Un amore misterioso
‹‹Alzati, sono le 7,  tra poco parte il pullman›› - ecco come mia madre mi aveva svegliato quella mattina. Era il 15 Settembre ed era il primo giorno di scuola.
Dopo essermi alzata, andai in bagno a darmi una rinfrescata, la scuola iniziava alle 8.30 e mia madre mi aveva chiamata addirittura un ora e mezza prima per andare a prendere il bus che distava solo cinque minuti da casa mia.
Una volta pronta mi diressi in cucina che si trovava al piano di sotto, nella speranza di trovare la colazione già pronta,  per mia fortuna così fu, la mamma aveva scaldato il latte e lo aveva già messo a tavola insieme ai biscotti.
‹‹Sei pronta per ricominciare?›› - disse mia madre.
‹‹Scoppio dalla gioia››- borbottai.
‹‹Non dirmi che sei stanca prima di iniziare››
‹‹No, non sono stanca però.. sono ansiosa, sai non sono mai stata alle superiori e non so neanche come saranno i nuovi compagni››
‹‹Stai tranquilla tesoro, vedrai che ti piacerà››
‹‹Lo spero›› -conclusi così il dialogo.
Erano già le 7.40 e Mindy, la mia inseparabile amica, mi aspettava a casa sua per andare insieme a scuola,  facevamo così da ben otto anni, ma quello era un anno particolare, avremmo iniziato le superiori, così invece che farci la strada a piedi saremmo andate a prendere l’autobus. Salutai la mamma che mi augurò la buona fortuna e richiusi la porta alle mie spalle.
Mi diressi verso via Mazzini con le mie inseparabili cuffiette ed iniziai a pensare a come sarebbe stato questo nuovo inizio, in quella nuova scuola, tra gente mai vista, ragazzi più grandi che immaginavo belli, alti, muscolosi e terribilmente affascinanti. Una volta sotto casa di Mindy bussai alla porta, venne la gentilissima  signora Gandolfini ad aprirmi:
 ‹‹Ciao Christine, come stai? Che piacere rivederti››- mi accolse.
‹‹Buon giorno signora io sto bene grazie,  e lei?››-risposi.
‹‹Non c’è male, Mindy sta scendendo, è andata di sopra a prendere lo zaino››
Non ebbe il tempo di finire la frase che la mia compagna Mindy Klarckson mi corse incontro a braccia aperte, come se non ci vedessimo da mesi.
‹‹Chriii!!››- si mise ad urlare - ‹‹Sei pronta? Sei agitata?››
‹‹Io pronta? E da quando? Ho la tremarella, speriamo che i nostri compagni siano simpatici almeno.››
Continuando a parlare andammo verso la fermata, per prendere il bus che ci avrebbe portato in quella che per cinque anni sarebbe stata la nostra nuova casa mattutina, la ‹‹new willson hight school››, il liceo linguistico più importante della California.
C’erano altri ragazzi che aspettavano la corriera, ma a differenza mia e di Mindy non sembravano affatto nervosi. Dalla rotonda arrivò il bus, che era già strapieno di ragazzi, così passammo quaranta minuti schiacciati l’uno all’altro in silenzio ascoltando la musica.