Mai si era vista una cosa del genere, un accampamento così grande in tutta Ilinamn. In eoni di storia, mai si era fatta un’alleanza del genere. Le quattro grandi razze che camminavano e combattevano insieme, su un unico fronte, con un unico scopo e un unico nemico.

Il fronte era composto da una decina di accampamenti, ognuno dei quali suddiviso in quattro zone, uno per ogni razza. 

C'era la zona Nord degli Alti Elfi delle Foreste Oscure e degli Elfi delle Pianure Rosse, la zona Ovest dei Nani delle Montagne di Cenere, la zona Sud degli Umani delle Spiagge Sabbiose e degli Umani del Mar Bianco e, poi, la zona Est dei Draghi Celesti della Città Sospesa e i Draghi Dulgram delle Vette Nebbiose.

Erano alleati, ma i pregiudizi tra le diverse razze erano duri a morire. Non c'era neanche un esercito con membri di razze diverse, nessuno voleva mischiarsi. Ovviamente tutti pensavano di essere migliori e più forti degli altri; e nessuno capiva che se non si univano veramente, "loro" li avrebbero sterminati.

Non mancava molto, "loro" erano arrivati dal mare inesplorato uccidendo, distruggendo e depredando tutto quello che incontravano e il fronte indietreggiava ogni giorno sempre di più. Non c'era più speranza, molti scendevano in battaglia e pochi tornavano, e altrettanti abbandonavano le armi e fuggivano lontano senza mai tornare.

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In quello stesso momento, lontano dalle linee del fronte una giovane Elfa vagava nella Foresta Oscura di Almind. Là, la “loro” corruzione non era arrivata, la terra era florida e lei viveva di ciò che riusciva a cacciare e raccogliere. Tre anni prima, dopo la morte della madre, aveva preso un decisione, avrebbe vissuto da sola lontano dagli altri Alti Elfi. L’aveva fatto perché lei era diversa, e se lo avessero saputo non sarebbe sopravvissuta alla loro ira.

Quando era bambina i suoi genitori la tenevano nascosta, le dicevano “quando sarai più grande capirai” e quando crebbe capì… Era diversa, quasi non assomigliava ad un alto elfo, a quelle creature dorate. Erano tutti uguali, lunghi capelli biondi che, come fili d’oro cadevano dolcemente sulle spalle quasi a nascondere le orecchie appuntite, occhi dorati che risaltavano sulla carnagione olivastra e fisico slanciato e sottile. Lei, invece, aveva i capelli bianchi come la neve legati alla base del collo, gli occhi di un colore rosato tendente al violaceo, aveva la carnagione stranamente pallida ed il fisico snello, ma a malapena arrivava al metro e sessanta. Per di più, al contrario degli alti elfi esperti di magia bianca o guaritrice, lei aveva un innata propensione alla magia elementale. Che fosse fuoco, terra, acqua o aria lei li controllava come se fossero un suo arto.