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Autore: emotjon    27/04/2013    19 recensioni
Consideratelo un seguito di "You need me, I don't need you".
Più o meno. Insomma, più che altro è una OS dal punto di vista di Lilian.
A quindici anni dalla morte della madre.
Vi lascio pieno potere. xx Fede.
P.S.: ci vediamo nelle recensioni.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lilian Veronica Malik.


Piccola, siamo arrivati”, mi sentii sussurrare dopo un’eternità. Dovevo essermi addormentata. Ma non volevo dormire, avrei voluto parlare di mamma. Sbuffai appena e aprii gli occhi, vedendo mio padre sorridere appena. Inarcai un sopracciglio, ero troppo assonnata per parlare. “Tua madre sbuffava di continuo”.
Sorrisi, mi era sempre piaciuto che mi paragonasse a me. Dicevano tutti che era una persona fantastica. E che era bello che una parte di lei fosse rimasta, in me.
Non l’avevo mai conosciuta, mia madre… era morta di parto, quindici anni prima. E papà si era preso cura di me. Mi voleva bene, bisognava riconoscerglielo. Mi passai una mano tra i capelli, cercando di reprimere uno sbadiglio. E papà rise, facendo ridere anche me.
Eravamo appena atterrati a New York. Era da un paio d’anni che non ci andavo. Papà mi ci portava sempre per il mio compleanno, ma non poteva lasciare sempre Alex e Lottie con Vanessa. Non poteva trascurare gli altri suoi figli. Non sarebbe stato giusto.
Sorrisi appena, ricordando quanto mi aveva dato fastidio che uscisse con lei. O quando, tre anni dopo, si erano sposati. O ancora, quando era rimasta incinta dei gemelli, che ormai avevano quattro anni. Alexander e Charlotte.
Chiusi gli occhi, una volta nel taxi. Time Square era una tappa obbligata quando andavamo a New York. Era il luogo preferito dei miei genitori, nonché la loro prima bugia. Si erano detti di volersi bene, quando in realtà erano già innamorati l’uno dell’altra.
Avevo tappezzato la mia camera da letto con le foto di mia madre. L’idea mi era venuta un paio di anni prima, quando avevo trovato uno scatolone sotto al letto di mio padre. L’avevo aperto, spinta dalla curiosità, e quasi non mi si era fermato il cuore.
Fatto sta che mi ero messa ad attaccare tutte quelle fotografie su tutta la parete dietro al letto e, soddisfatta dell’opera compiuta ero corsa da papà, trascinandolo in camera mia.
Di certo non avrei mai immaginato di vederlo piangere. Lo vidi avvicinarsi alla parete e sfiorare i visi di mia madre, mentre il suo volto di rigava di lacrime. “Se non ti piace le stacco…”, avevo provato a dire, ma lui mi aveva stretta in un abbraccio, baciandomi i capelli.
E’ bellissima, proprio come te”.
Non starai dormendo di nuovo, Lily, vero?”. La voce di mio padre mi strappò dai miei pensieri, allora aprii gli occhi e scesi dal taxi, per poi legare i capelli in una treccia laterale. Cosa che fece sorridere mio padre. Alzai gli occhi al cielo, non era colpa mia se ogni cosa che facevo gli ricordava mia madre, no?
Sono sveglissima”, borbottai guardandomi intorno e sorridendo come una cretina. Time Square era magica. In qualunque periodo dell’anno. “Wow”, esalai, come ogni volta. Mi passai una mano tra i capelli e mi grattai il naso, ricoperto di migliaia di lentiggini. Mi piacevano. Mi ricordavano di non essere figlia di Vanessa. La sopportavo solo perché mio padre diceva di essere innamorato di me. “Mi è mancato questo posto…”.
Anche a me”, mormorò mio padre, lasciandosi stringere una mano. “Non voglio perdere anche te, okay?”. Annuii, sapevo benissimo cosa intendeva. Perrie, mia madre. Entrambe erano legate a lui, entrambe amavano quel posto… ed entrambe erano morte amandolo. Gli strinsi la mano.
Non ti lascerei mai, lo sai”.
Lo so, volevo solo esserne sicuro”, mormorò abbracciandomi. Ricambiai l’abbraccio, riuscendo in qualche modo a sorridere appena. “Ti voglio bene, piccola”.
E all’improvviso mi venne in mente una cosa, un sogno che avevo fatto un paio di notti prima. Mi ero addormentata guardando le foto della mamma, e mi ero ritrovata in una serra, piena di orchidee… e mia madre era seduta su uno sgabello, vestita completamente di bianco e con i capelli legati in una treccia. “Mamma”, avevo sussurrato avvicinandomi. Sembrava quasi vero. Se non avessi saputo che era un sogno ci avrei creduto. “Ciao…”.
Ciao”, mi ero sentita dire, vedendola poi scendere dallo sgabello. “Sei bellissima”, aveva aggiunto poi, avvicinandosi e sfiorandomi una guancia. Ma dopo un attimo mi era sembrato di vederla quasi come spaesata. E non ne capivo il motivo. “Ti stai svegliando…”.
No”, mugugnai abbracciandola. Non volevo andarmene. “Non mi voglio svegliare… io voglio stare qui…”.
Lo so piccola… ti voglio bene”, mormorò lei dandomi un bacio sui capelli. iniziai a piangere, anche se era solo un sogno. E iniziai a vederla scomparire… “Dì a Zayn che lo controllo”, mi disse ironica, sorridendo. “E che lo amo da morire…”, aggiunse prima di scomparire. Prima che mi ritrovassi nel mio letto, a fissare il soffitto con le lacrime agli occhi.
Anch’io ti voglio bene”, sussurrai, tornando al presente. “E mamma ti ama, e ti controlla”, aggiunsi, sorridendo quando lo vidi sgranare gli occhi.
Che…?”.
L’ho sognata”, gli spiegai continuando ad abbracciarlo. “Mi ha detto che continua a controllarci da lassù”, mormorai allontanandomi e asciugandomi una guancia. “Grazie”.
Di cosa?”, mi chiese lui stringendomi a sé. Sorrisi, indicando Time Square con un gesto della mano. Lui rise, facendo ridere anche me, nonostante tutto.
Grazie, per avermi tenuta nonostante mamma fosse morta, per avermi cresciuta, per avermi fatto conoscere gli amici di mamma, nonna, zio Jason… per esserci stato quando mi mancava mamma, per esserci stato quando aveva bisogno, per lasciarmi i miei spazi… grazie, che non ti arrabbi quando faccio tardi, o quando non mi comporto come vorresti…”.
Non mi arrabbio… non posso, sei uguale a lei”.
Sorrisi e lo abbracciai di nuovo. “Grazie”, ripetei in un soffio, dandogli un bacio su una guancia. E guardando dietro mio padre quasi non mi scappò una risata, vedendo Veronica Adams, la madre che non avevo mai conosciuto, sorridermi e salutarmi con la mano.
Ricambiai il sorriso e mimai un “Ti voglio bene” con le labbra, facendola sorridere ancora di più, finché non scomparve, lasciando nell’aria il suo meraviglioso sorriso e un lampo dei suoi bellissimi occhi verdi.

~

Non ho mai conosciuto mia madre. Non di persona almeno. Di lei però so tutto. Soprattutto, so che era profondamente innamorata di mio padre, Zayn Malik. So che ne è ancora innamorata, anche se sono passati quindici anni, anche se se n’è dovuta andare, se ci ha dovuti lasciare…
Dentro di me, so che in fondo lei non se n’è mai andata. So che resterà con noi finché avremo bisogno di lei. So che ci sarà sempre, quando bacerò il mio primo ragazzo, quando farò l’amore per la prima volta, quando mi diplomerò, mi sposerò o avrò dei figli. So tutto questo, lo sento dentro. Perché anche se lei è morta e non l’ho mai conosciuta, lei rimane pur sempre mia madre, giusto? Giusto, sì.
Spero solo di poter trovare, un giorno, un amore grande come quello che hanno provato i miei. Un amore che trascende tutto e tutti, che supera ogni difficoltà… voglio un amore come quello di Zayn e Veronica, iniziato su quella limousine a New York e mai finito.



Bonjour mie piccole lettrici :)
Rieccomi, come promesso.
Vi avevo promesso una OS dal punto di vista di Lilian.
Ed eccola qui. Ci ho messo un po' a scriverla, chiedo perdono.
Comunque, non ho molto da dire.
Fatemi sapere che ne pensate con una recensione.
Ci tengo. Grazie bellezze, ora mi dileguo.
xx Fede.

   
 
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