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Autore: Miky Castiel Winchester    27/04/2013    3 recensioni
L'anima sprofonda nelle gelide acque di un abisso senza fine,ed il dolore è protagonista incontrastato della sofferenza dell'anima, dell'anima di Mary.
( One Shot 2/4 ; sequel di "Fiamme" disponibile sul mio profilo)
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mary Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Acque

 

 

Il Paradiso non era quello dipinto con maestria dagli uomini fin dall’antichità, per certi aspetti era migliore era un piccolo angolo,dove la serenità contraddistingueva quella “nuova” vita alla quale l’uomo andava incontro inevitabilmente per volere di Dio. Ma lei, Mary non si era mai sentita così,serena o in pace, stava sempre seduta sulla piccola panchina di legno ai cancelli invalicabili di quel Paradiso che Paradiso per lei non era ma solo sinonimo di prigionia. Da li osservava il suo John, vedeva il grande ed unico amore della sua vita,attimo dopo attimo,giorno dopo giorno, anno dopo anno crollare sotto il peso di un dolore che mai avrebbe superato, John non avrebbe mai accettato la sua morte e Mary lo sapeva bene ma vederlo distruggersi e consumarsi lacerava il suo animo.

Mary sentiva la sua anima sprofondare negli abissi di acque tempestose,buie, fredde dove qualunque cosa risucchiata non trova modo di uscire. Il suo animo era ormai segnato dal dolore,gelido come quelle acque oscure e profonde dalle quali si sentiva divorata vedendo l’uomo della sua vita spezzato e fragile, forte solo all’apparenza,forte solo per i loro ragazzi, Sam e Dean,forte perché recitava un ruolo sulla scena dell’esistenza che Mary sapeva non gli apparteneva. Ogni volta che lui crollava,che si lasciava prendere dallo sconforto,lei,Mary moriva ancora ed ancora sentiva di annegare in acque maligne,senza fondo e misteriose pronte a gettare nell’oblio ogni frammento della sua essenza. Quelle acque erano come catene,catene impossibili da distruggere nelle quali il dolore maligno continuava a crogiolarsi come se avesse vita propria. Si sentiva avvolta interamente da quelle torbide acque,gelide acque di un mare in piena tempesta che nella stessa tempesta gettavano quella sua anima, un anima che andava infrangendosi come onde sugli scogli,un anima un tempo coraggiosa e calda ora timorosa e fragile, un anima fatta di tanti frammenti creati dal suo dolore per la sofferenza del suo John,dei suoi figli. Le acque così simili ad uno scudo impossibile da abbattere, quelle acque come ostacoli insormontabili la tenevano lontana da lui,da loro, non poteva sopportare di vedere la sua famiglia soffrire e non poteva far nulla per evitare che soffrissero. I suoi occhi carichi d’amore, sofferenza,profondi, erano di un azzurro unico al mondo, lo stesso azzurro di quelle acque dalle quali si sentiva pervasa e catturata, di quelle acque nelle quali il suo animo tormentato sprofondava un po alla volta sotto il peso di un dolore che non poteva mettere a tacere. Lei aveva bisogno di loro, e loro di lei. Forme, oggetti tutto si fece distorto,i lunghi capelli biondi sul viso rigato di lacrime calde, calde come mai sarebbero state quelle acque di cui il dolore della sua anima era vittima e prigioniero. Le acque nelle quali la sua anima il suo cuore,il suo dolore erano avvolti era un abisso dal quale liberarsi era impossibile conoscendo la sofferenza della propria famiglia.

 

“ Devi lasciarli andare o non sarai mai serena tesoro”

 

“Mai, mamma..”

 

“Mary..”

 

Mary non avrebbe mai lasciato la sua famiglia,lei non sentiva di appartenere a quel mondo, a quello scenario, lei apparteneva a John, a Sam e Dean e lo avrebbe trovato un modo per stare con loro ancora, per guarire il loro dolore ed il suo,per liberare John dalle fiamme brucianti,per liberare se stessa dalle catene,dallo scudo,dalle acque.

 

  
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