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Autore: Hazza_Boo    29/04/2013    1 recensioni
Larry verde.
Harry e Louis a Parigi, un anello, una lettera. L'aria parigina rinfresca il romanticismo carente di Louis, e in questa os ve n'è un esempio.
Dal testo:
"[...]E ricorda: Se mai dovessi perderti nell’oceano, ti verrò a prendere. Sono la tua bussola.
Ti amo.
Louis xx"
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: non ha assolutamente senso questa os, credo. Ehm, spero che vi piaccia ad ogni modo. Ed è stata ispirata da questa canzone (http://www.youtube.com/watch?v=Pz5H3iVjAlw). Beh, buona lettura. Scusate gli errori, vi prego.
 

Boat and compass

 
 
 
 

If you'll be my star
I'll be your sky
You can hide underneath me and come out at night
When I turn jet black
And you show off your light
I live to let you shine
 

La mano delicata di Louis scosta i boccoli di Harry dal volto, portando una ciocca dietro l’orecchio. Ammira il suo profilo illuminato dalla luce della luna. I suoi occhi verdi brillano, sono lucidi, scorrono sul paesaggio ai loro piedi. In cima alla torre Eiffel ci sono solo loro due, nessuno sa che sono lì, nessuno li sta guardando. Non ci sono paparazzi o telecamere, non c’è nemmeno il mondo. C’è solo la brezza leggera che sfiora le loro pelli, l’odore di pioggia appena passata e di fiori. E c’è quella luna tondeggiante e bianca nel cielo nero. Sembra che li stia cullando tra i suoi raggi magici.
Tutto quello è mozzafiato, nel vero senso della parola. A Louis manca il respiro, non ha nemmeno le parole per descrivere quanto sia perfetto Harry, che quella sera la sua bellezza viene invidiata anche dalla luna. E prima Louis gliel’ha detto a Harry, però lui ha riso e ha ribattuto dicendo: «Non rovinare il tuo poco romanticismo scopiazzando frasi da Shakespeare. ». Allora Louis è rimasto in silenzio, fissando Harry ammirare il paesaggio, con i boccoli leggermente scossi dal tiepido vento, con gli occhi pieni di vita e allegria. Ora Louis sentiva che il suo amore era così infinito che gli scoppiava nel petto, voleva uscire da quella gabbia e gridarlo a pieni polmoni.
Le braccia lungo i fianchi, un passo più vicino. Le mani di Harry e Louis si sfiorarono, poi si uniscono, le loro dita si intrecciano. Sembrano fatte per combaciare. Harry abbassa lo sguardo per non fare vedere le sue guance rosse ed il suo sorriso tenero, quando pensa che probabilmente Louis è un angelo caduto dal cielo per raccoglierlo e portalo a casa.
Harry era la nave, Louis la sua stella polare. Lo avrebbe guidato a casa, al tesoro, all’isola delle meraviglie. Avrebbero dormito avvolti da una coperta di stelle, avrebbero guardato il sole tramontare e i delfini saltare nell’acqua. Sarebbe stato uno spettacolo. Ed era per quello che quella sera Louis aveva messo al dito un anello ad Harry, e gli aveva detto: «Mi piacerebbe che, quando tutto questo sarà possibile, tu possa restarmi accanto per sempre. »
«Mi stai chiedendo di sposarti, Tomlinson?» aveva chiesto divertito Harry.
«Ti sto dicendo che ti amo e che voglio stare con te per sempre. Ci stai?»
Harry ci aveva riflettuto per qualche istante, senza smettere di fissare gli occhi celesti e vibranti di emozione di Louis. Poi si era avvicinato al ragazzo, gli aveva cinto i fianchi con le braccia, si era avvicinato al suo orecchio e aveva risposto: «Ci sto».
I due si erano baciati in cima alla torre Eiffel, sotto la luna bianca, con le mani unite e l’anello argenteo che brillava.
Ora stavano in piedi lì sopra, gli sembrava di stare in cima al mondo, osservando le strade graziose di Parigi, le rare macchine, godendosi il silenzio e la pace.
«Ti amo, lo sai, vero?» domandò Harry fissando il cielo notturno all’orizzonte.
«Anch’io» mormorò Louis.
«Dillo.» lo incita Harry, stringendogli la mano. «Dillo ad alta voce che mi ami. Gridalo a pieni polmoni, dimostrami che è davvero così.»
Louis non ha paura. Insomma, sì, ma quella sensazione viene attenuata dalla presa salda di Harry introno alla sua mano, al suo sguardo dolce e pieno di speranza e calore. Allora prende un profondo respiro, chiude gli occhi e si sporge sulla ringhiera del piano su cui si trovano della Torre. Respira l’aria fresca, raduna le forze.
«Harold Edward Styles, ti amo!» grida  alzando le mani, fischiando, urlando così forte che il suono della sua voce risuona nell’aria. Ode Harry scoppiare a ridere accanto a sé, si unisce a lui. Si sorreggono a vicenda perché le risate li stanno sfiancando. I loro corpi si avvicinano, i loro volti sono a pochi centimetri di distanza e nemmeno loro sanno come sono arrivati così, però è sicuro che adesso non riescono più a ridere perché sono ipnotizzati l’uno dagli occhi dell’altro. Si baciano come la prima volta: un bacio delicato, tremante, pieno di amore.
Poi si abbracciano. E ora Harry capisce che le braccia di Louis sono fatte su misura per lui, per far sì che possa sorreggerlo prima che le gambe cedano.
Louis, invece, capisce che il loro amore è sconfinato come quel cielo notturno che adesso insieme, mano nella mano, abbracciati sotto la luna, stanno osservando.
 

If you'll be my boat
I'll be your sea
A depth of pure blue just to probe curiosity
Ebbing and flowing
And pushed by a breeze
I live to make you free

 
Una melodia famigliare, dolce, romantica e lenta proveniva da fuori. Erano dei violini e una fisarmonica, in tipico stile francese. La musica giungeva da un boulevard lì vicino, attraversava la strada, il poco traffico delle sei di mattina, il viale d’alberi dai fiori rosa, i negozi di abbigliamento e la panetteria da cui proveniva il profumo di pane appena sfornato, e giungeva fino ad un palazzo elegante, stile parigino, di colori chiari, saliva fino al quarto piano ed entrava dalla finestra aperta nella camera da letto.
Fu quella melodia, unita al cinguettare degli uccelli sui rami degli alberi, al profumo dei fiori e alla brezza leggera e tiepida di quella mattina, a fare svegliare delicatamente Harry, come una carezza. Il ragazzo sollevò le palpebre, si stropicciò gli occhi e si stiracchiò allungandosi sotto le coperte leggere, bianche e stropicciate. Si guardò intorno, alzando il busto e sfiorando con la mano la parte del letto vuota. 
La camera del loro Hotel nel pieno centro di Parigi, quella notte, era stata piena di sussurri, gemiti, carica di adrenalina, passione e amore. Ora era vuota. Fredda. Silenziosa. Solo la melodia che giungeva dalla strada colmava quel silenzio.
Louis si era addormentato tra le braccia di Harry quella notte, ora non era più da nessuna parte. Il ragazzo era completamente solo. Si sentì perso.
Sospirò, sedendosi sul letto. Si ravvivò i capelli ricci e castani, alzò lo sguardo verso la porta-finestra della stanza. Era aperta quindi entrava il delicato vento, e si vedeva il cielo bianco. Non c’erano nuvole ma nemmeno il sole.
Lo sguardo di Harry cadde distrattamente sul comodino accanto al letto. Lì si trovava un vassoio con sopra una tazza di thè e una brioche, una piccola rosa a cui era legata una busta bianca. Harry alzò un sopracciglio. Prese il fiore in mano, lo avvicinò al naso, chiuse gli occhi ed inspirò. Era un profumo buonissimo e dolce. Gli mise una strana serenità. Posò la rosa sul letto, estrasse dalla busta bianca il foglietto che vi era dentro. Su esso si trovavano delle frasi in nero, scritte con quella calligrafia che Harry conosceva benissimo. E lesse con gli occhi lucidi e pieni di felicità, con il cuore che gli scoppiava nel petto, con un sorriso dolce in volto. L’anello argenteo intorno al suo dito sembrò stringersi di più, come se lo stesse abbracciando. L’anello che la notte prima Louis gli aveva regalato, quando avevano cenato insieme in un ristorante francese. Non era per il matrimonio, semplicemente per ricordarsi che erano già due anni che stavano insieme e che ne avevano passate di tutti i colori, restando sempre uniti. Era per celebrare il loro amore aspettando pazienti di poterlo rivelare al mondo intero.
Harry arrivò alla fine del biglietto. Si mise una mano sulla bocca e lasciò uscire una lacrima da sotto la palpebra socchiusa. Poi si distese al centro del letto, sorrise, sospirò rivolto al soffitto bianco, si rigirò tra le coperte, esaltò. Il cuore traboccava di amore. E Harry si sentiva pieno di vita e felicità. Leggero e spensierato.
Sul materasso, accanto alla rosa, si trovava il biglietto, su cui erano impresse le parole di Louis:
Scusami se quando ti sveglierai non sarò lì con te, ma sono dovuto uscire per odine dei manager. Ci vediamo in cima alla torre Eiffel alle dieci. E ricorda: Se mai dovessi perderti nell’oceano, ti verrò a prendere. Sono la tua bussola.
Ti amo.
Louis xx
 

But you can skyrocket away from me
And never come back if you find another galaxy
Far from here with more room to fly
Just leave me your stardust to remember you by

 
«Allora, vi siete divertiti qua a Parigi?» chiede l’intervistatrice con il suo accento inglese marchiato da quello francese. In mano regge  il microfono che poi passa al primo ragazzo vicino a sé, Louis. Lui lo prende in mano, lo avvicina alle labbra e guarda in direzione di Harry. Liam, Zayn, Niall e gli altri due sono stati fatti sedere su delle sedie una vicina all’altra, Louis e Harry sono stati fatti sedere uno sulla prima e l’altro sull’ultima, più lontani possibili. Però si guardano velocemente, si capiscono e sorridono. E anche Liam e gli altri ragazzi hanno intuito, quindi alzano gli occhi al cielo e ridacchiano, cercando di non darlo tanto a vedere.
«Sì, ci siamo divertiti tantissimo» rispose Louis. «Ho portato la mia ragazza Eleanor Calder sulla torre Eiffel» continua.
Harry trattiene una risata. L’intervista prosegue tranquillamente, ma più tardi, finita questa, quando tutti i ragazzi sono tornati sul loro bus, Harry si avvicina a Louis e gli sussurra all’orecchio: «Ah, così adesso sono una ragazza»
«Nah, quella cosa su Eleanor era solo una menzogna…»
Harry alza un sopracciglio. Louis si sente avvampare per quello che sta per dire. Si avvicina a Harry, sperando che gli altri ragazzi non lo sentano. Si alza in punta di piedi per raggiungere la sua altezza, gli lascia un bacio veloce sulla guancia e poi gli sussurra all’orecchio: «Ma tu, Harold Styles, sei la mia unica verità.»
Quindi, il loro amore è infinito, vero e vale ogni sofferenza. Perché ovunque Harry andrà avrà sempre accanto a sé la sua bussola, Louis.
 
Note finali: pft, che schifo. Lol. 
 
 
 
 
 
  
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