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Autore: Sara Saliman    27/04/2013    9 recensioni
[Loki,Sif]
Il mio ultimo gesto di gentilezza, sarà per te
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Loki, Thor
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction post-Thor e pre-Avengers, tant’è che non sapevo dove postarla o_ò
Alla fine ho deciso che stava bene qui, insieme all’altra mia one-shot dello stesso fandom.

Sono poche pagine, ma sudatissime: baciotti sparsi e tanto ammorre a chiunque voglia lasciare un commentino... anche solo per dire che fa schifo, eh!
 
 

****

 
Il palazzo era un fabbricato in rovina che sorgeva nella periferia di New York, abbandonato alle intemperie molto prima che la sua costruzione venisse completata.
Loki avanzò sul pavimento di cemento grezzo, chinando il capo per evitare uno dei cavi che pendevano dal soffitto. Polvere e calcinacci scricchiolarono sotto le sue scarpe, risuonando fra le ombre dello stanzone deserto. Nel buio, l’intonaco scrostato e le macchie di muffa disegnavano sagome grigie e irregolari, vagamente simili a volti che lui conosceva.
Una casa mai completata, poteva essere abitata da fantasmi?
Un pensiero ozioso, perverso, si agitò nella mente di Loki.
Sì, se i fantasmi sono tuoi e li hai portati con te.
Loki si fermò, le mani affondate nelle tasche del soprabito grigio. Rimase in piedi di fronte a una breccia spalancata nella parete: la ferita dove avrebbe dovuto essere incastrata una finestra o forse una vetrata.
Socchiuse gli occhi verdi e inspirò a fondo il vento freddo e umido che veniva dal mare: sapeva di salsedine, sabbia, oceano
(abissi)
Si sedette sul pavimento scrostato, le gambe penzoloni nel vuoto, e contemplò la notte riversarsi lentamente per le strade. Man mano che il tramonto si ritirava, l’oscurità allagava il fondo dei palazzi, risalendo a sfiorarne le cime come una lenta, montante marea. Infine la luce del giorno si estinse del tutto e le luci artificiali punteggiarono il buio come miliardi di occhi, illuminando la città che presto avrebbe conquistato.
Era fuggito, naturalmente: qualunque cosa sarebbe stata preferibile alla compassione di suo fratello.
Loki sorrise, un’espressione che gli distese le labbra come una smorfia.
Gli Asgardiani potevano anche ritenersi i fari di speranza del cosmo, ma non erano molto svegli: dopo la patetica scenetta sul Bifrost, sicuramente tutti lo credevano morto.
No, non proprio tutti.
Il dio degli inganni sollevò un braccio e lo tese nel vuoto, verso la notte: il palmo rivolto alle stelle.
Un’ombra, poco più di un riflesso, si staccò dal suo corpo, rimanendo immobile contro la luce opalina della luna. Loki si ritrovò a contemplare il proprio volto: per un attimo non fu sicuro di chi dei due fosse il doppelganger e chi dei due il vero Loki. Socchiuse gli occhi verdi e impartì un unico ordine.
-Vai.-
Il doppelganger gli rivolse uno sguardo, poi guizzò verso il cielo stellato e oltre: Loki lo immaginò levarsi nello spazio remoto, così in alto che un brivido gli scosse la schiena e gli uncinò lo stomaco.
Il doppio continuò il suo viaggio verso un punto lontano, lontano, e Loki forse immaginò e forse vide realmente attraverso i suoi occhi le galassie punteggiate di nebulose traslucide, la città sospesa fuori dal tempo che conosceva anche troppo bene.
Non c’era un Bifrost da attraversare e in fondo non sarebbe servito: un doppelganger era pura illusione, non scienza ma magia, e l’unico modo per indicargli la strada attraverso i mondi era

[Ricordare.
La lotta contro i ricordi è impari: Loki sa di aver perso molto prima che la battaglia inizi, ma il dolore della caduta è dolce… abbastanza dolce, in ogni caso, da ricordargli che non gli preme una vittoria.
Ha pochi anni, mani piccole che tende davanti a sé, gambe malferme sulle quali corre dietro Thor. Il sole entra a fiotti dalle vetrate: fuori c’è un cielo così azzurro da sembrare smaltato, e nuvole di un bianco vaporoso, irreale. Thor si volta a guardarlo da sopra la spalla: i suoi capelli sono così biondi da diventare, sulle punte, perfettamente bianchi, i suoi occhi sono di un blu appena più carico di quello del cielo. Loki quasi si incanta a guardarlo: suo fratello è oro e luce, una creatura fatta del calore del giorno. Loki allunga un braccio, cerca di afferrare il fazzoletto rosso che Thor gli sventola davanti, ma il fratello è lesto a sottrarre la mano e le dita di Loki si chiudono a vuoto.
Thor ride, e quindi anche Loki ride.

Il pavimento lucido gli restituisce la sua immagine: labbra livide, carnagione candida, e quei capelli ondulati che sembrano notte filata. Per un istante si sente un
(doppelganger)
riflesso di Thor, filtrato malamente da uno specchio incrinato. Ma è solo un istante, una scheggia di ghiaccio in un lago di luce: le loro risa riempiono la sala, salgono fino agli stucchi che ornano il soffitto.
Alle sue spalle, Loki sente la nutrice e le ancelle bisbigliare.
Non somiglia a nessuno di noi. Nessuno sa davvero chi sia o da dove venga.
Sai cosa si dice? Che il Padre di tutto lo abbia portato qui dallo Joutenheim…
Perché mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere?
Loki non sa cosa significhi Joutenheim, ma quelle parole lo turbano. Inciampa nei suoi stessi piedi e cade a terra, prendendo una musata. Non strilla: è un bambino quieto, che non piange mai.
Thor smette subito di ridere: si ferma, si china su di lui, lo afferra da sotto le ascelle e lo rimette in piedi. Loki si lascia tirare su… e, con uno strattone, gli strappa il fazzoletto di mano e scappa, gridando di esultanza.
È...]

[
Diverso.
Il pensiero prende forma così, mentre sta seduto sulle gradinate dell’arena, i gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani, e segue l’allenamento sotto di lui.
Thor solleva il martello e vibra un poderoso fendente verso la testa di Fandral, che lo blocca ponendo la propria lama di taglio. Il clangore del metallo riempie l’aria, misto alle grida di incoraggiamento di Volstagg.
-Bei riflessi!- approva Hogun.
Fandral ruota di lato, disimpegna la spada. Thor si sbilancia in avanti, ma è lesto a recuperare l’equilibrio. Si gira giusto il tempo per deviare, con un deciso colpo di martello, l’affondo dell’amico.
Volstagg corre lungo gli spalti per seguire meglio il duello. Si porta le mani ai lati della bocca.
-Thor, muovi quel culo! Per poco non ti tagliava la testa! Fandral, sembri una cazzo di ballerina!-
Hogun, in piedi a braccia incrociate, si limita a un sorriso sghembo.

Loki getta un’occhiata a Sif, in piedi dalla parte opposta della gradinata.
La ragazza non dice nulla: segue ogni mossa con occhi attenti; ogni tanto getta i riccioli biondi dietro le spalle, tormentandosi il labbro inferiore con i denti.
Loki è, semplicemente, diverso da tutti loro: un ragazzino minuto –ossa allungate, polsi sottili, muscoli agili e scattanti- nessuna voglia di tener testa a un guerriero per stabilire chi è più forte, o di chiudersi in una taverna per stabilire chi riesce a bere di più.
Sollevando il viso dalle proprie mani, Loki appoggia la schiena contro il gradino sovrastante e sospira.
Nessuno ama misurarsi con lui –e a dirla tutta a lui non piace allenarsi, lo fa solo per essere accettato. Non è un caso che finisca spesso a duellare con Sif, anche lei guardata con imbarazzo perché
femmina.
Con la coda dell’occhio, vede un’ombra che gli si avvicina e gli si siede accanto.
Frigga.
-Cosa pensi?-
-Che sono
(Diverso)
nato per essere re. Ma non voglio essere un re il cui valore si misuri sul filo di una spada.-
-Chi ti ha detto per cosa sei nato?-
-Il signor padre.-
Frigga gli cinge le spalle con un braccio. Loki le appoggia la testa sulla spalla e chiude gli occhi, assaporando il suo profumo. Poi si divincola e si alza in piedi.
Frigga lo segue con lo sguardo.
-Tu sei nato per essere te stesso.- gli dice con fermezza. Gli porge l’involto che regge in mano.

Loki se lo rigira tra le dita.
-Cos’è?-
Frigga solleva il mento e sorride.
-Guarda tu stesso.-
Loki straccia l’involto, svelando una copertina verde smeraldo, decorata con motivi dorati. Sgrana gli occhi. È un testo di…]
 
[-Magia!-

Sif regge fra le mani il vaso di rose. Le corolle fiorite hanno una sfumatura iridescente e mentre lei le osserva cambiano lentamente colore, sfumando dal verde all’oro, dall’arancione al rosso, dall’azzurro di nuovo al verde. Gli occhi blu della ragazza si posano sul volto di Loki, incantata. -Le hai fatte tu?-
-Queste le ho solo modificate. Un giorno riuscirò a crearne dal nulla.-
Le guance di Sif si tingono di un rosa tenue.
-Loki… sono per me? Sono bellissime!-
Lui sorride. Ormai sono adolescenti, ma continuano ad allenarsi assieme. Anche questo è una specie di duello: ha colto Sif di sorpresa, vederla felice è una sorta di vittoria.
Da dietro le colonne giunge importuna la voce di Thor.
-Ehi piccioncini, avete finito di tubare?-
-A quando le nozze?- sogghigna Fandrall.
-La coppia perfetta: Sif, sarai uno splendido sposo! E tu, Loki, una splendida sposa!- esclama Volstagg, e scoppia a ridere della propria battuta.
Hogun si limita a sogghignare.
Loki li fulmina tutti con un’occhiata.
Thor scrolla le spalle.
-Sif, vieni ad allenarti o hai deciso di tornare femmina?-
Sif arrossisce con violenza, china il capo e i boccoli biondi le ricadono lungo le guance. Tende le braccia e restituisce i fiori in fretta, come se il vaso scottasse.
-Grazie, Loki, sei gentile ma non posso accettarli. Dopotutto sono una guerriera: non sono brava con le piante.- Gli sorride incerta.-Ci vediamo dopo nell’arena. Voglio provare con te dei nuovi colpi di spada.-
Si gira e corre via con gli altri.
Loki rimane solo, il vaso di fiori in mano. Sente una rabbia gelida addensarsi al centro del petto, irradiarsi dalle sue dita. Abbassa lo sguardo: una coltre di brina ha coperto i gambi, le foglie, le corolle.
Sif.
È la persona più simile a lui e…]
 
[...mi sono innamorata di Thor.-
Lo sputa fuori così, tutto d’un fiato, gli occhi azzurri fermi nei suoi mentre lo dice, come a studiare un’eventuale reazione. Tiene la schiena appoggiata a una colonna, rigida, e si tormenta una ciocca dorata tra le dita, come sempre quando è nervosa.
Loki si costringe a non muovere un muscolo, il viso accuratamente vuoto di qualsiasi espressione.
-Credo fosse inevitabile.- dice. Inorridisce nel rendersi conto che una parte di sé lo pensa sul serio.
Sif sorride appena e sposta il peso da un piede all’altro. La sua pelle chiara è spruzzata di lentiggini: Loki vorrebbe baciarle una per una.
-Secondo te, avrò mai qualche speranza con tuo fratello?-

Loki inarca un sopracciglio, le labbra strette.
-Nessuno, nemmeno Thor sarebbe così stolto da non trovarti attraente!-
Sif fa un passo avanti e gli getta le braccia al collo, rovescia il capo all’indietro e ride, un suono così bello da essere quasi doloroso.
-Come farei senza di te?-
Loki le poggia le mani sulla vita sottile: fermarsi a quel gesto fraterno è un’agonia che gli erode lo sterno, il desiderio di afferrarla per i fianchi e attirarla contro di sè gli fa tremare le dita.
Ha la sensazione che il viso gli si ricopra di brina, ma sorride lo stesso.
Io sono cattivo, pensa, coscientemente, per la prima volta.
-Sif, ti va di fare un patto?-
-In che senso?-
-Duellare senza esclusione di colpi, mettendo qualcosa in palio. Se vinci tu, ti combinerò un appuntamento con mio fratello.-
Sif lo guarda fiduciosa, curiosa, il naso a pochi centimetri dal suo.
-E se perdo?-
Una ciocca dorata le è rimasta intrappolata all’angolo delle labbra: Loki la libera gentilmente e la osserva arricciarsi attorno al proprio dito prima di sistemargliela dietro l’orecchio.
-Se perdi ti chiederò qualcosa di assurdo, tipo rasarti i capelli o giù di lì.-
Sif scoppia a ridere, sciogliendolo dal proprio abbraccio e tirandogli un amichevole pugno sulla spalla.
-Oh, Loki, hai sempre voglia di scherzare!-
Loki sorride senza allegria.
Fa un passo indietro: una lama di ghiaccio prende forma nella sua mano, e lui la incrocia contro quella di Sif. Ha troppo da perdere, e dunque non perderà.

Riesce a…]
 
[...spezzarla. Sif preme la fronte contro il suo petto: i singhiozzi sono così violenti che sembrano davvero spezzarla. Dopo lo scherzo dei capelli non gli ha parlato per un mese –un mese durante il quale Loki s’è sentito divorare lo stomaco dall’interno.
Ma adesso, tra tutte le persone che conosce, è lui che ha cercato, è a lui che sta chiedendo conforto. Loki le cinge le spalle con un braccio e lascia che si sfoghi. È felice, troppo felice di avere una scusa per stringerla a sè, troppo felice della stupidità di suo fratello, per essere davvero in pena per lei.

Thor se l’è portata a letto, naturalmente: il giorno dopo le ha dato una pacca sulla spalla e amici come prima –naturalmente.
Loki le accarezza il capo, passa le dita in quelle ciocche seriche e brune – scure come le sue- furtivamente, come se stesse rubando un piacere segreto e proibito.
E all’improvviso un’intuizione, una certezza gli esplode in testa con chiarezza accecante. Dischiude le labbra sconvolto, poche parole gli sfuggono dalla gola in un sussurro.
-Il mio ultimo gesto di gentilezza, sarà per te.-
Sif si scosta di scatto.
-Cosa?-
Loki la lascia scivolare via, scioccato. Osserva quel viso familiare rigato di lacrime.
Un giorno lei… tutti loro saranno suoi nemici.
La rivelazione è violenta, ma dura solo un istante. Un battito di ciglia prima che si attenui, un altro battito e sta già svanendo.
Nemico di Sif?
Suvvia, siamo seri!
Nemico di Thor?
In fondo, amo quell’idiota quasi quanto amo lei.
Eppure, il gelo senza nome che spesso sente addensarsi al centro del petto racconta possibilità diverse, e si irradia fin sotto la pelle come una minaccia sempre più vicina.
Presto.
Presto nella sua vita si aprirà una ferita. E anche se non è ancora successo, lui...]
 
...tornò in sè.
Al se stesso seduto da solo in un fabbricato incompiuto e già popolato di spettri, a una città punteggiata di luci che aspettavano solo di essere spente.
A un presente in cui nulla era ancora accaduto, ma tutto si era già compiuto.
Vide gocce rosse sporcargli le dita: seppe che il sangue non era suo, e che il doppelganger, a miliardi di chilometri da lì, aveva compiuto la sua missione, ed era…
 

****

 
…vivo!

Sif si svegliò di soprassalto, gli occhi sgranati nel buio: un nome le pulsava nelle tempie al ritmo del suo stesso cuore.
Qualcosa scintillava accanto al suo cuscino.
Sif tese una mano attraverso le ombre, prese quella cosa così semplice, eppure così fuori luogo nella stanza di una guerriera. Il gelo le morse la pelle mentre la sollevava davanti agli occhi, contro la luce lunare che filtrava attraverso le tende.
Era una rosa: una splendida rosa di ghiaccio, perfetta in ogni dettaglio: petali, foglie, gambo…
Loki.
Sif rise, non potè farne a meno.
Una gioia intensa, feroce si fece strada tra le sue ossa, incrinandole la voce. Chiuse gli occhi, rovesciò il capo verso il soffitto, soffocando un grido di gioia.
-Sei vivo!- sussurrò.
Strinse la rosa al cuore. Le spine le graffiarono la pelle, acqua e sangue le bagnarono le dita.
Poi il fiore finì di sciogliersi, e rimase solo il sangue.
 
 

così un uomo sa sedici modi per dire verde
ed un altro ne ha uno soltanto per dire addio

 
(…)
 
un viaggio regala a ognuno la sua storia
io sono convinto che mi salverò 

(N. Fabi, “Sedici modi di dire verde”)


 
****

 
Vabbè, che vi devo dire?
Lo confesso: da assoluta profana dei fumetti Marvel, sono una fan di questi due personaggi, sia singolarmente che in coppia <3 Credo che prima del tradimento di Loki fossero amici e si tenessero testa a vicenda, se non altro perché –stando al primo film di Thor- entrambi erano due outsider, nonché le uniche due persone dotate di cervello in tutta la corte di Asgaard xD
   
 
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