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Autore: _Ritux    29/04/2013    8 recensioni
"Napoli centrale, 10.45h a.m."
Tre minuti in posa per fotografare la storia di dieci personaggi che in comune hanno solo un arrivo e una partenza.
"Napoli Centrale, ore 10.48h a.m"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di ritardi puntuali e di false partenze


"Ed entreremo in qualche cinema da pruxe dove ruscano gli amori
ed usciremo da quel cinema e sapremo che eravamo noi gli attori"
[Il regno delle fate - Max Manfredi]

 


***

 




Napoli centrale, 10.45h a.m.
Amelia guarda l’orologio: ad ogni secondo che passa sente il dovere di ripercorrere il suo bisogno di volare via; ha ventidue anni, una laurea nella tasca destra, un bagaglio di ideologie nella tasca sinistra. Parla con Claudio, sessantacinquenne sessantottino, stanco della vita e stanco di aspettare; lui le racconta la sua vita, le sue lotte, e lei si sfrega le mani a quei racconti. Amelia e Claudio rimangono in attesa del treno, chi per partire lontano e chi per tornare a casa.

Seduta alla sinistra di Amelia, Andy mani di forbice; parrucchiera sul lastrico, l’aspirazione di riuscire a diventare ancora una pittrice. Su quel labirinto di binari corre veloce la sua ultima utopia. Le sue dita scorrono leste sul cellulare regalatole dai genitori per il suo trentesimo compleanno: dall’altra parte della linea un treno a 150 km/h e la chimera di un cambiamento. Le cadono i lunghi capelli biondi sul viso quando una lacrima le riga il volto di seta.

La gitana chiede la carità ancora per qualche minuto prima che il suo treno arrivi. Allunga la mano per l’ultima volta mentre sorride alle monete che dalle dita di Francesco precipitano nel palmo della sua nera mancina. Partirà senza biglietto, senza valigia e senza meta, oserà come ha sempre fatto nella sua vita. Con le mani piene di bugie si fermerà alla prossima stazione nella la sua gonna ampia, con il fazzoletto rosso sulla testa e i suoi settemila euro nelle calze azzurre.

Francesco si sente più povero e più buono per pochi istanti mentre si dirige verso il cartellone elettronico. Il treno che aspetta arriverà al binario 10 entro pochi minuti. Mentre pensa alle prime cose che dirà alla madre che non ha mai incontrato, la sua spalla si scontra con quella di Giulia, la chitarrista, occhi da gatta in centosessantasette centimetri di altezza. Giulia sorride con la sua lunga maglia aderente di David Bowie, poi si volta verso il suo gruppo di giovani musicisti e sognatori. Mentre va via per sempre Francesco pensa che avrebbe dovuto almeno sfiorarle i capelli.

La valigia di Mattia è troppo pesante; diciotto anni e un bagaglio di speranze, sulle spalle il suo basso a cinque corde. Cade la cenere dalla sua sigaretta mentre scambia occhiate fugaci con Giovanni, che intanto si stringe nella sua giacca di pelle da batterista punk; la sua cresta si abbassa ad ogni secondo di più per la pressione atmosferica. Antonello si diverte a far sentire la sua voce da baritono a Maria, una madre senza figli che ha sempre voluto fare la cantautrice. Maria è sempre lì che aspetta il suo treno e il figlio di ventiquattro anni che ha perso dieci anni fa in un incidente ferroviario.

E così Amelia l’eterna studentessa, Claudio il sessantottino, Andy mani di forbice, la zingara con le calze azzurre, Francesco il poeta, Giulia la chitarrista, Mattia il sognatore, Giovanni l’innamorato, Antonello il cantautore, Maria la madre guardano verso il treno che arriva tra il fumo e la pioggia d’aprile.

E a Napoli Centrale, ore 10.48h a.m, un treno dal binario 10 per Torino Porta Nuova è pronto per partire.

















Note: La dedico ad una persona speciale: grazie Annika Mitchell, grazie di tutto. Sei una persona splendida e questa breve one-shot è tutta per te.
   
 
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