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Autore: Hubris    26/04/2013    0 recensioni
Ci si riduce a scrivere lettere che ovviamente tu non leggerai mai. Mezzo mondo, cazzo, tutto il mondo potrà leggere questa roba e tu no. Tu che meriteresti tutto l’amore che esiste, tutta la bellezza di questa natura.. dovresti essere felice sempre. Ogni secondo che passa.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Solo un'altra lettera.
 

Alcune volte ti guardo che sorridi. Non sorridi sempre, sei spesso distratto e continuamente di fretta. E’ una fretta incerta la tua, lo sappiamo entrambi. Mentre dimostri al mondo intero che non te ne frega di niente e nessuno. E invece ti domandi ogni cosa. 
Ma ho come l’impressione che tu non sappia nemmeno come sono fatta, che tu non conosca i lineamenti del mio viso o il colore dei miei occhi. Sarò una sottospecie di muro trasparente, cosicché non mi noti mai ma puntualmente ti scontri. Ed è uno di quei momenti dove penso che probabilmente sto sbagliando come sempre e dovrei ricominciare un’altra volta tutto daccapo, solo che realizzo immediatamente quanto in realtà io non abbia mai ricominciato. E il mio triste passato resta la mia fedele ombra. Nessun abbraccio sincero, nessun bacio che non sapesse di rimorso. 
Comunque sia, tu sei sempre lì. E faccio del male, faccio male a te tanto quanto faccio male a me stessa ogni dannato giorno che mi sveglio e nascondo le occhiaie con il correttore di mia madre che, tristemente, ha quarant’anni più di me. 
Che poi, non faccio altro che pensare che la mia vita sia sporca, malata, che io sia una povera anima in pena.. insignificante, ecco cosa sono. Insignificante per te e per tutta la vita che ti corre dietro. Sono un sentiero vuoto e buio, che chissà quante altre persone hanno già percorso. 
Il buio. Mi è sempre piaciuto il buio e l’ignoto. Perché non sapere cosa mi sta intorno, non conoscere, mette in moto la mia piccola voglia di luce, di fantasia, di meravigliarmi ancora. 
E d’altra parte ho bisogno di te nonostante ti conosca a memoria. Non ha senso. 
Cos’è, adesso mi chiedo anche il senso?
Forse è questo che ci rende così tristemente lontani. Io che ti conosco come se fossi una parte di me strappata senza un vero motivo e di cui io ne sento la mancanza costantemente, e te che non mi conosci affatto e mi saluti a mala pena. O al massimo mi spii mentre ti guardo ancora un po’. 
Così ogni giorno è una guerra. Ci sei e tutto è nero, dannato l’amore che acceca ogni cosa.
Non ci sei ed è tutto bianco e mi gira la testa. Nero e bianco. Nessuna sfumatura che mi faccia disinnamorare. O che mi faccia illudere. Perché io non sono in grado d’illudermi? Guardo indietro, avanti, a destra e a sinistra. 
No, non c’è. E non ci sarà mai. 
Magari è perché ti vedo così lontano e irraggiungibile che ti desidero così follemente. 
No. Io curerei tutto il dolore che ti tieni chiuso dentro, ci proverei almeno. Se solo potessi dirti quanto mi dispiace essere così e non poterti tenere anche solo per una notte tra le braccia. Tanto io faccio parte di quelle che terresti da parte casomai avessi qualche istinto primordiale da soddisfare, lo sanno tutti. E nessuno capisce mai che non riesco a lamentarmi, non riesco ad ammettere o anche semplicemente a capire che in realtà mi stanno trattando male, perché nessuno mi ha mai trattata bene e alla fin fine, non ho proprio termini di paragone. Vedi cosa succede a parlare d’amore? Che ti auto commiseri. Che schifo. 
Ci si riduce a scrivere lettere che ovviamente tu non leggerai mai. Mezzo mondo, cazzo, tutto il mondo potrà leggere questa roba e tu no. Tu che meriteresti tutto l’amore che esiste, tutta la bellezza di questa natura.. dovresti essere felice sempre. Ogni secondo che passa. 
Stavo pensando che mi sento troppo ridicola a scrivere queste cose. Eppure mi serve per andare avanti, così leggo, rileggo tutto ciò che in preda a dolori disarmanti avevo scritto e mi sento male, ma non così male. E’ quel tipo di male che la sera scacci via bevendo un sorso in più. Così oltre ad aver perso la testa per te, rischio anche di perdere il fegato. Però io mi ubriacherei di tutto questo amore per vomitarlo una volta per tutte. Così, vuota ed assente, fredda nei confronti di tutti, potrei benissimo condurre una vita socialmente accettabile, francamente, inutile come tante altre. 
Ma poi mi riaffiora il tuo sorriso, proprio davanti ai miei occhi. E allora penso che è come un dovere continuare a morire tutte le notti per tutta la vita, e oltre, solo per tenerti stretto tra i miei pensieri.

   
 
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