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Autore: afterallthistime    27/04/2013    4 recensioni
«Sono passati cinquant'anni da quando le acque scure dell'oceano ti hanno accolto fra le loro braccia,Jack.Ed ora io sono qui,su questa nave,nel bel mezzo dell'oceano.Ho mantenuto la mia promessa.Non mi sono arresa.Ho vissuto la mia vita,ed ora sono felice.»
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Dawson, Ruth Dewitt Bukater
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Il tempo passa.
Anche quando sembra impossibile.
Anche quando il rintocco di ogni secondo fa male come il sangue che pulsa nelle ferite.
Passa in maniera disuguale,tra strani scarti e bonnacce prolungate,ma passa.
Persino per me.»
-Stephenie Meyer,New Moon.


Cinquant'anni.
Cinquant'anni sono passati dal giorno in cui il Titanic sprofondò negli abissi dell'oceano.
Cinquant'anni da quando quelle acque gelide avevano accolto l'ultimo respiro della persona che aveva ridato speranza alla mia vita.
Tu,Jack.Come avrei potuto dimenticarti?Il tuo viso viveva nei miei sogni,nei miei ricordi.
Ogni qualvolta chiudevo gli occhi,tu eri lì,dietro le mie palpebre,con i palmi delle mani tesi verso di me.
Ti avevo promesso che sarei andata avanti,che sarei sopravvissuta,qualsiasi cosa sarebbe accaduta.Ma dove avrei trovato la forza?
I ricordi della nave dei sogni che annegava nelle acque scure dell'oceano,le urla dei bambini,delle donne,degli uomini che chiedevano aiuto.
Il ricordo sfuocato della scialuppa,dell'unica scialuppa che era tornata indietro.
E infine,il ricordo del tuo corpo freddo che lasciavo scivolare nelle acque.I tuoi occhi chiusi per sempre.
Quei ricordi mi tormentavano ogni notte,e ad ogni risveglio mi ritrovavo con le guance rigate di lacrime.Perchè io?Perchè proprio io?
Perchè ero sopravvissuta io,e non te,non tutti i bambini che erano morti assiderati quella notte,non le centinaia di persone che avevano invocato aiuto invano fin quando la morte non li aveva accolti fra le loro braccia?Eppure,imparai a convivere con quei ricordi.Erano come ninnananne che cullavano la mia anima ogni notte e accompagnavano il mio sonno.
Dal dolore e il rimorso,nasceva la consapevolezza che ci si era salvati,e il prezzo da pagare erano i ricordi.
I sopravvissuti hanno sempre più responsabilità degli altri.Devono andare avanti,e portare con sè tutta la vita che ha perso chi non ce l'ha fatta.
Per questo,giurai a me stessa che ce l'avrei fatta.Dovevo mantenere la promessa che ti avevo fatto.Avrei vissuto la mia vita e sarei stata felice.


Cinquant'anni dopo,sono qui.
Su una nave,nel bel mezzo dell'oceano,sul punto esatto in cui il Titanic si inabissò per sempre.
Le lacrime pungono gli occhi,ma le trattengo.
Un sorriso amaro mi si dipinge sulle labbra mentre davanti ai miei occhi si ridipinge la scena di quella terribile notte di morte che ti portò via con sè.
Eppure ho capito che eri un angelo,eri un angelo troppo puro per poter vivere ancora su questa Terra.
Per ironia della sorte,a sopravvivere sono stata io,la prima che a quella vita avrei voluto porre fine.Le mani mi tremano mentre raggiungo il parapetto della nave e mi sporgo verso l'acqua scura.
Ora è calma.Quella notte,la notte in cui ti conobbi,l'oceano si agitava minaccioso,impaziente di prendere con sè la mia vita.Chiudo gli occhi.
Ho quasi paura che,riaprendo le palpebre,possa vedere il tuo viso pallido galleggiare sull'acqua.
Inspiro profondamente e apro gli occhi.Non c'è nulla.Solo l'acqua che si infrange dolcemente contro la poppa della nave.
Non riesco a credere che sto guardando le stesse acque che cinquant'anni fa accolsero le anime delle 1523 persone che non riuscirono a salvarsi.
Scruto la superficie dell'acqua,quasi cercando di intravedere lo scheletro ormai inerme della nave in cui erano stati riposti i più grandi sogni degli uomini dell'epoca e la quale si era rivelata il loro più grande fallimento.Impotente,scoppio in lacrime.Lacrime calde che mi rigano le guance e cadono dolcemente nell'oceano,senza il minimo rumore.
Io sono sopravvissuta a tutto questo,mi ripeto.E quel motivo me l'hai indicato tu.I sopravvissuti hanno più responsabilità degli altri,giusto?
Chiudo gli occhi,lasciandomi cullare dallo sciabordio delle onde e dalla ninnananna del mio inconscio.
In quel momento,capisco che il mio cuore è finalmente in pace.I fantasmi del passato non torneranno a farmi visita mai più.

«Tu,Josephine sulla macchina vieni con me, più su..vola via con me.»sussurro,alzando lo sguardo al cielo.
  
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