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Autore: YoursSincerelyLouis    30/04/2013    1 recensioni
Dal testo:
"Bussai ripetutamente, senza ricevere una risposta.
Decisi di aprire lo stesso, perchè morivo dalla voglia di vederlo, abbracciarlo e baciarlo. Mi mancava fin troppo.
Entrai lentamente e lui era sdraiato sul letto, con il pc posato sulle gambe.
-Ciao Boo-, dissi, sorridendo spontaneamente.
Era bellissimo. Lui era sempre bellissimo.
Non mi rispose, ma alzò per un attimo lo sguardo, posandolo su di me, per poi tornare a fissare lo schermo del computer.
Mi sedetti affianco a lui e mi avvicinai per baciarlo, ma lui si spostò.
-Lou, lo so che sei arrabbiato, ma sai come funziona tra noi-, dissi, continuando a osservarlo per cercare qualche suo segno di cedimento."
Larry Stylinson.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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J'adore la France.*

 

Pov Harry.

Notice me
Take my hand**

 
-Assistenti di volo, prepararsi all'atterraggio-, disse la voce fredda dell'hostess, attraverso l'altoparlante.
Finalmente dopo ore di volo, ero arrivato a Parigi, la città più romantica al mondo.
Non vedevo i ragazzi da quasi una settimana e mi mancavano da morire. Li vedevo praticamente ogni giorno dall'inizio del tour, ma oramai erano parte fondamentale della mia vita e non vederli anche solo per poco tempo, mi faceva andare fuori di testa.
Dopo qualche minuto, l'aereo atterrò e scesi, recuperando i miei bagagli. 
Mi guardai attorno, sperando che qualcuno mi fosse venuto a prendere, ma tutto ciò che riuscii a vedere, furono le fan che mi aspettavano appena fuori dall'aeroporto.
Ero stanco, terribilmente stanco e il solo pensiero di uscire e dover fare foto e autografi, mi distruggeva.
Rimasi un po' indeciso sul da farsi, ma poi raccolsi tutte le mie energie e uscii fuori, andando incontro alle decine di fan appostate fuori e armate di fotocamera.
Tutti gridavano e spingevano, ma in fondo quelle attenzioni mi lusingavano ogni volta.
Feci qualche foto e autografo e poi chiamai un taxi, siccome nessuno mi venne a prendere. Neanche Louis.
Arrivai in hotel dopo circa quindici minuti e trovai Niall fuori, mentre mi aspettava.
Appena mi vide mi saltò addosso e mi scoccò un bacio sulla guancia.
-Ciao Harry!-, urlò, mentre mi strappava le valigie di mano, per aiutarmi.
-Ciao Nialler, gli altri dove sono?-, chiesi, mentre ci dirigevamo all'ascensore.
-Ti aspettano di sopra, al piano riservato a noi-, mi disse, sorridendo.
-Louis?-, chiesi, timidamente.
-Ti conviene lasciarlo stare per oggi. È parecchio arrabbiato-, mi disse, tornando serio.
Scendemmo dall'ascensore ed entrai nella stanza che sarebbe stata mia per qualche giorno.
Trovai Zayn e Liam davanti alla porta ed entrambi mi abbracciarono.
-Ciao Harold-, disse Zayn, più allegro del solito.
-Ciao ragazzi, mi siete mancati tanto-, dissi, cercando con lo sguardo l'unica persona che mancava.
-Louis è nella sua stanza-, disse Liam, tentennando un po'.
-Vado un attimo da lui per salutarlo-, dissi, mentre mi allontanavo.

Why are we 
Strangers when 
Our love is strong 
Why carry on without me?

 
Bussai ripetutamente, senza ricevere una risposta.
Decisi di aprire lo stesso, perchè morivo dalla voglia di vederlo, abbracciarlo e baciarlo. Mi mancava fin troppo.
Entrai lentamente e lui era sdraiato sul letto, con il pc posato sulle gambe.
-Ciao Boo-, dissi, sorridendo spontaneamente.
Era bellissimo. Lui era sempre bellissimo.
Non mi rispose, ma alzò per un attimo lo sguardo, posandolo su di me, per poi tornare a fissare lo schermo del computer.
Mi sedetti affianco a lui e mi avvicinai per baciarlo, ma lui si spostò.
-Lou, lo so che sei arrabbiato, ma sai come funziona tra noi-, dissi, coninuando a osservarlo per cercare qualche suo segno di cedimento.
-Harry, mi hai lasciato da solo-, mi disse, tornando finalmente a guardarmi, -mentre tu giravi tranquillamente i locali gay di Los Angeles-, concluse, distogliendo nuovamente lo sguardo.
Quelle parole mi trafissero il cuore come mille lame affilate.
-Se stiamo a guardare, neanche tu eri così solo, Lou-, dissi duramente.
Lui chiuse il computer e lo ripose sul comodino, per poi voltarsi verso di me e guardarmi negli occhi.

Everytime
I try to fly 
I fall without my wings

 
-Lou, lo sai che siamo obbligati a stare lontani-, dissi, mentre mi avvicinavo piano.
Gli afferrai una mano e continuai a fissarlo.
Avevo bisogno di lui e avevo bisogno di toccarlo e guardarlo.
E vederlo infuriato con me, mi spezzava il cuore.
Io ero pronto. Io volevo uscire allo scoperto, ma lui non era convinto, perciò abbiamo deciso di rimanere nascosti ancora per un po'.
Sapeva a cosa andava incontro con questa decisione e doveva solo accettarlo.
Ma da una parte, io esageravo.
Ma esageravo apposta per riuscire a fargli chiarezza. 
Per riuscire a convincerlo che il coming out sarebbe stata la scelta giusta.
Ma questo creava solo litigi tra noi e ogni volta mi rendevo conto della fragilità del mio Louis.
-Sì, lo so-, rispose duramente, mentre si allontanava da me e mi lasciava la mano.
-Louis, cerca di capire!-, dissi, alzando leggermente il tono di voce.
-No, Harold, non capisco! Non capisco perchè devi ubriacarti ogni sera. Non capisco perchè devi andare per locali gay. Non capisco perchè ti fai vedere in giro con una ragazza diversa ogni sera. Non capisco perchè ogni volta te ne vai così lontano da me-, urlò tutto d'un fiato, mentre le lacrime salate iniziavano a scendere dai suoi occhi ormai spenti e stanchi.

I feel so small 
I guess I need you baby

 
Io rimasi scioccato dalla sua reazione. Molte volte mi aveva fatto delle sfuriate simili, ma ogni volta faceva sempre più male.
Vederlo piangere e sfogarsi in quel modo, mi spezzava il cuore.
Ma, specialmente, mi spezzava il cuore sapere che era colpa mia. Solo mia e di nessun altro.
Però la voglia di fare pace mi abbandonò quando mi ritornò in mente una foto.

 

Quella foto che mi fece scoppiare a piangere dalla rabbia, nonostante sapessi la finzione che c'era dietro.
-Io almeno mi faccio solo vedere con altre ragazze-, dissi, freddamente.
-Cosa stai insinuando?-, mi disse, sorridendomi. 
Ma non era un sorriso di felicità. Neanche un sorriso triste. Era un sorriso di sfida. Voleva mettermi alla prova. Voleva vedere quanto sarei stato cattivo. E lo sarei stato.
-Sto insinuando che almeno io non bacio nessun altro oltre al mio ragazzo-, dissi, ricambiando il tono di sfida.
-Cazzo, Harry, tu non mi capisci e non mi capirai mai-, sbottò lui, ritornando serio.
-Sì che capisco. Capisco che evidentemente ti diverti a giocare al fidanzato perfetto. Capisco che ti piace giocare alla famiglia felice insieme a lei e tua madre sull'Orient Express-, dissi, con l'amaro in bocca.
La rabbia riaffiorò velocemente mentre pronunciavo quelle parole e mentre ricordavo quelle foto.

And everytime 
I see you in my dreams 
I see your face, it's haunting me 
I guess I need you baby

 
Louis riniziò a piangere, singhiozzando e si coprì il volto con le mani. 
Poi rialzò il viso e mi guardò amaramente, mentre riprendeva fiato per parlare.
-Tu credi davvero che io mi diverta?! Tu credi davvero che preferisca passare del tempo con Eleanor e non con te?!-, sussurrò piano, con voce tremante, ma con rabbia e delusione.
L'avevo deluso. Ancora. 
Sapevo che odiava stare con Eleanor. Sapevo che era obbligato. Sapevo che l'unica cosa che li teneva insieme era un contratto. E sapevo anche che dicendo quelle cose, l'avevo fatto sentire ancora più incolpa di quanto già non si sentisse.
Ma io ero fatto così. Volevo rendere tutto più difficile. Volevo farlo soffrire e volevo anche far soffrire me.
Vedendo che continuavo a stare in silenzio e mi limitavo solo a guardarlo, lui riprese parola.
-Io odio stare con Eleanor. Cioè lei è una brava ragazza, ma io voglio stare solo con te e non voglio farti soffrire-, mi disse, abbassando lo sguardo.
-Ma sto soffrendo-, dissi, freddamente.
Volevo fargli capire che prima o poi mi avrebbe perso.
Io non sarei riuscito a continuare così ancora per molto.
-Ho bisogno di te, Harry. In questi momenti, ho bisogno di te più che mai-, mi disse, avvicinandosi per baciarmi, ma io mi scansai, iniziando a piangere.
Le lacrime iniziarono a uscire frettolose dai miei occhi, mi io cercavo di ricacciarle dentro. 
Non volevo che Louis mi vedesse piangere. Anzi, non volevo proprio piangere. Neanche se fossi stato da solo.

I make believe
That you are here 
It's the only way

 
Lui rimase stupito dal mio rifiuto e io scattai in piedi.
-Ho bisogno di pensare-, dissi, mentre mi asciugavo le lacrime, cercando di non farmi vedere.
Uscii dalla stanza e sbattei forte la porta alle mie spalle.
Quella situazione mi aveva stancato. Ogni volta, ogni fottuta volta che avevamo dei giorni liberi, avevo paura di fare qualcosa, perchè poi Louis si sarebbe infuriato. Ogni volta litigavamo. Ogni volta facevamo pace. Ma la volta successiva rilitigavamo.
Un circolo vizioso, senza via d'uscita.
O meglio, una via d'uscita c'era. 
Farla finita.
Soffrire così tanto e piangere praticamente ogni notte, ne valeva la pena? Valeva la pena stare così male per un ragazzo? No.
Ma Louis non era un ragazzo qualsiasi.
Decisi di non pensarci e di uscire per svagarmi un po'.
In fondo, Parigi era una città meravigliosa, avrei certamente trovato qualche distrazione.

I see clear
What have I done
You seem to move on easy

 
Girovagai un po' per le strade di Parigi.
Ormai era quasi buio, ma nonostante questo, la città era ancora piena di vita.
Le luci si accendevano e le persone più strane sgusciavano fuori dalle loro tane.
Ero anche io una persona strana? Probabilmente.
Tirai fuori il mio cappellino di lana dalla tasca della giacca e me lo infilai, sperando di coprirmi un po' e di non essere riconosciuto.
Perchè se c'era una cosa che non avevo proprio voglia di fare era incontrare le fan.
Le amavo, ma non ero proprio dell'umore di sentire grida, di essere spinto o di essere toccato in posti che non dovrebbero essere toccati.
Nonostante stessi camminando a testa bassa, osservai attentamente ogni particolare di quella città incantevole e iniziai anche a riconoscere qualche posto.
Ero stato a Parigi poche volte, forse due o tre, ma una sola fu particolarmente importante da rimanermi impressa in ogni suo singolo dettaglio.
Quando mi ero fidanzato con Louis. Proprio lì, a Parigi.
Tra noi c'era sempre stato un feeling particolare e io ero innamorato di lui da sempre.
Poi un giorno eravamo a Parigi per il nostro precendente tour e lui fece una cosa che non mi sarei mai aspettato: mi chiese un appuntamento.
Uno vero e proprio.
Alla Tour Eiffel.
Niente di più romantico.
Lì mi chiese di essere il suo ragazzo e mi regalò un anello a cui teneva molto. Fu uno dei giorni più belli della mia vita e ormai erano passati quasi due anni.
In quell'occasione ci baciammo per la prima volta.
Cioè ci eravamo già dati qualche bacio per giocare, ma quello fu proprio il nostro primo, vero bacio.
Ricordo perfettamente l'imbarazzo di uscire per la prima volta non più come amici, ma come qualcosa di più. 
Ricordo i suoi occhi che non si staccarono un attimo da me e viceversa. 
Ricordo la sua bellezza, quasi surreale e il luccichio che aveva negli occhi.
Quel luccichio che non lo abbandonò più da quella sera e che mostrava solo quando era con me.
Ricordo di come balbettava mentre si dichiarava e di come la paura prese posto dentro di lui.
Ricordo di come, insicuro, mi prese la mano per la prima volta e si avvicinò piano per baciarmi.
Ricordo i nostri sorrisi, così reali e spontanei, ricchi di significato.
Ma ricordo anche le complicazioni che arrivarono successivamente.
Ricordo la sua paura di mostrarsi al mondo per quello che è.
Ricordo il disgusto negli occhi dei manager, mentre venivano informati della nostra relazione.
Ricordo la loro paura di perdere fan e, di conseguenza, perdere soldi, montagne di soldi.
E ricordo bene tutta la sofferenza che ci accompagna da due anni a questa parte.
Ma ricordo anche i ricordi belli. 
Ricordo soprattutto i ricordi belli. 
Quelli che ti fanno sorridere come un ebete. 
Quelli che ti fanno venire le farfalle allo stomaco.
Quelli che ti fanno dimenticare tutto.
Quelli che ti rendono felice, non importa cosa sia successo.
E questo era Louis. Uno di quei ricordi così belli da scaldarti il cuore.
Ma lui non era un ricordo, perchè non era uscito dalla mia vita, ma ne faceva ancora parte. Anzi, era il fulcro della mia vita.
Non dimenticherò mai tutto questo.
Interruppi i miei pensieri, alzai lo sguardo, osservai la Tour Eiffel da lontano e una fitta di nostalgia si fece spazio tra il mio stomaco e il mio cuore.
Avevo davvero pensato di farla finita?

And everytime 
I try to fly 
I fall without my wings 
I feel so small 
I guess I need you baby 
And everytime 
I see you in my dreams 
I see your face, you're haunting me 
I guess I need you baby

 
Decisi che dovevo riprendermi ciò che era mio. Louis.
Capivo la sua paura del coming out. Non era facile, per niente, lo capivo alla perfezione.
Aveva paura del giudizio della gente, aveva paura di deludere le fan o di essere addirittura insultato.
Ma ciò che mi spingeva a uscire allo scoperto era la possibilità di essere una fonte di ispirazione per molto ragazzi gay che erano spaventati. Volevo incoraggiarli, ma avevo paura pure io.
Pian piano arriveremo a tenerci per mano in pubblico, ne sono sicuro. Mi fido di Louis.
Così per il momento dovevo limitarmi a fargli capire che io c'ero e ci sarei stato sempre, in qualunque caso.
Mi avvicinai alla Tour Eiffel e decisi di replicare il nostro primo appuntamento.
Dopo due anni, sarebbe stato strano, molto strano, ma estremamente romantico.
Andai in uno di quei ristoranti proprio in cima alla Torre e prenotai un tavolo per due persone, proprio per quella sera.
Sapevo che era già tutto prenotato, ma per una volta sfruttai la mia fama e mi feci riconoscere dal gestore, che non potè rifiutare.
Avevo prenotato un'area intera, così da non essere vista e da poter stare un po' da soli, che ne avevamo davvero bisogno.
-Per che ora vuole prenotare?-, mi chiese gentilmente il gestore.
-Per le nove di stasera, grazie-, affermai e mi congedai con una stretta di mano.
Ora dovevo tornare dal mio Louis e riconquistarlo.

I may have made it rain 
Please forgive me 
My weakness caused you pain

 
Chiamai un taxi per tornare in fretta all'hotel. 
Erano le sette di sera, avevo ancora due ore per convincere quella testa dura del mio ragazzo di cenare con me sulla Tour Eiffel.
Due minuti mi sarebbero bastati.
Entrai di corsa dentro l'edificio e mi fiondai nel nostro corridoio.
Mi fermai davanti alla porta della sua stanza e bussai insistentemente.
Nessun segno di vita.
-Louis, aprimi, lo so che sei là dentro-, urlai, ma in modo dolce.
-È aperto, stupido-, sentii una voce provenire dall'interno della stanza.
Sorrisi, sperando che fosse tornato di buon'umore.
Aprii la porta e lo vidi in piedi, affacciato alla finestra.
-Tommo, non ti conviene darmi le spalle-, dissi, ridendo.
Lui rise piano, ma non si voltò.
-Alla buon'ora eh-, mi disse, acido, ignorando la mia battuta pessima.
Mi avvicinai e lo avvolsi tra le mia braccia, da dietro.
Gli diedi un bacio leggero sul collo, per poi appoggiare la testa sulla sua spalla, mentre gli accarezzavo il torace.
-Scusami, Lou-, gli sussurrai all'orecchio.
-Non bacio Eleanor da mesi e mesi, mi sembra giusto fartelo sapere-, mi disse, mantenendo basso il tono della voce.
-Grazie-, dissi, dandogli un altro bacio sul collo.
-Mi manchi, Hazza-, disse con un filo di voce.
-Sono qui, Lou-, dissi, chiundendo gli occhi e lasciandomi cullare dal suo calore e dal suo profumo.
-Stasera tu esci con me e non accetto un rifiuto-, continuai, mentre lo costrinsi a voltarsi verso di me.
Gli rivolsi un sorriso a trentadue denti e lui prese ad accarezzarmi i capelli, mentre ricambiava dolcemente il sorriso.
-In realtà volevo stare un po' tranquillo in stanza-, mi disse per stuzzicarmi.
-No, mi dispiace, tu vieni e non rompi-, dissi ridendo.
-Che romantico-, rise anche lui, -e dove mi porti?-.
-Sorpresa-, dissi, anche se ero sicuro che lui sapesse già la destinazione.

And this song is my sorry
 
Entrambi indossammo un cappello per non essere riconosciuti e percorremmo le strade meno affollate.
Stavo piuttosto lontano da lui, in modo che se qualcuno ci avesse visti, non avrebbe frainteso.
Lui mi guardò e sorrise.
Ricambiai il sorriso e non riuscivo a non pensare a quanto fosse bello e a quanto fossi fortunato.
Poi si avvicinò e mi cinse i fianchi con un braccio, facendomi scontrare con il suo corpo.
-Lou, se ci vedesse qualcuno...-, inizia per poi essere interrotto dalla sua risata.
-Siamo coperti dalla testa ai piedi, non ci riconosceranno e poi non c'è molta gente qua-, mi disse, scoccandomi un bacio sulla guancia.
-Ma dove ti sto portando ci sarà tanta gente-, sussurrai.
-Quando arriveremo lì, ci separeremo-, mi disse con un'alzata di spalle.
Mi rilassai, gli cinsi le spalle con un braccio e camminammo abbracciati fino a qualche metro prima della Tour Eiffel.
-Sapevo che m'avresti portato qua-, disse, sorridendo e lo rividi. Rividi quel luccichio nei suoi occhi.

At night I pray 
That soon your face 
Will fade away

 
Finalmente eravamo al nostro tavolo, lontani da tutto e da tutti.
Solo noi.
Solo Louis ed io.
Mangiammo tanto, forse troppo, tra sguardi e sorrisi complici.
-Ti ricordi il nostro primo appuntamento?-, mi chiese Louis, mentre si gustava il suo dolce.
-Come potrei dimenticarlo? Aspettavo quel momento da... Praticamente da quando ti conosco!-, dissi, sorridendo e forse arrossendo un po'.
-Da quant'è che mi venivi dietro? Non mi dire che ti piaccio da sempre, che non ci credo-, disse, ridendo.
-Ma è vero!-, ridacchiai.
-Non ci credo. Ci sarà un momento in cui te ne sei accorto-, mi disse, scuotendo la testa e continuando a sorridere.
-Mhm-, mugugnai, mentre cercavo di ricordare, -Forse quando mi hai baciato per la prima volta-, dissi, sperando che lui si ricordasse.
-Hazza, ti ho baciato tante volte per fare lo stupido, non ricordo quand'è stata la prima volta-, disse, arrossendo.
Lui lo sapeva, se lo ricordava e anche molto bene. Ma voleva sentirselo raccontare, ne ero certo. Voleva vedermi arrossire e voleva mettermi in difficoltà.
-Quando a X Factor mi hai baciato davanti ai ragazzi per dimostrare che non avevi niente contro le coppie gay-, sussurrai, imbarazzatissimo.
-Me lo ricordavo-, mi disse dolcemente.
-Lo so-, gli sorrisi, -Tu?-, mi azzardai a chiedere.
-Io cosa?-, chiese lui.
Aveva capito la domanda, ma si divertiva a farmi uscire fuori di testa.
-Tu quando ti sei reso conto di avere una cotta per me?-, sussurrai piano.
-Da quando ti ho sentito cantare per la prima volta-, mi disse, prendendomi la mano sopra il tavolo.
Sussultai e arrossii violentemente.
-Dal bootcamp?-, chiesi.
-Dal bootcamp-, affermò.

And everytime 
I try to fly 
I fall without my wings 
I feel so small 
I guess I need you baby 
And everytime 
I see you in my dreams 
I see your face, you're haunting me

 
Ritornammo in hotel piuttosto tardi e ci tenemmo per mano tutta la sera.
Fu un appuntamento perfetto e ci scambiammo pure un bacio sotto la Tour Eiffel, fregandocene della gente che magari ci aveva riconosciuti.
-Dormi qua con me o torni nella tua stanza?-, mi disse, appoggiandomi le mani sui fianchi.
-Con te-, dissi, dandogli un bacio sulla guancia.
Entrammo in camera e ci sdraiammo sul letto, uno affianco all'altro. Lui appoggiò la testa sul mio petto e io presi ad accarezzare i suoi capelli così lisci e morbidi.
-Lou, ti chiedo scusa-, dissi, posandogli un bacio sui capelli.
-Per cosa?-, mi chiese confuso.
-Per tutto. Sono uno stupido e sappi che nonostante io vada a Los Angeles, nonostante mi si veda in giro per locali o con qualche ragazza, io voglio solo ed esclusivamente te-, gli dissi, guardandolo negli occhi.
Lui alzò la testa e si avvicinò piano.
-Lo so-, un bacio sulla guancia, -e sappi che lo stesso vale per me-, mi disse dolcemente.
Appoggiai una mano sul suo collo e lo feci avvicinare.
Appoggiai le mie labbra rosse sulle suo così sottili, ma morbide e calde.
Lo baciai dolcemente per un po' finchè Louis non decise di approfondire il bacio, leccandomi le labbra e cercando il mio consenso.
Così schiusi la bocca e le nostre lingue si incontrarono.
Ci staccammo un attimo per prendere fiato e -Ti amo-, sussurrai.
Lui appoggiò per un attimo le labbra sulle mie e -Anche io, piccolo-, mi disse, sorridendomi e rifacendo scontrare le labbra.
Poi ci dividemmo definitivamente e iniziammo a guardarci negli occhi per un tempo che sembrava interminabile.
-Aspetterò finchè non sarai pronto per il coming out. Ti aspetterò-, gli dissi, stringendolo tra le mie braccia.
-Allora non aspetterai ancora molto-, mi disse, dandomi un ultimo bacio prima di addormentarci.

I guess I need you baby



*Ho scelto questo titolo per un tweet di Harry di questi giorni :)
**La canzone scritta in corsivo è Everytime di Britney Spears. E' molto conosciuta ed è anche molto bella, se non la conoscete, ascoltatela ;)

Angolo autrice:
Eccomi con la mia prima OS!
Spero vi piaccia e mi scuso per gli eventuali errori, ma non ho riletto e ho pure la febbre :(
Mi sono basata sul fatto che i ragazzi sono in Francia in questi giorni e la Tour Eiffel combinata con Louis e Harry mi fanno andare fuori di testa lol
Spero vi piaccia e spero valga almeno una recensione e.e
Grazie a tutti quelli che recensiranno e anche a quelli che leggeranno silenziosi <3
-YousSincerelyLouis
 

Se volete contattarmi, scrivetemi pure su Facebook, per qualsiasi cosa <3
   
 
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