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Autore: ForeverYoung_1D    28/04/2013    5 recensioni
«lo amavo…» sibilai
«lo so…» affermò lui prima di iniziare a piangere
«lo amo…» dissi
«lo so…» ripeté mio fratello piangendo
«lo amerò per sempre...»
dedicata ad Elisa
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Elisa.
 

 

LOVE.
 

 
La pioggia cadeva con rovinosa potenza al suolo, le gocce rimbalzavano sul ponte, il livello del torrente sotto i miei piedi si era alzato di molto e impetuoso e torbido scorreva più veloce che mai.
Le mie mani, bianche per la potente presa, stringevano il corrimano in legno della passerella mente l’acquazzone bagnava il mio volto arrossato, i miei capelli che fuoriuscivano dal cappuccio della felpa fradicia appiccicandosi alle guance, le mie spalle ricurve su loro stesse, le mie gambe che faticavano a reggersi, le mie scarpe da ginnastica che ormai martoriate non proteggevano i piedi dall’acqua.
 
«non pensi sia ora di cambiarle quelle scarpe?»
Una testa bionda sbucò alle mie spalle. «sono distrutte…iniziano a bucarsi pure le suole…»spiegò.
«no, sono le mie scarpe portafortuna, sono magiche…ho vinto il campionato di calcio femminile con queste ai piedi…c’eri pure tu…»mi difesi guardando le calzature e oscillando avanti e indietro con aria innocente.
«oh Mary! Non crederai a queste stronzate spero!»affermò lui posizionandosi al mio fianco mentre da quel vecchio ponte in legno ammiravamo il tramonto.
«parli tu Horan che fino a una settimana fa cercavi il paiolo d’oro dei folletti nel giardino del signor Jakonson!»lo accusai.
«è una cosa diversa, i folletti esistono realmente!»affermò piagnucolando.
«e allora hai trovato l’oro!?»chiesi con aria di sfida mentre i miei occhi cercavano i suoi cieli azzurri.
«può darsi…ma sicuramente non lo userò per comprarti un nuovo paio di scarpe!»rispose dopo aver incatenato i nostri sguardi e prima di coinvolgermi nella sua risata.
 

Due lacrime calde scendevano dalle mie guance mentre si mischiavano alle gocce fredde della pioggia. Mi ero ripromessa di non piangere, di essere forte…eppure non ce la facevo.
Percorrevo quella strada alberata di campagna  che avevo fatto con lui mille volte: mano nella mano, sulle sue spalle, sulla sua schiena, correndo, camminando, in bicicletta, urlandoci contro, ridendo…
Altre lacrime, gli occhi che pizzicavano e la bocca che faceva male da quanto tentassi di trattenere il pianto isterico vissuto nelle notti precedenti.
 
«dai Mary! Torna qui! Non volevo offenderti…tu sei più carina di Hanna…lei non gioca a calcio!»
Niall mi rincorreva con lo zaino in spalla più grande di lui.
«Mary!»mi richiamò protestando.
«cosa vuoi?!»dissi girandomi verso di lui mentre tenevo le braccia conserte sotto il petto e l’espressione più arrabbiata e offesa che una bambina di otto anni potesse fare.
«chiederti scusa…»disse Niall posizionandosi davanti a me.
«e perché dovresti?! Vai a giocare con Hanna che è molto più carina e simpatica di me!»sbottai
«ma tu lo sai che delle altre bambine non mi interessa niente e che voglio giocare solo con te!»si difese lui puntando i suoi occhi azzurri nei miei verdi.
«per forza, le altre bambine non sanno nemmeno come si gioca a calcio!»dissi mentre rasserenavo la mia espressione facendo comparire un sorriso complice sulle mie labbra.
Niall mi prese sotto braccio e iniziammo a saltellare in direzione del parco ridendo e saltando come se non fosse successo niente.

 
Il tempo sembrava piangere la mancanza di quel ragazzo così solare, così spontaneo, così il mio tutto.
Mi sedetti su un’altalena iniziando a dondolare mentre i miei singhiozzi non davano segno di cedimento. Non volevano abbandonarmi, come i ricordi, che continuamente affioravano i miei pensieri. Allora un pianto silenzioso mi travolse.
 
«Niall perché la hai lasciata?! Avevi detto che ti piaceva veramente…»dissi con tono di rimprovero mentre parlavo al mio migliore amico sedendomi sull’altalena.
«non sopportavo come parlava di te…»ammise tenendo lo sguardo incatenato al prato sedendosi sul dondolo accanto al mio.
«ah si?»dissi stupita «…e che diceva?»domandai
«era convinta che…ah…lasciamo perdere…»affermò spostando il suo sguardo sul mio volto
«non avresti dovuto, hai fatto un sciocchezza. Se ti piaceva cosa te ne fregava di quello che pensava di me?!»chiesi ingenuamente.
«sei la mia migliore amica…vali più di qualsiasi altra ragazza…e non sopporto quando parlano male di te…»si giustificò facendomi arrossire prima che io lo stringessi in un abbraccio.

 
Continuavo la mia corsa contro i ricordi, contro tutti quelli che mi dicevano di sorridere, voltare pagina, contro quelli che dicevano che dovevo dimenticarlo. Ma mai, mai lo avrei dimenticato, mai avrei eliminato quei bellissimi ricordi che avevano tempestato la mia vita fino a qualche settimana prima, mai avrei dimenticato la persona che mi tirava su il morale con un sorriso, mai avrei dimenticato lui.
Le gocce penetravano a stento nel fitto bosco, tutto intorno a me regnava il silenzio interrotto a colpi dai miei singhiozzi.
Correvo e caddi rovinosamente a terra.
 
«ehi…ti sei fatta male?!»un vocino mi riempii le orecchie subito dopo essere scivolata nel prato ancora bagnato dalla notte precedente, quando l’ennesima perturbazione della stagione aveva attraversato l’Irlanda.
«no…»dissi mentre a stento trattenevo le lacrime.
Alzai la testa e un bambino castano dagli occhi azzurri mi tendeva la mano per aiutarmi ad alzarmi, mentre nell’ altra teneva sotto braccio un pallone.
«vuoi giocare con me?»disse dopo esserci ritrovati faccia a faccia.
«okay…»risposi ancora incantata da quel faccino angelico che mi ricordava tanto le poche bambole che possedevo.
«come ti chiami?»la sua vocina riecheggiò nelle mie orecchie facendomi sorridere
«Mary, e tu?»dissi
«Niall, e ho la sensazione che io e te diventeremo grandi amici…»

 
Mi rialzai e noncurante del fatto che fossi malridotta e completamente inzuppata ripresi la mia stupida corsa. Salii lungo un sentiero, oltrepassai un ruscello e dopo qualche minuto di corsa mi ritrovai fuori dal bosco.
La pioggia non voleva cessare e io non volevo smettere di correre.
Il lago che mi ritrovai davanti era piuttosto agitato e le imbarcazioni ormeggiatevi si scontravano inevitabilmente.
Percorsi il piccolo molo e mi ritrovai in piedi e inerme e contemplare quella vecchia barca.
 
«Quella!»disse Niall mentre indicava una piccola barca ormeggiata al molo.
«è la barca di tuo nonno?!»chiesi io per ricevere conferma
«si!»affermò lui.
«allora che stiamo aspettando?!»urlai mentre mi dirigevo verso essa con un cestino pieno di leccornie preparate durante la mattinata.
Salii sulla barca e mi accomodai mentre Niall prendeva i remi.
«sei sicuro di sapere come usarli?!»chiesi scettica fissando le lunghe aste in legno nelle sue mani.
«certo Mary! Sono un vero uomo irlandese e come tale so fare tutto!»
Risi a quella affermazione stupida e infondata.

 
Un famigliare odore mi distrasse dai miei ricordi. Era il suo odore.
Mi accorsi solo in quel momento di indossare la sua felpa.
Quella della squadra di calcio della scuola.
Quella impregnata del suo odore nonostante fosse mia da qualche settimana.
Quella che mi aveva ceduto su quella barca.
 
«hai freddo?»chiese lui divertito
«si, Horan! Non pensavo che il cielo si sarebbe annuvolato da un momento all’altro...»ribattei acida.
«tieni…»disse sfilandosi la felpa per poi porgermela.
Non ci pensai due volte e la infilai, venni inondata dal suo dolce profumo.
«lo sai vero, che non te la ridarò mai più?!»chiesi divertita
«non ci giurerei molto!»ribatté.
«è?!» domandai non capendo cosa intendesse
«vedi…»disse mentre smetteva di remare per avvicinarsi a me «…io conosco il tuo punto debole…»sussurrò.
Era terribilmente vicino.
«e quale sarebbe?!»domandai cercando di trattenere imbarazzo e divertimento
«questo…» disse per poi farmi il solletico.
«smettila Horan!...»urlavo istericamente tre le risate «…basta Niall! Ti prego!»lo implorai
«oh! Avanti Mary! Basta che prometti di ridarmi la felpa!»affermò lui deciso
«mai!»ribattei prima di strattonarlo e scaraventarlo accanto a me sul fondo dell’imbarcazione.
Scoppiammo in una fragorosa risata.
«mi sa che ho perso…»ammise lui ridendo
«si, se ci tieni ai gioielli..»riabbattei acida mentre lui tentava di rimettersi in piedi.
Ad un tratto scivolò sul legno bagnaticcio della barca facendola oscillare e cadendo rovinosamente su di me.
I suoi occhi azzurrissimi erano puntati su di me.
Il suo corpo era sopra al mio stringendomi in una sorta di abbraccio caldo.
Il silenzio ci travolse.
E quel silenzio, quel silenzio diceva tutto quello che entrambi volevamo dirci, ma temevamo di dirci.
Mi persi nei suoi occhi azzurri e lo realizzai quando le sue labbra si posarono sulle mie.

 
Forse dovevo realmente staccarmi da tutti quei ricordi mi facevano soffrire, stare male. Ma lui, lui non c’era più ed era troppo da accettare.
Me lo avevano portato via nel momento più bello della mia vita.
Me lo avevano portato via proprio quando avevo più bisogno di lui.
Ad un tratto la pioggia smise di cadere sulla mia testa.
«sapevo che ti avrei trovata qui, maschiaccia!»solo una persona mi chiamava così: mio fratello. Non ebbi nemmeno bisogno di voltarmi.
«oh…Louis…sei tu…»dissi con la voce spezzata dal pianto
«chi ti aspettavi?»chiese retorico mentre reggeva il grande ombrello.
Non risposi a quell’affermazione. Sentii mio fratello tirarmi verso di se.
«come faccio adesso Lou?! Come faccio senza di lui?!»domandai mentre le lacrime raggiungevano gli angoli della mia bocca.
«hai solo 18 anni Mary…»disse lui.
Era palese che anche lui era rimasto scioccato dalla morte di Niall, era evidente che anche lui ne aveva sofferto, era chiaro che lo reputava un fratello minore.
«18 anni…»ripetei avvolta nei mie pensieri «…14 gli ho passati con lui…»sussurrai.
«ne hai davanti molti altri…»proferì lui con un tono di voce tranquillo e dolce
«ma senza lui…»ribattei «Louis…se ne è andato! Mi ha lasciata sola!»dissi tra i sussulti provocati dal pianto.
«Mary, lo sai che non avrebbe voluto…e sai anche che non vorrebbe vederti così…»sussurrò mentre stringeva ancora di più la presa intorno a me.
In quel momento mi lasciai andare totalmente e mi rifugiai tra le braccia di mio fratello che accarezzava dolcemente i miei capelli bagnati.
«e non ti ha lasciata sola, lui c’è…è vivo nei tuoi ricordi, nei nostri…e fino a quando ci ricorderemo di lui, fino a quando noi sorrideremo, rideremo, piangeremo pensando a lui, ci sarà…»la voce di Louis tremava nel pronunciare quelle parole.
«lo amavo…»sibilai
«lo so…»affermò lui prima di iniziare a piangere
«lo amo…»dissi
«lo so…»ripeté mio fratello piangendo
«lo amerò per sempre...»
 
 

HI!!!
Prima OS che scrivo…è triste…lo so…ma boh…idee per OS felici non me ne vengono…
Mi fate sapere che ne pensate? Mi farebbe molto piacere.
Un bacione!! ;)
 

   
 
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