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Autore: Shin83    27/04/2013    5 recensioni
[College!AU]
Tony è un nerd atipico, conta i giorni che lo separano dal MIT e si ubriaca alle feste.
Steve è il capitano della squadra di basket, fidanzata perfetta, vita perfetta. All'apparenza.
Che succede quando questi due mondi collidono?
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Sometimes I think that it’s better
to never ask why

 



“No, professore, non posso,” Fu la risposta secca di Tony alla richiesta del professor Hofstadter di aiutare Steve a studiare per  l’esame di Fisica II.
“Tony, te lo chiedo come favore personale,” Ribatté il docente.
“Non ho tempo, devo sistemare il fascicolo per il MIT e devo preparare quell’odiosissimo esame di Storia II,” Disse Tony scuotendo la testa e incrociando le braccia al petto.
“Per quello potrei darti una mano io,” Azzardò allora Steve, alzando gli occhi verso l’altro ragazzo, che era rimasto in piedi, quando aveva visto chi c’era nell’ufficio assieme al professore.
Tony lo fulminò con lo sguardo, obbligandolo a tornare ad osservare pavimento.
Non era possibile, su un esercito di Senior, proprio lui doveva avere una seconda occasione, perché?
E perché Hofstadter aveva chiesto proprio a lui di aiutarlo?
“Tony, per cortesia, ci penserò io al tuo fascicolo, e poi lo sai che hai abbastanza materiale perché il MIT accetti la tua domanda ad occhi chiusi,” Insistette Hofstadter in un tono fin troppo supplichevole per essere un professore.
“Non se ne parla.” Rispose piccato il ragazzo.
“Ti ho già detto che non devi preoccuparti per il MIT, Tony. Dove sarebbe il problema?”
“Ho l’esame di Storia II”
“Anche per quello abbiamo trovato la soluzione, mi sembra, Steve gentilmente, per ripagarti il favore, può darti una mano. Ti trovo davvero fuori luogo.”
“Professore la prego di non insistere, tre settimane saranno anche poche per un testone del genere!”
“Potresti evitare certa terminologia? Non mi sembra educato da parte tua.”
“Sapesse la terminologia che usano con me lui e i suoi amichetti del basket.”
“A questo punto mi costringi non a chiederti un favore, ma ad obbligarti a farlo. Visto che ti comporti da bambino, ti tratto da bambino.” Si spazientì il docente con un gesto di stizza.
“E va bene, va bene!” digrignò Tony prima di andarsene dalla stanza sbattendo la porta.
Cosa cazzo mi è venuto in mente, pensò stringendo i pugni mentre tornava in laboratorio.
Non poteva permettersi cedimenti, non a quel punto, così vicino alla meta. Era così dura stare lontano da quello là, l’ala scientifica era il suo angolo di paradiso, dove poteva stare con i suoi libri e i suoi attrezzi a sferragliare senza correre il rischio di incrociare quella cosa perfetta mano per la mano con la sua altrettanto perfetta fidanzata.
E adesso gli toccava stare a diretto contatto con lui tutti i giorni per almeno tre settimane. Era riuscito ad evitarlo per due anni grazie a i laboratori, al sedersi al lato opposto in aula nel disgraziato caso di avere una classe in comune, all’ubriacarsi come una spugna alle feste e soprattutto portandosi a letto chiunque gli capitasse a tiro.
Non poteva mollare ad un passo da Cambridge, non poteva permetterselo, era lì lì dal lasciarsi alle spalle quella marmaglia e l’errore più grosso della sua vita, ovvero prendersi una cotta per Steve Rogers.
 
Aveva stretto talmente forte i pugni che la circolazione delle mani era andata a farsi benedire, facendogliele diventare completamente bianche, e se ne accorse soltanto davanti alla porta del laboratorio.
“Ciao Tony!” gli si rivolse una voce amica.
“Eh… oh, ciao Bruce!” rispose distrattamente lui, lanciando il telefono sulla sua scrivania.
“Tutto bene? Ti vedo turbato…” gli chiese in tono preoccupato l’amico.
“No, per nulla…” Tony rimase sul vago, ma aggiunse poco dopo: “Bruce, posso chiederti un favore?”
“Dipende da che favore,” Cercò di sdrammatizzare il ragazzo, praticamente il suo unico amico vero, gran secchione anche lui, che aveva già le porte aperte alla scuola di medicina di Harvard. Era una persona molto tranquilla, dalla corporatura minuta e il sorriso sincero.
“Potresti mica dare una mano a Rogers per rifare l’esame di Fisica II? Hofstadter l’ha chiesto a me, ma io proprio non posso.”
“Mi dispiace, Tony, lo farei volentieri, ma devo ultimare la pubblicazione sulla biocatalisi col professor Warner con una certa urgenza,” Bruce sembrava davvero rammaricato, ma nulla impedì a Tony di disperarsi comunque.
“Merda!” Imprecò, tirando un calcio alla sua sedia.
Rimase un paio di minuti a pensare in silenzio, fissando senza  rendersene conto l’ultimo esperimento che aveva davanti agli occhi, sotto lo sguardo confuso di Bruce.
“Tony che ti prende? Non pensavo fosse così grave la cosa… Scusa, ma per quanto tempo devi star dietro a Rogers?
“Almeno 3 settimane, cazzo.”
“Bè, dai, non è poi così tanto. Pensavo peggio.”
“No, è fin troppo, invece”
“Dai Tony, non farla più grossa di quanto effettivamente è, su!” disse Bruce alzando gli occhi al cielo.
“Non voglio avere a che fare con quella gente.”
“Abbiamo a che fare con quella gente da almeno  4 anni, e manca poco per levarteli di torno, dai. Se non ti conoscessi, direi che c’è altro sotto.”
“Ho bisogno di prendere un po’ d’aria,” Concluse, raccogliendo la sua roba. “Ci vediamo Banner, scusa se ti ho disturbato.”
“Dai, Tony, calmati.” Rispose sommessamente il ragazzo, tornando al suo pc.
Ma Tony non lo ascoltò, lasciando in fretta e furia il blocco scientifico per avviarsi in un angolo del campus che non era mai affollato: un parchetto vicino la biblioteca. Nel tragitto si sorbì la visione di urletti e pacche di spalle tra gli altri ragazzi rientrati ormai tutti dalle vacanze di Natale, li guardò con un misto di rabbia e di invidia: alle volte voleva essere come tutti loro, le cui uniche preoccupazioni erano quanta birra comprare per la prossima festa o qual era l’ultimo modello di smartphone da sfoggiare per sentirsi fighi.
Essere ricco ed avere una media altissima evidentemente non era sufficiente per essere felici visto che aveva un padre che lo sviliva appena ne aveva l’occasione e una cotta enorme per qualcuno che non avrebbe mai potuto avere.
Howard Stark. Il primo dei suoi problemi, il suo multimiliardario padre, che non lo riteneva all’altezza di essere il suo successore e non aveva remore a ricordarglielo ogni volta che ne aveva l’occasione. Pensava fosse solo un ragazzo viziatello che passava il tempo ad ubriacarsi alle feste, e questo a Tony faceva malissimo, suo padre era il suo modello di vita e sapere di non rispondere alle sue aspettative, lo feriva profondamente.
Giunto al “suo” angolino, si appoggiò ad un albero, la sua panchina era ricoperta di neve, ed iniziò a respirare profondamente, scalciando via un po’ di ghiaccio sul terreno.
Perché doveva essere così difficile?
Perché avere soldi ed essere brillante agli esami non era sufficiente?
Perché aveva un padre che non era mai contento di lui nonostante tutto?
Perché gli altri gli si avvicinavano solo per avere qualcosa in cambio?
Perché doveva prendersi una spaventosa cotta proprio per lui?
E, mentre la sua mente si affollava con tutti quei perché, il cellulare squillò: un SMS.
Quando lo lesse, rischiò di far finire l’iPhone sul manto bianco che copriva il terreno.
Grazie per l’aiuto, quando potremmo vederci per studiare? Steve.



Rieccomi qui con il primo capitolo ufficiale di Try.
Un paio note veloci: Sì, come Aru ha notato dal prologo, il prof. Hostadter è un chiaro riferimento a The Big Bang Theory, che io adoro ed è stato più forte di me inserirci un piccolo omaggio.
L'ambientazione è durante il quadriennio undergraduate, che in America è molto più "generalista" che da noi, quindi si può dare sia storia che fisica, ecco.
Ho scelto Georgetown perché è una delle migliori università con un'ottima squadra di basket sull'East Coast.

Poi i consueti ringraziamenti alla mia santa beta Marti, ciccin sei un pasticcino.
Grazie a tutti coloro che sono passati da qui, che hanno letto e che hanno lasciato un apprezzamento.

Al prossimo aggiornamento :)

  
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