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Autore: JustBelieber    27/04/2013    1 recensioni
Cara me,
Ti odio, come odio la maggior parte delle persone che ho intorno.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara me,

Sai che ti odio, come odio la maggior parte delle persone che mi circondano.
Non mi ricordo più neanche di quella bambina felice, seduta sulle ginocchia del padre mentre batteva le mani sorridendo. Dov'è finita? La cerco sempre perché forse è la cosa che mi manca di più al mondo. Ricordo quando quella bambina correva con un disegno in mano all'uscita di scuola, ricordo quella bambina che cantava in macchina mentre andava a trovare i nonni per le feste o per delle semplici visite di routine, ricordo quella bambina che passava i pomeriggi sotto casa a correre, saltare, gridare, divertirsi con gli altri.

Quella bambina bionda, quella che comandava un po’ più degli altri, quella che prendeva l’iniziativa e chiamava tutti intorno a se a giocare. Tu te la ricordi? La cerchi mai? Io non la vedo più da anni, chissà che fine a fatto.

Amavo il suo carattere, capiva tutto anche se era piccola e innocente, sapeva gestire i suoi dolori, sapeva calmarsi da sola. Ricordi quando i suoi genitori la sgridavano? Correva in camera, si sedeva sul suo lettino, afferrava il suo cagnolino di peluche e si metteva in bocca il ciuccio, cercando di fermare le lacrime che le rigavano il viso, aspettando che qualcuno della famiglia arrivasse a coccolarla, ma molte volte non arrivava nessuno.

Quando vedeva qualcuno piangere, donna, uomo o bambino che fosse, si fermava sempre vicino a loro e con le sue manine accarezzava quelle guance calde e bagnate dalle lacrime e diceva a tutti: “Calmati, se vuoi ti presto il mio cagnolino di peluche” e sul viso di quella persona spuntava sempre un sorriso, un sorriso a volte di tenerezza o di gratitudine. Lei era l’amica di tutti e di nessuno. 

Ricordo che a quella bambina piaceva la musica e che all'ultimo anno d’asilo la sua maestra la mise come capo fila, doveva guidare a tempo i bambini più piccoli suonando le maracas; ricordo che era fiera di se stessa, lo erano anche i suoi genitori; con i suoi codini color grano e i suoi occhi color nocciola camminava a passo deciso agitando le sue mani a tempo, sembrava la figlia della musica, la maestra disse ai suoi genitori di farle seguire un corso di musica avanzato perché secondo lei era portata, ma i genitori sottovalutarono quelle parole. 

Ricordi come era brava a scuola? Era la prima della classe alle elementari. “Ottimi voti, grande dote e interesse per la musica, amante dell’arte e del disegno. Sa partecipare e coinvolge tutti” era il giudizio dietro la sua ultima pagella.
A quel punto i suoi genitori decisero di fargli seguire l’indirizzo musicale della scuola media, ricordo quando venne scelta dopo la selezione. Pianse di gioia, la prima volta. Anche se non era stata scelta come pianista, venne scelta per suonare il violino.
Conobbe nuove persone in quegli anni, soprattutto conobbe Gioia esattamente nel 2010.

La bambina dai biondi codini però, non c’era più da tempo. Ormai c’era una ragazzina, interessata a tutt'altro che a stare con gli altri, una ragazzina che amava isolarsi, una ragazzina che quando poteva si chiudeva nella sala dei pianoforti e suonava, suonava ad orecchio perché la maestra dell’asilo le aveva detto “tu sei una musicista”. E lei suonava e quando qualcuno entrava le chiedeva sempre “ ma tu non suoni il violino?” e lei sorridendo rispondeva “Si ma io ho la musica nel sangue”.

Ti ricordi quando il sorriso di quella bambina si spense del tutto? Io sì, Gioia divenne un angelo, un angelo con le ali però.

Da quel giorno la bambina sorridente scomparve del tutto.
Io la cerco tutti giorni, ma non la trovo mai anzi si allontana sempre di più dal mio cuore si allontana ogni giorno che passa, si è allontanata quando la nonna quella dove lei si recava cantando in macchina volò in cielo, si allontanò quando veniva costantemente derisa, esclusa, emarginata, si allontana quando i genitori le voltano le spalle, si allontana quando ha le allucinazioni e sviene, si allontana quando ha gli attacchi di panico, si allontana quando sorride e piange allo stesso tempo quando parla con la sua migliore amica, anzi dovrei dire con la sua vita, si allontana quando il fratello la evita, si allontana quando può guardare negli occhi il suo idolo solamente tramite delle foto, poster o una dannata sagoma di cartone che ha in stanza, si allontana quando guarda le sua braccia e le sue gambe e vede le sue cicatrici di guerra, la guerra contro di TE cara me, si allontana quando il suo cuore salta i battiti, si allontana quando vede quel peluche con cui si consolava e capisce che sono anni ormai che non può più aiutarla. 
Si allontana quando le persone che gli vogliono davvero bene abitano a chilometri e chilometri di distanza, si allontana quando si guarda allo specchio e pensa a tutto questo. 
Si allontana quando chiude gli occhi e rivive tutti i giorni della sua vita, si allontana quando corre in bagno a vomitare, si allontana quando capisce che quella felicità, quell'innocenza, quei codini non ci saranno mai più.

Cara VECCHIA me, mi manchi.


-Con affetto, Me.
 

  
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