Oh, I want it to get better
I swear, I'll work to make it better
So, please - don't leave quite yet.
- Adam Agin
 

James attende in silenzio, e la vibrante luce della calda candela gli illumina il volto, rendendolo più visibile agli occhi di Lily. E' seduto, e le sue ginocchia distano l'una dall'altra diversi centimetri. Le mani sono ferme sulle braccia della poltrona, ed i ricci capelli gli coprono la pallida fronte con ribellione. E' arrabbiato, e la mascella è serrata. Saprebbe mantenere quella posizione per ore, se lo desiderasse, ma in lui arde un volere differente. Dischiude le labbra solo per inumidirle con la lingua e lo sguardo si sposta, raggiungendola.

Lily si raddrizza sulla schiena, distogliendo l'attenzione dal suo viso. Ha i pugni stretti sulle cosce e un grande desiderio di andarsene. Quelle litigate le ricordano con ferocia le discussioni con Severus, e ad ogni offesa o frase pronunciata con freddezza, il cuore vortica su sé stesso, procurandole un bruciore insopportabile simile a quello di una lama sulla pelle. La carne si taglia nello stesso modo in cui il suo cuore perde battiti ed allora sente il bisogno di alzarsi, e lo fa senza ripensamenti. I capelli ramati le cadono sulle scapole, oscillando a ogni movimento del suo esile corpo, e quando ha raggiunto la rampa di scale che conduce al piano superiore, qualcosa le afferra il polso, e allora è costretta a voltarsi.

James le è dinanzi, e le dita di entrambe le mani percorrono lente le braccia di Lily. Arrivano al suo volto quando con le labbra ha già fatto proprie quelle della ragazza. E la bacia avido, in una penombra che mentalmente ringrazia per regalare all'intero momento una romanticità unica. Lily incrocia le braccia attorno al collo di lui e si stringe maggiormente, riprendendo conoscenza con un sapore agrodolce che aveva già assaggiato, ma del quale aveva perso il ricordo. Allora le solleva appena la camicetta, che sfila al di fuori del cinturino della gonna, ed il respiro di entrambi raggiunge una tonalità superiore, avanzata. Le mani di James premono quei fianchi morbidi e trovano bloccato il passaggio quando, all'altezza del ventre, Lily si stacca – sciogliendo l'abbraccio.

Lily lo fissa, ma con lo sguardo sembra guardargli dentro. Attraversa la pelle e raggiunge l'interno. James sente il fiato spezzarsi ed il suo petto si solleva e si abbassa seguendo un ritmo regolare. Niente pensieri negativi, la guerra non esiste ed i morti sono solo amici in vacanza. I parenti in viaggio hanno detto arrivederci e gli Auror portano buone notizie. Non ci sono razze, non c'è sangue. Le bacchette evocano incantesimi di protezione. Lily riprende a baciarlo e tutto, di nuovo, svanisce. Assume un nuovo senso, rinasce.

“Non andartene così velocemente. Per favore.”

“Non vado da nessuna parte.”

“No, davvero. Non andartene...”

E Lily non se ne va. Sbuffa un sorriso che non appena James la cinge a sé diventa una risata ed echeggia per tutta la sala Comune. Allora la preoccupazione tramuta in euforia ed eccitazione. I pianti delle notti passate si trasfigurano in parole sussurrate all'orecchio perché non devono essere udite da nessun altro se non da lei. E lei le apprezza, le ascolta, le ripete. La precaria fiammella della candela è ancora accesa, ma non quanto i loro baci. Bruciano su ogni indumento, su ogni parte del corpo. Corpi che si uniscono per supportare baci da troppo tempo trattenuti. Baci che non tardano ad arrivare, ma che quando giungono al traguardo, esplodono in fuochi artificiali dai mille colori.

“Please, don't leave quite yet.”