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Autore: fann1kaoriyuki    14/11/2007    11 recensioni
Era successo… Qualsiasi cosa fosse, era successo.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era successo…

Qualsiasi cosa fosse, era successo.

Già da qualche giorno, aveva notato di come lui si comportasse in modo incomprensibile ed insolito: non parlava con i suoi due amici di sempre, era particolarmente disattento alle lezioni, si limitava a guardarlo e snobbarlo quando lo punzecchiava come suo solito. E in più, come se ciò non bastasse, lo aveva visto aggirarsi di notte per il castello, senza l’ausilio del suo fidato mantello occultante…

Non lo aveva denunciato solo perché lo aveva visto talmente “strano”in quei giorni, ma soprattutto perché, anche se non riusciva a spiegarsene il motivo, sentiva che non era il caso di torturarlo come sempre.

E poi... era successo!

 

Quella mattina, Piton lo aveva sgridato nuovamente sotto gli occhi dell’intera classe, per una volta avendo perfino una ragione plausibile, dato che lo aveva colto totalmente immerso nei meandri della sua mente.

E lui… lo aveva fatto.

Aveva ascoltato pazientemente tutta la ramanzina, le risate di scherno delle Serpi e qualche tiepido incoraggiamento dai suoi compagni. Poi, una volta finita la paternale e tornati alla normalità, lui si era alzato ed era andato via.

Via…

Non era fuggito, no. Lo aveva fatto restando impassibile, come sotto l’influsso di un’insolita calma, anche quando erano riprese le urla del Prof che gli ordinava di tornare a sedersi.

Se n’era andato, così, senza spiegazioni.

E alle parole del Professore - Toglierò alla tua Casa tanti di quei punti che nemmeno immagini, se non torni… - lui aveva replicato solamente - Non può, lascio la scuola. Addio Professore. -

Ed ora in classe lui non c’era più.

 

Draco Malfoy guardò a lungo il posto lasciato vuoto, come in trance, mentre una sensazione di vuoto, non solo esterno ma anche interno, iniziava a lacerarlo improvvisamente.

E perciò, senza sapere nemmeno il perché, lo aveva fatto anche lui: era uscito!

Inconsapevole delle urla del Prof, degli sguardi allibiti dei compagni e della sua inquietudine.

Lo aveva seguito, semplicemente. Si era fiondato fuori, in un inspiegabile impulso di raggiungerlo e… capire.

Sì, “capire” fino in fondo cosa lo avesse spinto a tanto e perché, negli occhi dei suoi due amici di sempre aveva scorto una rassegnata consapevolezza, segno che il moro ponderasse quella decisione da tempo…

Draco voleva comprendere perché Harry Potter avesse deciso di rovinare quel maniacale equilibrio interiore che si era creato tra loro.

Voleva afferrare il motivo per il quale avesse maturato quella decisione, per nulla improvvisa a dispetto di quello che pensavano gli altri.

Voleva scoprire perché, la semplice dipartita dell’unica persona in grado di oscurarlo a scuola, lo lacerasse nell’animo come un acuto dolore…

 

Perciò gli era corso dietro nel panico e nell’urgenza di parlargli.

Parlare come non avevano mai fatto.

Parlare di sentimenti, di tormenti, di sensazioni, di emozioni nascoste ma sentite, dolorose…

 

E lui era lì, non molto lontano. Camminava con passo lento, quasi stanco.

Le mani a riposo nelle tasche, il capo chino, ma non in segno di disfatta semmai di un disperato bisogno di isolamento.

- Potter!! - Un grido improvviso che riecheggiò nel corridoio.

Lui si girò piano, incuriosito da quel richiamo.

Gli occhi verdi si puntarono presto su di lui e lo guardarono. Fissi come non mai, per nulla colmi di risentimento, semmai solo incuriositi.

Il fiato era corto, Draco aveva corso per raggiungerlo.

- Dove credi di andare?! - ansimò inghiottendo a vuoto, mentre cercava di recuperare il suo contegno facendo lunghi sospiri.

Harry lo guardo con intensità, quindi rispose solamente - Via. -

- Via?! -

- Via. -

La domanda più ovvia giunse poco dopo. - Perché? - chiese infatti.

- Non vedo il motivo per cui dovrei dirlo proprio a te. - replicò pratico il moro, alzando le spalle.

Già… quale ragione avrebbe mai potuto spingerlo a parlare con Malfoy, per la prima volta, in sette lunghi anni.

- Perché? - però si ritrovò a ripetere il biondo, davvero desidero di risposta. Nuovamente fu trafitto da quegli occhi verdi che lo guardavano.

Quegli occhi profondi e tristi lo scrutavano, provocandogli un dolore al petto sconosciuto.

In quell’istante, Draco prese a chiedersi quando quello sguardo era diventato così bello, e perché non se ne fosse mai accorto prima.

Belli, era quello l’aggettivo usato e, a tutti gli effetti, era la verità.

Nel frattempo, il verde continuò a rispecchiarsi ancora nel grigio, nel loro primo e vero confronto. Si accorse improvvisamente che Harry era… cambiato.

Sembrava…

- Sono stanco. - esordì l’interpellato, abbassando gli occhi in un segno di remissiva sconfitta. - Non ti sei mai sentito… stanco? - chiese di rimando quindi a Malfoy, che di quelle parole comprese il vero significato.

Il biondo fece qualche passo verso di lui - Sì. - rispose - E allora?! Tutti prima o poi lo sono, ma non scappano come fai tu! - lo riproverò aspro.

- Non sto scappando, Malfoy. - replicò solo Harry.

- E allora cosa stai facendo? -

- Cerco - rispose in un sussurro il moro, rialzando gli occhi.

- Cosa cerchi? - chiese perciò il biondo, esterrefatto.

Era una conversazione davvero strana. Inoltre, si sentiva come se non avrebbe mai più avuto l’occasione di vedere Harry Potter. Ed era una sensazione davvero… brutta.

- Non lo so… so che quello che cerco non è qui. -

- E dov’è? -

Le domande venivano fuori come un torrente in piena al biondo, che si ritrovava a porle con fretta ed una parvenza irrazionale di terrore.

Doveva fare qualcosa.

Sentiva di dover fare qualcosa, ma cosa?

Parlare con lui sarebbe bastato?

Ma a cosa doveva bastare poi? A farlo restare? A non farlo sentire stanco? A non farlo andare via…

Da scuola? Dal mondo magico? Da quel corridoio, lì… con lui?

- Se lo sapessi non lo cercherei, ti pare? - disse ancora.

Draco si ritrovò a fare qualche altro passo ancora, quasi senza rendersene conto.

Sentiva di doversi avvicinare, ma per cosa? Non lo sapeva.

- Perché ti interessa tanto? - fece quindi Harry.

Gli occhi grigi si abbassarono in segno di resa - Perché non voglio che vai via. -

Rispose sincero e leggermente imbarazzato l’altro.

Harry aggrottò le ciglia - Come?! -

- Non andare via! - ordinò con rabbia. - Non ti azzardare a farlo! -

- Perché? -

Silenzio.

- La tua insana rivalità nei miei confronti è insensata e snervante, ed è arrivata ormai a limiti insostenibili. - riprese Harry, con un inedito fastidio - Se vuoi solo un lenitivo per la tua cronica incapacità, cambia obiettivo. Mi sono fortemente rotto le scatole di farti da traguardo. - Pian piano il moro si alterava sempre un po’ di più, come se si tenesse dentro quelle cose da così tanto tempo da non potersi trattenere ulteriormente. - A me che tu vinca o perda non me ne può fregare di meno! Finiscila di piangerti addosso perché non sei il migliore, smettila di prendertela con me per la tua stupida sfida senza futuro! - si fermò - Io sono stanco… - ribadì in un ruggito - Cresci Malfoy! -

A quelle parole, il moro si era girato e aveva ripreso a camminare, mentre un bimbo viziato e capriccioso amalgamava quelle parole, sincere come mai nessuno gliele aveva dette prima, e cercava di zittire il dolore.

Ogni remora o replica gli morì tuttavia in gola quando riprese ad osservare la schiena del moro allontanarsi con più velocità.

E Draco alzò la mano come a volerlo afferrare, difatti strinse le dita, ma catturò solo aria.

Respirò profondamente, mentre una lacrima silenziosa scendeva lungo il volto quando finalmente comprese il suo reale desiderio: possederlo.

Averlo tra le mani, costringerlo a stare con lui per sempre, obbligarlo a puntare quegli occhi verdi solo su di lui, Draco Malfoy… un viziato ed egocentrico ragazzo che finora lo aveva solo… infastidito.

Una mosca per lui, null’altro.

Le lacrime, intanto, continuarono a rigargli il viso mentre contemplava la propria mano dai contorni ormai sfumati.

Dopo tanti anni non gli era rimasto altro che aria tra le dita…

Cosa avrebbe invece voluto avere? La risposta era semplice: Harry Potter.

- Non andare. - si ritrovò quindi a singhiozzare nel panico, iniziando a corrergli dietro - Non farlo! Non andare! - gli afferrò il braccio, costringendolo a girarsi.

- Lasciami Malfoy! - protestò il moro - Ma che diavolo vuoi?! -

- Voglio te!! - gridò con rabbia - Voglio te… qui!! - gli urlò senza riuscire a guardarlo negli occhi - Con me… - sibilò in un sussurro poco dopo.

Harry alzò gli occhi al cielo. Esausto ancor di più - Ti prego Malfoy, fallo anche per la tua sanità mentale… - sbuffò - Non crescerai mai se resterai incollato alla mia immagine. -

Ma le parole morirono in gola al ragazzo, quando avverti il palmo della mano riempirsi e le dita del biondo intrecciarsi alle sue. Gli aveva preso la mano con una delicatezza inconsueta. Guardò l’unione, poi alzò gli occhi incrociando quelli grigi della nemesi.

Erano rossi di pianto…

Eppure… erano belli.

C’era un’insolita richiesta di aiuto in quegli occhi. Un aiuto che non avrebbe potuto mai dargli fuggendo.

- Non andare… - disse ancora con voce roca.

Il moro restò interdetto e sorpreso, non sembrava più un capriccio, ma un vero e proprio… bisogno.

Gli veniva quasi da sorridere per quell’assurda situazione.

- Perché mi vuoi qui, Malfoy? -

Gli occhi traballarono sotto il peso di una domanda che portava senza possibilità di sbagliarsi ad un’unica risposta, troppo complicata e profonda per venire tuttavia alla luce in quel momento.

Harry, nel frattempo, si crogiolò muovendo un po’ le dita e riuscendo ad avvertire esclusivamente la stretta intensificarsi.

Era stranamente rassicurante quel contatto. La mano di Draco era… morbida e calda.

Si ritrovò improvvisamente ad arrossire ed il suo cuore accelerò i battiti. Era strano…

Perché quel tocco riusciva a suscitare in lui un sentimento tale? Perché trovava che tenere per mano il biondo, toccarlo in un modo tanto intimo, fosse così… confortante?

E poi i suoi occhi, erano…

- Se resto… - iniziò a bofonchiare, incredulo delle sue stesse paure. - Cosa mi dai in cambio? -

- In cambio? - gli fece eco Draco.

- Tu dici che devo restare qui perché ci sei tu. - esordì - Allora donami te stesso. - chiese serio il moro, guardandolo fisso negli occhi.

Draco lo scrutò per un tempo che sembrò interminabile. Quindi abbassò gli occhi e gli accarezzò con il pollice la mano.

Harry si ritrovò improvvisamente a sorridere, ancora stanco, ma avvertendo un dolce tepore irradiarsi dentro di sé…

- Quanti punti avrò perso? -

- Tanti. -

- Mi uccideranno… -

- Quella è la mia prerogativa. -

Restarono ancora in silenzio.

- Cercherai ancora…? - chiese timoroso il biondo senza guardarlo negli occhi.

- Sì. - rispose l’altro. - Ma… -

Draco alzò gli occhi a quella parola e si perse in quelli verdi.

- Ma qualsiasi cosa sia, adesso so che la troverei nei tuoi occhi. Quindi… - si sentì nuovamente arrossire - Quindi cercherò ogni attimo i tuoi occhi… tienili solo su di me. -

Draco sorrise radioso.

- E tu non lasciare mai andare la mia mano. -

 

 

Note:

Questa storia mi è uscita così…senza motivo! Spero vi piaccia! XD

Scusate il ritardo nelle mi fic è che ho un po’ di casino e con l’inizio dell’accademia confusionaria non mi ci raccapezzo più. Pertanto..pazientate! Leggete e commentate su su! ^_-

Un saluto alla mia dolcissima Alicetta(alicesimone) che manco è tornata da Lucca e s’è dovuta subire le mie follie cartacee/digitali! (e una conversazione non convenzionale tra me e Saso)

 

   
 
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