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Autore: Ram92    26/04/2013    3 recensioni
I ricordi di Piton in un mondo in cui le cose sono andate diversamente. Ricordi da Azkaban.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Severus Piton dischiuse gli occhi e guardò il Dissennatore  con aria di sfida.
Non sarebbe impazzito là dentro, no. Perché lui non aveva niente di cui pentirsi.
Non si pentiva della morte dei coniugi Paciock.
Non rimpiangeva la caduta del suo signore.
Non odiava Peter Minus per come li aveva traditi, consegnandoli a Silente.
Il Dissennatore si avvicinava e lui non poteva difendersi, neanche l’Occlumanzia  aiutava più di tanto.
 
- Ecco giungere il solo col Potere di sconfiggere l’Oscuro Signore…
Piton, vicinissimo alla porta, sentì il fiato mozzarglisi in gola e si immobilizzò, la mano già posata sulla maniglia.
- …nato da chi lo ha tre volte sfidato…
Girò appena la testa,inconsciamente, guardando la strana donna seduta di fronte a Silente.
- …nato sull’estinguersi del settimo mese…
Un lampo azzurro gli fece distogliere lo sguardo. Il proprietario del locale lo indicava gridando il suo nome. Severus Piton, un Mangiamorte.
 
Un attimo dopo era di nuovo nella fredda cella di Azkaban, tremava rannicchiato nel suo ampio mantello.
Il Dissennatore si avvicinava di nuovo. Se solo avesse avuto con se’ la bacchetta…
 
- Codaliscia… - diceva Voldemort, gli occhi ridotti a fessure. – Ci sono… bambini… nell’Ordine?
Minus evitava il suo sguardo. Balbettava appena.
- Signore… io… pensavo che non fossero dettagli senza alcuna importanza… 
- Non più Codaliscia.- rispose Voldemort, gelido. – Ci sono bambini nati alla fine di luglio? Rispondi. 
- Beh… - mormorò Minus abbassando gli occhi. – C’è… c’è il figlio dei Paciock…
- Guardami, lurido topo! – gridò allora l’Oscuro Signore. – Non osare mentire al tuo signore!
Gli occhi acquosi di Minus si alzarono, esitanti, dal piatto e una smorfia dolorosa gli riempì il volto.
- E il figlio dei Potter.- concluse Voldemort.
 
- No! – gridò Piton.
Il Dissennatore si allontanò sparendo nell’oscurità di un angolo della cella. Aveva chiuso la sua mente appena in tempo. Appena in tempo per non far scoprire al Dissennatore quell’attimo, quel momento, in cui il mondo gli era caduto addosso e aveva pensato, per un solo istante, di abbandonare Lily Potter al suo destino. Non doveva lasciare ai Dissennatori neanche il minimo appiglio, se voleva resistere, se non voleva impazzire come gli altri.
L’ombra del suo carceriere si avvicinava di nuovo e lui era sfinito, sentiva il sudore attaccargli i capelli alle tempie, sentiva il cuore battere ferocemente in petto. Doveva riprendere il controllo, doveva guidare lui i suoi ricordi.
 
Doveva guadagnare tempo.
- Silente penserà subito ai Potter. Li proteggerà in ogni caso.
- Perché?
- Perché il bambino è un Mezzosangue, Signore.- continuò Piton, con cautela. – Figlio di una Nata Babbana e uno dei maghi dal sangue più puro. Come lei, Signore.
Gli occhi di Voldemort dardeggiarono nel buio.
- Come osi?
- Sto solamente dicendo come ragionerà Silente. Si aspetterà un attacco ai Potter. Del resto, noi potremmo sfruttare la questione dei due neonati a nostro favore.
- Come?
Piton sentiva lo sguardo del suo Signore penetrarlo, ma non distolse lo sguardo.
- Potremmo appoggiare i sospetti di Silente. – disse, tranquillamente. – Lui crederebbe più facilmente a chi confermasse una sua teoria che non il contrario. Concentrerebbe le sue forze sui Potter e lascerebbe indifesi i Paciock, non ci sarebbe alcun ostacolo.
- E se il bambino di cui parla la Profezia fosse l’altro?
- Uccideremo anche lui, a tempo debito. – si costrinse a sorridere. – Ma per il momento trovo sconsigliabile non valutare entrambe le ipotesi. Morto il figlio dei Paciock, il giovane Potter rimarrebbe l’unico possibile designato. Inoltre, Signore, potremmo far credere all’Ordine che lei abbia ritenuto Paciock l’unica minaccia fin dall’inizio.
L’Oscuro Signore lo guardò intensamente, tanto da fargli dolere la testa.
- Cosa vuole sapere, Signore? – chiese, senza cedere.
Voldemort sorrise appena.
- Chi è Lily Potter?
Piton si irrigidì appena, ma non perse il controllo.
- Solo una lurida Mezzosangue che si è presa gioco di me.- sibilò. – Ma ci sarà tempo per la vendetta. Adesso dobbiamo agire con saggezza. Il mio interesse è il suo, Signore, se lasciassi che la Profezia facesse il suo corso lei sparirebbe e in poco tempo ci ritroveremmo tutti ad Azkaban. E mi creda, non è quello che desidero.
 
Era ancora in terra, avvolto dall’oscurità senza fine della detenzione ad Azkaban. Da quanto tempo era lì? Non avrebbe saputo dirlo. I suoi ritmi non seguivano più il susseguirsi dei giorni e delle notti, ma solo il continuo succedersi di memoria e oblio.
Per l’ennesima volta sentì l’ombra incappucciata avvicinarsi. Chiuse gli occhi.
 
Lily stava giocando con Harry nel piccolo giardino di Godric’s Hollow.
Potter e i suoi amici sarebbero arrivati tra poco. Minus li aveva traditi tutti, ma tra pochi minuti sarebbe stato di nuovo lì con loro, redento. Redento da quella sera del 31 ottobre, la sera in cui era corso da Silente a consegnarli tutti, a svelare i piani di Severus Piton e l’Oscuro Signore per arrivare prima a Neville Paciock e poi ad Harry Potter. Redento troppo tardi per salvare i Paciock, ma in tempo per i suoi amici, che non si era sentito di tradire fino in fondo.
Ma tutto questo non aveva importanza. Lily giocava serena con il suo bambino nel piccolo giardino di Godric’s Hollow, la guerra e le sue minacce erano finite. Un altro orfano aveva preso tutta la gloria e l’intero Ordine si sarebbe impegnato a proteggerlo, in futuro, se ce ne fosse stato bisogno.
Severus Piton sorrise e chiuse gli occhi.
Un attimo dopo era al Ministero della Magia e consegnava la bacchetta dichiarandosi colpevole.
  
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