, le montagne non erano
ancora crollate nel mare. Ma, nel piccolo di quella stanza, c'era
quella gemma, quell'amore che continuava a
brillare, proprio
come Robert aveva immaginato in quelle sue brevi e imprecise
fantasie.
In
quel momento c'erano Robert Plant e Jimmy Page che riversavano nelle
parole di una canzone, pur senza dichiararlo apertamente, quello che
custodivano realmente dentro di loro. C'era un amore che viveva nelle
parole tracciate su un foglio, in una risata condivisa, in
un'occhiata che parlava da sé, nel movimento delle loro mani
che a
volte si sfioravano appena.
E
tanto bastava.