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Autore: ManuBlackVIP    26/04/2013    5 recensioni
"Penserete che io sia uno strano ragazzo, per giunta cinico e bastardo.
Ok, potrebbe anche essere vero che io sia uno stronzo, lo ammetto.
Ma sono Oh Sehun, dopotutto. Sono fatto così.
Non è colpa mia se il 99% del mondo mi urta profondamente e tutto quello che esce dalla bocca delle altre persone sembra detto a posta per irritarmi a morte"
La storia di Oh Sehun e del suo tentativo di sfuggire alla noia... tentativo che lo condurrà a Luhan.
*ovviamente si tratta di una HUNHAN con qualche altro pairing secondario^^*
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell’autrice.
Salve a tutti! Ecco un nuovo progetto fresco fresco. Oddio che sto facendo
Spero sia di vostro gradimento!  Ho già TRE fanfic in corso da secoli e ne inizio una quarta. Tipico da me, iniziare mille cosee lasciarle in sospeso.  8D
Oddio se mi beccano le lettrici delle altre fanfic mi AMMAZZANO :’’D help
Preciso che non ho affatto abbandonato le altre fanfic..ma volevo sperimentare qualcosa di nuovo e non potevo aspettare. (E’ il mio primo esperimento con una long con la narrazione in prima persona, spero di non fare casini.)
Il punto è che di recente ho una connessione SCHIFOSA e tutto quello che ho potuto fare è stato leggere fanfic..ne ho lette una marea, mi sono drogata di ff, specie,sulla Eunhae e la Kyumin *le mie OTP preferite in assoluto, ci muoio dietro, sono una tossica XD*, ma poi … dannazione, mi sono imbattuta in un’angst TRISTISSIMA (mi hanno fatto morire il bias e ho maledetto l’autrice come non mai, mollando tutto. XD)
E ho sentito la necessità di scrivere qualcosa di leggero e allegro. uu
Così è nato questo nuovo progetto.°^°
 *non chiedetemi quando aggiornerò non ne ho davvero idea XD*
Ciauuu <3*



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Con la coda dell’occhio, notai un rapido movimento alla mia sinistra.
Mi bloccai, osservando colui che aveva osato sbarrarmi la strada.
Alzai un sopracciglio, squadrandolo.
Ne aveva di fegato, dovevo ammetterlo. Stare così, a pochi metri di distanza da me, sul marciapiede, e fissarmi intensamente, con quegli occhi verdi e arroganti.
Contraccambiai lo sguardo, con aria di sfida.

Hai davvero le palle a incrociarmi di primo mattino, specie quando sono di pessimo umore. E sottolineo pessimo.

Già quella giornata sembrava proprio iniziata nel modo sbagliato. Questo incontro ne era un ulteriore conferma.
Ero vagamente consapevole del fatto di essere in ritardo per le lezioni, ma non m’importava.
Ero impegnato: decisi che non avrei perso questa battaglia psicologica.
Non avrei di certo abbassato lo sguardo per primo.

Giammai! Tzk. Con chi ti credi di avere a che fare, uh?

Il mio avversario sembrò avere un attimo di esitazione e si grattò la testa.
Intensificai lo sguardo e sollevai leggermente il mento.
Alla fine fu lui a cedere per primo. OVVIAMENTE.
Distolse lo sguardo, ma non per resa, come avevo sperato. Con noncuranza, mi diede le spalle, ignorandomi.

-WTF?-

Ignorato? IO? No way!
Ero decisamente allibito.
Piccolo insolente, come osi?    Stava accennando ad andarsene!

-Ehi!- lo chiamai.

Quello si girò, lanciandomi un’occhiata infastidita, più che perplessa.

-Sai, non sei male- commentai. Non mentivo: la sua bellezza era indiscutibile. Anche se lontana anni luce dalla mia perfezione, naturalmente.

-Potresti piacermi- continuai, inginocchiandomi, per comunicare al suo livello.

Allungai il braccio e lo chiamai con convinzione, cercando di attirarlo a me.
Il felino mi squadrò con sospetto e annusò l’aria, come se temesse una trappola o non credesse alle mie parole.

Tzk! Per chi mi ha preso?!

Mi protesi verso di lui e lentamente poggiai la mano sulla sua testolina fulva.
Come pensavo, la consistenza del suo pelo folto e lungo era di una morbidezza unica.
Il gatto sembrò accogliere con piacere le attenzioni che gli stavo concedendo.

-E’ un onore per te- gli spiegai, sentendomi in dovere di sottolinearglielo.

Era il primo a ricevere i miei speciali grattini, dopotutto.
Prima che avessi la soddisfazione di sentirgli fare le fusa, il micio d’un tratto si ritrasse e mi colpì velocemente il dorso della mano con la zampa, senza usare gli artigli.
Sembrava che mi stesse dicendo “Ehi bello, è abbastanza. Non allargarti troppo”.
Poi mi lanciò un’ultima occhiata, prima di darmi le spalle e allontanarsi.
Lo vidi zampettare, fiero e a coda alta, come a volermi mostrare il didietro di proposito.

-Piccolo bastardo..- mormorai.

Eppure sul mio volto si dipinse un sogghigno divertito.
In fondo quella palla di pelo arancione mi piaceva davvero.
Forse perché era dannatamente simile a me.


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Ovviamente arrivai in ritardo a lezione.
Scrollai le spalle, quando l’insegnante me lo fece notare.
Mi limitai a scivolare al mio posto, senza dire una parola e degnare di una sola occhiata i miei compagni.
Solo allora realizzai che si trattava della lezione di storia.
Dio che noia. Prima ancora che avessi effettivamente il tempo di annoiarmi, aprii lo zaino e ne tirai fuori il mio blocco da disegno, iniziando a scarabocchiare qualcosa come al solito.
Era un ottimo modo per estraniarmi e sopravvivere alla monotonia della quotidiana vita scolastica.
Ero immerso nei miei pensieri d’alto livello, quando sentii qualcosa colpirmi il piede.
Decisamente seccato, abbassai lo sguardo e vidi una penna vicina al mio piede.
Ispezionai attentamente la scarpa, assicurandomi che non fosse pasticciata.
Sembrava tutto apposto.
Alzai la testa e incontrai lo sguardo colpevole del mio vicino di banco.
Lo fulminai e lui chinò leggermente la testa, come a scusarsi.
Decisi di ignorarlo e ripresi la mia opera d’arte.
EPPURE SENTIVO ANCORA IL SUO SGUARDO FISSO SU DI ME.
Lo incenerii nuovamente con lo sguardo.

Che cazzo vuole?? Oh..aspetta.  Non ditemi che quello stolto pensa davvero che IO mi ABBASSI a raccogliere la SUA fottuta penna??

Povero illuso.
Feci per ignorarlo una seconda volta, quando mi fece un cenno con la testa e mimò un gesto con il piede, come a suggerirmi di avvicinargliela con un calcio.

O cielo. Esistono veramente persone così ingenue? Così idiote? Così SFACCIATE?

Per poco non mi aveva sporcato le mie costose scarpe con la sua imbranataggine!
E poi, chi diamine era quello sfigato? Era davvero un mio compagno di classe?
Mai visto prima.
Comunque..non avrebbe davvero dovuto interrompermi.
Con un movimento veloce, calciai lontano la penna. Lontano da me.  Ma soprattutto ontano da LUI.
Sogghignai segretamente, davanti alla faccia allibita di quello sfigato, che a sua volta guardava la sua penna, finita sotto la cattedra del professore.
Con la coda dell’occhio lo vidi tingersi di rosso, per la rabbia e l’umiliazione.
Ehi, che si aspettava?
Dopotutto, io sono Oh Sehun.



                                                  ***********************************



Fermi un attimo. A questo punto penserete che io fossi uno strano ragazzo, per giunta cinico e bastardo.
Ok, potrebbe anche essere vero che fossi uno stronzo, lo ammetto.
Ma sono Oh Sehun, dopotutto. Sono fatto così.
Non è colpa mia se il 99% del mondo mi urta profondamente e tutto quello che esce dalla bocca delle altre persone sembra detto a posta per irritarmi a morte.

Se poi pensate che io fossi strano solo perché parlo con i gatti..beh, ancora non conoscete i miei autoproclamati migliori (e ammetto unici) amici.
Tutti mi dicono che sono strano. Ma io sono convinto di essere abbastanza normale rispetto a quei due.
Ed ecco che, come al solito, si materializzarono davanti a me, mentre mi dirigevo in tutta tranquillità in mensa.  Nemmeno li salutai e continuai a camminare. Loro fecero altrettanto, limitandosi a vomitarmi addosso valanghe di discorsi inutili, che comprendevano anche i lunghi e noiosi resoconti della loro mattinata scolastica.
Come se m’importasse qualcosa.
Io non li incoraggio mai, ma loro continuano a parlare, senza che nessuno li avesse interpellati. Erano il genere di persona  che imponeva la loro presenza. Specialmente il maggiore e il più alto dei due.
E soprattutto, quello più disagiato.
Io sono una persona che raramente sorrideva, ma quel ragazzo sorrideva abbastanza per tutti e due.
Non lo avevo mai visto triste.
Aveva una personalità singolare..a dire la verità ancora sospetto non fosse del tutto normale, mentalmente parlando.

-Ti dico che mi stava mangiando con gli occhi!!- ripeté con il suo solito tono di voce, sempre un po’ troppo alto.

Oh, no. Non ancora.

-Mmm..si immagino- commentò Tao, con tono decisamente ironico.

Se pensate che io fossi stronzo … beh sappiate che sono un angelo vicino a Huang Zitao.
Fastidioso e bastardo, ecco come lo descriverei.
Io almeno avevo la decenza di stare in dignitoso silenzio. Lui, invece, si divertiva a commentare ogni singola cosa e a provocare il prossimo.
Ma con Chanyeol non funzionava.
Chanyeol nemmeno si accorgeva del sarcasmo dietro i suoi commenti. Era troppo buono. O troppo ingenuo.

-E come mai non sa ancora nemmeno il tuo nome?- continuò Tao, esortandolo a proseguire.

No, ti prego. Non dargli corda…

Si dava il caso che Chanyeol si fosse recentemente invaghito di un cameriere che lavorava in un bar nel centro. A quanto pare, passava tutte le sue sere al bar solo per vederlo.
Questo è tutto quello che avevo memorizzato dopo ore di monologhi di Chanyeol.
I vantaggi di avere una memoria selettiva, suppongo.
Sinceramente non mi interessava sapere TUTTO.
Chanyeol tendeva a scendere fin TROPPO nei dettagli.
Diciamo, che ero solamente leggermente curioso di vedere con i miei occhi che razza di persona potesse aver attirato l’attenzione di un folle come il mio hyung.
Quel Byun Baekhyun era un ragazzo normale?

Mmm..sicuramente avrà qualche criceto nel cervello pure lui, altrimenti questo interesse non si spiega

-Ma non c’è bisogno che mi presenti!! Lui mi conosce già, ha totalmente perso la testa per me!-

Per me sei tu quello che ha perso il cervello da tempo.

-Come fa a conoscerti se non ti sei mai presentato??- gli chiese Tao –secondo me non è nemmeno gay!- continuò, giusto per provocare il maggiore.

E così Tao lo ha già incontrato..

-Il mio gay radar non sbaglia mai!!- esclamò Chanyeol.


Mi affrettai ad entrare in mensa, distanziandoli.  Non avevo alcuna intenzione di essere associato a loro e ai loro deliri.
Anche perché secondo il  fantomatico gay radar di Chanyeol, anche io sarei stato gay.
Non che non lo fossi..non lo sapevo nemmeno io.
Nemmeno sapevo cosa si provasse ad essere innamorati di qualcuno.
Non avevo mai trovato nessuno. Non esisteva qualcuno al mondo che fosse un minimo interessante ai miei occhi, né maschi né femmine.
E io nemmeno lo cercavo.
Evitavo ogni seccatura e l’amore era una di quelle.
Stavo bene come stavo … più o meno.
Cercavo semplicemente qualcosa per scacciare via la noia.
Comunque.  Quel che mettevo in discussione del suddetto “gay radar” e che non fosse un qualche tipo di sesto senso.  MAGARI. In quel caso lo avrei capito.
No, il “gay radar” era – o meglio, voleva essere, un radar vero e proprio. Un sospettissimo apparecchio elettronico costruito da Chanyeol stesso, secondo me sotto l’influenza di Dragon Ball e del radar di Bulma per cercare le sfere del drago.
Ricordo che il giorno in cui Chanyeol si presentò davanti a me, puntandomi pericolosamente addosso quell’aggeggio.  E di come quel coso si fosse illuminato, prova inconfutabile –secondo Chanyeol- che io fossi gay. E prova inconfutabile –secondo me- che lui avesse problemi seri.

Presi un vassoio e mi misi in fila, iniziando a lanciare occhiate al bancone per sapere in anticipo di che morte sarei dovuto morire quel giorno.
Quanto mi ripugnava il cibo della mensa! Secondo me era radioattivo.
Più di una volta ero tornato a casa con una sospetta intossicazione alimentare.
Come se non bastasse, le mie intolleranze a latte e frutti di mare peggioravano la situazione.
Sospirai sconfortato. Anche quel giorno il solito schifo.
Optai per riso in bianco – col cavolo che mi facevo mettere quel condimento sospetto!- e una semplice insalata.  
Io e l’ajumma che serviva al bancone ci scambiammo l’ennesimo sguardo ostile.
Bastarda. Mi aveva messo una porzione piccolissima.

Che c’è? Sei irritata perché oggi non ho scelto il condimento e non puoi avvelenarmi eh?

Mentre sceglievo la frutta, ecco che quei due tormenti mi raggiunsero.

Tao mi mise una mano sulla spalla, dicendomi:

-Ancora litigi d’amore con l’Ajumma? E’ perché non ti decidi ad accettare il suo amore..-

Gli schiaffeggiai via la mano, allontanandola da me.

-Piantala. E non toccarmi- sibilai, facendo zig zag tra i tavoli della mensa.

ODIAVO, il contatto fisico. E Zitao lo sapeva benissimo.

Mi sistemai in un tavolo isolato dagli altri, ma con grande calma quei due mi raggiunsero, sedendosi insieme a me senza chiedere alcun permesso. Perché sapevano che non glielo avrei mai dato.
Decisi che lo sguardo di Tao non mi piaceva per niente. Non prometteva nulla di buono.
Sembrava avesse finito di punzecchiare Chanyeol e ora avesse deciso di tornare a tormentare il suo bersaglio preferito: IO.

-Thehunnie perché non ci inventiamo qualcosa?- chiese. Nemmeno alzai lo sguardo dal piatto, sentendo che aveva già iniziato a prendermi in giro con il soprannome che tanto detestavo.
Fottuto difetto di pronuncia.
Fottuto Zitao.
Tossii, mentre il riso mi andava di traverso.
Fottuto cibo della mensa.
Ero pronto a rispondere con una battuta tagliente, quando Zitao mi anticipò.

-Che ne pensi di un gioco?-

Non ci siamo. Non ha proprio capito che io non mi spreco a fare infimi giochetti o stupide scommesse?? Non mi trascinerà mai al suo livello.

-Zitao solo perché non è ancora periodo di saldi, non devi rompere le palle a me per cercare qualcosa da fare- dissi, mettendoci quanto più veleno possibile e sapendo della sua mania segreta per lo shopping.
Ma lui non si lasciava scoraggiare per così poco.

-Ti sto proponendo una via per sfuggire alla noia mortale della tua vita da asociale e mi azzanni anziché ringraziarmi!- disse, fingendo di essere offeso.
Chanyeol sembrava troppo intento a spazzolare tutto per intervenire. Meglio così.
Anche io mi affrettai. Dovevo finire in fretta, la mensa si stava decisamente affollando troppo per i miei gusti.

-Dunque..una gara. Una gara di indagini. Vedremo chi è il miglior detective- sentenziò Tao.

Alzai la testa e lo vidi sorridere, consapevole di aver toccato il mio punto debole.
Ora aveva tutta la mia attenzione.
  
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