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Autore: 86vale86    29/04/2013    4 recensioni
Spoiler 10x21 Post Berlin.. cosa è successo dopo l'incidente?? Mancano troppe ore all'episodio e i miei pensieri sono partiti per la tangente!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Faccio fatica a respirare, che diavolo è successo? Stavo guardando Ziva e.. O mio Dio Ziva! Vedo tutto appannato, ci metto un po’ a capire di essere ancora intrappolato in auto. La cintura di sicurezza mi ha imprigionato al sedile, ecco perché non riesco a respirare bene. Cerco di togliere dagli occhi questo liquido appiccicoso e bagnaticcio e mi accorgo con orrore che è sangue. La mia faccia deve esserne piena. Che suono fastidioso.. mi sta facendo venire il mal di testa! Deve essere il clacson che si è incantato. Riesco finalmente a voltarmi verso Ziva e.. rabbrividisco. È in una posizione decisamente innaturale. Tutta la parte destra della macchina si è accartocciata su di lei. Non può essere morta, non può essere morta. Se me lo continuo a ripetere potrebbe avverarsi. Devo sentirle il polso. Ma un secondo prima che lo raggiunga Ziva fa una specie di gemito che mi spaventa e mi rincuora al momento stesso. “Mi hai fatto prendere un infarto piccola Ninja”. Ma sei viva. Ok, adesso vediamo come accidenti uscire da qui. Riesco a prendere il telefono dalla tasca della giacca e capisco di essermi fatto decisamente male alla spalla. Ma l’urgenza di chiamare i soccorsi, perché Ziva è comunque ridotta male.. e forse nemmeno io sono messo tanto bene, è più forte del dolore fisico. Chiamo il 911 e spiego la situazione.  Mi dicono di non muoverci assolutamente e di tentare di far stare sveglia Ziva. La fanno facile loro. Ma ci riesco. La infastidisco toccandole i capelli, il viso, la mano. E lei mi risponde con dei piccolissimi gemiti. È comunque qualcosa. Quando arrivano le ambulanze posso rilassarmi. Siamo in buone mani. Sei in buone mani. E poi è il buio. Ero convinto di stare meglio di Ziva. Mi sa che mi sbagliavo. O forse è solo lo stato di shock in cui mi trovo che per la mia sanità mentale decide di farmi svenire prima di vedere il corpo di Ziva tirato giù dalla macchina.. O quello che rimane di lei.
 
Driiiin Driiiiin Driiiiin…

Sono le tre del mattino, Santo Cielo! Devono farsi ammazzare per forza in piena notte! Sono già abbastanza provato da questa giornata senza che ci si metta qualcos’altro..
“Gibbs”
“Cercavo proprio Lei. Parla il Dottor. Ravin, Ospedale di Bethesda . Lei è il contatto delle emergenze del Signor Anthony DiNozzo e della Signorina Ziva David..”
“Cos’è successo!!!?” Ho il cuore in gola.
“Hanno avuto un incidente. Un brutto incidente. Sono in condizioni critiche. Deve venire qui al più presto”
“Sono già in auto”.
Diamine no. Non loro. Sono i miei figli. Sono sopravvissuti alle peggio cose. DiNozzo ha avuto la peste polmonare! Per non parlare di Ziva, con la Somalia e tutto il resto! Sono agenti federali che rischiano la vita tutti i giorni! Non possono permettersi di morire in un banale incidente d’auto. Non sono lucido. Sto perdendo il controllo. Ma devo arrivare intero all’ospedale. Forse è meglio chiamare McGee e dirgli di raggiungermi. E anche Ducky, voglio un medico che conosco per farmi spiegare perché sicuramente useranno paroloni che non capisco. Abby è meglio non chiamarla, andrebbe fuori di testa. Non so nemmeno come stanno.. schiaccio sull’acceleratore come un pazzo. Devo sbrigarmi.
 
Bip Bip Bip Bip..
Oddio un altro rumore fastidioso. Questa cosa inizia a darmi sui nervi. Ho già mal di testa senza che ci si metta anche qualche aggeggio strano. Non riesco ad aprire gli occhi. Non voglio aprire gli occhi. So che abbiamo avuto un brutto incidente. Non oso pensare a come posso essere ridotto. A come può essere ridotta LEI. Non penso di riuscire a sopportarlo. Inizio a sentire delle voci. Non capisco cosa dicono. Sembrano lontane un chilometro da me, ma passa qualche minuto e inizio a distinguere almeno di chi si tratta. Gibbs. Era ovvio. Era lui il mio contatto di emergenza. Anche se con mio padre i rapporti erano migliorati viveva comunque in un’altra città. Dovevo segnare qualcuno della mia zona, di cui mi fidavo, a cui avrei messo in mano la mia vita. Non ci avevo messo molto a scegliere. Mi sembra di sentire anche Ducky e il pivello. Se sono qui anche loro è peggio di quanto mi aspettassi. Devo sapere qualcosa. Dopo quattro dolorosissimi colpi di tosse riesco finalmente a borbottare qualcosa ma non mi sente nessuno. Cerco di premere il bottone dell’emergenza ma mi accorgo di avere il braccio sinistro ingessato e quello destro fasciato appena sopra il gomito. Sarà complicato farmi sentire. In qualche modo però riesco a schiacciare il maledetto pulsantino. E finalmente Gibbs appare in camera. Ha lo sguardo stanco, come se non dormisse da giorni.

“Ciao Boss”
“Ciao Tony, come ti senti?”
“Credo di non esserne ancora del tutto certo.. puoi farmi un riassunto del mio stato di salute?”
Non posso farti domande su Ziva. Non adesso. Ho bisogno di riacquistare un minimo di lucidità.
“Hai il braccio sinistro rotto e una decina di punti nel braccio destro”
“Di questi me ne ero accorto”
“Una commozione celebrale, un paio di punti qua e la tra testa e viso e una gran bella botta al ginocchio sinistro.. ah, hai anche deciso di stare in coma un paio di giorni, giusto per non farti mancare niente!”
In coma?!?!?! Accidenti. Respiro troppo affannosamente e Gibbs se ne accorge.
“Tranquillo Tony. Ti sei svegliato. Il peggio è passato”
“se lo dici tu Boss” Ok devo sapere.
“Ziva?”
Gelo. Gelo negli occhi del Boss. L’avevo già visto quello sguardo, cerco di cancellarlo ma la mia mente mi sbatte in faccia l’esatto momento.. il corpo di Mike in sala autopsie. Mi sento male. Sto andando in mille pezzi. E lui se ne accorge.
“Tony.. Ziva era ridotta piuttosto male dopo l’incidente..” ERA?!?!?! “Hanno fatto il possibile per salvarla, era in condizioni disperate”
NO. NO. Il mio corpo e la mia mente rifiutano quello che stai per dirmi.
“Ma ce l’hanno fatta. Ma purtroppo anche lei è entrata in coma. E lo è tutt’ora”
“Capo se non fosse che sei il mio capo e che ho le braccia che non funzionano molto bene, in questo momento potrei seriamente darti uno scappellotto.. Mi hai fatto prendere un infarto!”
E lo scappellotto arriva a me. Non è giusto. Io sono quello ferito.
“Tony sono stato chiamato in piena notte da un medico che mi informava che due persone della mia famiglia erano state coinvolte in un incidente d’auto e che erano ridotte uno straccio. Non dormo da 48 ore per l’ansia che mi avete fatto prendere. Che per inciso non mi passerà finchè anche la David si deciderà a svegliarsi. Scusa se non ho trovato le frasi migliori”
Lo diceva con il tono da duro ma le parole che aveva usato erano tutt’altro. La SUA famiglia. Facevamo parte della sua famiglia. L’avevo sempre pensato, e anche sperato che fosse cosi, ma adesso l’aveva detto, quindi ne avevo la conferma. Riuscii a sorridergli prima che l’infermiera arrivasse e dicesse a tutti di uscire perché avevo bisogno di riposare. Non volevo riposare. Volevo andare da Ziva. Ma quella nanerottola non ha voluto sentire ragioni. Mi toccherà aspettare domani. Ok è in coma e questa è una cosa brutta, ma è viva. C’è speranza. E per uno come me è già tanto. Ho vissuto otto anni nella speranza di noi due insieme e adesso c’eravamo. La speranza è la mia migliore amica.
 
Non sono comoda. Non sono affatto comoda. Mi fa male il braccio. E la schiena. E la gamba. Dio, mi fa male tutto. Riesco a malapena a respirare che mi vengono delle fitte nelle costole che richiamano brutti ricordi. Apro gli occhi. Non è casa mia. Che diamine è successo? Non riesco a ricordarlo con precisione. Fai mente locale Ziva. Berlino. Bodnar. Adam. Diamanti. Ballo. Papà. Tony. Mani. Macchina. Macchina. Una macchina ci è piombata addosso. Mentre stavo dicendo qualcosa. Ma cosa? Non mi ricordo. Forse non era cosi importante. TONY!!! Dov’è? Come sta? Ho bisogno di risposte! E ne ho bisogno ora! Dove diavolo è quell’aggeggio.. trovato!

BIIIIIIIIIIIIIIIIIIP BIIIIIIIIIIIIIIIIP BIIIIIIIIIIIIIIIP “HEY! HEY! C’E’ QUALCUNO! HEY!”

“David potresti evitare di mobilitare tutto l’ospedale?”
“Gibbs!”
“Ciao Ziva. Come ti senti? Come stai?”
“Non lo so. Bene, credo. Tony? Lui dov’è? Come sta”
“Quindi ti ricordi dell’incidente’”
“Si, me lo ricordo” In maniera un po’ confusa ma lo ricordo.
“Eri messa male Ziva. Hanno dovuto operarti. Ti hanno tolto la milza e arginato una grossa emorragia. Hai una gamba rotta, contusioni varie un brutto trauma cranico e sei stata in coma tre giorni”
“Sono sopravvissuta a cose peggiori, lo sai”
“Lo so. Ma resta il fatto che mi hai fatto preoccupare. Mi avete fatto preoccupare. E visto che la ramanzina me l’ha già fatta Tony ti dico subito che è un po’ ammaccato e che come te ha fatto un sonnellino di tre giorni ma adesso sta bene. Fin troppo”
Una ramanzina? Tony a Gibbs? Deve essere impazzito. Oppure Gibbs è impazzito se ha deciso di non ucciderlo.
“Sono felice che stia bene” Non sono solo felice. Sono sollevata. Sono tranquilla. Tony sta bene, questo è quello che conta.
“Ziva devi riposarti un po’ adesso, ne hai bisogno”
“Anche tu Capo. Hai delle gran brutte occhiaie”
“Colpa vostra. Ci vediamo domani Ziva”
“A domani.. Ah Capo?”
“Si?”
“Non è stato un incidente vero?”
“Ne parliamo domani Ziva”
Mi sorride e se ne va. Lo sa anche lui che non è stato un incidente. Gibbs non crede nelle coincidenze. E nemmeno io.
 
 
 
“Io devo vederla! Non mi importa niente delle sue parolone mediche, lei adesso mi porta una sedia a rotelle e mi accompagna dalla signorina David” Questa nanerottola ha deciso di farmi impazzire. Secondo lei dovrei stare a letto ancora un paio di giorni, se lo può scordare! Devo vedere Ziva di persona, McGee mi ha detto che si è svegliata, devo andare da lei!
Non so se è il mio tono fermo, o più probabilmente il mio sguardo disperato, che la convince fatto sta che finalmente mi viene concesso di andare da Ziva. Il pivello mi accompagna fin dentro camera sua (sono sulla sedia a rotelle per via del ginocchio e non posso usare le braccia, bella situazione del cavolo) e mi lascia accanto al suo letto andandosene dicendo che deve fare colazione e chiamare Abby. Bravo pivello! Vedo che hai capito il da farsi senza che ti dicessi niente stai migliorando!
Ziva dorme profondamente. Ed è bellissima. È un immagine migliore dell’ultima che avevo in mente di lei sull’auto. Le prendo la mano e intreccio le mie dita alle sue come prima dell’incidente. Aspetterò finché si sveglia.
 
Tony io.. ecco. Ecco che stavo dicendo in macchina. Stavo per dire a Tony che ero innamorata di lui. Che sono innamorata di lui. Era il momento perfetto. Era un momento di intimità che permetteva una confessione a cuore aperto. Dannazzione, per l’ennesima volta avevo scelto il momento sbagliato! O forse stavolta non c’entravano niente tutte le mie paranoie. Avevamo avuto sfortuna, posto sbagliato, momento sbagliato. Anche se chiamarla sfortuna era alquanto riduttivo. Riusciremo mai ad arrivarne a una Tony? Riusciremo mai a trovare il tempo giusto per noi? perché io lo voglio. Lo desidero davvero… Sto per svegliarmi ma c’è qualcosa che non mi quadra. Qualcosa nella mia mano. Non voglio che nessuno mi tocchi. Ci sono ancora tutti i miei muri a proteggermi. Chi si permette di toccarmi cosi! Sto per staccarmi violentemente quando lo vedo. È lui. È seduto su una sedia a rotelle. È conciato malino. Ma è accanto al mio letto e mi stringe la mano come in macchina.

“Ciao”
“Ciao Occhioni Belli. Dormito bene?”
“Ho passato notti migliori di queste. Tu?”
“Pure io. Sai pensavo ci saremmo visti nei nostri sogni”
“Non riesco a seguirti”
“Si come nei telefilm che fanno vedere che quando i due innamorati finiscono in coma nello stesso momento si sognano e vivono in un mondo parallelo finché non si svegliano. Poteva essere una gran cosa. Ma non ti ho sognata. Tu’”
“No Tony. Non ti ho sognato. E non siamo in un telefilm”
“Lo so. Ziva dobbiamo parlare”
“Di cosa?”

Muri. Muri alti un chilometro. Li stava alzando tutti in quel momento. E tutti in faccia a me.

“Non lo so.. c’è qualcosa che vorresti dirmi?”

Traditore. Se lo ricorda anche lui allora. Non puoi farmi questo. Non adesso.

“Sono contenta di vederti vivo”
“La cosa è ricambiata”

Ho capito. Non è il momento giusto. Ma lo sarà prima o poi. E il fatto che mi stringi così forte la mano mi fa capire che è così.

Non odiarmi ma ora non posso. Devo smaltire un po’ la cosa. Ma sai che adesso le cose tra di noi sono cambiate. IO sono cambiata. E avremo il nostro momento.
 
 
 
 
Nota autrice
Emotivamente devastata dalla puntata di Berlin ho buttato giù questa cosa.
Un grazie ad Ele che mi ha spronato, forse senza nemmeno saperlo, a scriverla! <3 Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacione!
Vale
 
  
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