Fanfic su artisti musicali > Lady Gaga
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Autore: Raydor    29/04/2013    1 recensioni
'cause what happens in Nebraska, doesn't stay in Nebraska.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Reason for staying.


L'aveva baciata sulla fronte prima di uscire da quella casa per dirigersi in quell'appartamento che aveva affittato, convinto di rimanere solo per pochi giorni. Mai avrebbe pensato di trovare una ragione per restare, proprio' li', piu' a lungo. Non gli era mai piaciuta la campagna, la trovava assurda, fastidiosa, visto che era abituato al suo mare, l'unico desiderio che aveva sempre avuto era quello di andare via il piu' in fretta possibile.

«avanti giriamo questa merda e andiamocene.» aveva avuto una giornata terribile, che si era aperta con un litigio con Brittany, tanto per cambiare, e conclusa con una chiamata chiusaglisi in faccia.
«ehi! Cerca di sorridere e di fingere che tutto vada bene, che tu sia rilassato. Hai idea di chi ti troverai davanti?» il manager era tremendamente nervoso, forse piu' di lui.
«e' Lady Gaga, non dio in terra. Perchè mai dovrei controllarmi per far piacere ad una cogliona che si veste con delle bistecche! Andiamo, è assurdo!» rise muovendo qualche passo verso quella che apparentemente era la regista. Il manager lo lascio', con una pacca sulla spalla, come per incoraggiarlo e allo stesso tempo per ricordargli le raccomandazioni che gli aveva appena fatto.
«oh finalmente l'attore e' qui! Gaga!» urlo' agitando un braccio in direzione opposta a dove stava guardando Taylor. Fu solo un istante, un microsecondo in cui il suo sguardo si sposto' per cercare di incontrare quello della ragazza, la sfioro', come se il mondo gli imponesse di farlo, anche solo per quell'istante, e poi fisso' subito il pavimento, imbarazzato.
Ok, forse un po' era nervoso.
«ciao.» sussurro' la cantante timidamente, costringendolo a guardarla un'altra volta. Stavolta la fisso' per un lungo minuto, per poter imprimere ogni dettaglio nella mente. Era avvolta in un morbido e candido accappatoio bianco, probabilmente sotto non aveva nulla, ma la cosa assurda era che aveva comunque scelto di indossare i tacchi altissimi e ovviamente firmati. I biondi capelli le cadevano morbidamente sulle spalle, sfiorando i seni, come se si vergognassero di toccarli appieno. Non aveva neppure un filo di trucco, sembrava un'altra; era completamente diversa da come era abituato a vederla in tv, era perfetta. Un angelo. Un angelo tremendamente meraviglioso che gli aveva appena rivolto il piu' bello fra i sorrisi.


Sorrise a quei ricordi, come se fossero lontani anni luce, come se fosse invecchiato e avesse passato una vita con lei per poi ritrovarsi a ripensare a questo. Un brivido gli attraverso' il corpo e lo costrinse a tornare alla realta'. Sali' sulla sua moto, mise il casco e lo allaccio', contemporaneamente accendendo i motori. Fu un attimo, un secondo e si ritrovo' a sfrecciare per la strada, col vento in faccia. Si sentiva libero; "libero come i suoi capelli", come amava dire lei. Ricordava perfino di averlo urlato un giorno, mentre la riaccompagnava a casa.

«non ci salgo su quel coso.»
«dovrai.»
«e chi lo dice?» mise il broncio come una bimba capricciosa, ruolo che le riusciva particolarmente bene.
«vuoi rimanere a piedi?» l'aria di sfida negli occhi di Taylor non era poi tanto diversa da quella che aveva lei. Finalmente sembro' cedere, sbuffando fragorosamente.
«dammi quel cazzo di casco, prima che cambi idea.» Taylor sorrise soddisfatto e fece come gli aveva chiesto. Quell'affare era esageratamente grande per la sua testa piccina, le copriva gli occhi per meta', costringendola a tirare su la testa completamente persino per guardarlo negli occhi. Senza rendersene neppure conto, le rise in faccia, fragorosamente, naturalmente. 
«ti prendi gioco di me?! Sei uno stronzo bastardo!» urlo' ridendo a sua volta, prendendolo a schiaffi sul petto, fin dove riusciva ad arrivare. Taylor le fece la linguaccia e sali' sulla sua moto, come a voler scappare dai gesti della ragazza. Lei sorrise, guardandolo con aria di sfida per l'ennesima volta, per poi salire dietro di lui, posando le mani sul suo petto. Questa volta delicatamente.
«tieniti forte.» la classica affermazione che fa chi e' alla guida.
Gaga sorrise, poichè non le dispiaceva affatto obbedire a quell'"ordine", ma voleva comunque giocare.
«e se non lo facessi?!» rise. Mentre la moto sfrecciava verso la strada lei tese un braccio verso il vuoto, lasciando che l'aria le accarezzasse la pelle pesantemente.
«che cazzo fai?!» urlo' Taylor «ti farai male, se passa una macchina ti portera' via il braccio, vuoi rimetterlo dov'era?!» 
«uffa, T! Sembri mio padre!» cosi' dicendo, Gaga tese anche l'altro braccio. Ora si teneva in equilibrio sulla moto solo grazie alla forza delle gambe mentre tendeva le braccia in aria e buttava la testa all'indietro.
«sei impazzita?!» Taylor era seriamente preoccupato
«sono libera! Come i miei capelli!» rideva come una folle, si sentiva bene con se stessa, si sentiva realmente libera, avrebbe giurato di spiccare il volo da un momento all'altro.
«cazzo, Stefani, rimetti subito le braccia sul mio petto!» urlo' Taylor.
Era esattamente cio' che Gaga voleva sentire. Rise soddisfatta e, sfacciatamente, infilo' le mani sotto la camicia del ragazzo, sfiorando i suoi pettorali, stringendosi forte contro la sua schiena.
«va bene così, papino?» rise raggiungendo il suo orecchio. Quella voce, quei tocchi e il suo respiro cosi' vicino alla pelle stavano per farlo impazzire. Quell'angelo travestito da diavolo lo stava tentando ancora una volta. Eppure avrebbe giurato di poter resistere, qualora gli fosse capitato un'altra volta. Invece come sempre stava per cedere, la difesa che aveva cercato in tutti i modi di rafforzare stava cadendo davanti ai suoi occhi, lasciandola fare. Poi pero' si ricordo' di essere in autostrada, di stare guidando e di avere la responsabilita' di proteggere non solo la sua vita ma quella di una pazza cantante bionda.
«siamo quasi arrivati.» disse cambiando completamente argomento, strizzando gli occhi e riportandoli sull'asfalto.


Gli sembro' di rivivere quel momento, avrebbe giurato di sentire Gaga dietro di se, sfilare le mani da sotto la sua camicia e alzarsi dalla moto, invece c'era solo del vento ad accompagnarlo.
Era giunto a destinazione, casa sua. 
Inutile dirlo, era nervoso. Aveva accumulato tanta tensione durante il viaggio pensando a lei. Aveva anche avuto modo di riflettere su Brittany, su cosa stesse facendo e se fosse realmente la decisione giusta. Una cosa era certa: era cio' che desiderava. 
Prese un profondo respiro e conto' i secondi necessari a trovare la chiave tra il mazzo che teneva in tasca. La fece scivolare nella serratura e giro' in un secco suono.
«Brit?» 
Nessuna risposta. 
Non vedendola in salotto, sali' le scale, esplorando il bagno e lo stanzino con lo sguardo. Niente ancora. Era rimasta solo la stanza da letto, cosi' vi entro' prendendo l'ennesimo profondo respiro, facendosi coraggio.
«Brit?» la trovo' sdraiata sul letto, la testa pesantemente poggiata sul cuscino e il corpo piegato in posizione fetale. Era vestita esattamente come l'aveva lasciata, il che lo preoccupo'. Si avvicino' a lei, le prese il viso fra le mani e finalmente si accorse che aveva pianto violentemente. Il mascara era colato sulla faccia, rigandola di nero. L'eye-liner aveva ricoperto l'intera superficie della palpebra, rendendo l'occhio completamente scuro.
«Brittany?» la scosse leggermente, cercando di svegliarla. Apri' gli occhi castani all'improvviso, ritrovandosi in una realtà troppo dolorosa.

«non capisco come cazzo puoi pensare al lavoro in un momento come questo! Il nostro rapporto sta crollando Taylor!» urlo' furiosa, lasciandosi successivamente cadere sul materasso, prendendosi il viso tra le mani, fissando il pavimento.
«Brittany, sono stato selezionato per un video musicale con Lady Gaga! Hai presente?! Non si tratta di un provino qualsiasi, un qualunque telefilm destinato a fallire o simili. Mi pagheranno molto, solo per alcuni secondi in un video! Come puoi vedere il lato negativo in questo?!» 
La ragazza prese un profondo respiro e lo guardo' negli occhi.
«io stavo per farmi licenziare...» inizio' a parlare con molta calma «...pur di avere questo periodo di ferie. Ho risparmiato mesi per poter permettermi di farti questo regalo, e quando finalmente possiamo prendere un fottuto aereo e volare assieme alle Hawaii... Tu scappi in Nebraska! Vaffanculo capito?! Scusa se non sono come te, se non ho le tue stesse... "doti" nella recitazione! Sono una semplice agente immobiliare ma ho sempre, sempre guadagnato ogni singola cosa che ho adesso. Ho risparmiato secoli per te, per noi. E se per te e' piu' importante uno stupido video musicale.. Ok. Ti aspettero' qui.» si sedette di nuovo, con la stessa calma con la quale si era comportata finora.
«non capisci. Possiamo farne milioni di viaggi alle Hawaii grazie a questo lavoro, capisci?!» le prese le spalle fra le mani e porto' gli occhi nei suoi, tentando di sorridere.
«non e' questo che mi importa. Il viaggio puo' andare a puttane, cio' che conta e' che... Ci sarà sempre qualcosa piu' importante di me, per te.» ricambio' il sorriso pieno di speranza di Taylor con uno amaro, velato di tristezza.
«ti sbagli.» 
«ah si? Dimostramelo. Annulla tutto.» 
Taylor la lascio' immediatamente, prese un profondo respiro per evitare di urlare. Non contro di lei, ma contro il milione di emozioni che si scontravano in lui. Una parte di se' avrebbe sbattuto la porta e sarebbe corso via, l'altra l'avrebbe stretta forte e sarebbe rimasta.
«non puoi chiedermi questo.» sussurro' prima di voltarle le spalle ed andare via, lasciandola in quel letto, in lacrime.


Era nella stessa situazione quando riapri' gli occhi e lo guardo'. Era bellissimo, esattamente come lo aveva lasciato. Forse la barba era leggermente cresciuta, incorniciando ancora piu' accuratamente quel viso d'angelo. la stava fissando, le sorrideva, come se nulla fosse successo. Come poteva essere cosi' bastardo?
«non mi devi toccare.» sibilo' scattando dall'altra parte del letto. Taylor la guardo' storto, cercando di capire cosa diavolo stesse succedendo. 
«Brit, ma cosa...»
«cosa sei venuto a fare?! Non ti è bastato cio' che mi hai fatto?» le lacrime ripresero a scorrere dai suoi occhi, esattamente come la sera prima.
«no io.. Non capisco... Cosa...»
«che problema c'è?! Quella... Donna non ti soddisfa abbastanza?» lo prese in giro con un tono ironico ma tremendamente tagliente.
«c-come fai a...» all'improvviso, tutto gli era crollato addosso. La sua visione delle cose, il modo in cui voleva affrontare l'argomento con la donna con la quale prima condivideva un amore. Sapeva tutto. 
«è la tua unica domanda?! Non... "come stai, Brit?" oppure "scusami se ti ho fatto soffrire, se ti ho trattato come un'idiota, come se non esistessi".» 
«è che io...» non sapeva cosa dire. Era tutto sbagliato, cio' che stava facendo e come lo stava facendo.
«tu. Tu e solo tu. Sempre e solo di questo ti è importato. Probabilmente avevi solo voglia di farti una scopata e lei era li'! Quella...»
«non è cosi'.» la interruppe, prendendo coraggio 
«no certo. Beh, devo aver interpretato male le tue parole. Dimmi, in quale senso interpreti "oh ti prego, si, continua Taylor!", sicuramente stavate discutendo del lavoro. Per non parlare del tuo...»
«la chiamata. Hai sentito tutto, vero?» Improvvisamente realizzo' tutto. Lo aveva chiamato poco prima che lui togliesse i vestiti di Gaga, aveva scelto di non risponderle e il destino lo aveva fatto al suo posto.
«mi dispiace Brittany, non avresti dovuto scoprirlo cosi'! Ero venuto per dirtelo, credimi!»
«per dirmi cosa?» rise amaramente portando gli occhi nei suoi. Non aveva neppure piu' lacrime da piangere. 
«mi sono innamorato, Brit.» le prese il viso fra le mani, in modo da imprimerle nella mente la sua espressione.

I suoi occhi non smettevano di brillare neppure per un secondo, glielo aveva appena confidato, cosi', senza preavviso, lasciandola a bocca aperta.
«cosa?!» 
«si, è cosi'! Mi sono innamorato di te.» sorrise. La bacio' su quelle labbra morbide dal colore dell'amore. Istintivamente, lei non rispose, lascio' che le uniche labbra a muoversi fossero quelle di Taylor. Ma poi senti' la lingua cercare insistentemente la sua, cosi' decise di lasciarle unire definitivamente, per un lungo istante.


Lei torno' a sorridere amaramente, abbasso' lo sguardo, poi lo guardo' di nuovo.
«già.» 
Su allontano' da lui, scivolando via dal suo tocco, scappando lontano, scendendo dal letto. Prese a frugare nei cassetti, prese la sua biancheria e la buttò nell'enorme valigia nera.
«ehi, che stai facendo?»
«ti lascio vivere il tuo grande amore.»
«non sei obbligata ad andartene!»
«e secondo te che cosa dovrei rimanere a fare? A guardarti mentre vivi la felicità che non sono stata in grado di regalarti?» 
Taylor abbasso' lo sguardo, palesemente colpito da quelle parole. «non dire cazzate Brit, eravamo felici.» 
«certo. E poi cosa è cambiato? Oh ora ricordo! Il tuo egocentrismo e' emerso e finalmente ho visto chi eri davvero. Sai, tu e quella donna siete perfetti assieme. E infondo le sono grata. Mi ha fatto un favore portandoti via dalla mia vita.» chiuse la valigia in un suono orribile e in pochi secondi usci' da quella stanza, da quella casa.


spazio autrice:
le parti in corsivo sono dei flashback, che tengo a sottolineare NON SONO MESSI IN ORDINE CRONOLOGICO.
   
 
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