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Autore: Yumi    18/11/2007    10 recensioni
Qualsiasi cosa gli avessi detto l’ avrebbe fatta. Solo perché. A chiederglielo. Eri tu. (Alter!RoyEd)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Schiavo d’Amore di Yumi.

 

Desclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Hiromu Arakawa. Questa storia non è scritta a fini di            lucro, ma solo per piacere mio, ed è ambientata “dall’altra parte del Portale”, con un Roy da me immaginato.

Note: fanfic dedicata a tutte le persone che hanno commentato le mie storie. Grazie di cuore e spero che   anche questa piccola cosuccia vi piaccia.

 

 

 

 

[Dedicata a quel ragazzo,

per il quale potrei fare di tutto.

Grazie anche solo di esistere.]

 

 

 

 

Ormai sono tre anni, Edward, che sei da ‘quella parte’ del Portale, lontano da tuo fratello, dalla zia Pinako, da Winry, dall’HeadQuartier…ma soprattutto, da quell’uomo del quale non riesci a dimenticare il volto…del Taisa che per anni hai giurato di odiare, quando in realtà rinnegavi soltanto l’amore che provavi per lui. Ora che l’hai capito, è troppo tardi…ci sei tornato, nel suo mondo…ma non sei riuscito a rimediare, non gli hai detto niente…e di questo ti penti.

Ammettilo!

 

Ma, appena tornato a Munich, hai incontrato lui. Anche lui si chiama Roy, Roy Mustang…ma non è un Taisa…non è un uomo importante, lui. E’ solo un fabbro.

 Solo, rispetto al suo omonimo.

Non è un militare stimato ed amato da tutti, eroe di guerra, aspirante alla più alta carica dell’Esercito.

Questo Roy, invece, gli assomiglia solo fisicamente. E’ alto, forte, muscoloso, attraente…dannatamente, attraente…con quella sua aria scanzonata, quel perenne sorriso, un po’ storto, e quei suoi occhi così profondi…non riesci mai a resistere  a quello sguardo, non è vero, Edo?

L’hai incontrato un giorno, così, per caso.

Eri per strada, mentre passeggiavi tristemente sul marciapiede, con in mente solo il viso del tuo Taisa, quando è venuto a sbatterti contro, con una pila di tubi di ferro talmente alta, da coprirgli la visuale.

Qualcosa in quel ragazzo ti aveva già catturato, anche se non lo conoscevi.

-Ehi, tutto bene?- gli chiedesti, mentre lo aiutavi a raccogliere i tubi che cadendo, avevano prodotto un tonfo sordo prolungato, come quello di un diapason.

Appena alzò il capo, il tuo cuore perse un battito, prima di incominciare a battere forte, tanto da sentire la giugulare pulsare, sul lato sinistro del collo magro.

Ti lasciasti sfuggire in un sussurro il suo nome, portato via da un alito di vento.

-Come conosci il mio nome?- ti chiese, fissandoti negli occhi a lungo. Gli occhi erano, e sono tutt’ora, neri e profondi, proprio come i suoi. I capelli erano leggermente più lunghi di quelli dei Taisa, ma avevano le stesse ciocche scure leggermente scomposte, sul viso alcune macchie scure.

-E’ che…assomigli ad una persona che conosco, che si chiama Roy…- una scossa elettrica su per la spina dorsale fino alla nuca.

-Ah…comunque, io sono Roy Mustang e tu sei…?- chiese, porgendoti una mano.

-Edward Elric- dicesti, stringendola forte con la tua.

La sua mano era calda, avvolgente, un po’ ruvida a causa del lavoro che deve fare, vista la pila di tubi che portava tra le braccia.

-Grazie!E scusa se ti sono venuto addosso, ma con questi non vedo niente, scusa ancora!-

-Di niente…non preoccuparti!-

-Ci si vede, Edward…- disse, andandosene.

Ancora adesso ti fa impressione sentirlo pronunciare il tuo nome, la voce troppo uguale a quella del Colonnello, tanto da farti venire i brividi ogni volta.

Dopo qualche mesetto, avete deciso di frequentarvi…siete diventati amici e poi amanti.

Adesso abitate nella stessa casa e a te sembra di vivere in un sogno…qual ragazzo gli assomiglia troppo, non puoi farci nulla, non riesci a fare a meno di immaginare che lui sia quel Roy di cui ogni tanto piace ricordare il volto, le mani e far tornare a galla tutti i ricordi.

E cerchi sempre di convincertene, ma invano.

Quando ti arriva alle spalle con quel passo felpato, che proprio non capisci dove abbia imparato, e ti circonda la vita con le braccia, soffiando vicino al tuo orecchio, nella penombra del salotto, senza dire una parola, trattieni il respiro, aspettando qualcosa che non sai bene cosa sia.

Quando poi ti sussurra, con quella voce roca e profonda, stracolma di amore e desiderio, un “Bentornato” la sera, dopo che torni dall’officina dove lavori con Alphonse…

Ti senti esplodere, chiudendo gli occhi, pensando inevitabilmente a lui.

Roy farebbe di tutto per te.

E’ arrivato a picchiare un uomo, mentre ti si era avvicinato, con la scusa di non sapere che ore fossero, quando invece il suo intento era ben altro.

Appena lo aveva visto, gli si era fiondato addosso, scaraventandolo contro il muro, afferrandolo per il colletto della camicia bianca, con uno sguardo da duro dicendogli:

-Avvicinati ancora a lui e giuro che ti ammazzo, intesi?- lo aveva detto con un tono che non ammetteva repliche, un tono che incuteva paura nella persona a cui era diretto.

Lo lasciò andare con un gesto sgarbato facendogli perdere l’equilibrio, tanto da doversi tenere in piedi poggiando le mani per terra.

-Tutto a posto?- ti chiese, avvicinandosi.

-Pe…perché l’hai fatto?- gli chiedesti, invece di rispondere. “Non voleva fare nulla di male voleva solo sap…-

-Non voleva fare nulla di male?! Voleva violentarti! Sei troppo ingenuo, Edward!-

Anche il Colonnello te lo ripeteva sempre, di essere troppo ingenuo.

-Grazie…- avevi risposto comunque, abbassando lo sguardo.

-Figurati…- disse, sorridendoti. E’ da lì che nacque tutto.

E’ lì che capisti che lui non era “normale”…c’era qualcosa di sbagliato in lui, che non sei mai riuscito a spiegarti.

Come quella sua ossessione, quando ancora non stavate insieme, che dovessi sempre portarti a casa, farti compagnia…ma non riuscivi a capirne il bisogno…in fondo…eri adulto e vaccinato, cazzo!

Potevi benissimo tornartene a casa da solo, senza il bisogna di un body-guard!

Il bello che tutto era cominciato per caso…e nel periodo prima che vi frequentaste, qualsiasi cosa gli avessi detto l’ avrebbe fatta.

 

Solo perché.

A chiederglielo.

Eri tu.

 

[The end]

 

[Grazie a tutti per aver letto.

Dedicata a Luca, che è sempre nei miei pensieri].

   
 
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