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Autore: harrysaudition    28/04/2013    2 recensioni
E guardandola, le dedicherò in silenzio tutte le parole che non posso più dirle.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sangue ovunque.

Sento il cuore delle persone, accanto a me, che pompa sangue in tutto il loro esile corpo ad una  velocità pari quasi a quella della luce. Hanno tutti un rumore simile ma un moto di movimento diverso.
Nei ragazzi l’organo rosso, protetto dalla gabbia toracica, batte più veloce rispetto a quello degli anziani, che invece, sembra che si stia spegnendo. Per non parlare delle donne che vanno sempre di corsa, be’ il loro batte molto più forte e con più potenza. Poi sento il cuore di un bambino piccolo che batte alla giusta velocità e sento, persino, il cuore di una ragazza innamorata. Il suo suono è diverso da tutti gli altri. Non è quel solito ‘bum bum’ che sento normalmente.
Alzo lo sguardo verso il rumore che emette quel muscolo striato involontario e vedo una ragazza dall’aspetto molto famigliare, dai capelli ramati e lisci, alta e magra, dagli occhi vivaci, che corre verso un ragazzo, anch’esso alto, ben proporzionato, dai capelli castano chiaro e ricci. I due giovani si sorridono e sul viso del ragazzo spuntano due dolci fossette. Sembrano felici, forse anche troppo felici.
All’improvviso sento un tonfo, poi succede il disastro.
Una macchina nera, un SUV dai vetri oscurati passa a gran velocità e vedo, insieme alle persone che mi circondano, il corpo inerme della dolce ragazza sull’asfalto, sporco e freddo.
Adesso, insieme al suono dei cuori spaventati, sento il clacson delle auto che suona insistentemente, le sirene della polizia e, soprattutto, le urla strazianti del giovane accasciato sul quel corpo, ormai senza vita. Sembra sgretolarsi come un castello di sabbia che viene sommerso dalle onde imponenti del mare blu.
Il grande stradone inizia a riempirsi di persone. Sono tutti sconvolti. Nessuno si aspettava una cosa del genere nell’ora di punta in una delle città più importanti dell’Inghilterra: Londra.
Guardo la scena inerme, senza muovermi di un millimetro. La mente mi dice che devo muovermi, che devo fare qualcosa per salvare la ragazza, che devo provare a rincorrere quell’auto imponente che è sfrecciata via non curandosi del disastro che ha appena compiuto, di partecipare, di dare un contributo ma tutto quello che riesco a fare è niente.
Il mio cervello è scollegato da tutto il resto del corpo, da me. Sbatto le palpebre svariate volte finché la vista non ritorna nitida.
Incrocio lo sguardo di alcune persone spaventate, che cercano di partecipare alla tragedia. La strada diventa troppo affollata e non riesco più a concentrarmi su niente. Mi sento di impazzire.
Scappo da quel posto ormai troppo opprimente e mi rifugio nell’appartamento, che io chiamo tana, e per un istante non sento più il caos. Quando tutto sembra essersi calmato, iniziano i sensi di colpa.
Perché sei rimasto fermo? Perché non hai aiutato quel povero ragazzo? Perché? Inizio ad incolparmi, a porgermi delle domande, alle quali non avrò mai una risposta, a sentirmi in colpa per qualcosa che non ho neanche fatto. Potevo salvare la vita di quella ragazza, potevo aiutarla ma, nonostante la mia consapevolezza, sono scappato.
Mi tengo la testa fra le mani perché me la sento scoppiare. Troppe novità sono successe in una sola giornata, troppe sensazioni che non sono riuscito ad assimilare per bene, troppo di tutto.


Ad un tratto mi sveglio, stordito. Mi ritrovo sulla sedia bianca dell’ospedale. Tutto quello che vedo è il bianco, le pareti, il letto, i camici, le finestre. Tutto è bianco, il colore che non sopporto. Il silenzio è bianco. Il bianco, infatti, è un colore che non mi piace: non ha confini. Passare una notte in bianco, andare in bianco, alzare bandiera bianca, lasciare un foglio in bianco, avere una faccia bianca. Anzi, il bianco non posso considerarlo neanche un colore. Non è niente, come il silenzio. Un niente senza parole, senza emozioni, senza musica. In silenzio: in bianco.
Guardo di fianco alla sedia sulla quale sono seduto e vedo una ragazza sul letto bianco ragazza, quella ragazza del sogno, la mia ragazza. Osservo ogni suo minimo particolare per l’ennesima volta. Occhi chiusi contornati da occhiaie. La bocca socchiusa, di un rosa spento e rovinata da una spaccatura sul labbro inferiore cicatrizzata. I capelli ramati e lisci che ricadono morbidi sul cuscino. Il suo corpo dimagrito di non so quanti chili, giace sul letto immobile. Mentre la guardo, ricordo l’incubo. Ogni volta che mi addormento, quell’incubo viene a farmi visita.
Il ragazzo dai capelli ricci sono io, Harry, e la ragazza dallo sguardo vivace è lei, Anastasia. Quell’incubo mi ricorda, ogni santa volta, il giorno dell’incidente. Ma come si fa a dimenticare una cosa che ti ha portato via tutto quello che desideravi? Sono passati due anni da quel maledetto giorno e la mia ragazza dorme da tutto questo tempo . Ho provato anche a baciarla per vedere se si sveglia, ma niente.
Anche le favole mentono, mi illudono. Ad esempio, quella della bella addormentata: con un bacio, la principessa si sveglia e il principe la sposa, vivendo la fine del loro giorni felici e contenti. Perché la mia vita non può essere come una favola? Anche io voglio il mio ‘felici e contenti’ con la ragazza che ho amato più di me stesso e che amo ancora, con la ragazza che mi ha subito rubato il cuore al primo sguardo, con la ragazza che giace accanto a me.
Ci sono le coppie storiche, belle da morire. Ci sono i ragazzini annoiati che si ‘’amano’’ dopo una settimana. Ninfomani che scopano coi puttanieri. Amori che sbocciano all’improvviso. Ci sono fidanzatini possessivi che si incatenano l’un l’altro fino ad odiarsi. Ci sono i coniugi insofferenti. Gli amanti teneri e sognatori. E poi ci siamo noi. Dove, di preciso, non si sa.
Sono convinto che non amerò più un’altra donna, che le resterò accanto anche quando sarà ancora su questo letto, che morirò con lei ancora nel cuore.
E guardandola, le dedicherò in silenzio tutte le parole che non posso più dirle. 




Eccola mia seconda one shot. 
Sono alle prime armi ed è solo la seconda volta che scrivo. Se questa storia fa schifo, abbiate pazienza. 
Comunque, vorrei trovarci qualche recensione per vedere se posso continuare a scrivere o se devo ritirarmi per sempre. 
Volevo ringraziare la ragazza che ha recensito la prima on shot e grazie a quelle che l'hanno visitata. Ciao:)
  
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