Fanfic su artisti musicali > One Direction
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Autore: Call_me_James    29/04/2013    0 recensioni
«Ti amo»... oh diamine l'ha detto! «È uno scherzo?!» chiesi istericamente. Lui corrugo la fronte:«No. Ti amo. Da quella sera in cui ti vidi al pub. Perchè dovrei scherzare?» Inutile dire che ero al settimo cielo. «Perchè io ti amo da quando avevo tredici anni, genio!»
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Anche se di solito mi attardavo in studio, controllando e catalogando le varie creazioni e i vari modelli, quella sera varcai le porte di vetro scorrevoli dell'atelier alle sei in punto. Feci un gran respiro e uscii all'aria aperta; per un istante rimasi accecata dal bagliore del sole al tramonto e, quando riuscii a vedere la strada, il mio cuore accellerò i battiti. "Oh cavolo, è già qui!" sussurrò una flebile ed alquanto isterica vocina nella mia testa. Harry aveva il finestrino abbassato e stava parlando al telefono. Quandò mi vide sorrise, facendomi un cenno di saluto con il capo. Feci "ciao" con la manina, come la più scema delle bambine, e lo raggiunsi trotterellando. «Ahahaha dai piccola Heidi, sali, ti porto in un posto speciale!» Mi sedetti al posto del passeggero ed ebbi un attacco di panico: Harry Styles mi stava portando in un posto speciale ed io indossavo dei jeans strappati, un paio di nike bianche abbaglianti e una camicietta altrettanto candida, il tutto nascosto sotto al mio inseparabile cappotto azzurro. Gemetti e lo guardai terrorizzata. «Va tutto bene Angie?». Mi è sempre piaciuto il suo modo di abbreviare così il mio nome, mi ricorda il titolo di una canzone dei Rolling Stones. Mi calmai e sorrisi imbarazzata, spiegando la mia stupida reazione: «No, è che ho sempre sognato di uscire con te, ma immaginavo mi sarei vestita meglio...» Lui rise, mi lanciò una rapida occhiata e tornò serio. «Non essere sciocca, sei bella anche così» e poi proseguì, per non rendere l'atmosfera troppo smielata: «E poi guarda come sono conciato io!» esclamò, indicando con un solo gesto tutto il suo corpo: indossava anche lui jeans neri, un paio di converse e una maglietta a maniche corte, che lasciava intravedere il veliero tatuato sul braccio sinistro. Non feci nè critiche nè apprezzamenti sul suo abbigliamento; c'era una sola frase che mi ronzava in testa: "Dio quant'è bello!". Non so se Harry si è mai accorto degli sguardi sognanti che gli rivolgevo durante i nostri primi appuntamenti e che ho continuato a rivolgergli per tutta la vita. Se l'ha fatto, si è reso conto di quanto io l'ama ssi; se non l'ha fatto, avrebbe dovuto preoccuparsi seriamente di prendere un appuntamento da un bravo oculista. Passammo la serata a ridere e scherzare, camminando vicini lungo le scintillanti e affollate strade di Piccadilly. Stavo letteralmente morendo di fame, quando Harry si fermò di fronte ad una gelateria. «Harry, è ora di cena... E poi devi ancora farmi vedere questo "posto speciale"!» lui mi guardò sorpreso: «che c'è di più speciale di una gelateria?». Lo guardai sgomenta e, per tutta risposta, lui si fece spallucce giustificandosi: «Ok, lo ammetto: forse vivere con Niall ha influenzato un po' il mio rapporto con il cibo...» ed entrò ridendo. Sorrisi e lo seguii, scuotendo la testa divertita. Sarebbe stato l'appuntamento più stupido della mia vita.
  
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