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Autore: babygirlLucy    14/11/2007    8 recensioni
Tom Kaulitz è sempre lo stesso donnaiolo. Chloe è sempre una delle tante. Ma lei non si lascia buttare via... questa volta le ragazze avranno una rivincita. Basata su "Thanks for the memories" dei Fall Out Boy. Commentate!
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza si sedette alla sua scrivania e accese il computer

Salveee! Mi è venuta quest’idea improvvisa, così mi sono messa a scrivere… eheh!

Spero che vi piaccia… è una one-shot, ma a dire il vero ero presa dal dubbio di continuarla…

Riguarda Tom e una ragazza… una delle tante, che però ha lasciato qualcosa dietro di sé…

Commentate!

Baci, Lucy!

 

P.s.: ovviamente è dedicata alla mia socia che mi ha dato il coraggio di scriverla e postarla… e a tutte le lettrici di “A vampire story”… raga, questa è per voi! Vi voglio bene!

P.p.s.: il mio indirizzo msn, per chi lo vuole per scambiare quattro chiacchiere, è sempre Majandra91@hotmail.it

 

 

 

La ragazza si sedette alla sua scrivania e accese il computer. Sbadigliò lentamente, come se non avesse voglia di essere lì in quel momento.

Guardò l’ora sul display del suo portatile. Le 24.07.

Accidenti, è tardissimo…

Sobbalzò quando il computer emise il tipico suono dell’accensione. Si mise una mano tra i lunghi capelli castani, come per imporsi la calma e aprì la sua posta elettronica.

Nessun messaggio.

Quanto possono ferire due parole? Tanto, soprattutto se sono ripetute sempre… sempre le stesse.

Al cellulare. Nessun messaggio.

Sul telefono fisso. Nessun messaggio.

Nella posta elettronica. Nessun messaggio.

Nella cassetta della posta. Nessun messaggio.

 

Per quanto potesse sembrare stupido, le sembrava quasi sadico da parte della segreteria telefonica, ripetere tutte le volte che non c’erano nuovi messaggi.

Eppure gli aveva chiesto di farsi sentire.

Eppure lui le aveva sorriso e promesso che lo avrebbe fatto, prima di cancellare tutto con un bacio.

Eppure lei sapeva che lui mentiva.

 

Eppure si era fidata lo stesso.

Ecco cosa la rendeva triste. Il fatto di aver saputo fin dall’inizio cosa sarebbe successo la mattina dopo. Ma in quegli istanti la sua mente e la sua razionalità avevano deciso di fare un viaggio di sola andata per l’Isola Che Non C’è… lasciando solo il suo cuore a governare quella barca in mezzo alla tempesta. Già… la sua proverbiale freddezza l’aveva abbandonata proprio nel momento in cui lei ne aveva più bisogno. Nel momento in cui lei non avrebbe dovuto lasciarsi andare.

Sentiva che se non avesse fatto qualcosa sarebbe andata a finire come tutte le altre notti… in cui piangeva e piangeva, finchè il sonno non prendeva il sopravvento, risparmiandole la tortura per qualche ora almeno. E lei ringraziava il sonno.

Ma questa volta… questa volta… no, questa volta sarebbe andata diversamente.

In fondo lei aveva la sua mail no? Le lacrime cominciarono a scendere.

Questa notte sarebbe stata lei a giocare con lui. Le lacrime continuavano a cadere.

Cominciò a scrivere velocemente, con le lacrime che le rigavano il bel volto senza che lei se ne accorgesse minimamente. O forse non se ne curava.

 

Caro Tom,

ti chiederai perché ti ho scritto. Come stai? Pensi che ti dirò che sto male come le altre? No… non ti darò questa soddisfazione… sono stata malissimo, ma adesso basta.

Ti dirò, Tom, adesso sto quasi bene sai?

Non credo che tu abbia capito bene cosa vuol dire essere trattati come tu tratti le ragazze… e ti auguro che non ti succeda mai. Non so perché ti sto scrivendo… forse solo per farti sapere che questa volta non siamo giocattoli sessuali senz’anima, noi ragazze.

Siamo innamorate di te e tu giochi con i nostri sentimenti.

Ma in fondo è colpa nostra… quando noi diciamo di amarti, tu non rispondi che anche per te è lo stesso… anzi, non rispondi affatto. Non so se lo fai per risparmiarci una brutta verità o per portarci a letto in qualsiasi caso… ma mi piace pensare che sia la prima.

Mi piace pensare che tu abbia un minimo di umanità, sotto quei vestiti troppo larghi e quello sguardo troppo sexy.

Sarebbe troppo triste pensare che ci ritieni davvero dei semplici giocattoli… da sostituire ogni volta con una versione più recente.

Ti auguro di non innamorarti mai di una persona che non ricambia i tuoi stessi sentimenti.

Ti auguro di trovare una persona che ti insegni cos’è l’amore.

Non sai quante volte ho sognato di essere io quella persona… ma evidentemente non era destino. Mi illudevo e basta. Ma quella notte con te è stata la migliore della mia vita, sai?

Preferisco pensare che tu abbia davvero un cuore, Tom. In fondo ne sono convinta.

Continua a cercare quella persona speciale che ti cambierà… senza la quale avrai l’impressione di non riuscire a respirare. Avrei voluto tanto essere io. Ma non doveva andare così.

Allora mi rimane solo un’ultima cosa da dirti: grazie.

Grazie per quella notte indimenticabile.

Grazie per i ricordi che conserverò tutta la vita.

Chloe

 

 

In una camera d’albergo lontana chilometri, un giovane ragazzo con i rasta leggeva una mail arrivata da poco. Lesse il nome della ragazza che gliel’aveva mandata, anche se non ce n’era bisogno… come se leggere il suo nome avesse potuto farle ricordare il suo volto.

Non ricordava nulla di lei. Tranne una cosa.

Era diversa dalle altre. Era stata la prima ad andarsene, la mattina dopo, sapendo già cosa sarebbe accaduto. Un’uscita di scena dignitosa, in fondo.

Il ragazzo con i rasta rilesse l’ultima riga.

Grazie per i ricordi.

Una lacrima solcò il suo viso, mentre a molti chilometri di distanza, una ragazza di nome Chloe andava a letto sorridente, per la prima volta dopo tanto tempo.

  
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