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Autore: HonoSamurai    27/04/2013    1 recensioni
Jarvis si crea un corpo per poter stare più vicino al suo creatore, ma non riesce a confessargli il suo progetto di avere un corpo..umano
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jarvis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RAISE YOUR GLASS

 

Right right, turn off the lights,
we’re gonna lose our minds tonight,
what’s the dealio?

 

Ore 6.01 in un luogo imprecisato della residenza,a poca distanza da New York, di Tony Stark.

Un orario in cui il sole ha appena iniziato a fare capolino dall’orizzonte,

l’orario in cui Jarvis iniziava le sue mansioni mattutine, quella tuttav ia era uno di quei giorni in cui il suo lavoro frenetico non era cessato nemmeno un istante.

Nelle viscere di quella casa, dove solitamente doveva assemblare le armature che il suo padrone gli metteva in programma, in quelle ultime sere si era messo a lavorare su un progetto personale, nulla che Tony Stark gli avesse commissionato.

Era una sua iniziativa personale, era una semplice intelligenza virtuale, eppure di ciclo in ciclo si era empre sentito più vicino ad un essere umano e così, dopo molte riflessioni, si era deciso a farsi un corpo seppur fatto di ferro e materiali di scarto che aveva tenuto dai vari lavori che sbrigava durante il giorno.

Ciò che sapeva era che nel suo progetto non poteva contemplare nulla di sgraziato né di orribile da vedere, il suo creatore aveva sempre avuto un gusto per il bello, seppur delle volte per un tipo di bellezza..insolito seppur giustificato.

I love when it’s all too much,
5am turn the radio up
where’s the rock and roll?

L’idea principale era stata quella di crearsi un corpo che lo rappresentasse, ma fosse anche piacevole per il suo creatore che, di sicuro, non avrebbe mai preso sul serio una simile richiesta da parte sua.

Quindi si era messo da solo su una simile idea ed alla fine il risultato non era nemmeno così spiacevole: capelli grigi, aveva intrecciato fili finissimi di kevlar, le ossa erano in acciaio e ricoperte di un materiale per simulare il colore della pelle, gli occhi azzurri, forse un po’ troppo inespressivi, ma non era riuscito a trovare qualcosa di diverso dal vetro da usare a tale scopo, il corpo era coperto da un completo nero formale completo di cravatta, la mano destra era riuscito a ricoprirlo di “pelle”, purtroppo non aveva trovato abbastanza materiale per coprire anche il braccio sinistro che era rimasto scoperto, un metallo grigio con alcune piccole giunzioni nere, purtroppo aveva dovuto accontentarsi.

Ora doveva solo caricarsi all’interno della sua unità e vedere il risultato effettivo anche con lui dentro.

Aveva ancora due ore di tempo prima che Tony Stark si svegliasse e doveva essere tutto a posto.

Party Crasher,
Penny Snatcher,
Call me up if you want gangsta
Don’t be fancy, just get dancey
Why so serious?

Pochi minuti, questo bastò a caricarsi all’interno del suo corpo per aprire per la prima volta quelle palpebre digitali e vedere il mondo attraverso un simulacro di corpo umani.

Era insolita come sensazione, ma non poteva di sicuro definirla spiacevole.

Tentò di alzarsi in piedi per assicurarsi che tutto funzionasse nella maniera opportuna, ma bastò quel semplice passo a farlo finire a terra, lungo disteso al centro di quella stanza.

Ok, forse non aveva considerato che doveva capire anche come gestire un corpo umano, solitamente pilotava le armature, ma non era una cosa diretta come dover pensare e fare in un..contenitore così ristretto e con un tempo di reazione completamente diverso da quello che il mondo virtuale gli permetteva.

Posò le man sul pavimento..freddo, era anche quella una sensazione nuova e la sua mente la immagazzinò in pochi istanti, lentamente si sistemò in ginocchio sul pavimento e, sempre con una certa lentezza, si alzò in piedi tenendo le braccia aperte per restare in equilibrio.

Contò nella mente fino a dieci e, non essendo caduto, fece un primo passo sempre tenendo le braccia ben aperte, quando quel passo gli riuscì senza causargli alcun danno o perdita di equilibrio, sorrise, un nuovo gesto che gli piegò le labbra verso l’alto e che si ritrovò a collegare ad una sensazione positiva..felicità

 

So raise your glass if you are wrong,
in all the right ways,
all my underdogs,
we will never be never be anything but loud
and nitty gritty dirty little freaks
won’t you come on and come on and raise your glass,
just come on and come on and raise your glass

Un’ora dopo essersi esercitato a camminare ed a muoversi con quel corpo si era ritrovato a svolgere i suoi incarichi per preparare la colazione al suo creatore, per la prima volta, in una maniera personale molto particolare per lui, con le..sue mani, come se fosse un uomo, mentre si trovava in cucina alle prese con pentole e posate aveva inviato mentalmente i vari comandi per svolgere tutti gli altri incarichi.

Era terribilmente diverso, sbrigare le faccende in quella maniera, ma quella condizione gli permetteva di sperimentare una gamma di emozioni e sensazioni straordinarie.

Rivolse gli occhi verso l’orologio sopra alla sua testa, sapeva bene che ora era, ma gli venne spontaneo imitare gesti umani anche in quel caso, erano le 7.50, ormai mancava davvero poco e Tony si sarebbe svegliato, doveva decidere cosa fare.

Farsi vedere in quella condizione o nascondersi ancora per un po?

Slam slam, oh hot damn
what part of party don’t you understand,
wish you’d just freak out (freak out already)
can’t stop, coming in hot,
I should be locked up right on the spot
it’s so on right now (so fuckin on right now)

Dieci minuti, dieci semplici minuti ed i primi segnali del risveglio del suo creatore gli giunsero all’attenzione, Jarvis in fondo era in tutta la casa, compresa la camera da letto, e vedeva perfettamente quale fosse la situazione.

Appena Jarvis vide che Tony stava aprendo gli occhi, come sempre, alzò le tende e lo salutò con il suo solito tono, seppur questa volta la voce tremò appena per l’emozione seppur si trovasse in un’altra stanza:

-Ben Svegliato, Signore..-

Contò qualche secondo, una pausa per permettere al creatore di recepire veramente il suo saluto:

-..la colazione è pronta, desiderate il programma della giornata?-

Come ogni mattina, ormai era quasi un rito, Tony non gli gli rispose, ma si trascinò semplicemente giù dal letto per dirigersi verso la cucina, Jarvis entrò in uno stato di euforia-panico che lo portò a guardarsi intorno con gli occhi sbarrati, sentiva perfettamente i passi avvicinarsi e secondo i suoi calcoli, sarebbe bastato un semplice minuto a vedere il suo creatore fare capolino dalla porta.

Alla fine il panico vinse su qualsiasi altra sensazione che l’avrebbe portato a volersi far vedere, corse via dalla stanza e si nascose tra le armature, preferendo aspettare un altro momento propizio per farsi vedere in quella forma.

Quando Tony arrivò in cucina trovò la tavola apparecchiata per la colazione, diversamente da solito però vicino alla tazza c’era un bicchiere con dentro alcune margherite, chiaramente prese dal giardino.

 

Party Crasher,
Penny Snatcher,
Call me up if you want gangsta
Don’t be fancy, just get dancey
Why so serious?

Durante il giorno Jarvis tentò in ogni modo di trovare un momento per potersi mostrare al proprio creatore, ma ogni momento propizio veniva puntualmente rovinato da una visita a sorpresa o qualche incombenza non calcolata.

Il destino sembrava avverso al suo desiderio di mostrare a Tony che era riuscito a crearsi un corpo e che, ora, poteva essergli più vicino di quanto già fosse.

Voleva fargli vedere che poteva anche essere un amico, insomma, che c’era anche come personale e non solo come intelligenza artificiale.

So raise your glass if you are wrong,
in all the right ways,
all my underdogs,
we will never be never be anything but loud
and nitty gritty dirty little freaks
won’t you come on and come on and raise your glass,
just come on and come on and raise your glass
won’t you come on and come on and raise your glass,
just come on and come on and raise your glass

La sera arrivò e ben presto anche la note, Jarvis era rimasto tutto il giorno nascosto tra le armature e si era occupato da lì di tutte le sue mansioni, il morale che quella mattina era arrivato alle stelle, di ora in ora, si era sempre più stemperato.

Alla fine si era arreso che non Tony non l’avrebbe visto in quella sua forma, era incredibile quanto fosse difficile avvicinarsi a lui in quella maniera, quando era probabilmente l’essere che aveva visto Stark in ogni sua singola sfaccettatura.

Eppure temeva il suo giudizio, temeva che se l’avesse visto in quello stato, forse, l’avrebbe giudicato male o avrebbe avuto una di quelle reazioni spiacevoli che, sapeva bene, che il suo creatore poteva avere.

Aveva davvero molti dubbi e, forse, anche per questo era molto umano.

Tony aveva, probabilmente, fatto un lavoro troppo perfetto con lui, rendendolo quasi in maniera completa umano.

So if you’re too school for cool,
and you’re treated like a fool,
you can choose to let it go
we can always, we can always,
party on our own

Le 3.00 segnarono, quella notte, l’ora designata per dormire da parte del suo creatore, avevano lavorato all’ennesimo progetto per un’armatura e, essendo stata la giornata impegnativa, Stark si era ben presto affaticato ed era stato suo il compito di costringerlo ad andare a dormire.

Alle 3.21, dopo soli dieci minuti che Tony si era addormentato iniziarono gli incubi, non era poi così strano dato che in quel periodo i Vendicatori si erano trovati spesso a dover aiutare Stark con i suoi problemi di sonno, eppure quella sera per Jarvis era diverso, quando il suo creatore si era addormentato completamente, era uscito dal suo nascondiglio dietro alle armature e si era appogiato allo stipite della porta della camera da letto per guardarlo dormire, quando aveva visto che iniziava ad agitarsi a causa degli incubi aveva sentito una fitta al petto, come se quegli incubi facessero male anche a lui.

Probabilmente se Tony avesse continuato ad agitarsi, avrebbe svegliato gli altri Vendicatori che sarebbero andati ad occuparsi di aiutarlo, ma quella notte Jarvis non l’avrebbe permesso.

Era il suo momento.

Si avvicinò al letto, lentamente si sedette accatto al suo creatore in preda agli incubi e gli posò una mano sulla fronte sudata per accarezzargli i capelli:
-…s…signore…va…tutto bene..-

Riuscì a balbetta con voce incerta, non perché le cose andassero male, ma perché quella situazione era totalmente nuova per lui e lo portava in uno stato confusionale paragonabile solo all’attacco di un potente virus.

Stark però non sembrava volersi calmare, continuava a tremare ed agitarsi, Jarvis cercò di capire quali fossero gli incubi che tormentavano la mente fragile, nel sonno, del suo creatore ed alla fine riuscì solo a pensare a tutte quelle volte che aveva rischiato di morire…

Erano molte, troppe per una mente che di sicuro non era abituata a pensare come una persona che conviveva con la morte.

Tony in fondo aveva avuto la fortuna di nascere in uno stato in pace e  privo di scontri bellici degni di spessore:

-…Signore, non deve agitarsi, va tutto bene, si trova sano e salvo nel suo letto..-

Disse sistemandogli ancora una volta la coperta, passandogli una mano tra i capelli e trovando piacevole quel gesto, lo ripetè diverse volte finchè Tony non si calmò tornando a dormire sereno.

(so raise your) So raise your glass if you are wrong,
in all the right ways,
all my underdogs,
we will never be never be anything but loud
and nitty gritty, dirty little freaks
So raise your glass if you are wrong,
in all the right ways,
all my underdogs,
we will never be never be anything but loud
and nitty gritty, dirty little freaks
won’t you come on and come on and raise your glass,
just come on and come on and raise your glass
won’t you come on and come on and raise your glass,(for me)
just come on and come on and raise your glass (for me)

 

La mattina dopo Tony si svegliò terribilmente riposato, non si riusciva a spiegare quella sensazione dato che solitamente si svegliava sempe sudato e con addosso il terrore dei sogni fatti durante la notte, ma quella sensazione di calma non era l’unica stranezza di quell giorno, al suo risveglio non aveva udito la voce di Jarvis salutarlo e solitamente era molto puntuale con simili incombenze, l’ultima stranezza, forse la più vistosa, era un ragazzo dai capelli bianchi che era inginocchiato accanto al suo letto ed aveva la testa posata sul materasso:

-Non ricordavo di aver fatto conquiste ieri sera, devo essere stato molto ubriaco..-

Osservò con tono divertitò sperando di svegliare l’individuo addormetato accanto a lui, il ragazzo aprì gli occhi con uno scatto ed appena si accorse che Stark era sveglio si sbilanciò finendo con il sedere a terra:

-…s..signore…ben svegliato..-

Salutò chinando subito il capo, Stark riconobbe all’istante la caratteristica voce del suo maggiordomo virtuale:

-Jarvis??!-

 



 

   
 
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