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Autore: andreeastefania    30/04/2013    2 recensioni
Mi sento sporca. Sporca dentro. Sporca ovunque.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A tutte le donne che hanno subito maltrattamenti,
A tutte le donne che non sono riuscite a sopravvivere,
A tutte le donne che ci convivono.
Basta. È un mostro, non via ama.
L’amore non è botte, l’amore non fa male.
 L’amore sono abbracci, baci e carezze.

 

 
1.847 parole.
I personaggi non mi appartengono (purtroppo)
Se no avremmo già 10 figli e una casa a Londra.



Sporca

 


Donna come l'acqua di mare, 
chi si bagna vuole anche il sole, 
chi la vuole per una notte,
e chi invece la prende a botte. 
Donna come un mazzo di fiori, 
quando è sola ti fanno fuori,
donna, cosa succederà 
quando a casa non tornerà?


 
 

Abbiamo appena fatto l’amore, mi ha fatto male e sono scoppiata a piangere.
Perché non mi guardi quando ti parlo?” sento un dolore allucinante allo stomaco, e mi lascio cadere a terra. Guardarlo in faccia non risolverebbe niente, farebbe solo più male. Guardarlo in faccia mentre mi picchia sarebbe come sfidarlo, e sono troppo debole e troppo piena di paura per farlo.
Smetterà, faremo l’amore e passerà.  I lividi tra un paio di giorni non si vedranno più. Smetterà. Questa volta è l’ultima lo so. Sono io che sbaglio.
Sei una stupida puttana!” mi tira un altro calcio e io mi sento soffocare, come se stessi per affogare.
Lurida puttanella! Levati dalle palle! Oggi te ne vai! Ora!” urla ancora più forte e ho ancora più paura. Paura che mi butti davvero fuori, che mi cacci di casa, che mi dica che non mi ama. Ho paura. Paura di stare senza di lui. Paura perché ne sono innamorata. Paura perché non ci farò più l’amore.
Mi fa alzare con forza e mi tira per l’appartamento come se fossi un sacco di patate, mi butta sul letto e tira fuori il borsone da sotto il letto. Ora mi butta fuori davvero. Piango ancora più forte “Ti prego no! Io non voglio andarmene! Ti prego, non farlo!” urlo disperata tra i singhiozzi  “Non farti vedere in giro puttana!” mi butta a terra e prima di chiudere la porta mi tira un altro calcio.
Scivolo con fatica e mi metto contro la ringhiera delle scale. Mi metto le mani nel capelli e tiro più che posso. Mi fa male tutto. Sento la testa che mi scoppia. Provo ad alzarmi ma cado di peso. Mi rimetto contro la ringhiera e chiudo gli occhi. Respiro con fatica e pian piano riesco ad addormentarmi.
 
Cosa diavolo ci fai qua?! Vattene!” mi risveglio ancora più indolenzita di prima. Mi prende per i capelli e mi alza. Scendo con fatica le scale e mi butta addosso il borsone.
Esco dal palazzo lentamente e per non cadere mi appoggio al muro, come mia abitudine, conto i passi che faccio, per non incontrare altri occhi, per non far pietà a nessuno.
Ho trovato un  bar aperto alle tre di mattina “Posso usare il bagno?” dico con fatica “È quello a destra” mi dice un ragazzo, stanco, senza guardarmi.
Mi guardo allo specchio, faccio schifo. Mi tocco il labbro e mi fa malissimo.  Passo una mano tra I capelli lunghi e mi faccio male quando incontro un nodo e tiro forte. Mi lavo la faccia velocemente e quando mi giro noto che ci sono alcuni pezzi di vetro a terra e vedo la finestra e rotta, ci sarà stata una rissa. A Londra i turisti si divertono a far incazzare le persone sbagliate.
Prendo un pezzo di vetro e mi guardo allo specchio. Mi sento sporca. Sporca dentro. Sporca ovunque.Prendo una grande ciocca di capelli e faccio pressione con il pezzo di vetro. Lo passo da destra a sinistra e comincio a tagliare la ciocca. Ne prendo un’altra e un’altra ancora.
 
Sono Carmen” dico piano al citofono, la porta si apre e io salgo le scale lentamente, sentendo dolori ovunque. Busso e mi pare subito “Ehi dolc/ Che diavolo ti ha fatto?!” ricomincio a piangere mentre mi abbraccia piano e mi fa entrare in casa “Questa volta non la passerà liscia! Tu da lui non ci torni! Andiamo alla polizia e lo denunci! Adesso!” me lo dice guardandomi negli’occhi ed è serio. Io non ci riesco. Non riesco ad andare alla polizia. Ho paura. Paura di tutto. Tranne che di lui ovvio.
Il mio amico dai capelli rossi non mi farebbe mai del male. Con un suo piccolo gesto, una sua piccola carezza e un suo piccolo abbraccio io mi sento al sicuro. Mi sento forte. Quando sono con lui sono me stessa. Sono Carmen. La Carmen di sempre. Quella che Michael non è riucito a rovinare. Quella felice. Quella senza lividi. La vera Carmen.
Quante volte ti sei detta “Lui non mi vuole. Io sono brutta, magrissima, sola, infelice e stupida.”? Eh, Carmen? Quante volte sei andata via da lui e sei tornata dal tuo “fidanzato” e ci hai fatto l’amore pensando a lui?
Che poi era amore? Si può definire amore?
Quando lui ti stringeva e ti faceva male e tu piangendo gli chiedevi  per favore di lasciarti.
Era amore?
Quante volte ti sei detta “Io amo Michael.” mentre guardavi il rosso con faccia sognante? Eh Carmen, quante?

Carmen” mi metto le mani nei capelli tagliati e premo forte “Non ci riesco Ed! Non ci riesco!”  mi abbraccia “Vengo con te, ti prego. Devi fare qualcosa” mi tiene stretta a se finché non smetto di piangere.  “Andiamo, ti porto in ospedale e da li chiamiamo la polizia” sento caldo appena mi mette la sua coperta di lana sulle spalle. I ricordi mi invadono la testa.
Londra era davvero triste quel girono, pioveva fortissimo e non sapendo cosa fare ci siamo rifugiati nell’appartamento Sheeran e abbiamo deciso di guardare “La madre”, mi cagavo in mano per la paura e tiravo la coperta verso di me per coprirmi gli occhi. Alla fine mi è venuto in parte e mi fa tenuta stretta a lui e così la coperta bastava a tutti e due.
Quando mi svegliai ancora abbracciata a lui mi senti amata e mi girai piano verso di lui. “Sei dolcissimo” non mi sentì, ma mosse il naso a mo’ di gatto. Mi resi conto di amarlo. Amarlo davvero. Amarlo come si può amare un’amico. Io ho Michael, non potrei mai tradirlo. Pensai a quello mentre lo guardavo. E comincia a sentirmi sporca.

E ora sono sporca.
Sporca di bugie, di sesso schifoso, di baci dati a qualcuno che non amo, di lividi, di dolore, sono sporca di lui.
 
Cosa ti è successo?” mi chiede per la seconda volta  l’infermiera mentre mi fa sedere su un lettino. Guardo Ed che fa un piccolo sorriso che mi da forza  “Il mio ragazzo mi ha picchiata” dico piano, ma lei mi sente “Arrivo subito” dice qualcosa ad un ragazzo che va via “Avvertiamo la polizia. Verranno a momenti.” Mi sorride e poi guarda Ed “È un parente?” annuisco con troppa energia perché poco dopo sento un mal di testa che mi fa quasi piangere. “Ehi, fai piano” mi fa stendere e mi dice di rimanere così.

Si chiama Carmen Breditt è stata picchiata dal suo ragazzo. Michael Adams, Carnaby Street al numero 14” mentre il poliziotto parla al telefono mi guarda come per chiedere conferma, non mi muovo di un millimetro. Ho davvero tanta paura. Si fra qualche mese di carcere e poi? Se torna? Se torna da me?
Ed mi prende la mano e la tiene stretta alla sua  “Hai fatto bene a denunciarlo, in poche hanno il coraggio di farlo” dice il poliziotto appoggiando una mano sulla mia spalla. Mi sorride e poi se ne va. “Lo prenderanno e non lo vedrai mai più” mi riassicura l’infermiera “Adesso ti curo le ferite” cerca qualcosa nell’armadio e poi si gira verso Ed “Deve spogliarsi” non voglio che si allontani. Non voglio. “Resta!”  lo urlo senza accorgermi e mi guardano tutti e due incerti sul da farsi. “Lo faccia rimanere. La prego” mi sorride e lui si siede sulla sedia accanto al letto “Va bene, ora ti do qualcosa per il mal di testa e dopo ti disinfetto I tagli” mi tolgo la canottiera e i jeans con fatica, sento dolore ovunque “Piano, piano” mi dice il rosso con dolcezza “Oh mio dio” sussurra appena vedere le gambe troppo magre piene di lividi. Lividi rossi, più vecchi e lividi bluastri, quelli sono i nuovi.
L’infermiera mi guarda dispiaciuta. Prova pena per me.  
Dopo che mi ha disinfettato i pochi tagli che avevo sul viso e sulle braccia mi lascia da sola con Ed.
Dovevo fare qualcosa prima” mi tocca il viso, sfiora le ferite e io mi alzo di scatto “Non pensarci nemmeno!” so di aver alzato la voce di tanto “Non darti la colpa per niente o giuro che non mi faccio vedere mai più. Mi trasferisco, cambio nome e non ti vedo più. Non devi nemmeno/” mi ferma con un abbraccio “Calmati” mi sussurra dolcemente all’orecchio. E mi calmo. Mi calmo davvero, perché la sua voce mi culla. Mi culla sempre.
 
Sono andati via quasi tutti” dico guardandomi le gambe “E l’infermiera dice che non rimarranno cicatrici” mi sorride e mi abbraccia forte “Domani mi porti a fare shopping?” mi guarda male e io ricambio con una faccia da cucciola “E va bene!” gli salto addosso e lui cade sul letto “Sei la persona migliore al mondo!” urlo felice sopra di lui, mi prende per la vita e capovolge la situazione “È un complimento enorme” lo guardo negli occhi e mi innamoro di nuovo. Di nuovo si. Perché mi innamoro di lui ogni volte che mi guarda, che mi tocca. Ogni volta che parla. Ogni volta che prende la penna e scrive, scrive quelle sue canzoni che mi fanno sempre piangere.  Ogni volta che prende la chitarra e comincia a cantare io mi innamoro di lui. Ogni santa volta.
Ti amo da morire” sgrana gli occhi e poi sorride. “Mai quanto ti amo io” amo quando lo dice. Mi guarda negli’occhi e sorride. Amo quando sorride.
Amo tutto di lui.
Shakespeare gli lecca il naso prima che possa baciarmi e lui lo arriccia. Scoppio a ridere.
L’ho trovato nell’appartamento dopo che Michael è stato arrestato, Ed è entrato per prendere le mie cose e Shakespeare è uscito e io mi sono sentita malissimo per essermene dimenticata.
Mio fratello prima di partire per la Russia me l’ha regalato, amo questo gattino.
 
 “Allora? Come sto con questo?” esce con l’ennesimo paio di jeans dalla cabina armadio e la guardo. È felice e io non chiedo di più. La amo. La amo tanto. Amo ogni suo piccolo gesto. È la ragazza più importante della mia vita. Andrei con lei ovunque.
Sei stato seduto li e mi ha dato consigli per più di un’ora” mi bacia il naso “Qualunque cosa per te” la bacio dolcemente.
Morirei per te.

We make her paint her face and dance
If she won't be a slave, we say that she don't love us
If she's real, we say she's trying to be a man
While putting her down, we pretend that she's above us

 

  








 

Non è scritta bene, ma volevo parlare dell'argomento. 
Questa mattina ho visto un ragazzo tirare una sberla alla sua ragazza e io e il mio amico siamo intervenuti. 
La ragazza ha detto di farci gli affari nostri e se ne andata con lui. 
Capirà che non è una sberla e basta. Continueranno finché lei non farà qualcosa per cambiare la sua situazione. 
Non mi è mai successo di vivere in queste condizioni, ma vorrei consigliare di farsi aiutare. Chiedere aiuto a chiunque. All'amico, all'amica, ad una sconosciuta, non importa, fatelo e basta. Chiedete aiuto. 
Perché un padre, un ragazzo o chiunque esso sia non smetteranno. 
Non è solo una sberla e via. Siamo donne non oggetti. Non siamo da usare e poi buttare via. Non siamo da picchiare.
Siamo da amare e basta.


Andreea,
30.04.2013.

   
 
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