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Autore: resvrrecthesvn    26/04/2013    17 recensioni
Un amore dannato. Due anime sole che si incroceranno per sbaglio e sconvolgeranno la vita a loro stessi e al mondo intero. Un segreto infuocato. Clary e Jace. Angeli e Demoni. Sangue e amore. Amici da proteggere e Nemici che spesso si scambiano per altro. Un Marchio che legherà due ragazzi e che sarà la loro salvezza, ma anche la loro distruzione. Il mondo riuscirà a salvarsi dalla maledizione delle due anime? "[...] Ma, d'altra parte, esisteva qualcosa di facile? Finchè respiri e vivi niente sarà facile e, la parte più brutta, era che potevi avere solo un attimo di felicità seguito, subito dopo, da un'infinità di attimi tristi. Spesso si chiedeva se valesse la pena aspettare quell'attimo tutta la vita per poi tornare a soffrire [...]" - “[...] E nonostante non potevano stare insieme, Jace la voleva e nessuno gliel'avrebbe portata via [...]” - “[...] - Insieme? - chiese lei, guardandolo negli occhi. - Sempre - rispose Jace, baciandola [...]”
Amare è distruggere, ed essere amati significa essere distrutti.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 1.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buio. Tutto ciò che Jace e Clary vedevano era il buio. Erano in una stanza, l'uno affianco all'altro, davanti a qualcosa che però non vedevano. Il cuore di Clary batteva tanto forte che aveva il presentimento che anche Jace lo sentisse. Il ragazzo, come se le avesse letto nel pensiero, le strinse una mano. Le loro mani unite brillarono di una luce bianca, pura. La luce, che si andava allargando su tutto il loro corpo, riusciva a far vedere loro dove si trovavano: una stanza non arredata, vuota, se non per una statua di un angelo che li fissava. Per un attimo Clary fissò la sua mano stretta a quella di Jace e si chiese come mai stessero brillando. Era come se stessero tenendo in mano una lampadina accesa, il cui circuito si estendesse per tutto il loro corpo. Jace le strinse un po' più forte la mano e, mossi chissà da quale forza, avanzarono sino ad arrivare sotto la statua dell'angelo. Poi pronunciarono parole delle quali non sapevano il significato: - Shadowhunters. Siamo pronti, Raziel. - E improvvisamente tutto finì.

 

 

 

 

Clary si guardò attorno e vide che era ritornata nella mensa affollata e luminosa del suo liceo, la sua mano stretta ancora a quella di Jace. Delle gocce di sudore le imperlavano la fronte e si sentiva terribilmente stanca. Aveva un ricordo vivido di ciò che era successo e cercava di dargli una spiegazione ma, ogni sua ipotesi terminava con la stessa conclusione: era stato tutto un sogno. Eppure sentiva una strana sensazione nel petto – come quella prima dell'incontro con Jace – e sospettava che quel presunto sogno fosse, invece, qualcosa di reale e importante. Guardò Jace – il cui volto era stravolto come quello di Clary – e gli chiese, in una muta domanda, le risposte che lei cercava. Ma lui ne sapeva quanto lei, infatti scrollò le spalle. - Dobbiamo parlare con qualcuno. - affermò Jace. La ragazza era d'accordo con lui, ma a chi potevano rivolgersi? Quella situazione era assurda: si era trovata, da un giorno all'altro, inspiegabilmente legata ad un ragazzo che non conosceva nemmeno. - Potremo andare in biblioteca e vedere se ci sono libri dove vi sono illustrate figure simili a quella che abbiamo sui nostri avambracci. - propose Jace, indicando quell'intricato disegno che era comparso quando si erano stretti la mano la prima volta che si erano incontrati. Clary lo osservò meglio e ne ammirò i contorni neri, sottili e le due 'C' che si intersecavano; decise che la grandezza di quel disegno non poteva essere più grande di uno di quei bottoni che si usano per chiudere un giaccone invernale. Scendendo con lo sguardo, vide le sue dita intrecciate a quelle di Jace e sentì una stretta piacevole allo stomaco, oltre allo strano piacere che provava quando gli stringeva la mano. E poi, erano così belle quando erano unite le loro mani. Il contrasto della sua pelle talmente bianca da arrivare al bianco, con quella ambrata del ragazzo, era come paragonare il nero al bianco, eppure insieme si completavano. - Muoviamoci allora, abbiamo solo due ore. - Jace le sorrise, scoprendo i suoi denti bianchi e perfetti, alzandosi e raccogliendo il suo zaino marrone da terra; Clary, dopo un attimo di stordimento, si affrettò a recuperare anche lei il suo zaino, quando si sentì tirare per un braccio: Jace non le aveva ancora lasciato la mano e Clary, inspiegabilmente, non voleva che lo facesse. I capelli lunghi e biondi del ragazzo svolazzarono da tutte le parti quando uscirono dalla mensa per arrivare alla biblioteca, attraversando il cortile e Clary sentì l'odore dolce dello shampoo che usava. Si sentì ridicola a pensare che persino il suo shampoo era perfetto. - Okay, ti ricordo che sono io quello nuovo. Per la Biblioteca? - chiese divertito Jace. Clary sussultò e si vergognò di essere stata sorpresa ad osservarlo, le guance che le si coloravano di un rosso accesso. Annuì e, passandosi nervosa la lingua fra le labbra, s'incamminò verso l'edificio vecchio e cadente infondo al cortile della scuola. Jace le strinse una mano e tutta la paura che in quel momento Clary provava, scomparì come il vento soffia via la nebbia. L'ingombrante cartello bianco, citava a lettere cubitali:”Biblioteca scolastica” e, quando Jace allungò un braccio per aprire il portone di legno massiccio, un odore di vecchio e di chiuso li investì. Facendo un lungo sospiro, i ragazzi entrarono nell'abitacolo e, dopo un minuto di smarrimento dovuto all'enorme quantità di libri presenti in quella stanza, si avvicinarono al bancone dove sedeva una signora anziana dall'aria gentile. - Buongiorno, cari. - li salutò, la bibliotecaria, sorridendo amabile. Clary le restituì un sorriso forzato e si chiese il perchè di tutta quella tensione sia da parte sua che da parte di Jace. Per un attimo si chiese se fosse il caso di mostrare il loro marchio alla signora, ma Jace risolse il suo problema parlando per primo. - Buongiorno. Il settore fantastico/sovrannaturale? - domandò, cercando di nascondere la tensione dalla sua voce. La bibliotecaria, che si chiamava Meredith, a quanto diceva il cartellino che portava sul maglioncino verde, indicò loro l'ultimo scaffale in fondo e augurò loro una buona lettura. Clary e Jace annuirono distrattamente e si incamminarono a passo svelto nel settore.

 

 

 

Passarono esattamente due ore, quanto Meredith li avvertì che la Biblioteca doveva chiudere. Clary alzò, afflitta, lo sguardo sull'orologio di plastica appeso sopra la porta d'ingresso e notò che erano le sette di sera. Era passato un sacco di tempo e non avevano scoperto quasi nulla. - Andiamo, dai. - le intimò Jace. Uscirono e per un attimo Clary avvertì una sensazione strana, come se quel posto non fosse il suo, come se non fosse nella città giusta; ma fu solo un momento, perchè poi Jace le prese la mano e s'incamminarono verso una meta ancora da scoprire. La ragazza non sapeva perchè Jace stava prendendo l'abitudine di prenderle la mano, non che le dispiacesse, però le sembrava strano: sapevano a mala pena i loro nomi, eppure si comportavano come se si conoscessero da anni. Tuttavia, a Clary piaceva il calore della mano di Jace, piaceva il modo in cui gliela stringeva; si sentiva protetta e serena ogni volta che le loro dita si intrecciavano. La stretta salda del ragazzo era come una rassicurazione, un:“io ci sono” non detto. - Io non credo a nessuna parola letta in quei libri. - disse Clary, scoraggiata. Alzò lo sguardo al cielo, che si stava tingendo di blu, e fissò quelle poche stelle che si iniziavano ad intravedere. - E perchè? Quadra quasi tutto. - disse Jace. La sua voce era tranquilla, come se avesse trovato una spiegazione o come se si fosse accertato che la loro situazione fosse già accaduta. Ma tutto ciò era impossibile, si ripeteva in continuazione Clary. Come poteva una stretta di mano causare tutto ciò? Perchè quando si erano stretti la mano era comparso quel marchio – che ormai credeva fosse un tatuaggio, visto che era indelebile – quando le loro dita si erano toccate? Perchè s'era creato una specie di legame invisibile fra loro due? Perchè avevano detto quelle parole, di cui non sapevano il significato, ad una statua in una stanza che non conoscevano e poi, erano tornati nella mensa scolastica come se nulla fosse successo? Troppe domande, nessuna risposta e a Clary iniziava a far male la testa. - Anni fa il Mondo Invisibile fu invaso da demoni, perciò un uomo creò gli Shadowhunters – cacciatori di demoni – mischiando il suo sangue con quello di un angelo, Raziel. - disse Jace, gesticolando. Sembrava convinto, ma agli occhi di Clary sembrava una di quelle favole che si raccontano ai bambini per farli addormentare. - Gli Shadowhunters sono ragazzi, uomini, donne, bambini, che sono dotati di un'agilità, forza, astuzia e intelligenza superiore alla media; sono i figli degli angeli, sono prediletti. - continuò il suo ragionamento il ragazzo; sembrava che fosse conteno di essere uno Shadowhunters. - Loro proteggono i mondani, la gente comune, da questi demoni, mostri il cui unico scopo è uccidere. Mi sembra se non logico, quanto meno accettabile come risposta a ciò che ci è successo. - Jace in qualche modo stava cercando di accettare la loro condizione perchè una cosa era certa: era successo e non si poteva tornare indietro. Sapevano tutti e due che era qualcosa di grosso, se non vitale, quindi perchè non mettersi da subito l'anima in pace? - L'unico problema è che non abbiamo trovato nessuna informazione riguardo i nostri tatuaggi – disse tristemente Jace, indicando il suo marchio. - Okay. - disse con calma Clary. - Mettiamo caso tutto ciò che stai dicendo sia vero, perchè proprio quando ci siamo stretti la mano sono comparsi quei marchi? E dove possiamo trovare altre persone come noi? E, soprattutto, perchè proprio noi? - ormai era sera, la luna piena era l'unica fonte di luce e aveva iniziato a fare molto freddo. Jace osservò gli occhi verde smeraldo di Clary e rimase a corto di parole. Non sapeva spiegarsi perchè tutto in quella ragazza lo attirava e non sapeva nemmeno spiegarsi il formicolio alle mani che sentiva ogni volta che la sfiorava. Era come se, da quando avevano quel tatuaggio all'avambraccio, fossero attratti l'uno all'altra da una forza a loro sconosciuta. Però Jace non si sentiva del tutto inspiegabilmente attratto da lei: quella ragazza lo incuriosiva davvero. Fin da subito, la sua chioma rossa l'aveva attratto; i suoi occhi verdi erano come calamite per lui; le sue labbra sottili e un po' carnose lo attiravano come se fossero miele. - Beh, potremo sempre gridare in mezzo alla piazza: “C'è qualche Shadowhunters che vuole fare amicizia?” E potremo estorcergli tutte le informazioni che vogliamo. - scherzò il ragazzo. Clary rise, gettando la testa all'indietro e per qualche secondo, Jace rimase a bocca aperta: se era stupenda quando sorrideva, quando rideva era una vera e propria visione.

 

                             




Ed eccomi qui con un altro capitolo! 
Come state, bellissime?

Innanzitutto vorrei ringraziarvi: siete m e r a v i g l i o s e. 

Ho ricevuto un sacco di complimenti e, wow, sono rimasta sconvolta HAHA siete fantastiche, fosse per me, scriverei solo per farvi felici; davvero.
Tornando alla storia: 
vi è piaciuto il capitolo? Da qui la storia inizia ufficialmente,
quindi pronti per i capitoli lunghi? HAHA Ho cercato di non renderlo noioso e di darvi alcune risposte anche se, come ho già detto rispondendovi nelle recensioni, le risposte si troveranno mano a mano che la storia andrà avanti; per il momento tutto è confuso. Sinceramente, io ne so quanto i personaggi HAHAHAHA
Shadowhunters, ditemi un po', non sono meravigliosi i Clace? Mmh? Io li amo, letteralmente hnkijh **

Okay, ho finito di annoiarvi HAHA se volete, questo è il mio twitter, così potete contattarmi anche qui c:
Al prossimo capitolo, buona lettura. C:

   
 
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