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Autore: _moody    27/04/2013    0 recensioni
Lui doveva salvarla.. Lei voleva scappare dalla realtà..
La sua vita diventò un incubo e un groviglio di problemi. Riuscirà la luce a risplendere?
                 
Protettore
Il suo compito era quello di proteggerla.
Ma non come un amico protegge la sua migliore amica,
non come un ragazzo protegge la sua fidanzata,
non come un padre protegge la figlia.. ma come un angelo protegge l'anima che gli è stata affidata.
Ma lui era all'altezza di essere definito 'angelo'?!
Dal 6° Capitolo
«.. "Avrei dovuto percepire la tua paura." la sua risposta mi fece pietrificare. Feci un passo indietro quando ebbi un capogiro. Il suo fare tranquillo, se pur confuso, quando parlò.. come se fosse naturale che sentisse le mie emozioni. Sapere che non potevo impedirlo perchè era lui ad avere il dominio su di me, in questa prospettiva, mi torturava dentro.
Harry era nella mia testa, poichè mi leggeva i pensieri, ed era anche nel mio cuore, e sotto la mia pelle, e in ogni nervo, cellula, ogni parte di me.
Volevo allontanarlo da me il più possibile. Per impedirgli di continuare a invadermi.. »
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Protettore

   

 

 

 

 

Il vento continuava a sibilare tra le fessure della finestra facendomi venire i brividi a causa di quell'aria inquietante.

Quella mattina mi ero svegliata presto dopo essermi girata e rigirata nelle calde coperte cercando di addormentarmi per tutta la notte. Cercai di fare ordine tra i miei pensieri ma il dubbio non mi abbandonava e avrei dovuto prendere una decisione in fretta. Rimasi sul comodo materasso fissando il soffitto in attesa di un qualche messaggio dall'alto. Niente. Le pareti rimanevano bianche. Mi rendevo conto che se avessi accettato la proposta di Malik avrei messo a rischio la mia vita. Non solo avrei osato la galera derubando, ma sarei anche entrata in un brutto circolo, dato che conoscevo il tipo di persone che componevano quella compagnia. Sarebbe poi stato difficile uscirne. Nonostante tutto, avevo un tremendo bisogno di soldi se non volevo finire a fare compagnia ai barboni sotto il portico.

Decisi finalmente di alzarmi e sgusciare fuori dal letto trascinandomi a mo di zombi giù per le scale e poi in cucina. Aprii il frigo coprendomi gli occhi con il dorso della mano per la troppa luce bianca che emanava quell'elettrodomestico. Tastai un po all'interno, in cerca della bottiglia di latte per poi richiudere la ghiacciaia con un suono secco e tornando nella penombra. Mi appoggiai al ripiano in marmo rovinato, mentre un brivido mi punse alla base della schiena per il freddo contatto con il mobile, e attaccai la bottiglia alla bocca molto poco elegantemente per poi berne il contenuto.

"A questo punto non ho altra scelta.. - mormorai appena poggiata la bottiglia. - ..devo accettare la proposta di Zayn."

 Mi sdraiai svogliatamente sul divano del salotto e presi a fare zapping tra quei 6-7 canali che avevo in tv, ingozzandomi di golosi biscotti con gocce al cacao. Appena trovai un programma di cartoni animati discretamente accettabile, udii un rumore sospetto provenire dal piano di sopra. Mi alzai di scatto tremante di paura, dubitando che fosse stato il contatore dell'acqua calda a fare quel baccano. Andai in cucina in punta di piedi e presi la prima cosa che mi capitò sotto naso: una padella. Scalza, iniziai a salire su per le scale il più silenziosamente possibile, nonostante qualche scricchiolio a causa dell'età del legno di cui erano fatti i gradini. Una volta in cima, notai la porta della mia camera aperta e mi irrigidii ulteriormente dato che ricordavo perfettamente di averla chiusa in precedenza, com'ero d'abitudine fare.

"Già sveglia? Pensavo fossi una dormigliona." una voce sconosciuta, rauca e calma alle mie spalle mi fece fare un salto di 3 metri e urlare istericamente per il terrore. Mi girai in fretta con la padella alzata, impugnata saldamente e pronta a colpire. Una figura alta e scura comparve nella mia visuale.

"Chi cazzo sei? Come hai fatto ad entrare?" trillai tutto d'un fiato verso la sagoma nera che qualche secondo prima aveva parlato Ero a dir poco terrorizzata. I nervi erano talmente tesi che quasi non li sentivo e temetti di svenire da un momento all'altro.

"Hey Ever, rilassati." continuò il tipo avanzando di qualche passo, come se ci conoscessimo e fossimo amici da una vita. Sentii il sangue ghiacciarmi nelle vene ad ogni movimento che faceva.

"Fermo! - gli ordinai. - Come cazzo fai a sapere il mio nome?" era il panico che riusciva a far uscire la mia voce dalla bocca.

"Quindi non ho sbagliato, sei tu Ever Ainsley! Ho già passato un paio di case cercandoti, ma ho risolto solo causando infarti." sghignazzò il fantasma alquanto divertito dalla situazione. Non vedendo nulla, passai le dita sul muro al mio fianco, cercando istintivamente l'interruttore per accendere la luce in modo da riuscir a vedere il volto del misterioso essere - piuttosto, per prendere bene la mira - prima di colpirlo con una padellata in piena faccia, ma non appena lo ebbi trovato e premuto, questo non si accese, rumoreggiando solo un 'click' che svelò le mie intenzioni.

"Merda!" bisbigliai. L'essere ghignò avanzando lentamente ma con maggior sicurezza. Alzai di scatto il braccio, intralciando con la padella lo spazio che ci distanziava.

"Chi sei? E cosa vuoi da me?!" ripetei sfrenata. Rimase in silenzio continuando ad avvicinarsi per nulla intimorito dalla mia minaccia, per poi immobilizzarsi non appena raggiunse un punto in cui la luce fioca proveniente dalla scalinata che lo affiancava, mi permise di distinguere i suoi lineamenti.

Era un ragazzo. Un ragazzo alto, con le spalle larghe, un ammasso di ricci castani in testa e due grandi occhi verdi splendenti che risaltavano nel buio. Non sapevo se essere sollevata o meno a quella rivelazione.

"Il  mio nome è Harry." rispose pacato il soggetto.

"E si può sapere cosa diavolo ci fai a casa mia? - feci una pausa, notando stranamente che il giovane aveva fatto una smorfia infastidita all'udire le mie parole, ma non ci detti troppo peso: le sue espressioni erano l'ultimo dei miei pensieri. - Ti avverto che sono una poveraccia e non c'è nulla di valore che potresti rubare qui. " conclusi tentando di essere minacciosa ma a quanto pare non feci effetto: il ragazzo rise di gusto tenendosi la pancia con le mani e portando la testa leggermente all'indietro. I suoi occhi smeraldini si serrarono e le labbra a forma di cuore si schiusero mostrando una dentatura perfetta in un sorriso. Mi tesi come una corda di violino.

"Mi avevano detto che avessi il senso dell'umorismo." disse. Abbassai di poco la padella. Ooooh capito, non era un ladro bensì un pazzoide uscito da un manicomio. Presi un lungo respiro cercando di non perdere il controllo e di esprimermi chiaramente.

"Ascolta, credo di aver capito i tuoi problemi mentali e sappi che sorvolerò sul fatto che tu abbia agito da stalker e che ti sia intrufolato in casa mia alle 5.30 del mattino; basta che torni in ospedale a farti curare." affermai certa sulla mia teoria e facendo del mio meglio per mantenere un tono calmo, cosa non molto semplice dato che non capita tutti i giorni di svegliarsi una mattina trovando un gran bel ragazzo, pazzo, aggirarsi per casa propria come se nulla fosse.

"Senti, sei fuori strada!" commentò. Mi massaggiai la tempia con la mano libera.

"Allora fammi capire.. Tu, tipo che non ho mai visto in vita mia, ti materializzi nel mio appartamento conoscendo il mio nome e blaterando riguardo cose insensate perchè.." cercai di iniziare il discorso sperando che il ragazzo continuasse la frase completando i puntini.

"Ok..- sospirò, puntandomi i suoi occhi verdeggianti addosso. - Ever, mi è stato affidato il compito di farti da protettore." Scoppiai in una fragorosa risata.

"Matto, completamente matto, proprio da ricovero." Il riccio non prese bene la mia insistenza a non capire e il suo viso divenne serio, faceva  paura. Si avvicinò velocemente eliminando definitivamente i passi che avevo a mio vantaggio e costringendomi ad aderire con la schiena al muro gelido, intrappolandomi. Le sue mani poggiarono sulle mie spalle in una presa salda e forte. Persi un battito.

"Ascoltami bene, capisco che per te sia tutto insolito eccetera ma io ho un compito e un piano che coinvolge anche te." disse chiaramente facendomi sprofondare sotto il suo sguardo gelido.

"Me?" sibilai stupidamente sperando di aver sentito male.

"Te." ripetè  il giovane. "E' meglio che ti metti comoda." così dicendo, mi condusse di sotto verso il MIO salotto facendo segno di sedermi sul MIO divano. No ma con comodo. In casa tornò improvvisamente la luce. Pazzo e pure mago. Chissà perchè ricollegai l'improvviso funzionamento delle lampade al tipo.

"Questo è meglio se lo prendo io." riprese allungando lentamente il braccio verso di me e sfilandomi il manico della padella dalle mani come per non spaventarmi, ma era troppo tardi, il livello della mia paura aveva superato il limite dal momento in cui avevo sentito il rumore dal secondo piano. Nonostante tutto, non mi opposi e lasciai che mi prendesse l'arma e la poggiasse sul tavolo. Si sedette sullo stesso divano, lasciando comunque un po di distanza.

"Sputa il rospo." lo incitai ad iniziare. Tanto valeva ascoltare quello che aveva da dire: avevo la sensazione che quello svitato non se ne sarebbe andato facilmente.

"Non so come cominciare quindi andrò dritto al punto.. Ever, io sono.. o meglio ero, un ragazzo di 19 anni quando.. sono morto." si fermò un secondo momento per esaminare la mia espressione tra l'incredulo e l'indifferente. Probabilmente era sorpreso dalla mia impassibilità. Riprese il suo monologo.

"Bhè, ecco.. Sono finito nello spazio intermedio e il superiore.. - indicò con l'indice verso l'alto. - ..ha deciso di propormi un affare, di mettermi alla prova." fece alcune pause durante il suo racconto, come se avesse paura di darmi troppe informazioni tutte in una volta ma io continuavo a pensare di star ascoltando uno squilibrato.

"Guarda che io sono atea." ammisi d'un tratto superficialmente.

"E con questo?" chiese confuso aggrottando le sopracciglia.

"E con questo intendo dire che non credo in 'un superiore' e che questa storia non attacca." mormorai mimando le virgolette con le dita.

"Che ti piaccia o no, questi sono i fatti." ribadì serio non accettando altre contraddizioni.

"Continua.." mi arresi roteando gli occhi.

"Il mio compito è quello di occuparmi di te.." non lo conoscevo, e di certo non ero il tipo di persona che giudicava alla prima impressione, ma come già detto, quella era una situazione particolare e odiavo la sua aria dominante che non si era preoccupato di mostrare dall'inizio.

"Già, peccato che a Dicembre farò 18 anni e diventerò maggiorenne, vivo da sola e so badare a me stessa." commentai acida e scocciata da quella situazione in cui sembrava che lui fosse convinto di sapere tutto su di me.  Incrociai le braccia al petto e aspettai la sua risposta che non tardò ad arrivare.

"Si, sei una ragazza completamente sola, che non va a scuola e senza un lavoro che ti mantenga.. - ribadì autorevole. Ma successivamente, i suoi lineamenti e il suo tono si ammorbidirono nella seconda parte della frase. - ..quello che voglio dire, è che devo metterti sulla giusta strada e impedirti di fare i miei stessi errori. Perciò, d'ora in poi sarò una specie di guardiano." Si, e io sono un puffo blu. Sospirai rumorosamente cercando di elaborare, per quanto letteralmente incredibile, la storia di.. Harry.

"Ok, voglio una prova." dissi improvvisamente.

"Una prova di cosa?" sta' volta era lui quello disorientato.

"Una prova che tu provieni dall'aldilà." chiarii. Il ragazzo dai capelli castani mi guardò per un istante divertito.

"Ti sei chiesta come ho fatto ad entrare a casa tua?" assunse un sorriso beffardo, e a mio avviso alquanto irritante.

"Probabilmente da una scala che ti ha portato alla finestra di camera mia." dedussi.

"Nessuna scala.. - scosse il capo. - ..essere un mezzo-morto ha i suoi vantaggi."

"Un.. mezzo-morto?" Ok, ero fin troppo confusa. Mi diedi un pizzicotto con le dita da sotto la maglietta, dato che non avevo ancora constatato se stessi sognando o no. Negativo, ero sveglissima.

"Si.. si dicono così quelli che finiscono nello spazio intermedio; esseri senza vita ma senza essere ancora stati collocati nè in paradiso, nè all'inferno." mi continuavo a chiedere perchè stessi ancora parlando con uno che si definiva un mezzo-morto. Ma avevo altra scelta?

"Quindi hai usato il teletrasporto per entrare in casa mia? O magari le ali!" dissi sarcastica trattenendomi dal scoppiare a ridergli in faccia.

"Non esattamente.. Diciamo che non ho ancora l'onore di poter usufruire delle ali ma.." quel suo sorriso frizzante mi confondeva.

Fu un secondo, un attimo, non ebbi nemmeno il tempo di ragionare che scomparì per poi riapparire a pochi centimetri di distanza dal mio viso.

"Sorpresa?" chiese mantenendo un sorriso pieno di malizia. Io, d'altro canto, stavo cercando di fare mente locale su quello che era appena successo. Probabilmente avevo un'espressione da ebete dato la bocca schiusa e le parole a mezz'aria. Cercai di far uscire la voce ma tutto quello che ottenni fu un suono che ricordava il verso di un topolino terrorizzato. Pietrificata, non riuscivo a muovere un muscolo e non capivo se ero io o il ragazzo mi aveva fatto uno dei suoi trucchetti. Me ne stavo lì ad osservarlo. Era la prima volta che lo guardavo attentamente, ogni più piccolo particolare come la corona di ricci color cioccolato che gli contornavano il viso disordinatamente, la pelle bianca come il latte, il naso tondo e buffo a patata, gli occhi verde smeraldo di una luce e un colore surreale e le labbra carnose a forma di cuore, rosse e lisce come i petali di una rosa.. o piuttosto..  come il sangue.

Harry, all'istante, corrugò la fronte prendendo poi a sventolarmi la mano davanti alla faccia.

"Ev.." sussurrò il nomignolo che mi aveva appena affidato. Mugugnai ancora incantata.

"Ever!" ripetè alzando la voce con più sicurezza.

"Si?" scossi la testa cercando di riprendermi da quello stato di trans.

"Quasi dimenticavo.. - iniziò portandosi la mano dietro alla nuca e sorridendo quasi imbarazzato socchiudendo gli occhi e distogliendo lo sguardo per una frazione minima di secondo. - ..In alcuni casi, può capitare che io riesca a leggere i tuoi pensieri, se sono abbastanza chiari." Fantastico, ora sarà lui a prendermi per pazza riuscendo a vedere il casino che avevo in testa.

"Ho visto la tua accurata descrizione su di me." continuò a sorridere. Bella figura di merda Ever, complimenti! Era come se il viso avesse preso fuoco, sgranai gli occhi e mi sentii girare la testa.

"Devo dedurre che tu mi abbia convinto con la storia del 'non sono un ladro nè un pazzo bensì un mezzo-morto' .." sospirai cercando di buttarla sul ridere. Harry fece una faccia schifata.

"Si ma per favore.. non chiamarmi più 'mezzo-morto', io l'ho usato solo per farti capire meglio.." mormorò serrando gli occhi infastidito. Lo ignorai, il fatto sarebbe potuto tornarmi utile in futuro. Feci un appunto mentale.

"Bene, ora posso chiederti cosa succede adesso che tu sei il mio 'guardiano'?" dissi non sapendo ancora a cosa credere.

"Protettore." mi corresse con un leggero sorriso. "Bhè, succede che adesso dovrò seguirti nella tua vita." continuò altezzoso come se avesse il pieno controllo e sapesse perfettamente cosa fare, a differenza mia.

"E dove starai?" domandai.

"Ma che domande, qui è ovvio." rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo.

"Cooooosa? E io dovrei condividere con te questa casa? Poi tu stesso hai detto che faccio fatica a mantenermi da sola e ora ho una bocca in più da sfamare." sbraitai gesticolando nervosamente con le mani per aria.

"Non esagerare, non sono mica un cagnolino a cui devi procurare il cibo.. E' come se fossi il tuo coinquilino." accompagnò il tutto con un'alzata di spalle.

"Si, un coinquilino mezzo-morto." bisbigliai tra me e me certa che Harry mi avesse comunque sentita.

"E smettila di usare quel termine, piuttosto.. dove dormo?" si guardò in torno con fare spaesato e le sopracciglia sollevate.

"Sul divano!"

 

 

 

 

 

 

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SPAAAAAAZIO AUTRICE.

Mò salve. Mi chiamo Sasha ma per voi sarò _moody.

Eccomi qui con un'altra e incredibile avventura. (?)

No ok, ho cancellato da poco una ff dato che mi ci ero bloccata ma è stata una cosa poco programmata e la storia non aveva davvero un filo di eventi molto collegati tra loro.

Diciamo pure che questo è un nuovo inizio. c:

Sarà interessante scrivere una trama del genere e nonostante possa già sembrare leggermente confusa, non sapete cosa vi aspetta muahahahaha.  No seriamente, sarà una storia particolare e state tranquille che non farà la stessa fine di quella precedente. Fidatevi quando vi dico che già dal prossimo capitolo le cose saranno un po più chiare e interessanti.. spero.

Ho deciso che per mandare avanti questa ff, mi baserò anche sul numero di recensioni, perchè ho davvero paura che possa non piacere.

Detto questo, spero di avervi incuriosite. Grazie a tutti per l'attenzione.

_moody  c:

  
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