PROLOGO

MILANO - GRAND HOTEL MILAN
26 GENNAIO 1901

Come era possibile? Come era possibile tutto questo?
Perchè non si svegliava?
Perchè non apriva gli occhi?
Perchè non parlava? Perchè?
Perchè si divertiva a tormentarla in questo modo? Forse non sapeva dei sentimenti che ormai da decenni alimentavano la sua vita? Impossibile. Ne era a conoscenza da anni,allora perchè non apriva gli occhi? Si divertiva per caso a vederla piangere giorno e notte? Ci provava gusto? Evidentemente si.
Del resto si è sempre divertito quando la vedeva in difficoltà, quante le risa che quei momenti suscistavano sulle sue labbra ora spente e prive di luce.
Erano giorni che Elisabetta non usciva da quella stanza.
Sperava di vedere ancora una volta la luce nei suoi occhi.
Sperava di vedere ancora la luce sul volto dell'uomo che aveva amato più della sua vita.
Sperava.. L'unica cosa che ancora la teneva in vita e alla quale si era aggrappata con denti e unghie. Non sarebbe andata avanti senza di lui. Erano anni che Elisabetta viveva in sibiosi con l'uomo che amava e che adorava ; perderlo avrebbe significato morire prima nell'anima e poi spegnersi definitivamente nel fisico.
Sapeva che lui non avrebbe voluto questo, ma cosa poteva fare? Vivere senza di lui?
Nemmeno a pensarci!
Rifarsi una vita senza di lui? Piuttosto la morte!
Per anni la sua vita è stata scandita dalla sua voce e dalle sue carezze, continuare a vivere senza di lui sarebbe stato uguale a morire

Svegliati.. Ti prego , Verdi. Devi svegliarti... Sai che non posso vivere senza di te.
Devi svegliarti.. Devi .. Io non posso vivere senza di te...

Da giorni che Elisabetta ripeteva sempre le stesse parole emulando un disco rotto, ma cosa poteva fare? Prendere una carabina e puntarsela al cuore? Molto più semplice che agonizzare accato a lui.. Ma se c'è una cosa che Verdi le ha insegnato è di non scappare davanti alla realtà, per quanto ostica essa ci si presenti davanti agli occhi.
Ma la realtà si era fatta insopportabile. Troppo pesante per una donna che aveva come consolazione l'amore. Ma adesso anche l'amore stava svanendo assieme all'uomo che aveva amato anche di più della sua stessa esistenza.
Chiuse gli occhi adagiando il capo sul suo petto. Percepiva i battiti del suo cuore lenti e deboli : si stava spegnendo .. Lo sapeva , ma non poteva accettare questa realtà.
Non poteva accettarla! Non avrebbe mai potuto accettarla. Nè ora nè mai.
Lentamente gli occhi si riempirono nuovamente di lacrime amare che scesero rapidamente sulle sue gote fino a scivolare sul petto dell'uomo.
Non poteva lasciarla da sola.
L'avrebbe seguito.. Dapertutto se questo avrebbe potuto lenire il dolore soffocante che da una settimana l'attanagliava.
Da Via Manzoni nemmeno un rumore , la gente aspettava la ripresa del Genio, ma quando si sarebbe ripreso? Forse mai.
Elisabetta prese la sua mano destra e dolcemente inizò a baciare il dorso sperando che il calore del suo amore potesse diffondersi , tramite quei baci, nel corpo dell'uomo morente.
Non l'avrebbe mai lasciato. Mai.
Improvvisamente la pendola della camera dell'Hotel Milan scandì la mezzanotte del 27 gennaio...

Apri gli occhi, Giuseppe.. Apri quei maledetti occhi! Aprili...