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Autore: JeiBieber_Smile    27/04/2013    0 recensioni
E questo era un altro della serie di tanti sorrisi che era riuscito a farmi fare. Con l'unica differenza, che prima era guardando un suo video, o fissando una sua foto, mentre in quel momento, sorridevo perché avevo incrociato i suoi occhi e visto il sorriso dipinto sul suo volto, le sue mani avevano toccato le mie, avevano sfiorato la mia pelle. Non c'era nessuno schermo a dividerci.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Feel it, believe it, dream it, be it. Ricordo ancora quel giorno, il giorno in cui la mia vita cambiò, il giorno in cui realizzai il mio sogno. Era tutto così bello e magico, sembrava tutto così surreale. Le mie mani tremavano, i miei occhi erano inondati dalle lacrime, che sciolsero tutto il trucco che avevo preparato perfettamente per essere perfetta, quella sera. Chi lo avrebbe mai detto che io, una semplice ragazza di diassette anni, avrei realizzato il mio sogno così, per pura scelta del destino, in una sera? Io, di certo, non l'avrei mai detto. Ma è successo, e come dice il mio idolo: Believe in your dreams.
Io sono Jeanette, e voglio raccontarvi ciò che successe quel giorno, quando Justin Bieber mi scelse come One Less Lonely Girl al suo concerto.
-
Era da mesi che attendevo quel giorno, mesi che contavo le ore, i minuti, i secondi. Facevo il conto alla rovescia, e l'adrenalina saliva ogni giorno di più. Passavo notti in bianco, attendendo con ansia quel giorno in ui avrei visto la ragione del mio sorriso, quel ragazzo che mi dava speranza, voglia di vivere, solo attraverso una canzone: signori e signore, ragazzi e ragazze, fate un applauso a Justin Drew Bieber. Ero una semplice Belieber come tutte le altre, e come le mie sorelle avevo un sogno, e il mio sogno era andare ad un suo concerto, vedere il suo sorriso dal vivo, toccargli la mano, incrociare i suoi occhi. Ci sarebbero volute ben quattro ore per arrivare nel luogno del concerto, ma non m'importava: per vederlo, avrei fatto di tutto.

-Jeanette, sei pronta?-Mi chiese mia madre, entrando in camera mia.
-Sì.-Affermai sorridendo.

Mi guardai nuovamente allo specchio, incrociando i miei occhi nel riflesso dello specchio. Avevo un paio di vans viola al piede, degli shorts chiari che mettevano in mostra le mie gambe lunghe dalla pelle candida, una canotta viola che era rigorosamente la copia esatta della canotta da basket con scritto 'Swaggy' che vendevano al merchandising ufficiale di Justin Bieber fuori al concerto, e i capelli sciolti, lunghi sulla schiena. Mi guardai me unghie, pittate di un viola sbrillucicoso, sulle quali avevo impresso una J sull'indice, una U sul medio, una S sull'anulare e un'altra S sul mignolo della mano sinistra; mentre sulla mano destra erano ben visibili una B sul pollice, una I sull'indice, una E sul medio, un'altra B sull'anulare e una S sul mignolo. Mi accarezzai il polso, toccando con i polpastrelli delle mie dita il tatuaggio che avevo fatto qualche mese fa, per nascondere i segni dei miei tagli. Sì, ero un'autolesionista, ma grazie alla musica e alla voce del mio idolo ci sono passata. Mi tatuai la scritta 'Believe', sul polso sinistro, ispirata chissà a che cosa, eh? Girai più volte su me stessa, tirando un grande respiro. Quel giorno che avevo tanto atteso era finalmente arrivato, ed io non potevo fare altro che essere felice.
Caricai sulla spalla il mio zaino della eastpack, contenente all'interno i trucchi necessari che avrei messo appena arrivati fuori all'arena, patatine e schifezze varie che avrei mangiato durante il viaggio, il mio iPod, le cuffie, il cellulare, il mio diario, la macchina fotografica, fazzoletti, e altre cosucce di poco, tranne il biglietto, che avevo messo in una tasca a parte. Ancora non riuscivo a credere che quella sera, avrei visto Justin Bieber, dal vivo. Feci un grande sospiro, e scesi di sotto, dove mia madre e mio fratello mi aspettavano in salotto.

-Hei, fratellino, pronto per vedere Justin Bieber in concerto?-Sorrisi maleficamente, lui fece una faccia quasi disgustata.
-Ma io neanche morto ci entro lì dentro.-Sbottò roteando gli occhi al cielo, non gli era tanto simpatico Justin.
-L'invidia è una brutta bestia, eh?-Gli baciai una guancia.
-Guarda che sono ancora in tempo per tornarmene a letto e lasciarti a casa, sai?-Alzò un sopracciglio come per sfidarmi.
-Ti odio.-Sussurrai a denti stretti, provocando la sua risata.
-Dai, Jeanette, sai che non lo farei mai.-Continuò a ridacchiare.
-Volete finirla voi due o no?-Si intromise mia madre, con un sorriso che farebbe invidia al sole.

Sbuffai sorridendo, neanche una litigata con mio fratello sarebbe riuscita a learmi il sorriso. Annuii, guardando l'orologio appeso al soffitto che segnava le quattro del mattino. Indossai la mia felpa grigia come quella che indossava Justin in One Time, mi accertai che il cellulare fosse con me ed uscii di casa, seguita da mia madre che si avviò alla macchina e mio fratello che portava una borsa frigo con dei panino al prosciutto crudo e asiago: i nostri panini preferiti; poi c'erano anche bottiglie d'acqua e ghiaccio per tenerle in fresco. Entrammo tutti e tre in macchina, mia madre al posto del passeggero e mio fratello alla guida, aveva ventidue anni e un cervello piccolo quanto una nocciolina.
Per tutte le quattro ore, non feci altro che torturarmi i pollici, mangiare biscotti e wafer alla nocciola, l'ansia mi spingeva a mangiare cose dolci, anche se il mio fisico faceva sembrare tutt'altro. Facevo nuoto due volte alla settimana, il martedì e il giovedì, mentre avevo palestra il lunedì, il martedì e il venerdì, mentre il sabato prendevo lezioni di danza la mattina presto. Avevo una vita al quanto complicata, insomma. Però facevo questo perché l'insegnante di nuoto era la sorella di mamma, e il proprietario della palestra il fratello di papà, quindi avevo il mazzo di seguire lezioni pagando pochissimo, o non pagando proprio come per il nuoto. L'insegnante che pagavo era solo quella di danza, ma non era niente di che, solo venticinque dollari al mese, che cacciavo di tasca mia perché mamma mi faceva lavorare con lei al suo ristorante il fine settimana, quando c'era più gente e serviva una mano.
Guardavo fuori dal finestrino, il navigatore segnava venti minuti all'arrivo. Ero eccitata, davvero eccitata. Guardai il cellulare, che si illuminò dopo poco. Ricevetti un messaggio, dalla mia migliore amica, Hater a tutti gli effetti.

Da:Panda.
'
Yo, babeee, divertiti al concerto del finocchio. Chiamami dopo. xx.'

A:Panda.
'Azzardati a chiamarlo ancora finocchio e quando torno ti fucilo. c:
Ti chiamerò sicuramente, fatti trovare sveglia.'

Da:Panda.
'Ti aspetto, vediamo se hai il coraggio.MUAHAHAHAH.'

A:Panda.
'Hei, dubiti dei miei attacchi da omicida? Ptf, non mi sottovalutare che posso essere peridolosa.'

Da:Panda.
'Sì, certo, certo. AHAHAHAH.
Vado a correre, ci sentiamo dopo.
Ti voglio bene, scema.'

A:Panda.
'A dopo panda, ti voglio bene anch'io.'

Sorrisi leggendo il suo ultimo messaggio, senza di lei non saprei che fare. Non era Belieber, anzi, lei era completamente contro Justin, ma lei andava ben oltre i gusti musicali, e non mi guidicava. Certo, qualche volta mi prendeva per il culo, ma era sempre per scherzare. L'adoravo, davvero.
Pochi minuti dopo, arrivammo davanti all'arena dove si sarebbe svolto il concerto, era un qualcosa di meraviglioso. Cominciai ad urlare come una cretina, scleravo sotto la risata di mia madre e mio fratello che eccheggiava nella macchina. Parcheggiammo non molto distante, non c'erano poi così tante persone, solo qualche Belieber sparsa qua e là e persone che vendevano sciarpe, cappelli, maglie, tutte se Justin. Vedere tutto quello, era una cosa pazzesca. Io ero lì, e a dividermi dal mio idolo erano davvero pochi metri. Mi misi già in fila, volevo essere tra i primi posti. Mio fratello andò da un paio di suoi amici, posti lì fuori a vendere maglie e roba varia, mentre mia madre si fece fermare vicino ad un centro commerciale.
Il tempo sembrava non passare mai, le Beliebers continuavano a crescere. In quel momento era tra un'onda di Beliebers, e feci amicizia con un paio di loro. Era una cosa pazzesca vedere tutte quelle persone lì, tutte per la stessa ragione:realizzare il proprio sogno. Era bellissimo poter parlare con loro di quanto Justin influensasse le mie scelte, il mio essere. Ero una persona migliore da quando ascoltai la sua prima canzone, la sua voce riusciva ad avere la meglio su di me facendomi provare emozioni uniche e tutte completamente diverse, che solo lui riusciva a darmi. Volevo ringraziarlo, per tutto quello che faceva, per continuare a cantare e darmi forza, perché lui era la mia forza. Volevo abbracciarlo, stringerlo forte a me, sussurrargli che era importante, sentire il calore delle sue braccia circondare il mio corpo piccolo e minuti. Era strano il modo in cui riusciva ad essere completamente padrone di me, il mio cervello andava in pausa quando ascoltavo la sua voce. C'erano volte in cui avrei voluto averlo con me, volevo passare del tempo con lui come 'amici', o più semplicemente come fan e cantante. Avrei voluto toccare la sua mano, sfiorare quelle dita che aveva sempre incerottate, toccare i suoi capelli e perdermi nell'immensità dei suoi occhi color miele, così dannatamente perfetti.

Sono innamorata di una voce registrata e di occhi che racchiudono l'infinito.
Ricordo ancora quando la sua fronte era un mistero, e la sua voce non era ancora matura, sembrava quasi quella di un bambino. Poi il tempo è passato, e lui è cresciuto. Aveva diciannove anni, DICIANNOVE ANNI. Era un uomo, uno splendido uomo. Anche se, nella sua anima, Kidrauhl regna.

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Dopo tante, troppe e strazianti ore, finalmente entrammo nel forum dove si sarebbe tenuto il concerto. Ero tra i primi posti, avevo il palco a pochissimi metri di distanza. Sembravo una pazza, scleravo insieme alla Beliebers che avevo conosciuto in fila. Era tutto perfetto, le luci, gli schermi, il palco, le tribune, le platee, il parterre. Trovavo perfetta anche la pubblicità degli altri concerti che ci sarebbero stati nei prossimi giorni o mesi. Notai anche un concerto dei Green Day, ma poco m'importava: ero lì per un cantante ben preciso.
Tutto il forum intonava canzoni di Justin, gridava il suo nome, urlava semplicemente. Fin quando, dal retro del backstage, non uscì l'unico ed inimitabile, Kenny Hamilton. Annunciò che tra poco ci sarebbe entrata Carly Rae Jepsen, e detto fatto: lei era lì. Si sentì un urlò, più forte degli altri. Ci salutò, per poi cantare Good Time, e continuare con altre canzoni prese dal suo album KISS. La mia voce si mischiava con quella delle altre ragazze, cantavamo in compagnia di quella ragazza a dir poco favolosa. Era divina, la definirei perfetta. Si muoveva sul palco con fare esperto, mentre le sue labbra si muovevano a ritmo con la musica, cantava benissimo anche dal vivo.
Dopo poco andò via, lasciandoci nuovamente ad aspettare ciò per cui siamo riunite tutte noi: Justin.
Erano minuti che aspettavamo, una specie di nave era stata montata sul palco. Sembrava lo stesso, quando..BAAAM! Apparve il conto alla rovescia. Le urla delle fan cominciarono a rimbombare nel forum, fissavamo tutte il conto alla rovescia urlando come cretine. Ogni minuto che passava, un urlo sempre più forte.
Tre.
Due.
Uno.
URLA.
Eravamo tutte ad urlare, uscirono i ballerini col sorriso stampato sul viso. Si vide Justin sullo sfondo, con delle ali. Quest'ultime si mossero, e lui andò volando in un altro schermo, quello di sinistra, per poi svolazzare in quello di destra.
Era il nostro angelo.
Sembrava tutto così pazzesco, magico. Ad un tratto, si aprì lo schermo.
Ecco le lacrime.
Ecco le urla.
Ecco Justin Drew Bieber con un paio di ali di ferro posizionate dietro la schiena che scendeva verso il palco.
Non riuscivo ad emettere suono, i miei occhi fissavano il suo corpo immobile, mentre cercavo di intravedere i suoi occhi attraverso gli occhiali. Le lacrime scendevano senza sosta, il mio sguardo non si smuoveva. Sembrava guardasse nella mia direzione, tremavo. Finalmente toccò il palco con i piedi, si sentivano le note di All Around The World. Cominciò a cantare, la sua voce era ancora più bella dal vivo. Tutte insieme cantavamo con lui, le lacrime scendevano lungo il mio viso. Si muoveva sul palco come se fosse una cosa semplice, sembrava un professionista, come se fosse quella la cosa per cui era nato. Oh, che idiota che sono, quella ERA la cosa per cui era nato, e lui era un professionista.
Non riuscivo a scattare foto, la mia mano temava. E poi, ero troppo presa a guardarlo dal vivo che vederlo ancora una volta tramite un fottutissimo schermo. Mi sembrava impossibile, il mio sogno si stava avverando. Io ero lì, sotto quel palco, e lui era lì, su quel palco. Sembrava quasi, che ogni tanto guardava me.. Cosa impossibile, dato il numero stratosferico delle persone che c'erano là dentro.
La scaletta andò avanti, e le lacrime non facevano altro che scendere. Vivevo l'attimo, volevo godere ogni secondo che passavo ad ascoltare la sua voce da così vicino. Riuscivo a vedere i suoi lineamenti perfetti, i suoi zigomi, il suo collo, il suo corpo. Lui era perfetto. Da un lato del palco, notai con la coda dell'occhio Allison, che si muoveva a passo spedito verso la direzione in cui ero io con un altro gruppo di ragazze. Appena fu abbastanza vicina a noi, vidi che il suo sguardo si posava su di me, un sorriso stupendo sul suo volto. Camminava lenta, fermandosi poco dopo proprio di fronte al mio corpo. La guardai negli occhi, restai immobile per pochi attimi. Si avvicinò al mio orecchi, sussurrando ciò che ogni Belieber avrebbe voluto sentire.

-Vuoi essere la One Less Lonely Girl?-`

Strabuzzai gli occhi, non capii più niente. In quel momento, c'ero solo io, il silenzio intorno a me. Io, e una decisione da prendere. Come avrei potuto rifiutare una proposta simile? Sarei stata una stupida. Allison mi prese la mano, risvegliandomi da quella specie di trans. Le lacrime non cessavano di scendere, annuii lentamente mentre le mie amiche cominciarono ad urlare ancora più di prima. Mi abbracciarono, dicendomi che ci saremmo incontrate poi fuori, Annuii ancora. Allison mi aiutò a scavalcare quella transenna che ci divideva dal palco, guardò quest'ultimo per poi notare Justin. Gli fece un cenno, Justin sorrise.
Per la prima volta, fui sicura che mi notò.
Andammo nel backstage, dove conobbi Alfredo e altri ballerini. Si sentiva tutto da lì dietro, tutte le urla. Era pazzesco. Non riuscivo ad emettere suono, ero paralizzata. Mi sembrava un sogno, avevo paura di svegliarmi.

-Hei, sei per caso muta?-Mi chiese una voce alle mie spalle, mi girai trovandomi Alfredo Flores davanti.
-N..No.-Riuscii a dire, balbettando.

Dal vivo, Alfredo, era davvero bellissimo.

-Oh, ti sei ammutolita. Sei una delle poche che non urla in certe circostanze.-Ridacchiò.
-Allora dovevi sentirmi prima.-Ridacchiai anch'io.-Ho urlato come non ho mai urlato.-Mi sorrise, avvicinandosi. -Alfredo Flores, giusto?-
-Avevi dubbi?-
-Oh no.-Sorrisi.-Posso abbracciarti?-Chiesi titubante.
-Certo.-Rispose sorridendo.

Corsi tra le sue braccia, stringendolo forte al mio corpo. Era strano abbraciarlo, era strano abbracciare una persona che avevi visto solo in foto, e che viveva a non so quanti metri lontano da te. Mi strinse forte a sé, piansi sulla sua spalla. Mi staccai dopo poco, asciugando le lacrime che avevano cominciado a scendere.

-Per essere tanto piccola e minuta mi hai stretto forte, eh.-

Disse Alfredo, nascondendo una risata. Risi anch'io. Mi girai intorno, notando Scrappy. Posizionai una mano davanti alla bocca, non potevo crederci. Continuai a girare, fin quando non riuscii a realizzare dov'ero.

-Tutto questo è impossibile!-Passai una mano tra i capelli.-Sono nel backstage di un concerto di Justin Bieber, è assurdo!-
-Se tutto questo ti sembra impossibile, allora cosa ti sembrerà quello che ti aspetterà tra poco?-Mi disse Alfredo, abbozzando un sorriso.

Lo guardai negli occhi, cercando di capire a cosa si riferisse. Quando infine capii.

-È il tuo momento.-

Fu questione di un secondo, giuro che non capii più niente. Venni trascinata sul palco. Sentivo tutti gli occhi puntati addosso, i miei erano inondati da altre e continue lacrime di gioia. Girai di poco la testa, notando la figura del mio idolo che si avvicinava a me, con un mazzo di rose. Lui guardava me, il mio idolo mi stava guardando. Cantava, e sorrideva. Arrivò di fronte a me, mi diede dolcemente le rose guardando sempre i miei occhi. Posizionò sulla mia testa una coroncina con dei fiori sul viola, mi accarezzò il viso: finalmente le sue dita sfioravano la mia pelle. Sentii i brividi lungo tutta la spina dorsale, lo guardavo come se fosse un angelo, qualcosa di surreale. Si sedette al mio fianco, mentre cantava accarezzandomi il viso e rivolgendomi dolci e sinceri sorrisi. Era a pochi centimetri dal mio viso, e riuscivo a vedere tutti i suoi lineamenti così dannatamente perfetti. Le goccioline di sudore che gli scendevano sul viso, lo rendevano ancora più bello. Con la mano libera, mi prese la mano, incrociando le nostre dita. Una scarica invase il mio corpo, era davvero tutto vero?
Continuai a fissare le sue due pozze dorate, mentre un timido sorriso si dipinse sul mio viso. Mi sentivo finalemente piena, potevo morire in pace con me stessa dopo questo. Il mio sogno si era appena realizzato.
La canzone finì, ma lui continuava a fissare i miei occhi con un sorriso mozzafiato in volto.

-Come ti chiami?-Mi chiese dolcemente, avvicinando le sue labbra al mio orecchio.
-Jeanette.-Risposi con un filo di voce.
-Jeanette.-Ripeté, sempre sorridendo. -Hai due occhi stupendi, Jeanette.-Mi guardò.-E poi..sei davvero bella.-Allontanò il microfono dalle sue labbra.-Dopo aspettami.-

Le mie gote diventarono di un rosso acceso, mentre i miei occhi spruzzavano felicità.Quella sera non solo realizzai il mio sogno, ma il mio idolo mi aveva appena detto di aspettarlo nel backstage del suo concerto. Ero felice. Davvero felice. Non riuscivo ancora a credere a tutto ciò che era successo nell'arco di una decina di minuti, sembrava davvero così surreale. Riuscii a realizzare tutto solo quando tornai dietro le quinte, sotto gli occhi di tutti. Ero andata al concerto del mio idolo ed ero anche la one less lonely girl. Non potevo desiderare nient'altro.
Mi fecero accomodare in un punto della stanza dove c'erano delle sedie, pensando e ripensando a dov'ero, e perché ero lì.
Non potevo fare altro, se non essere felice. Le mie labbra erano curvate in un sorriso.
E questo era un altro della serie di tanti sorrisi che era riuscito a farmi fare. Con l'unica differenza, che prima era guardando un suo video, o fissando una sua foto, mentre in quel momento, sorridevo perché avevo incrociato i suoi occhi e visto il sorriso dipinto sul suo volto, le sue mani avevano toccato le mie, avevano sfiorato la mia pelle. Non c'era nessuno schermo a dividerci.
Avevo appena realizzato il mio sogno, il sogno che avevo coltivato per anni.
Fell it, believe it, dream it, be it.
Grazie Justin. Volevo dirti solamente questo.
-

Be', da come avete capito, questo è ciò che successe quel giorno, il miglior giorno della mia vita.
Non riuscirò mai a dimenticare tutte le emozioni che provai a stargli così vicino.
Non riuscirò mai a dimenticare il suo sorriso.
Non riuscirò mai a dimenticare i suoi occhi.
Non riuscirò mai a dimenticare la sua voce.
Non smetterò mai di essere una Belieber, e credere in tutto ciò che gli altri credono sia impossibile.

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Sciiiau belle.
Sono sempre io, la vostra Sharon.
Bene, ho scritto questa OS così, non so perché.
Forse perché mi andava, sisi. u.u
Comunque sia, la protagonista non sono io.
È tutto inventato.
Sinceramente, però, vorrei che tutto questo non fosse solo una storia.
Come credo lo vogliano tutte le altre Beliebers, no?
Be', detto questo, mi dileguo. c:
Ps: Se vi va, leggete l'altra mia storia.
Ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1716168
Sono nove capitoli più il prologo.
Un bacio.
Ciaux babess. c:
-Sharon.
   
 
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