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Autore: _Safyra    01/05/2013    10 recensioni
Wanda si era salvata. Adesso era rinchiusa in un altro corpo. Felice. Amata dall'uomo che non aveva mai pensato potesse innamorarsi di lei.
Aveva ricominciato una nuova vita, la sua decima vita, ed era ora di iniziare a godersela. Ad imparare che in quel mondo non esistevano soltanto la compassione, il dolore e l'indulgenza, ma anche il piacere, il desiderio... l'amore di una famiglia, di un uomo.
Non sapeva che là fuori, oltre quelle caverne e quel deserto, c'era un mondo pronto ad accoglierla.
Wanda non sapeva nemmeno di essersi fatta un altro nemico... Ma non c'era fretta. Doveva scoprire molte altre cose oltre a quello.
Dalla storia:
Incrociai lo sguardo di Ian per un interminabile istante. Un istante interrotto da un colpo di scena.
Rimasi impietrita quando vidi esplodere il capannone che avevo di fronte.
Avevo cantato vittoria troppo presto [...]
Avevo promesso. Non lo avrei mai abbandonato.
«Wanda... non c'è più niente da fare, capisci? È andato ormai» singhiozzava Brandt dopo avermi preso il volto fra le mani.
«No» dissi «No. Ian non è morto»
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian, Jared, Melanie, Quasi tutti, Viandante
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Up In The Sky - the serie '
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Prologo

 

Era notte fonda.

Dietro le mie spalle il deserto era buio e silenzioso, al contrario della città che, illuminata dalle luci degli edifici, non si era ancora addormentata. Uscire dalle caverne mi metteva sempre di buon umore, eppure quella sera non ero molto entusiasta di respirare un po' d'aria fresca.

Forse stare lontano da Ian mi stava influenzando un po' troppo. Sorrisi fra me e me.

«Tutto bene?» mi chiese Melanie dopo aver preso posto accanto a me.

Il furgone non era mai stato più vuoto di quella notte: Kyle era fuori a fare la guardia; Ian, Jared, Aaron e Brandt erano andati a fare rifornimento nella città vicina, Tucson.

«Sì, grazie.»

Mel si portò le gambe al petto, rannicchiandosi vicino a me. Era ancora strano non vederla riflessa in uno specchio come l'avevo sempre guardata.

«Tieni.» disse, porgendomi una barretta di cioccolato.

Alzai un sopracciglio, guardandola confusa. Il cioccolato non era per i bambini?

«Prendilo, Wanda. Jamie ne ha abbastanza nella sua stanza.», ordinò prima di sogghignare al ricordo di suo fratello.

Non me lo feci ripetere due volte, così presi la barretta e l'aprii per dividerla con lei.

«Dovremmo darla anche a Kyle.», osservai mentre mi alzavo e raggiungevo il fondo del furgone. Mel ritornò a ridacchiare ed io scostai la tendina del retro per offrire un pezzo di cioccolato anche a lui.

«Da qualche parte ho letto che aiuta il cuore, il corpo e...»

«Aiuta anche a non addormentarsi in piedi alle tre di notte?» Kyle m'interruppe dopo aver preso il resto della barretta.

«Può darsi.»

Melanie ed io scoppiammo a ridere, spezzando quell'orribile silenzio che trasmetteva troppa pace e ansia. Poi, come un lampo a ciel sereno, accadde qualcosa.

Avevamo fatto una pausa più lunga del solito? Ci eravamo distratti troppo? No, certo che no. Ma ormai non potevamo farci più niente.

«Kyle, cosa...?» balbettò Melanie mentre entrambe ci sistemavamo nei sedili anteriori e cercavamo di scorgere o sentire qualcosa.

Due tonfi. Sordi. Precisi. Netti.

Pum. Pum.

«Degli spari! Qualcuno ha sparato!» sbottò Kyle. Salì a bordo, raggiungendo immediatamente la nostra postazione.

«Metti in moto, metti in moto!»

Altri spari e altri strani rumori che provenivano dal confine ovest di Tucson.

Melanie premette il piede sull'acceleratore, partendo immediatamente.

Il mio cuore iniziò a battere sempre più forte per la paura, impedendomi di pensare lucidamente. Cosa stava succedendo là sotto? Perché avevano sparato?

«Più veloce, Mel.» sussurrai, senza staccare gli occhi dalla strada.

Percorremmo tutto il profilo a sud-ovest fino a raggiungere il luogo da cui sembravano provenire quei tonfi. Sistemammo il camion dietro ad una piccola altura.

«Prendilo.» Kyle porse un fucile a Melanie, poi a me.

Fissai l'arma che teneva con fare esperto in mano, indecisa.

«Serve per proteggerti, Wanda.» disse a bassa voce.

Trassi un respiro profondo, allungando la mano verso il fucile.

«Kyle...» Melanie cercò di soccorrermi: sapeva quanto odiassi le armi.

«Va tutto bene, Mel.» l'avvisai prima di prendere il fucile a Kyle e avvicinarmi al fondo del camion.

Fu lui a scendere per primo, poi toccò a me.

L'aria era più fredda di quanto pensassi. La maglietta che indossavo non mi teneva molto caldo, ma potevo sopportare.

La situazione sembrava essersi momentaneamente calmata, eppure qualcosa mi diceva che dovevamo stare attenti. Non eravamo ancora fuori pericolo.

Scendemmo in silenzio dal furgone e ci dirigemmo all'interno della città. Ci trovavamo vicino ad un centro di smistamento scorte. L'area era stranamente recintata da fili spinati e cemento armato e un portellone divideva il capannone dal resto degli edifici pubblici.

«Okay. Io vado da questa parte.» annunciò Kyle che, dopo aver aperto con una tenaglia un piccolo varco per poter entrare, rompendo i fili d'acciaio che costituivano una porta d'emergenza, ci salutò con un cenno del capo.

Melanie ed io proseguimmo nella direzione opposta, senza abbassare la guardia. Lanciai un breve sguardo alla mia amica. Camminava lentamente, davanti a me. Gli occhi vigili, le mani ben strette al fucile.

«State attenti. Si sono nascosti fra i container.» avvisò una voce maschile, non molto lontana da noi. Mel si fermò di colpo, poi si voltò verso di me.

«Cercatori» borbottò sottovoce.

Pian piano nella mia testa iniziò a comporsi un puzzle sempre più sensato. Mi guardai attorno per una frazione di secondo, non vedendo altro se non il muro di cemento che divideva quel magazzino dal resto della civiltà. Mi inclinai verso destra per guardare ciò che stava osservando Melanie.

Il complesso sembrava essere pieno di container abbandonati. Al centro troneggiava un grosso capannone ingiallito dal tempo. Se l'apparenza non mi ingannava, dovevamo sicuramente essere cadute in una delle tante trappole che i Cercatori avevano preparato per catturare gli umani che vivano in zona.

«Oh, no...» mormorai quando presi piena coscienza del guaio in cui ci eravamo cacciate.

«Cosa c'è?» chiese Mel, ansiosa.

«Dobbiamo andarcene. Subito. O finiremo per essere tutti presi» sussurrai, facendo un cenno verso i Cercatori che, ignari, ci erano appena passati accanto senza neanche accorgersene.

Melanie assunse un'aria confusa.

«Cosa ti sembra questo?» chiesi, indicando con una mano tutto il complesso.

«Un... magazzino? Un centro smaltimento scorte? Non so...»

«Sembra, ma non lo è.»

M'interruppi, spostando l'attenzione alle mie spalle. Qualcuno si stava avvicinando a noi. Melanie mi afferrò per un braccio e mi trascinò con sé dentro un altro container.

Al suo interno c'erano pile e pile di sacchi, scatoloni e altri oggetti.

Curiosa di sapere se avevo ragione, frugai dentro ciascun pacco, senza però trovarvi altro se non cumuli di paglia.

«Sono vuoti. Tutti.» esclamai prima che potesse farlo Melanie.

Come temevo, i Cercatori ci avevano colti di sorpresa.

«Che pezzi di...»

Mel interruppe la sua imprecazione, immobilizzandosi dal terrore non appena sentì dei passi avvicinarsi fin troppo velocemente a noi.

Ci scambiammo una breve occhiata e puntammo le armi nell'apertura del container.

Sospirammo di sollievo quando vedemmo Ian comparire dall'angolo, pistola in mano.

«Wanda» sorrise, venendomi incontro per abbracciarmi. Dalla sua espressione capii che era sorpreso di vedermi. Lo strinsi forte.

«Melanie... Che ci fate qui? È pericoloso» aggiunse mentre si levava di dosso lo zaino per distendere le spalle.

«Dove sono gli altri?» chiesi, carezzandogli involontariamente una guancia.

«Ci hanno beccati mentre rubavamo del cibo. Non siamo riusciti a prendere le medicine.»

«Jared?» domandò Melanie, preoccupata.

«Sta bene. Come avete fatto ad entrare?»

«Kyle» rispondemmo sia io che lei contemporaneamente.

«Dov'è?»

«Abbiamo dovuto separarci.»

«Ascoltami, Ian» iniziai, chinandomi su di lui per guardarlo negli occhi. «In questo complesso non troveremo niente. È tutta una messinscena.»

«Lo so, Wanda... Ce ne siamo accorti troppo tardi, però»

Ian appoggiò la fronte sulla mia, incantandomi col suo sguardo penetrante. I suoi gesti, le sue parole... conferivano tristezza e rassegnazione, come se tutto ciò che avevamo costruito sarebbe stato rovinosamente distrutto quella notte.

Trasalii.

No, non saremmo morti. Non quella notte, non così. Per umani come lui, Melanie e Jared non poteva esserci una fine tanto ignobile.

Il silenzio che si era venuto a creare fu spezzato dal rumore delle pallottole che si infrangevano nell'acciaio di cui erano fatti i container.

Sussultai, cercando la mano di Ian.

«Via, via, via!» gridò una voce inconfondibile, quella di Jared.

Melanie trattenne a stento un'esclamazione.

«Non muovetevi.» ci ordinò Ian. Afferrò la pistola e si posizionò vicino all'entrata. «Da dove siete entrate?» ci chiese, gli occhi puntati su di noi.

«Da un buco poco più in là del capannone. A ovest.» spiegò Melanie, pronta e decisa.

Ian annuì. Colmò la breve distanza che ci divideva e depositò un appassionato bacio sulle mie labbra, morbide e calde al contatto con le sue.

«Ti amo.» mormorò, senza staccarsi di un solo centimetro da me.

Quel contatto, così dolce e intimo, mi ricordò tanto la nostra prima notte.

«Ti amo.» risposi, passando una mano sulla sua pelle sporca di sabbia. Ian sorrise, poi sparì dietro l'angolo, così come era venuto.

Continuai a fissare il punto in cui prima c'era stato lui, senza badare agli spari che continuavano a susseguirsi uno dopo l'altro o alle lacrime che minacciavano di rigarmi il viso. Melanie mi strinse forte una mano, regalandomi un sorriso forzato per cercare di rassicurarmi.

Quanto volevo essere forte come lei...

«Dobbiamo andare» disse poco dopo.

Annuii e mi lasciai nuovamente trascinare fuori da quel nascondiglio, in silenzio.

Vidi Ian correre verso ovest. Brandt e Aaron seguire un Jared piuttosto nervoso e concentrato. Camminavano sui container come se fossero sopra dei tetti, schivando abilmente i proiettili che i Cercatori facevano esplodere sotto di loro. Era strano che non cercassero di convincerli con le buone maniere. Da quel che ricordavo del passato di Melanie, non erano così violenti e sadici.

«Jared!» Mel sventolò una mano per farsi scorgere dal compagno, poi mise a segno un colpo, prendendo in pieno uno dei tanti Cercatori che cercavano di acciuffarci malgrado avessero notato i miei occhi argentei. Correvamo spericolate lungo il perimetro del complesso, cercando di tornare dove eravamo entrate.

Grazie al cielo rincontrammo anche Kyle.

Tutto sembrava andare per il verso giusto.

Quasi tutto. Jared, Aaron e Ian erano dalla parte opposta rispetto a noi, braccati incessantemente dai Cercatori che per alcuni attimi credettero di avere avuto la meglio su di loro. Brandt era rimasto indietro.

Melanie ritrovò il buco e nel breve istante che ebbe prima di scappare riuscì ad allargarlo per assicurarsi che tutti potessimo passarci indenni.

«Brava» le dissi mentre, china sui sacchi, tenevo il fucile puntato su un punto indistinto. Seguivo Ian con lo sguardo, quasi fossi attratta dalla forza di attrazione gravitazionale che emanava il suo corpo, e non smettevo di sperare che riuscisse a raggiungerci.

Brandt fu il primo ad arrivare, poi toccò a Kyle.

I Cercatori erano visibilmente ridotti, ma non smettevano di sparare e di inseguire Aaron, Jared e Ian, stremati dalla corsa.

Assai nervosa, mi concentrai su una Cercatrice e sparai senza realmente vederla. Riuscii comunque a colpirla. Brandt fece lo stesso e finalmente i tre ebbero il via libera per raggiungerci.

«Forza, forza!» urlava Kyle, pronto per attraversare il buco.

Incrociai lo sguardo di Ian per un interminabile istante. Un istante interrotto da un colpo di scena. Avevo cantato vittoria troppo presto.

Rimasi impietrita quando vidi esplodere il capannone che avevo di fronte.

Chiusi gli occhi, cercando di proteggermi con un braccio dal misto di fumo e cenere che mi investì come una macchina in piena corsa. Quando li riaprii, era tutto grigio, le voci dei miei compagni lontane e ovattate, la mia gola in fiamme per la cenere che avevo ingoiato.

Tossii, avvicinando la manica della mia maglietta alla bocca.

«W-wanda...» mugugnò qualcuno che mi stava accanto, probabilmente Melanie.

Solo in quel momento mi accorsi di aver riacquistato l'udito.

«Mel?» tossii di nuovo «Brandt?»

Brandt si schiarì la gola, muovendosi accanto a me. Kyle si limitò ad aprire gli occhi, intontito.

Cambiai posizione e da sdraiata passai a seduta.

Una volta accertatami che stavano tutti bene, mi corressi mentalmente. Non tutti.

Mi voltai di scatto verso il capannone, ormai distrutto.

Li cercai. Li cercai dappertutto, ma non li trovai. C'era troppo fumo.

«No... no... Ian?» gridai, rendendomi conto di quello che era accaduto solo in quel momento. Mi alzai e oltrepassai i sacchi che mi avevano fatto da scudo, cercando di vedere qualcosa muoversi nel fumo.

«Wanda, non andare!» mi ordinò Brandt, afferrandomi per il polso.

No. Non era possibile.

Non poteva essere successo davvero.

«Lasciami andare» grugnii, acida. Brandt strinse la presa sulle mie braccia, bloccandomi ogni via d'uscita.

«Jared... Jared...» gemeva Melanie, dietro di me.

Mi dimenai, cercando di liberarmi, ma non ci riuscii. Ogni passo che facevo per ritornare indietro, era un passo più lontano da Ian.

Non potevo abbandonarlo. Non ora. Non lui. Non Jared. Non Aaron.

Cosa avrei detto al ritorno a casa? "Non sappiamo se ce l'hanno fatta. Siamo dovuti scappare"?

«Ti prego, Brandt. Può essere vivo. Ian... Ian può essere vivo! Non è morto... non è morto, Brandt!» singhiozzai mentre le ginocchia mi cedevano e scoppiavo a piangere.

Sentii che anche Melanie lacrimava dolorosamente per il suo Jared. Kyle la teneva ferma fra le sue braccia, cercando di farle attraversare il buco. Anche Brandt provò a fare lo stesso con me, ma con poco successo.

Avevo promesso. Non lo avrei mai abbandonato.

«Wanda... non c'è più niente da fare, capisci? È andato ormai» singhiozzava Brandt dopo avermi preso il volto fra le mani.

«No» dissi «No. Ian non è morto» sibilai, voltandomi a guardare il fumo e le ceneri di fronte a me.

 

Spazio pseudo autore:

 

Ciao a tutti! È la prima volta che pubblico in questo fandom, quindi non so bene cosa mi attende! Ho letto il libro da poco e ho visto anche il film, ma non ho resisto a scrivere qualcosa di mio. Penso che The Host sia una storia meravigliosa e questo è il contributo che ho voluto pubblicare per condividere con voi la neonata passione che ho generato per questo libro/film... beh, come prima volta preferisco astenermi dal commentare questo prologo :)

Aspetto con ansia le vostre recensioni,

Sha <3

   
 
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