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Autore: Yozora no yujin    30/04/2013    3 recensioni
[Fic dedicata a micchan91]
Perché sei grandiosa, micchan ♥
E questa fic è tutta per te.
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Mary ed Elly (The Moon Angel e _DNA) si sono riunite in questo account!
E questa è la nostra prima storia scritta a quattro mani.
Speriamo che vi piaccia!
Grazie a chi leggerà!
Mary ed Elly ♥
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Capelli rosati oscillavano lentamente al vento.
Due occhi color del mare fissavano l’immensità dell’orizzonte e sembravano acquistare una lieve sfumatura arancio a causa dello spettacolo di colori di fronte allo sguardo.
< Che tramonto stupendo. > Mormorò Ranmaru con un fil di voce.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harmony ~




Capelli rosati oscillavano lentamente al vento.
Due occhi color del mare fissavano l’immensità dell’orizzonte e sembravano acquistare una lieve sfumatura arancio a causa dello spettacolo di colori di fronte allo sguardo.

< Che tramonto stupendo. > Mormorò Ranmaru con un fil di voce.
Le nuvole, dai bagliori rosati, sembravano piccoli ciuffi di zucchero filato che, in quel cielo color rubino mischiato al giallastro, risaltavano con particolare intensità.
Il sole invece, stava lentamente sparendo dietro a grandi e massicce montagne… Sembrava stesse giocando a nascondino.
Un vento leggero invece, soffiava tra le fronde dei pini piuttosto alti che si ergevano imponenti nel giardino di villa Shindou.
Quelle magnifiche iridi erano come ipnotizzante dallo straordinario paesaggio.
Kirino, ritto in posizione eretta, era appostato su un grande balcone piuttosto spazioso.
Istintivamente poggiò con svogliatezza i due gomiti lungo la ringhiera, per poi abbassare lievemente la testa, continuando a contemplare l’orizzonte.
La candida carnagione del ragazzo, sembrava emanare lievi rilessi nivei che spiccavano in modo eccelso in quel rossastro del cielo.
Una musica soave iniziò a propagarsi nell’aria…
Il susseguirsi delle note, in quella sinfonia perfetta, prese presto il sopravvento sulla quiete e sul silenzio che ormai caratterizzavano il momento.
Il rosa sorrise, e dopo pochi attimi serrò le palpebre abbandonandosi a quella melodia.
Un ragazzo dai capelli ondulati color castano era seduto su uno sgabello e stava suonando una meravigliosa sinfonia con il pianoforte.
Shindou era dotato davvero di un notevole talento che, grazie ai vari insegnanti privati che aveva avuto, si era incrementato sempre di più, arrivando a livelli eccelsi.
Tuttavia, quella melodia era ancora in fase di costruzione e, mentre pigiava i tasti, inevitabilmente sbagliò una nota. Il suono acuto di quest’ultima riecheggiò nel vasto salone, provocando un sussulto del rosa che di scatto si diresse dall’amico.

< Cosa c’è che non va? > Chiese quest’ultimo mentre poggiava lentamente la sua mano sulla spalla dell’altro.

< Non riesco a completarla. > Ripose Takuto con un fil di voce mentre si passava una mano tra I capelli scuotendoli leggermente.

< Non è difficile, Shindou. > Affermò Kirino prendendo posto di fianco al castano sullo sgabello.

< Guarda, ti faccio vedere io. > Aggiunse Ranmaru poggiando le mani sui tasti avorio. Passarono diversi minuti e quest’ultimo continuava a fissare le sue dita con sguardo pressoché perso.

< Kirino, tu non sai suonare il piano... > Commentò Takuto ridacchiando. Il rosa arrossì vistosamente, volgendo lo sguardo da un'altra parte.

< Dai, ti insegno. > Disse poi, prendendo delicatamente i polsi di Ranmaru e posizionandoli correttamente sulla tastiera.

< Questo è il “do centrale”. > Spiegò il castano, mantenendo un costante sorriso.
Kirino cercava di stare attento, ma la vicinanza di Shindou glielo impediva.
Ogni tanto annuiva, o emetteva qualche verso d'assenso, anche se in realtà nulla di quello che l'amico gli stava insegnando gli era chiaro.

< Ora prova tu. > Lo incitò Takuto ad un certo punto. Che cosa avrebbe dovuto provare?
Kirino lo squadrò confuso e in tutta risposta ricevette un'altra risatina da parte del compagno.

< Devi solo mettere in pratica ciò che ti ho spiegato. > Precisò il castano sorridendogli dolcemente.

< A-ah... Certo... > Balbettò Ranmaru senza aver ancora capito quello che doveva fare.

< Dì un po', tu mi hai ascoltato mentre parlavo, vero? > Gli chiese ironico dopo aver notato che il suo migliore amico non sapeva neanche da dove iniziare.

< Sicuro! > Rispose immediatamente il rosa, che cercava inutilmente di dimostrarsi calmo e tranquillo.

< Ah, sì? Allora quale è la quarta giusta a partire dal “do”? > Ripetè l’altro.
Per Kirino quelle parole non avevano alcun significato. Insomma, stavano parlando di musica, non di numeri.

< L-la quarta giusta… È ... Il... “mi”? > Pronunciò una nota a caso, sperando di essere fortunato.

< No. > Affermò Shindou sorridendogli malizioso e avvicinando lentamente il suo viso a quello dell'altro.

< Allora... Il “la”! > Tentò di nuovo, ma nulla.
La bocca di Takuto era ormai ad un soffio dalla sua.

< Sbagliato ancora. > Sussurrò, poi fece incontrare delicatamente le loro labbra, per qualche secondo.
Kirino non poteva credere che fosse successo veramente. Da tanto tempo desiderava di baciare Shindou… Non aveva mai avuto il coraggio di "fare il primo passo" …
Non poteva essere più felice in quel momento.
Quando si staccarono, il castano guardò Ranmaru con le lacrime agli occhi, per poi uscire di corsa dalla stanza.

< No, Takuto, aspetta! > Gridò, cercando invano di fermarlo, ma l'altro era già scomparso dietro alla porta.
Kirino si alzò di scatto dallo sgabello e si precipitò nel corridoio chiamando l'amico, senza ricevere però alcuna risposta.
Nei meandri dell’ imponente casa, riecheggiavano imperterriti i singhiozzi del castano che, com’era evidente, non accennavano a terminare.
Eppure al rosa, la posizione di Shindou, sembrava impossibile da identificare.
Squadrò ogni minimo angolo persistente del piano inferiore e superiore, scrutando un qualsiasi accenno della presenza di Takuto. Niente, non riusciva a trovarlo.
Si fermò, appoggiando delicatamente la schiena contro il muro per riprendere fiato. Le rampe di scale erano piuttosto faticose da percorrere…
Poi il suo sguardo si posò sul soffitto, iniziando a fissare con le sue iridi acquamarina il grande lampadario, interamente in cristallo, che sembrava riflettere le sfumature degli occhi del giovane. Si, la casa dell’ex capitano era veramente grande…
Sbuffò sonoramente.

< Dove cavolo sei, Shindou? > Mormorò con voce flebile.
Improvvisamente un pensiero si fece strada nella mente di Ranmaru, come una luce flebile in una notte scura. Si alzò di scatto e si diresse verso la porta di legno d’acero rilegata in ottone. In altre parole, il bagno principesco della famiglia Shindou.
“Bingo alla lotteria Takuto” pensò tra sé e sé mentre bussava alla porticina, da cui uscì solo un sonoro mugolio.

< Dai Shindou...esci fuori. > Sussurrò per la centesima volta il rosa, ma dalla porta non si udì il benché minimo suono.

< Su, non fare il bambino. > Aggiunse poi grattandosi la testa.

< Ki… Kirino, io… > Mormorò con voce appena percettibile il castano che , pochi attimi dopo, scoppiò nuovamente in un pianto.

< Shindou esci fuori… Dobbiamo parlare… > Ripeté Ranmaru addolcendo la voce.

< No. > Rispose l’altro in modo secco.

< Shindou Takuto, se non apri immediatamente questa porta giuro che la sfondo! > Avvertì Ranmaru alzando il suo tono in un modo impressionante.
E fu così che grazie alla straordinaria “gentilezza” di quest’ultimo, il castano, con stampata in faccia un’espressione tra il terrorizzato e lo stupito, aprì la porta, mostrando il suo viso arrossato e le sue iridi piene di lacrime.
Kirino mancò un battito di fronte a quella visione. Respirò a fondo per non perdere la calma e saltare addosso a Shindou seduta stante.

< Senti…Takuto… > Iniziò il rosa, prendendo piccole pause.

< Scusami Kirino, io… Io… non volevo. > Aggiunse l’altro, interrompendo il monologo mentale che il rosato aveva programmato già nella sua sadica testa.

< Il fatto è che mi piaci. Mi piaci tanto. > Sussurrò con un filo di voce il pianista con le lacrime che ancora gli rigavano il volto.
E il cuore di Ranmaru saltò nuovamente un battito. Due, tre, era come se si fosse fermato completamente. Sembrava che il rosa non respirasse nemmeno.
Poi, d’un tratto, si riprese da quello stato di shock e si sporse verso il castano, baciandolo possessivamente, come se avesse desiderato farlo per tutto quel tempo. E in effetti era così.
Il calore delle labbra di Takuto sulle sue lo facevano impazzire, mentre intrecciavano con foga le loro lingue.
Entrambi desideravano sempre di più dall’altro e quel dolce bacio che era all’inizio, in quel momento non aveva proprio nulla di casto.
Ad un tratto Shindou si staccò, prendendo in braccio Kirino, che mugolò contrario.

< Andiamo in un posto più adatto. > Si spiegò maliziosamente il castano, mentre trasportava il suo nuovo fidanzato su per le scale. Aprì una porta e, una volta dentro la stanza, lo appoggiò delicatamente sul letto, posizionandosi a cavalcioni su di lui.

< Shindou, cos… > Il rosa fu interrotto dal castano che affondò prepotentemente la sua lingua nella bocca del compagno.
E mentre mantenevano quel contatto, le mani di Takuto si inoltrarono sotto la maglia di Kirino, sfilandogliela di dosso e lanciandola dietro di sé senza alcuna cura.
Poi fu la volta dei pantaloni della tuta e dei boxer che raggiunsero ben presto l’altro indumento sul pavimento della stanza.
Quando finalmente si staccarono, gli occhi di Shindou si persero nel meraviglioso ed intenso celeste di quelli di Ranmaru. Erano colmi di desiderio e, alla luce del tramonto che penetrava dalla finestra, emettevano un bagliore ancora più splendido.
Il castano si alzò senza dire nulla, sotto lo sguardo curioso del rosa.
Si spogliò lentamente, e poi si distese su di lui, che nel frattempo era arrossito vistosamente godendosi la perfezione del corpo di Takuto.

< Ti amo, Kirino. > Sussurrò il castano giocherellando con una ciocca di capelli rosati del fidanzato.

< Anche io. > Rispose quello accarezzandogli dolcemente una guancia.
Si strinsero l’uno all’altro e si unirono, lasciandosi trasportare dall’amore.
Entrambi lo desideravano già da parecchio tempo, e quel momento era arrivato.
Shindou si lasciò cadere ansimante a fianco di Ranmaru, anche lui con il fiato corto.
Il rosa gli cinse i fianchi e lo strinse contro il suo petto, accarezzandogli piano la schiena nuda.

< “ Fa” > Mormorò il castano sorridendo.

< Eh? > Chiese confuso Kirino.

< La quarta giusta a partire dal “do”… È “fa”. > Disse semplicemente poggiando le sue labbra sulla fronte imperlata di sudore del ragazzo.

< C’ero andato molto vicino, ammettilo. > Commentò Ranmaru ridacchiando.
Takuto gli diede una leggera gomitata, ma anche lui stava ridendo.
E poi, il suo volto si illuminò improvvisamente.

< Che succede? > Si allarmò il rosa.

< “Fa”! “Fa”, la nota che manca per completare il mio brano! > Esclamò trionfante tirandosi in piedi di scatto e rivestendosi in fretta.
Kirino sorrise e fece lo stesso.
Quando ebbero finito, il castano, pieno di entusiasmo, prese il fidanzato per un polso e lo trascinò nella sala del pianoforte.
Shindou si posizionò subito sullo sgabello, iniziando ad eseguire dall’inizio la sua melodia.
Il compagno, ogni volta che la ascoltava, si sentiva rapito dalle fugaci note che riempivano quella sala enorme.
Riteneva quella musica bellissima ed unica…
Dopo qualche minuto, Takuto arrivò al “punto critico” della composizione.
Sospirando, tentò di colmare il “vuoto” della sua armonia con il “fa” e sembrò funzionare.
Con un grande sorriso, il castano continuò a suonare pieno di passione e terminò quella straordinaria melodia.
Ranmaru applaudì forte, facendo arrossire Shindou che, pochi istanti dopo, gli si avvicinò.

< Kirino? > Iniziò fermandosi a pochi passi da lui.

< Sì? > Rispose confuso il rosa.

< Grazie. > Disse il castano, per poi gettarsi fra le sue braccia, facendo nascere un semplice abbraccio, ma che per entrambi aveva un grande significato.
Ranmaru non poteva impedirsi di sorridere.
Non c’era alcun dubbio.
Da quel giorno avrebbe aiutato molto più spesso Takuto con i suoi brani.








Harmony…
Magical connection…
Is the true identity of the heart.
Few people know,
but life is like a score…
If you write the notes with the person you love,
a melody will come out perfect…
And Shindou and Kirino know it well…






 

(Traduzione:
Armonia…
Magica connessione…
È la vera identità del cuore.
Pochi lo sanno,
ma la vita è come uno spartito..
Se scrivi le note con la persona che ami,
ne uscirà una melodia perfetta…
E Shindou e Kirino lo sanno bene… )

[cit: da The Moon Angel ]









Angoletto delle autrici:

Ed eccoci qui nell'angoletto etto etto (?)
Dai indovinate? Chi siamo?
Mondo= ...
Ma si! Siamo noi! Maria e Elena! Alias Mary ed Elly! Alias The Moon Angel e _DNA!
Le best friend notturne(?)! Yeeeh! ;)
Questa fic è dedicata a niente poco di meno che l'imperatrice delle RanTaku: MICCHAN!!!!!
Nonchè nostra super e straordinariamente straordinariosa (?) Amicaaaaaaaaa!
Tenma/Takuto= E tante -a che non finiscono mai....
Spero ti sia piaciuta.. Almeno poco poco :)
L'abbiamo creata apposta per te nostra mitica amica... Perchè sei una persona super specialosa (?)*W*, dooolce, gentile e sempre pronta ad aiutare gli altri...
Sei Mitica ;)
Ti vogliamo un mondo di bene Micchaaaan!
Le tue amiche PER SEMPRE,

Mary ed Elly

PS_ Naturalmente speriamo che sia piaciuta anche a voi! Grazie mille per aver letto!
  
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