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Autore: _Rouge_    30/04/2013    2 recensioni
Christine Spencer ha molti sogni nel cassetto.
Uno di questi è diventare una scrittrice .
Allora quale città meglio di Parigi,la madre patria di tutti quegli artisti che ne hanno fatto una casa d’adozione, per trovare l’ispirazione?
Ma Parigi si sa : patria dell’Arte ma soprattutto patria dell’Amore!
Dal primo capitolo:
Sapete cosa si fa il primo giorno che si è a Parigi?
Audrey Hepburn avrebbe detto che ci si procura un po’ di pioggia.
Beh sicuramente su questo non ha sbagliato. […]
Audrey però avrebbe aggiunto che la seconda mossa era senza dubbio condividere un taxi con una persona carina.[…]
“ Sono salita su questo taxi per prima, è il mio taxi!” sbotto al culmine della pazienza.
“Il tuo taxi?!” ripete divertito.
In questo momento mi pento di averlo trovato vagamente affascinante ,ha una faccia insopportabilmente da schiaffi.
“Senti sono stanca e bagnata,non che tu meriti delle giustificazioni ma la verità è che in un’altra occasione forse sarei potuta essere più accondiscendente ma non oggi” punto il mio sguardo nel suo sperando di risultare convincente .
“ E in quale occasione sapresti essere più accondiscendente?” il suo sorriso si trasforma in un piccolo ghigno furbo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 1

Sapete che cosa si fa il primo giorno che si è a Parigi? Ci si procura un po' di pioggia e una persona veramente carina con la quale girare in taxi



Sapete cosa si fa il primo giorno che si è a Parigi? *
Audrey Hepburn avrebbe detto che ci si procura un po’ di pioggia.
Beh sicuramente su questo non ha sbagliato.
La pioggia scrosciante ha accompagnato ogni mio singolo passo da quando ho messo piede fuori dall’aeroporto dandomi un benvenuto meno caloroso di quanto sperassi.
Audrey però avrebbe aggiunto che la seconda mossa  era senza dubbio condividere un taxi con una persona carina.
Ecco.E’ su questo punto che subentra il primo problema .
Vedete oltre all’assenza della presumibile ‘’carina persona’’ a mancare,in questo esatto momento, sono proprio i taxi.
“Fermo perfavore” provo a bloccarne uno in veloce fuga ma questo,ancora una volta ,mi sfreccia davanti senza il minimo ritegno.
“GRAZIE TANTE” impreco come una povera pazza.
Una povera pazza bagnata!
Sono a Parigi da meno di dieci minuti e sono già ad un passo da una crisi di nervi mentre la pioggia continua ad infierire e i taxi sembrano aver preso posizione contro di me.
Mi sembra quasi di poter sentire la voce di mia madre nella testa “ Parigi?! Non dire sciocchezze,non sei così avventurosa”
Sospiro staticamente, forse se non avessi letto quelle parole come sfida a quest’ora non sarei qui .
Con ogni probabilità sarei sotto qualche quercia di Princeton in attesa di una prossima lezione.
Perché forse è così ….Forse non sono poi così tanto avventurosa!
Sto quasi per prendermi a calci mentalmente per tutti quegli assurdi vaneggiamenti mentali quando in lontananza scorgo un’ombra.
Un’ombra dal magnifico colore giallastro.
“Taxi” lo chiamo sbracciandomi,come se potesse sentirmi.
L’autista accosta sul margine della strada permettendo al passeggero di scendere.
Quella è sicuramente la mia occasione.
Armata di una nuova speranza sollevo con un gesto secco il manico del mio trolley e mi precipito verso la vettura .
Questa è la volta buona! Non posso che essere positiva mentre accelero il passo decisa più che mai ad introdurmi all’interno di quel caldo ed asciutto abitacolo.
L’uomo al volante mi scruta per qualche istante con sguardo critico.
Lui non sa cosa significa vedersi passare davanti gli occhi una decina di taxi senza riuscire a fermarne neanche uno.
Finalmente riesco ad agguantare la maniglia della portiera aprendola con un gesto secco.
Preferisco persino evitare di sistemare il trolley nel cofano, d’altronde non è molto ingombrante ed io non voglio perdere un minuto di più .
Mi sistemo velocemente sul sedile  “Ehm…Bonjour “ spiccico nel mio miglior francese.
“Bonjour  mademoiselle, où vous voulez aller? ‘’
‘’Rue Ch…’’
Prima ancora che possa incespicare nel mio pessimo francese per tirar fuori il nome della strada,la portiera al mio lato viene spalancata.
“Ah menomale credevo di gelarmi il culo li fuori”
Credo che gli occhi minaccino di schizzarmi fuori dalle orbite mentre osservo il ragazzo che si sta comodamente stravaccando sul sedile accanto a me.
“Boulevard Saint-Michel, s'il vous plaît’’ il suo francese è senz’atro impeccabile ,come la sua maleducazione.
“Scusami”  lo apostrofo continuando a fissarlo con aria scettica.
E’ possibile che non si sia accorto di non essere l’unico occupante?!
Dal modo in cui si gira a guardarmi capisco che si,lo pensava sul serio.
“Excuse moi mademoiselle me je pensais…  ‘’
Lo blocco prima che possa finire,d’altronde lui ha fatto lo stesso con me .
“Dall’affermazione molto poco signorile riguardante il tuo didietro credo di poter affermare che parli perfettamente la mia lingua quindi risparmiami questa sceneggiata’’
I suoi occhi si posano divertiti sulla mia mano ancora sollevata .
Wow, devo ammettere che sono gli occhi più blu che io abbia mai visto.
Ma che cavolo sto pensando?! 
Lui sorride compiaciuto,probabilmente pensa che sia l’ennesima ragazza adorante vittima del suo fascino.
Questo pensiero mi fa tornare vigile e particolarmente infastidita.
“ Credevo fossi francese” se ne esce così senza scomporsi più di tanto.
“Evidentemente ti sbagliavi,ora perfavore potresti scendere dal taxi?” sospiro leggermente cercando di non mostrarmi troppo dispotica .
In fin dei conti non ho motivo di essere villana.
“E chi dice che debba scendere io?”replica con finta aria sorpresa.
Ok magari essere villani non è poi tanto male.
“Stai scherzando vero?” mi auguro di trovare un barlume d’ironia nel suo sguardo ma …no.
“ Sono salita su questo taxi per prima, è il mio taxi!” sbotto al culmine della pazienza.
“Il tuo taxi?!” ripete divertito.
In questo momento mi pento di averlo trovato vagamente affascinante ,ha una faccia insopportabilmente da schiaffi.
“Senti sono stanca e bagnata,non che tu meriti delle giustificazioni ma la verità è che in un’altra occasione forse sarei potuta essere più accondiscendente ma non oggi” punto il mio sguardo nel suo sperando di risultare convincente .
“  E in quale occasione sapresti essere più accondiscendente?” il suo sorriso si trasforma in un piccolo ghigno furbo.
No questo è troppo.
“Scendi dal taxi” mi sembra quasi di ringhiare e a questo punto è anche possibile.
“Mi dispiace tesoro ma non credo che accadrà”
“Tesoro?! Ma ti senti quando parli?Sembri un Casanova da quattro soldi”
Gli occhi del taxista continuano a saettare da me a lui mentre ci scruta dallo specchietto retrovisore .
Sono abbastanza sicura che non stia capendo la metà di ciò che diciamo ma dalla sua faccia sembra comunque spassarsela un mondo.
Molto più di me.
“Magari se mi dicessi il tuo nome potrei utilizzare quello” la sua espressione sorniona ricorda quella di un diavolo tentatore .
Incrocio le braccia sul petto “ Mi dispiace ma non credo che accadrà”
Ride davanti alla mia frecciatina provocatoria.
“ Va bene misteriosa sconosciuta “ si sofferma per sollevare lo sguardo su di me “ E’ evidente che nessuno dei due ha intenzione di abbandonare questo taxi”
“ Io no di sicuro” ripeto fermamente.
Lui annuisce “Beh neanch’io “
E’ assurdo cerca pure di rivendicare qualche diritto?
La cosa veramente assurda però è che sono talmente stanca da non trovare più la forza di controbattere.
Voglio solo andare a casa!
“Cosa proponi?” mi arrendo con non poca fatica.
Lui rimane a fissarmi per qualche secondo con un vago barlume di sorpresa “ Però credevo che fossi più agguerrita, ti sei lasciata convincere troppo velocemente che ne è del potere femminile ?”
Lo fulmino nuovamente “ Non farmene pentire”
Solleva le mani in segno di resa senza però smettere di sorridere divertito.
“Tornando alla questione. Dividiamo il taxi , e siccome voglio dimostrarti che la cavalleria non è morta “ mi guarda di sottecchi- se sta parlando di se avrei molto da ridire- “lascerò che la prima fermata sia la sua” conclude.
“Che grande gesto” borbotto ancora indispettita.
“E’ il minimo” si stringe nelle spalle.
Lo fisso ancora per un secondo “Ah-a, Rue Progrès 127” finisco rivolgendomi finalmente al taxista.
Quest’ultimo mi lancia una piccola occhiata dallo specchietto “Tout de suite mademoiselle”
E finalmente il taxi parte.
Il mio sguardo corre fuori dal finestrino dove si staglia il paesaggio pomeridiano.
La pioggia continua a cadere per le strade parigine ma molto più lieve.
“Prima volta a Parigi?” con ogni probabilità devo avere un’espressione trasognata molto evidente.
Mi volte appena verso il mio ,ormai, vicino “Si” ammetto .
Mi chiedo da cosa si possa intuire.
Lui sembra cogliere il mio pensiero poiché ridacchia sommessamente “Credimi dopo un po’ che vivi qui questa città perde il suo charme e scopri che di magico ha ben poco”
Si può essere più cinici? No,credo di no.
“Viaggio di piacere?” riprende.
C’è qualcosa nella sua espressione che sembra vivo interesse. Non soltanto semplice curiosità.
Forse è questo a spingermi a rispondere con più tranquillità “Non esattamente,mi sono appena trasferita”
“Oh allora ti do il mio ufficiale benvenuto “ replica mimando un piccolo inchino con la testa.
“Sembri sarcastico”
Solleva appena le spalle “ Te l’ho detto questa città è sopravvalutata,fra un paio di giorni ti sarai già stancata”
Wow,probabilmente lo pagano per il cinismo.
“Mi auguro che il tuo lavoro non sia la guida turistica” lo guardo scettica.
Ride allegramente scoprendo una dentatura perfetta “No no…nulla del genere”la sua risposta è molto vaga.
Il taxi rallenta prima di accostarsi davanti ad un edificio dalla facciata scura.
“Rue Progrès ,mademoiselle” il taxista mi lancia un’occhiata dallo specchietto bloccando il cronometro con la mano.
Sbatto un paio di volte gli occhi.Sono già arrivata? Ma dove ho avuto la testa fino ad ora.
La mia mente corre all’immagine ancora sfacciatamente sorridente al mio lato.
E’ assurdo,mi impongo a scacciarla concentrandomi sull’importo scritto in rosso sul tassametro.
Estraggo il portafoglio dalla tasca del trolley ma qualcuno mi blocca.
“Lascia stare pagherò io una volta a destinazione”
Sollevo lo sguardo su di lui con palese stupore.
“Ma…non c’è bisogno” mi incespico leggermente .
Le sue labbra si increspano in un ulteriore sorriso “Oh andiamo sono stato una spina nel fianco e ho distrutto i tuoi sogni su Parigi,lascia almeno che mi sdebiti così”
Premettendo che i miei sogni sono tutt’altro che distrutti.
Ci vuole più di una giornata piovosa e di un paio di cattive dicerie per smorzare il mio amore per questa città.
Ciò detto non avrei motivo di farmi pagare la corsa,dovrei valermi dell’emancipazione femminile.
Ma c’è qualcosa nel suo sguardo che mi impedisce di rifiutare quell’offerta.
Sia chiaro non ho cambiato idea sul suo conto ma voglio almeno permettergli quel gesto vagamente carino.
“Grazie” concludo ancora non molto sicura.
Lui annuisce lievemente continuando a sorridere “Buona fortuna a Parigi”
Quando finalmente mi ricordo che quella è la mia fermata mi affretto ad aprire lo sportello ed immettermi nuovamente all’aria aperta.
Lo sportello si richiude alle mie spalle e ho appena il tempo di sentire la prossima meta prima che il taxi riparta per le vie parigine sparendo all’orizzonte.
Il tepore pomeridiano mi investe lievemente .Ha smesso di piovere .
Forse Audrey non aveva poi così tanto torto,su tutta la linea.
 
 
*Citazione tratta dal film ‘’Sabrina’’del 1954 con Audrey 
Hepburn e Humphrey Bogart, regia di Billy Wilder.

*******
Salve a tutti lettori adorati!
Quello che vi ho lasciato è il primo capitolo di una nuova LongF. 
Come avrete capito l'ambientazione sceltà è Parigi!Perchè?
Ma perchè oltre ad amare infinitamente questa città la trovo una delle capitali della cultura mondiale!
Ora alcuni nomi delle vie saranno inventati ma per il resto ogni cosa sarà presa realmente da questa meravigliosa città.
Magari se trovo qualche curiosità ve la posterò insieme agli aggiornamenti.
Per quanto riguarda i protagonisti in questo capitolo rimangono lievemente celati ,ma presto le cose si chiariranno vedrete.
Questo primo capitolo è stato ispirato da alcune citazioni tratte dal film Sabrina (come sopra citato) ,Audrey a mio avviso in quel film è fantastica!
Per il resto vi tocca aspettare il prossimo capitolo ma perfavore lasciatemi i vostri pareri mi farebbe davvero piacere!

 
 
  
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