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Autore: Aluna    01/05/2013    1 recensioni
Il creatore si innamora della sua creatura. La creatura vorrebbe liberarsi del corpo che le è stato cucito addosso dal creatore stesso. Una storia d'amore fragile come una campanella di vetro rischia di frantumarsi ancora prima di nascere. In un mondo dove non ci sono leggi ma la diversità è il reato peggiore, come è possibile l'amore tra un umano e la sua androide?
(Il titolo è un omaggio al mio gruppo preferito, i Linkin Park :3)
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Devo essere pazzo per farlo" mormorò Spider, stringendo più forte che poteva le nocche sopra la grossa tastiera e guardando la ragazza al di là del vetro. Il laboratorio era freddo e silenzioso, a parte il ronzio della Croce. L'uomo continuò a fissare la ragazza, pensando che questa era davvero la sua unica possibilità di chiudere per sempre quella storia. Avrebbe dovuto solo premere il tasto di accensione e tutto sarebbe finito.
Ma in quell'istante, sentendosi osservata, la ragazza si voltò a guardare a sua volta Spider. "Amore mio" disse allegramente cercando di allungare le braccia verso di lui e muovere i piccoli piedi per raggiungerlo. Ma Spider stesso l'aveva legata più stretta possibile ai bracci meccanici della Croce. Aveva provato un sentimento quasi di sollievo quando lo aveva fatto. Ma contemporaneamente sapeva che per quanto stretta potesse incatenarla, i suoi sentimenti erano ancora più forti. Nessun laccio poteva imprigionare il suo amore.
Non la amo. 
Ma sembra proprio un Cristo, pensò. Così appesa alla Croce, in tutta la sua innocenza, in tutta la sua bellezza. Completamente inconsapevole di essere una creatura fuori del comune.

Decise di avvicinarsi a lei.Dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non toccarla, accarezzarla, desiderarla. Ogni volta che la guardava, pensava sempre la solita cosa:
Non la amo. Mi fa solo effetto che sia così maledettamente bella.
"Ti tiro giù dalla Croce" disse senza guardarla negli occhi. Lei emise un lieve gemito di sollievo. Lui premette un tasto e i bracci meccanici allentarono la loro presa sulla ragazza. Mentre si massaggiava i polsi, disse: "Non mi disassemblerai?"
"No, non lo farò" rispose lui seccamente. Non riusciva proprio a trattarla con gentilezza, con naturalezza. La amava, e proprio per questo non poteva fare a meno di odiarla con tutte le sue forze. 
"Grazie, amore mio" disse lei allegramente, un sorriso sincero che le cresceva sul volto pallido.
Non lo capisci che così rendi tutto più difficile? Non lo capisci che ogni volta che mi chiami  provochi un dolore immenso? Non lo capisci quanto sia pericoloso?
"Devi obbedire, rispettare gli ordini, fare come ti dicono. Ricordati che là fuori è pericoloso. Io non ci sarò", aggiunse alla fine come se volesse in qualche modo rimarcarle il fatto che stava per abbandonarla.
Ma lei, invece di annuire e recepire il comando, lo guardò un po' preoccupata e disse: "Ma potrò sempre pensarti?"
Spider trasecolò e in un secondo sentì tutto il peso del mondo gravargli sulle esili spalle. Ed era lui disposto a sorreggere questo peso per una sola persona, nemmeno un essere umano... solo... un essere.
"N...non lasciare trapelare nulla, Bianca, okay? Gli esseri umani sono crudeli, non voglio che tu rischi ancora di più di quanto tu non stia facendo adesso.
Non voglio che ti accada qualcosa di brutto. Non voglio che tu muoia il giorno dopo averti lasciata.
"Va bene, amore mio!"
Spider si voltò, facendo finta di dover sistemare alcuni strumenti, per non lasciare che lei vedesse il sorrisetto che le si era formato sulle guance. In fondo, adorava sentirsi solo suo. Anche se era una sensazione impossibile da poter vivere, per qualche secondo era bella da provare.
"Non lasciare sentirti chiamare nessuno così, è pericoloso."
"Ma io non chiamo nessuno così" ribatté stupita Bianca. "Io chiamo solo te così. Perché tu sei amore per me. E quindi sei il mio amore" la naturalezza con cui lei, androide di ultima generazione, espresse i suoi sentimenti, quasì impaurì Spider. 
La situazione è ancora più grave di quanto potessi immaginare. Ma cosa diavolo sto facendo? Ma perché...Perché questo?
Si sentì improvvisamente disperato, senza speranza, senza potere. Dovette anche singhiozzare, perché sentì Bianca avvicinarglisi e chiedergli se avesse qualche problema. Appena sentì il tocco della sua mano sulla spalla, si girò e la guardò fisso in quegli occhi azzurri profondi come l'oceano. E in quel momento sentì inesorabilmente i suoi sentimenti fluire dal cuore come un'energia senza controllo. E capì che la distanza fra loro, per quanto potesse sembrare infinita, era lunga solo due parole...




Spider capì che il momento era arrivato. Erano passati solo pochi giorni da quanto aveva liberato Bianca dalla Croce, e sentiva che il suo momento stava per arrivare. Alla fine, tutti gli Artigiani finivano così: impazzivano, o venivano intossicati dai materiali da costruzione o crollavano psicologicamente. La sola cosa che lo teneva vivo in quel momento era la ragazza. In quel poco tempo che avevano avuto le aveva insegnato tutto quello che poteva sul mondo Superiore, l'aveva istruita a puntino sulla vita che la stava aspettando, le aveva dato ordini precisi. Lo aveva fatto con rabbiosa rassegnazione, e anche lei lo aveva accettato con una faccia triste come un deserto freddo. Ma almeno così aveva qualche possibilità di farla sopravvivere. E lui non aveva alcuna intenzione di farsi portare via dagli Agenti in un'Anticamera e lasciarsi ammazzare. No. C'era una cosa sola che voleva al mondo, e anche se era difficile ammetterlo, era così: voleva rivedere Bianca. E anche se adesso avrebbero dovuto separarsi, Spider giurò a se stesso, se la sarebbe ripresa.
"Bianca", le disse l'ultimo giorno, "Adesso ti porterò dalle tue sorelle. è tempo che tu vada. Mi raccomando, fà quel che ti dicono e non metterti nei guai"
Lei si limitò ad annuire, senza nemmeno guardarlo negli occhi. Spider sospirò e le allungò un bigliettino.
"Quando sarai Sopra, cerca questa persona. Ti aiuterà, è un'amica fidata.. Memorizza il nome e l'indirizzo."
Lei  eseguì il comando senza parlare. Poi il silenzio calò tra loro, un abisso di parole che non riuscivano a venire fuori. Finché Bianca, improvvisamente, alzò lo sguardo e fissò Spider. Stava piangendo. Lacrime artificiali le si affollavano intorno agli occhi, pronte a cadere da un momento all'altro.
"E tu cosa farai?" chiese con voce rotta.
"Io...morirò" rispose lui. "Un po' come essere disassemblati" Le lacrime di lei gli stavano lavando via ogni più piccola speranza.
"Oh, no, no" disse lei disperatamente. Spider fece del suo meglio per ignorarla, e la portò a conoscere le sue compagne. Aveva costruito migliaia di androidi, tutti uguali, tutti perfetti, tutti bellissimi. Ma Bianca... Bianca era unica.
"Guarda, queste sono le tue sorelle. Ti unirai a loro nel viaggio verso il mondo di Sopra. Mi raccomando, non metterti nei guai" le ripeté per l'ennesima volta.
Bianca le osservò. La loro bellezza perfettamente omologata è una cosa un po' inquietante, pensò. Provò a muovere una mano in segno di saluto, ma nessuna di loro rispose. Stavano nel loro scompartimento, pronte per essere spedite al mondo Superiore, senza provare la minima emozione. Come faranno? Si chiese Bianca. Come fanno ad essere così perfette?
Spider intanto stava preparando la partenza.
"Davvero morirai, amore mio?" chiese Bianca tristemente. Spider sospirò pesantemente, voltandosi verso di lei.
Al diavolo.
"Ti amo troppo per lasciare che succeda", rispose senza più preoccuparsi di nascondere il pianto nella sua voce "Adesso  è ora che tu vada"
Guardò Bianca allontanarsi verso il Carro, e avrebbe voluto fermarla, fare qualsiasi cosa, pur di fermarla. Ma non poteva. Non poteva rovinare tutto proprio adesso...no..
"Bianca!" gridò alla fine senza riuscire più a trattenersi. Lei si voltò e si avvicinò di nuovo. Stavano piangendo entrambi.
"Credi... credi di sapermi amare davvero?" le chiese. Lei spalancò gli occhi, sorpresa.
"Non ho bisogno di sapere niente" rispose un po' incerta, "Ti amo e basta"
Lui non disse niente, ma continuò a fissarla.
"Ho detto... è la risposta sbagliata?Io..."
E Spider la baciò. Nel modo più proibito, scandaloso, appassionato, romantico, umano che ci potesse essere. 

Quando Bianca partì, piangevano ancora entrambi. Spider la guardò andarsene fino all'ultimo, agitando la mano, cercando di sorriderle, pregando qualsiasi Dio che potesse sentirlo di proteggerla.
Ci sarà un Paradiso anche per noi due, da qualche parte.
  
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